CIBO VIVO E MENTE LIBERA

da 2 Set 2013Salute

(Conferenza di Livorno del 29 Agosto 2013)

SALUTO SERALE AI LIVORNESI E ALLA TOSCANA

Amiche e amici di Livorno e dintorni buona serata. Non ricordo se si chiamasse proprietà invariantiva, quella per cui variando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia. E qui a Livorno continuiamo a rispettare le regole. Variando la località il prodotto non cambia, e le sale sono sempre colme e stracolme in ogni ordine di posti, al nord come al centro e al sud, d’estate come d’inverno, di lunedì o di fine settimana, di mattina, pomeriggio o sera inoltrata.

FORSE NON STATE BARANDO

Mi viene il sospetto che non lo facciate apposta, e che siate davvero interessati all’argomento. Se uno fosse mosso da null’altro che semplice curiosità, non si scomoderebbe dal rilassante sofà di casa e dai gossip televisivi, né si sottoporrebbe a chilometri di insidiose strade e autostrade, per sorbirsi poi come premio finale una predica nutrizionistica da un non-nutrizionista, una strigliata salutistica da un non-medico, un sermone etico da un non-prete. A tutti i livelli sono un abusivo. In questo mondo basato sulla specialità e sul pezzo di carta legale, vige la parcellizzazione della cultura. Guai dire qualcosa se prima non esibisci le tue garanzie e le tue credenziali.

FILOSOFO APPRENDISTA, PERCHÉ NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE

Qualche attestato col timbro ce l’ho pure io, ma la coperta è sempre corta. Per chi crede nella indivisibilità della scienza e della cultura, nei suoi fitti collegamenti ed interrelazioni, non è possibile delimitare i propri ragionamenti a un argomento specifico, disgiunto e dissociato da tutti gli altri. Non puoi parlare di cibo senza coinvolgere il tema della salute, dell’etica e persino della politica. Se qualcuno di voi vuole assolutamente darmi una collocazione e una etichetta che non mi disturbi troppo, mi chiami pure filosofo della tolleranza, dell’armonia, del sorriso e della salute, ma anche della chiarezza, della concretezza, dell’apprendimento continuo, perché è a queste cose che punto.

MASSA INDISTINTA DI INFORMAZIONI CONTROCORRENTE O QUALCOSA DI PIÙ?

Il bello è che tutti i giorni mi chiedono suggerimenti e consigli circa le varie scuole di naturopatia, di nutrizionismo, di igiene naturale e di medicine alternative del paese. Per costoro, il materiale espresso nel mio blog è una massa indistinta di informazioni controcorrente più o meno utili, più o meno interessanti, e non autentiche lezioni di libera scienza della salute da catalogare, classificare e studiare. L’interesse, in questi casi, è per l’istituto racchiuso tra delle mura, con tanto di banchi e cattedre, e con tanto di diploma o di quasi-laurea utile a intraprendere una carriera in campo nutritivo e terapeutico.

UN RECORD MONDIALE CHE LASCEREI A QUALCHE ALTRO

E stasera parleremo per l’ennesima volta di alimentazione, argomento trito e ritrito in tutte le forme, le salse e le versioni. Quello che un po’ mi rovina, è l’enorme mole di lavoro espresso mediante le tesine giornaliere, a difesa di un record mondiale di 4000 articoli igienisti pubblicati. Record che, almeno in termini di sfaticata giornaliera e notturna, lascerei volentieri a qualche altro.

IL RISCHIO DELLA RIPETIZIONE E DELLA MONOTONIA

Vi assicuro che non sono un grafomane e che non amo affatto stare di fronte al computer per ore e ore, ad ingrossare ulteriormente un blog già stracarico. Il problema è la pioggia di messaggi che mi cadono tra capo e collo su basi giornaliere, e che non accennano a diminuire. Ovvio che il rischio è di diventare noiosi e ripetitivi. Ovvio che il mio tentativo di portare qualcosa di extra e di aggiornato alle varie conferenze viene in questo modo messo in difficoltà.

REPETITIA JUVANT

D’accordo che per gli antichi romani il repetita iuvant, il ribadire i concetti in continuazione, aveva di per sé un grande valore educativo. Del resto ne abbiamo l’esempio quotidiano dalle trasmissioni radio-televisive, dove la ripetizione ossessiva dello stesso motivetto ti costringe a sorbirlo, ad apprenderlo e magari a fischiarlo controvoglia, dove veniamo martellati e bersagliati impietosamente dagli spot del latte che ci offre calcio, della cola che ci regala allegria e socialità, del caffè che ci tira su, dalla proteina animale che ingrossa i muscoli e abbonda in B12, dal vino che ti pulisce le arterie, dalla gomma del ponte che ti migliora la dentatura, dall’integratore che copre le carenze, dal vaccino che protegge bambini e anziani, dal farmaco che ti cura e ti salva la vita.

GLI SPOT SONO NON A CASO LA CARTA VINCENTE

I produttori di cibi e bevande-spazzatura, di sostanze chimiche e integratrici, hanno da tempo capito da che parte zoppica l’umanità. Hanno verificato come gli spot proposti e ripetuti regolarmente, poco importa quanto ipocriti e svianti essi siano, rappresentano la carta vincente per la diffusione delle loro cianfrusaglie alimentari e farmaceutiche.

SENSORI E RECETTORI CHE CATTURANO EMOZIONI

Cibo significa carburante adatto a mandare avanti il nostro motore chiamato anima-corpo-spirito. Un motore che non è composto solo da pistoni e da organi, ma da sensori e recettori che assorbono e captano cose ben più sottili, delicate e complesse chiamate emozioni.

NON SOLO MATERIALE DA MASTICARE, DEGLUTIRE, DIGERIRE ED ESPELLERE

Quindi non soltanto le sostanze materiali che portiamo alla bocca, ma anche quelle più sofisticate che travasiamo nella mente, ed anche quelle ancor più eteree che impregnano le parti più intime e sensibili della nostra persona, si chiamino esse interiorità, super-io, spirito ed anima.

I NOSTRI ALIMENTI VANNO PIÙ IN LÀ DELLA CALORIA, DELLA VITAMINA E DEL MINERALE

Non solo insalate, succhi d’arancia, meloni e fichi d’India, non solo pane pizza e pasta, ma anche aria pulita e acqua dissetante, ma anche ingredienti primari chiamati valori, tipo equilibrio interiore, armonia familiare e sociale, sicurezza economica, appagamento emozionale, autostima, e tutte quelle cose che ci fanno sentire bene all’interno della nostra pelle, in pace ed armonia con la nostra coscienza.

OCCORRE ANCHE RISPETTARE LA CONTROPARTE, ISTRUIRLA E CONVINCERLA CON PAZIENZA

Si capisce bene il perché delle tante teorie contrastanti e contrapposte sugli alimenti. Ognuno ha la sua testa, ognuno ha i suoi gusti, ognuno ha la sua mucosa intestinale, ognuno ha la sua storia, ognuno cova e difende le sue convinzioni. Già sul cibo semplice e materiale esiste una marea di contrapposizioni. Se non riusciamo a trovare un allineamento sulle carote e sugli hamburger, figurarsi cosa succede se passiamo a parlare di scelte etiche e di tematiche spirituali.

IL SIGNIFICATO DI CIBO VIVO E DI MENTE LIBERA

Sarà meglio a questo punto andare al cibo vivo e alla mente libera, che è poi il titolo di questo nostro incontro. Chi meglio di Colin Campbell può parlare oggi di cibo vivo e di mente libera? La sua vita e la sua evoluzione ideologica sembrano fatte su misura per il nostro tema di fine agosto.

UNA RICERCA APPROFONDITA DA PARTE DI UNO SCIENZIATO VERACE E MOTIVATO

Il testo The China Study viene già definito come lo studio più completo sull’alimentazione mai condotto finora. Il fatto che esso contenga più di 8000 relazioni statisticamente significative tra cibo e malattie, e oltre 750 riferimenti bibliografici di autori affidabili presi nell’area americana, in quella europea e in quella cinese, fa capire l’enorme mole di lavoro inclusa in questa straordinaria ed irripetibile ricerca.

L’ECCEZIONALE STORIA DI UN GIOVANE CRESCIUTO A CARNE E A LATTE

Ma quello che ha più significato, e che dà maggiori garanzie di affidabilità, è la figura onesta e trasparente del dr T. Colin Campbell, la sua storia di ragazzo cresciuto in una tipica fattoria americana, dove l’esistenza di tutti ruotava intorno al latte. A scuola ci dicevano che il latte vaccino rende forti e sani sia i denti che le ossa. Ci dicevano che i latticini, specie i formaggi e il grana, fossero il cibo più perfetto che la natura potesse offrirci. Nella nostra fattoria mangiavamo solo i prodotti del nostro orto e quelli dell’allevamento, cioè latticini e carni.

SPECIALISTA IN METODI DI INCREMENTO PRODUTTIVO

Quando andai all’università, optai per la facoltà di veterinaria presso l’Università della Georgia, e poi andai avanti grazie a un dottorato di ricerca in Nutrizione Animale, offertomi dalla Cornell University. I miei studi erano allora incentrati sulla scoperta dei migliori metodi per far crescere più in fretta le mucche e le pecore. Tutto in vista di produrre più proteine animali, ovvero il non plus ultra della salute e dell’alimentazione, almeno secondo i criteri e le convinzioni di quei tempi.

RICERCHE D’AVANGUARDIA AL MIT SU DIOSSINA E AFLATOSSINE

Ero orgoglioso del mio ruolo sociale. Mi accingevo a promuovere salute nella mia nazione, perorando il consumo di più carne, più pesce, più uova e più latte. Ero convinto, senza ombra di dubbio che la dieta americana fosse la migliore del mondo intero, in quanto basata su abbondanti dosi di proteine nobili di alta qualità. Spendevo poi la maggioranza del mio tempo a testare le due sostanze chimiche più tossiche mai scoperte sino allora, ovvero la diossina (diserbante 2-4-5T o agente arancio, usato anche come defogliante nel Vietnam) e le aflatossine (micotossine riscontrate nel frumento e nella soia, definite allora come sostanze tra le più cancerogene). Diventai ricercatore d’avanguardia al MIT, Massachusetts Institute of Technology, e venni mandato in missione all’estero.

MISSIONE DECENNALE CONTRO LA MALNUTRIZIONE IN FILIPPINE

Mi dedicai per 10 anni a migliorare lo stato di malnutrizione infantile fra i poveri delle Filippine. Lo scopo era di assicurarsi che i bambini di quel paese consumassero più proteine possibili, visto che il cancro epatico, caratteristico dell’età adulta, era stranamente diffuso tra i bambini di Manila e dintorni. Era opinione corrente che gran parte della malnutrizione fosse causata da carenze proteiche. La verità è che le università, i governi di tutto il mondo, la Fao e l’OMS, la Fda, erano tutti all’opera per attenuare il gap proteico tra l’America e i paesi in via di sviluppo. Come dire un progetto finalizzato a fornire navi cariche di bovini macellati.

IL CANCRO INFANTILE AL FEGATO VENIVA PROPRIO AI FIGLI DEI PIÙ ABBIENTI

Tuttavia, proprio lavorando a quel progetto, scopersi un oscuro e disturbante segreto. E cioè che i bambini con maggiore tendenza ad ammalarsi di cancro al fegato non erano quelli delle favelas, ma erano proprio i figli delle famiglie più benestanti, quelli cioè che consumavano regolarmente latte e proteine animali. Appariva chiaro inoltre come il cibo animal-proteico avesse addirittura un ruolo superiore a quello dei veleni cancerogeni chimici come la diossina e le aflatossine.

ANDARE CONTRO CARNE E LATTE IN AMERICA SIGNIFICA ESSERE TRADITORI DELLA PATRIA

Ma queste scoperte, fatte dal vivo e in concreto, erano in drammatico contrasto con tutto quello che ci era stato insegnato. Era un’eresia, una bestemmia, affermare che le proteine non facessero bene alla salute. Dire poi che le proteine causassero il cancro avrebbe significato l’estromissione dal proprio lavoro. Mettere in discussione le proteine nobili e i cibi animali, negli Stati Uniti d’America, rappresentava il rischio concreto di ricevere un generale ostracismo, di essere bollato come eretico e traditore della patria.

LA DIETE BASSO-PROTEICHE INIBISCONO LA FORMAZIONE TUMORALE

Caratterialmente sono sempre stato un tipo tosto e duro, uno che va dove lo porta la mente e il cuore, e non dove gli altri lo vogliono condurre. La vita in fattoria, nel bene e nel male, mi ha insegnato a seguire il mio istinto e il mio pensiero in modo libero e indipendente. Si trattava di capire non solo se le proteine potessero favorire il cancro, ma anche come ciò avvenisse. Facemmo ben presto una scoperta scioccante in laboratorio: le diete a basso contenuto proteico inibivano la formazione del cancro da parte delle stesse aflatossine, indipendentemente dalla quantità di questo cancerogeno!

LA PROTEINA COLPEVOLE NUMERO UNO È LA CASEINA

Ma non è tutto! Scoprimmo pure che non tutte le proteine avevano un effetto spiccatamente cancerogeno. Quali erano dunque le proteine che favoriscono il cancro sempre ed in gran misura, anche a basse dosi? La caseina. Quella caseina che costituisce l’87% delle proteine del latte vaccino. La caseina favorisce coerentemente tutti i singoli stadi del processo tumorale. Quali allora le proteine innocenti, anche in quantitativi eccessivi ed esorbitanti? Quelle di origine vegetale. Quelle del frumento, della soia, dei semini, delle mandorle e delle noci in genere.

VELENOSITÀ DELLE PROTEINE ANIMALI, ANCHE A DOSI MINIME

Fatto sta che, nel più vasto e massiccio esperimento mai realizzato a livello mondiale, risultavano cose mai pensate e mai dette, risultavano cose raggelanti e strabilianti. I soggetti che si nutrivano prevalentemente di cibi di origine animale erano quelli che si ammalavano delle patologie più croniche e più pericolose. Al contrario, i mangiatori di cibarie vegetali, evitavano regolarmente le malattie killer (cancro e cardiopatie), le malattie croniche intermedie, e le malattie autoimmuni.

THE CHINA STUDY CONFERMA QUANTO GIÀ ASSODATO NEI MAGGIORI ESPERIMENTI CONDOTTI NEGLI ULTIMI ANNI

Si è dimostrato insomma che le cardiopatie, il cancro, il diabete, le patologie renali, le malattie cerebrali, l’Alzheimer e l’obesità, possono essere fatti regredire mediante una dieta semplicemente sana, ovvero una dieta commisurata al disegno corporale umano, ovvero una dieta priva di proteine animali. E questi risultati del The China Study, sono in perfetta coerenza con i maggiori esperimenti fatti in precedenza sull’alimentazione, tipo Cambridge2000, Oxford 2007 e altri simili.

LA SCIENZA HA DETTO TUTTO, MA LA GENTE CONTINUA A CULLARSI NELLA PROPRIA IGNORANZA

La scienza vera e indipendente ci è arrivata. Chi non ci è arrivato ancora è la parte più direttamente interessata alla questione, ossia la gente. Chi non ci è arrivato ancora, non potendo né volendo arrivarci, sono i media, i fabbricanti di salumi, di eparine, di integratori, di cibi in scatola e di medicinali. “La gente è confusa”, si lamenta Campbell. Ho amici, anche amici medici, con cardiopatie, rassegnati ed avviliti di essere alla mercé di quella che considerano una patologia inevitabile. Conosco donne disposte a farsi brutalizzare ed asportare il seno, e a fare altrettanto persino con le loro figlie, per il terrore del cancro alla mammella, determinato da troppi estrogeni nel sangue e dai latticini che continuano ad affluire disinvoltamente con la dieta.

È VENUTO IL MOMENTO DI INFORMARE E DI DIVULGARE QUANTO SAPPIAMO

La confusione deriva da una enorme disinformazione generale. Ed è per questo che ho deciso di passare al contrattacco, passando dalla fase scientifica a quella informativa e divulgativa. È per questo che ho deciso di rivelare all’America e al mondo intero che si può vivere più sani, più felici e più a lungo. Una buona dieta è l’arma più potente di cui disponiamo, contro ogni possibile malattia.

L’AMERICA SI TROVA LETTERALMENTE DI FRONTE A UN BARATRO

Non è possibile che il paese con la spesa sanitaria pro-capite più alta del pianeta continui ad essere anche quello più disastrato in fatto di salute, con 2/3 di americani sovrappeso, con oltre 15 milioni di diabetici (in rapido aumento), con colesterolo alto per oltre 100 milioni, con lotte al cancro fallite miseramente, con metà della popolazione bisognosa di ricette mediche una volta la settimana, con un terzo dei bambini sovrappeso. Non se ne può più. Non si può andare avanti in questo modo. Un paese intero inchiodato da 3 banali fattori che si chiamano colazione, pranzo e cena! Se questo documento non è una bomba in deflagrazione, ditemi voi di cosa altro mai si tratta.

MODESTAMENTE CI ERO ARRIVATO PRIMA DI CAMPBELL, E SENZA SOVVENZIONI

A differenza di Campbell, nessuno ha mai sovvenzionato le mie ricerche e le mie verità. Non ho un percorso di veterinaria, e nemmeno un dottorato in medicina, o in alimentazione animale o umana. Ma, le cose che sta scoprendo l’ottimo ed irreprensibile dr Campbell, le avevo già scoperte 50 anni fa, frequentando l’università più verace, quella delle stalle e dei macelli di campagna, dislocati alla periferia di Udine.

INCREDIBILI DEFEZIONI DA PARTE DEI MAGNATI DEL LATTE

Nessuno pensi a Campbell come a una scheggia impazzita ed isolata della ricerca scientifica. Nel China Study non manca il corredo di grossi allevatori e di ex-produttori di latte, come Howard Hyman, simbolo delle mucche biologiche del Montana. Pensavo che il latte fosse quanto di più perfetto esistesse al mondo. Quando ho avuto le prove che era vero l’esatto contrario, non ho esitato a disfarmi della mia azienda e a diventare un paladino della dieta vegana! Questo ha dichiarato Hyman nel video The China Study che tutti possono reperire su internet. Una storia, la sua, che ricorda quella di John Robbins, figlio unico del magnate americano dei gelati marcati Baskin Robbins, che rinunciò clamorosamente alla multimiliardaria eredità del padre, per amore degli animali della sua azienda e per rispetto della salute pubblica.

GLI INSULTI RICEVUTI A RIPETIZIONE SI RITORCONO SU CHI LI HA FRETTOLOSAMENTE FORMULATI

Il latte fa male? Ma come si permette questo signore di dire cavolate di questa portata in televisione? Questo fu il testo di una telefonata evidentemente pre-confezionata ad arte, mentre venivo intervistato da Telefriuli, in occasione della presentazione del mio testo I quaderni di Hygea. “Il latte fa male alle mamme in gravidanza? Ma se i pediatri me ne hanno fatto bere a bidoni, più che a bottiglie”, mi diceva incredula una mamma, dieci anni fa, fuori delle scuole di Tavagnacco. “Il latte fa più male della stessa melammina? Ma tu sei fuori di testa”, mi dicevano a Hongkong e in Cina nel 2008, quando scrissi una decina di tesine sul clamoroso scandalo delle urine cristallizzate aggiunte al latte (vedi tesina “Oro nero, oro bianco, oro rosso”).

LA VERITÀ STA VENENDO A GALLA

“Il grana è quanto di meglio l’uomo possa consumare”, continuano a blaterare gli spot televisivi di quel Regno del Latticino, del Gelato e del Formaggio, che è diventata l‘Italia. Il ministro Zaia ha salvato 10 mila aziende del settore lattiero-caseario, reclamavano gli esponenti della Lega, nei dibattiti televisivi del 2011, sempre dando per scontato che latte ed oro fossero pressappoco la stessa cosa. La verità sta venendo a galla, nonostante le vergognose balle emesse in continuazione dalla televisione, dall’Agroalimentare Italiano, dai Ministeri, dalle Università, dai Pediatri e dai Medici di questo paese drogato di sangue e di caseina fino all’ultimo poro.

I NON-CIBI FANNO DA APRIPISTA PER GLI INTEGRATORI E PER I CIBI-SPAZZATURA

Chiaro che non è solo una questione di latte e di formaggio, non è solo una questione di filetto, fesa, guanciale, musetto, zampone, mortadella, prosciutto e soppressa. Questi prodotti, classificati e contrabbandati come cibo per l’uomo, senza esserlo nel modo più assoluto, fanno pure da battistrada per altre sostanze che portano non alla gioia della salute fisica e mentale, ma al rallentamento metabolico, all’intasamento del sistema vascolare, al ristagno idrico, all’acidosi, alla pigrizia linfatica, alla putrefazione dei residui aminoacidi, alla proliferazione dei radicali liberi, alla disidratazione, alla stitichezza cronica e alle varie insufficienze endocrine, cardiache, epatiche, pancreatiche e renali.

MATERIALE PROIBITO CHE CONTINUA A RIEMPIRE I CARRELLI-SPESA DEL SUPERMARKET

Non mi riferisco a qualche veleno di poco conto, tenuto malaccortamente in vendita in qualche negozio di terza categoria, tipo l’aspartame. Parlo di cibarie comuni e popolari che riempiono i carrelli-spesa di tante mamme che escono dai supermarket. Cibi a volte appaganti e sazianti, ma privi di vitalità, di vibrazioni e di capitale enzimatico-vitamino-minerale. Scatolame, marmellate con attraenti foto di frutta ma stracariche di zucchero, merendine incommentabili, pani e cereali arricchiti ed integrati, bibite gassate-colorate-dolcificate.

LE CIFRE PARLANO CHIARO

Ditemi voi come si possa parlare di cibo vivo e di mente libera quando invece siamo letteralmente circondati da cibo morto e devitalizzato, adatto a rendere la nostra mente offuscata, confusionata ed ottenebrata. Il tutto è confermato dalla crescita esponenziale delle malattie cronico-degenerative, che sta raggiungendo cifre spaventose e da record nella nostra stessa Italia.

AVVELENAMENTO CRESCENTE DA MEDICINALI CON 500 EURO/ANNO PROCAPITE

La spesa sanitaria nazionale, ovvero il mercato dei farmaci, cresce ogni anno a vista d’occhio. Nel 2011 ha raggiunto la cifra di 26,3 miliardi di Euro, oltre 50 mila miliardi di lire. Ogni cittadino sta spendendo in media 500 Euro/anno per avvelenarsi coi medicinali, escludendo supplementi e integratori.

360 MILA NUOVI CASI DI TUMORE L’ANNO

I tumori non stanno a guardare. Sempre nel 2011 sono stati diagnosticati in questo paese 360 mila nuovi casi di tumori classificati come maligni, qualcosa come 1000 tumori al giorno, senza contare quelli epiteliali. Il tumore più frequente, non a caso, è quello del colon-retto, con 50 mila casi/anno. Pelle ed intestino sono gli organi più colpiti dal tumore. La pelle fa da secondo rene per i tanti soggetti disidratati ed ostruiti che soffrono di insufficienza reale senza nemmeno saperlo. Il colon-retto è l’organo che accumula e che dovrebbe espellere i residui cibari, misti ai veleni e alle tossine auto-prodotte con i nostri abominevoli stili di vita.

572 MILA DECESSI OSPEDALIERI L’ANNO PER L’ISTAT

Per l’Istat i decessi per tumore nel 2007 sono stati 172 mila, ossia il 30% dei 572 mila dei decessi totali ospedalieri di quell’anno. I morti per patologie cardiovascolari toccano invece le 223 mila unità, equivalenti al 39%. Questo confermerebbe che la causa prima di morte sono i problemi cardiocircolatori. Ma non è così. Quando un paziente, spesso anziano e malmesso, lascia le penne in ospedale perché il suo cuore non ce l’ha fatta, si certifica che l’exitus è avvenuto per arresto circolatorio e non per il tumore di cui soffriva, e questo fa gonfiare le statistiche. Se teniamo conto di questo artifizio matematico, oggi il cancro è di gran lunga la prima causa di morte non solo in USA ma anche in Italia.

SMETTIAMOLA DI FARCI MALE E DI ROVINARCI CON LE NOSTRE STESSE MANI

Ed è chiaro come la luce del sole che la chimica gioca in tutto questo un ruolo fondamentale. La scelta vegetariana e quella tendenziale vegan-crudista rappresentano le sole vie d’uscita. Le malattie degenerative non capitano affatto all’improvviso, ma derivano piuttosto dal perdurare di uno stile di vita orrendamente sbagliato, devastante ed autolesionista.

PUÒ ANCHE SUCCEDERE DI RAZZOLARE MALE

Non sono qui a raccontarvi storielle, a predicare bene e razzolare male. La cosa a cui più tengo è la mia autostima. Non sopporterei di essere ipocrita e di dirvi che sono perfetto e che non cado mai nel compromesso, che non incespico nella trasgressione innocente e persino in quella ai limiti dell’incoerenza. Sono capace sì di fare il purista, il fruttariano e il tendenziale vegan-crudista per mesi e per anni di seguito ma, se mi capita a tiro la crisi di fame o la crisi dello sfizio, non mi nego il panino carico di verdure e olivette ma anche di qualche fettina di tomino di Saluzzo (formaggio a crudo), o di cremoso gorgonzola, o di formaggio di malga tipo Asiago, o di Camembert, o persino la scaglia di grana.

IL FRICO CON PATATE E L’UOVO COL TARTUFO

Se capita, non mi nego il frico con patate, lo spaghetto alle verdure, la pizza vegana, l’uovo alla coque con tartufo grattugiato, l’asparago alla polacca con l’uovo sodo, e magari l’acciughina sottolio avvolta nel cappero. Né rinuncio rigorosamente a mezzo bicchiere di vino Bonarda della Monaca o di birra scura in buona compagnia. Ho detto peste e corna dei latticini. È un discorso di scienza e di etica. Ma non nego un minimo di comprensione per me stesso e per chi trasgredisce casualmente. Il miglior modo per esorcizzare queste nostre debolezze, è quello di intensificare l’apporto di uva, di fichi, di mirtilli, di melograni, di cachi, di nocciole, di mandorle, di noci, di patate, di cavolfiori e di castagne.

IL FORMAGGIO PIACE PRESSOCHÉ A TUTTI, BISOGNA AMMETTERLO

L’attrazione per la materia grassa, con la complicazione del clima, o con la complicazione dell’eccesso ripulitivo tipico del mangiare crudista, è innegabile. Il formaggio poi è un tentatore satanico per tutti, visto che è comodo, suadente, apparentemente digeribile, saziante. Qualcosa che piace maledettamente. Occorre dunque prevenire le crisi di fame e monitorare i nostri scivoloni, limitandoli a pochi casi senza scadere nelle insane abitudini. Se il caglio usato fosse di tipo vegetale (e non ricavato dallo stomaco dei vitelli), se il formaggio fosse ricavato a crudo, e se gli animali coinvolti non venissero premiati alla fine col macello, la trasgressione avrebbe un sapore assai meno amaro.

NESSUN INCITAMENTO ALLA TRASGRESSIONE MA UN INVITO AD AVVICINARSI CON FIDUCIA AL VEGAN-CRUDISMO TOLLERANTE E TENDENZIALE

Tutto lì e niente oltre. Cose che capitano molto raramente. Meglio essere drastici e puri al 100% ovviamente, soprattutto se si stanno inseguendo obiettivi terapeutici di prim’ordine. Non le cito comunque per incoraggiare i bravi a diventare meno bravi, ma soltanto per incoraggiare gli indecisi e gli scettici a entrare con fiducia e spensieratezza nel mondo dell’alimentazione naturale e non crudele, sapendo di non dover rinunciare necessariamente a tutto e di non dover entrare in un monastero trappista a fare indicibili penitenze.

LA LEZIONE DI OTTO EINRICH WARBURG (1883-1970)

A conferma di quanto sopra esiste in questi mesi una autentica bagarre in campo scientifico internazionale volta a recuperare e ripristinare delle verità cristalline e ingiustamente sottovalutate o messe per convenienza speculativa nel dimenticatoio. Il grande Warburg, nobel della medicina nel 1931, ci ha insegnato che mancanza di ossigeno e acidosi sono due facce della stessa medaglia, per cui quando c’è l’una c’è inevitabilmente anche l’altra. Le sostanze acide respingono l’ossigeno, mentre quelle alcaline lo attraggono. Privare cellule sane del 35% del loro ossigeno per 48 ore di seguito le converte in cellule sovra-crescenti, o in cellule cosiddette maligne. Ogni dieta che includa materiale acidificante tipo proteine animali, zuccheri raffinati evidenti e nascosti, cibi cotti, cibi e bevande-spazzatura, e ogni nostra tendenza alla sedentarietà e alla respirazione corta, creano ambiente acido nel corpo. I tessuti sani sono alcalini, mentre i tessuti acidi cancerogeni sono acidi. Tutte le forme di tumore e cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali che sono 1) Acidosi (eccesso di acidità) e 2) Ipossia (mancanza di ossigeno).

LA LEZIONE DI GEORGE WASHINGTON CRILE (1864-1943)

George W. Crile, di Cleveland, uno dei più celebri chirurghi al mondo, nel suo “The Origin of Nature and Emotions”, ci ha dimostrato come l’ossigenazione produce energia. Tutte le morti chiamate naturali non sono altro che il punto terminale di una saturazione di acidi nel corpo. Al contrario, è assolutamente impossibile per un tumore proliferare nel corpo di una persona 1) Che si liberi in continuazione della sua acidità, nutrendosi con alimenti che producano reazioni metaboliche alcaline, 2) Che aumenti il consumo di acqua pura, 3) Che eviti i prodotti tossici.

ERRORI NELLE ABITUDINI DEL PAZIENTE ED ERRORI NEI RIMEDI DELLA MEDICINA

Sia il cancro che le malattie di contorno non sono dunque contagiose, genetiche, ereditarie, batterico-virali, auto-immuni, idiopatiche, come certa medicina vorrebbe far credere. Ciò che si eredita sono semmai le cattive abitudini alimentari, le pessime condizioni ambientali, gli stili di vita. Ciò che ci rovina poi sono le malattie iatrogene medico-causate, e non certo le cosiddette malattie autoimmuni, ennesima invenzione ed ennesimo scarica-barile della medicina.

LA LEZIONE DI HENRY LOUIS MENCKE (1880-1956)

La lotta per la vita è contro la acido-ritenzione. Invecchiamento, mancanza di energia, malumore, mal di testa, allergie, eczema, orticaria, asma, arteriosclerosi, candidassi, calcoli, non sono altro che accumuli di acido nel sistema.

LA LEZIONE DI THEODORE A. BAROODY

Pur essendo sostenitore dell’acqua Kangen e delle acque alcalinizzanti (che la scienza igienistica ripudia), nel suo libro “Alkalize or Die” (Alcalinizzati o muori), Baroody esprime alcuni concetti non solo condivisibili, ma anche estremamente interessanti, relativi ai danni specifici e tremendi dell’acidosi sui nostri organi.

IMPATTO DELL’ACIDOSI SUL CUORE

Il cuore è uno degli organi più alcalino-dipendenti del nostro corpo. È in parte enervato dal nervo vago, che funziona al meglio solo in ambiente alcalino. Un battito corretto viene alterato dai rifiuti acidi. Tali rifiuti rubano al sangue la appropriata ossigenazione e questo provoca una degenenerazione del muscolo cardiaco.

IMPATTO DELL’ACIDOSI SULLO STOMACO

Le difficoltà digestive tipo rutti, gonfiori, dolori, gas intestinali, rigurgiti, singhiozzi, scarso appetito, nausea, vomito, diarrea o dissenteria, costipazione, colica, sono tutte condizioni che possono indicare problemi al nervo vago e possibili sindromi di ernie iatali produttrici di ulteriori residui acidi nell’organismo, in quanto vanno a ridurre la presenza di acido cloridrico nello stomaco, impedendo corretta digestione del materiale proteico che diventa fonte di acidosi.

IMPATTO DEL’ACIDOSI SUL FEGATO

Il fegato è la centrale chimica dell’organismo e svolge  oltre 300 basilari funzioni, ivi inclusa la trasformazione delle tossine acide del sangue e  la produzione di numerosi enzimi alcalinizzanti, per cui rappresenta la prima linea difensiva contro tutti i veleni. Tutti i nutrimenti in arrivo dal sistema gastrointestinale entrano nel sistema passando attraverso il fegato. Il sovraccarico del fegato è molto più pesante quando esiste un costante flusso di materiale acidificante nel sangue. Se il fegato viene congestionato da proteine e da rifiuti acidi, la morte è imminente.

IMPATTO DELL’ACIDOSI SUL PANCREAS

Il pancreas dipende altamente su un corretto apporto di cibi alcalinizzati. Tutti gli aspetti della funzione pancreatica portano a ridurre gli eccessi di acidità e a regolare il bilancio zuccherino del sangue. Per avere un sangue equilibrato negli zuccheri, è basilare mantenere una dieta costantemente alcalinizzante.

IMPATTO DELL’ACIDOSI SUL PICCOLO INTESTINO

Le placche di Peyer, localizzate nella parte alta del piccolo intestino, sono cruciali per la nostra vita. Esse provvedono alla assimilazione dei cibi e alla produzione  dei linfociti per il sistema nodale dell’intero net-work del sistema linfatico. Esse producono gli enzimi del chilo, sostanza estremamente alcalinizzante. Il flusso ininterrotto del chilo nel sistema è fondamentale. Un eccesso di spazzatura chimica da cibi acido-formanti diventa opprimente e gravoso per le placche di Peyer, e riduce nel contempo la produzione di chilo.

IMPATTO DELL’ACIDOSI SUL RENE

In un adulto, passa circa un litro d’acqua all’ora attraverso il sistema renale. Nello svolgimento del loro compito primario, i reni mantengono il sangue alcalino, estraendogli acidità. Se i reni vengono sottoposti ad eccesso di lavoro con troppa acidità si crea una tendenza alla formazione di calcoli renali, che sono composti da cellule acide e da sali minerali fusi e gommati assieme in una sostanza acida e velenosa. Schivando i cibi acidificanti, risparmiamo ai reni questi pericolosi e dolorosi sovraccarichi. Evitiamo pure un continuo ricorrere ad azioni di scarico da parte della pelle, rene di emergenza del corpo umano.

IMPATTO DELL’ACIDOSI SUL COLON

Il colon non è affatto un reparto-letamaio, e dovrebbe al contrario essere considerato il tempio del corpo umano, meritevole di speciali attenzioni, meritevole di essere mantenuto pulito da accumuli e da residui acidi. I veleni depositati sulle pareti del colon, associati all’alternanza di diarrea (dissenteria) e costipazione (stitichezza), si induriscono e si liquefanno per essere poi riassorbiti nel sangue. Il ritmo ideale dovrebbe essere quello di due svuotamenti completi al giorno.

IMPATTO DELL’ACIDOSI SUL SISTEMA LINFATICO

Ci sono 600-700 ghiandole linfatiche o linfonodi nel corpo. Il fluido linfatico o linfa porta gli elementi nutritivi alle cellule e rimuove gli scarti acidi delle stesse. Il fluido linfatico fluisce al meglio in ambiente alcalino. Quando il corpo abbassa il suo pH si crea un rallentamento metabolico e una pigrizia linfatica capace di creare alterazioni croniche e situazioni di pericolo mortale. Gradualmente la linfa tende a rinsecchirsi e va a formare adesioni ed ostruzioni lungo il suo percorso. Adesioni che interferiscono non solo con il flusso della linfa stessa ma anche con la fluidità del sangue. Uno scarso apporto idrico contribuisce a rallentare il linfatico. I residui  dei cibi non propriamente digeriti vengono riassorbiti nel circolazione generale attraverso i dotti linfatici del piccolo intestino. In aggiunta a questo, un intestino che non si liberi radicalmente dei suoi veleni, su basi giornaliere, va a causare un riassorbimento del materiale tossico accumulato.

IMPORTANZA DELL’EQUILIBRIO EMOZIONALE

È risaputo che le emozioni negative producono stati di acidosi che si somatizzano a livello di stomaco. Tutte le emozioni negative tipo inquietudine, ansia, timori, preoccupazioni, finiscono per creare un ambiente acido. La paura è compagna costante di tutte le peggiori malattie. Essa va debellata ed esorcizzata se non vogliamo camminare in un percorso minato. La paura abbruttisce ed incattivisce. Anche l’odio e il disprezzo portano a forti sprechi energetici. Sentimenti di amore, comprensione, rispetto, e sopportazione verso noi medesimi e verso il prossimo,ripuliscono e guariscono l’organismo creando un ambiente alcalino intorno a noi.

COME ALCALINIZZARSI IN CONCRETO?

Un moderato e costante esercizio fisico rende alcalino il corpo il corpo. Una respirazione ritmata e profonda fa altrettanto. Una combinazione adeguata degli alimenti riduce la putrefazione nel corpo e crea pertanto condizioni alcaline. Una dieta al 75% alcalina e al 25% acida in termini può essere considerata ideale per l’equilibrio.

CIÒ CHE CONTA NON SONO I TANTI NOMI DELLE MALATTIE, MA LE DUE-TRE MOTIVAZIONI EZIOLOGICHE CHE SFUGGONO REGOLARMENTE ALLA MEDICINA

Importano alla fine poco e niente gli innumerevoli nomi che vengono dati alle singole malattie, ed anche le dettagliate e cervellotiche descrizioni mediche delle diagnosi. Ciò che conta di più è che tutte le malattie derivano dalla stessa causa di base, che è sempre un eccesso di acidi nel corpo. Ottimi livelli di chimica corporale si possono ottenere solo eliminando prima i fattori intossicanti della dieta. Nessuna vitamina al mondo può rettificare la lipo-toxemia. In tutti i casi di squilibrio il primo rimedio è la rimozione della condizione tossica del sangue. Occorre in altre parole far rientrare la formula chimica del sangue nei giusti binari, mediante il supporto di una dieta vitale, sana, naturale, acquosa, flavonoica, tendenzialmente crudista.

LA NATURA NON BLEFFA E NON SGARRA

A differenza degli umani, e dei medici in particolare, la Natura non si fa condizionare, non ha voraci interessi da difendere, non si presta ad operazioni mistificanti. La Natura funziona in basi a principi eterni ed immutabili, e si muove in linea ed in perfetta armonia con le leggi naturali. La goccia d’acqua disgrega la roccia. Il liquido decompone il solido. Il vivo manda fuori il morto. Il vibrazione estromette lo stagnante. Il crudo respinge il cotto. Il naturale scaccia la spazzatura chimica. I bioflavonoidi sgretolano i radicali liberi e lo stress ossidativo. L’amore azzera l’odio. La spiritualità manda fuorigioco il materialismo.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

15 Commenti

  1. vizzvozz

    Mi fa estremamente piacere constatare che oramai c'è una discreta apertura mentale nei confronti di queste cosiddette piccole "trasgressioni". Perché alla fin fine, non ci si puo' chiudere in una gabbia privandosi di tutte quelle sfiziosità che la natura pur sempre ci mette a disposizione. Il fondamentalismo ideologico e comportamentale serve, soprattutto per dare una direzione univoca alla massa, perché senza una regola, senza un precetto, si sbanda da subito e non si raggiunge nessun obiettivo. Ma una volta sopraggiunta una certa maturità, credo che ognuno di noi sia in grado di comprendere che queste piccole deroghe possono farci vivere più serenamente. Perché il cibo è anche arte, cultura, tradizione, festa dell'anima e celebrazione di eventi importanti. Perché anche l'ambiente, il contesto sociale, la convivialità, possono dare energia vibrazionale positiva…ed una bella festa con un buon bicchiere di vino non ci puo' che far bene a quel punto, e poco importa se quel giorno saremo un po' più acidi…perché la vita è fatta di tante cose, c'è sempre una multifattorialità di cause a determinare il benessere o il malessere. Trovo giustissimo dire che la buona alimentazione è importante tanto quanto il vivere sereni in armonia con quello che ci circonda. perché puoi essere anche vegan- crudista, ma se sei scontento, se non sei realizzato, se non accetti la prigionia di un'esistenza non conforme alle tue esigenze, ti servirà ben poco mangiare frutta e verdura a volontà..

    Rispondi
  2. Francesco

    Ovvio che si può essere crudisti e insieme insoddisfatti della propria vita, visto che nella vita c’è molto altro che il cibo (anche se il crudismo è una buona base per riconciliarci con la vita, diciamo una base necessaria anche se non sufficiente). Nessuno poi ti vuole rimbrottare se “trasgredisci”, termine improprio per dire che sei in dieta di transizione: se ti senti bene trasgredendo, continua pure a farlo, anche se non puoi pretendere che ti si incoraggi a insistere nelle tue abitudini o che ti si facciano i complimenti, visto che si può fare di meglio e visto che questo è un ambiente crudista. Tieni comunque presente che esiste un livello di salute superiore, che si può acquisire grazie all’eliminazione dei cereali e di altre abitudini che col crudismo hanno poco o nulla a che fare: un livello che in genere si acquisisce dopo una fase più o meno lunga di detossificazione provocata dal consumo di frutta e verdura crude, fase che comunque passerà se si avrà la forza di insistere. Un sito crudista dovrebbe soprattutto insegnarci a compiere questo difficile passaggio, in particolare come comportarci in presenza di detox, e non invitarci invece, come fa Valdo, ad evitare la detox semplicemente aumentando la quota di cotto (con l’introduzione dei cereali) e quindi ad accontentarci di un modesto livello di salute. E’ molto buffo che Valdo ci spieghi, nelle sue innumerevoli tesine, con una puntigliosità degna di un’enciclopedia medica, le infinite forme in cui si manifesta la detox, per poi concludere che per far passare il mal di pancia va bene il riso in bianco della nonna: certo che ti passa il mal di pancia, ma solo perché il riso ha ripristinato il tuo vecchio equilibrio tossiemico, che frutta e verdura crude avevano rotto per cercare di stabilirne uno migliore e capace di garantirti un livello più elevato di salute. Ma per poter fare questo lavoro, bisognerebbe capirne un po’ di più di detox, che non va né demonizzata né presa troppo sotto gamba, ma nel modo giusto, compatibile con la nostra condizione del momento, sapendo comunque che cesserà (se l’organismo non ha precedentemente sviluppato qualche patologia degenerativa ormai non più rimediabile) quando il nostro capo, cioè l’organismo, lo deciderà, sempre che lo mettiamo nelle condizioni per farlo (in particolare fornendogli quantità adeguate di frutta e verdura). E in tutti i casi, detox o non detox, non ci può essere salute vera senza l’apporto cospicuo di nutrienti, che solo i cibi crudi posseggono, laddove quelli cotti sono solo calorie vuote: i cereali hanno tante belle virtù, ci piacciono tanto e sono stati il cardine della nostra civiltà, ma non nutrono, e noi abbiamo bisogno soprattutto di tanto nutrimento per star veramente bene.

    Rispondi
  3. vizzvozz

    Francesco…o anche altri frequentatori di questo blog, potreste spiegarmi come si fa a non sforare 'sto benedetto tetto dei 24 grammi di proteine/die ? ..perchè io mi son fatto una serie di calcoletti su varie tipologie di dieta, quindi crudista totale, all'80 %, al 60 % etc…ma ogni volta sforo di brutto…è impossibile restarci dentro secondo me. L'esempio più lampante è il crudista puro: considerando che deve mangiare almeno 3 chili di frutta assortita più 1 chilo di verdure ed ortaggi…tralasciando pure olio, semi oleosi ed ovviamente i cerali e legumi, quindi 4 chili di materia cruda vegetale. Facciamo una media di 1 grammo di proteina ogni 100 grammi di materia prima ?..mi sembra equo tenendo conto che certa frutta ne avrà di meno ma altra tipo l'avocado o soprattutto gli ortaggi ne avranno parecchie di più…Ok allora, a conti fatti fan 40 grammi di proteine totali al giorno !…e son rimasto crudista, senza cereali patate etc…se proviamo ad effettuare il calcolo su altri regimi dietetici pur restando virtuosi ed attenti e completamente vegan tendenzial-crudisti, sforiamo i 50 grammi in gran tranquillità, soprattutto se aggiungiamo anche solo i semi oleosi…a meno che non si adotti un regime ipocalorico mangiando poco e rimanendo sulle 1200/1400 kcal al giorno, ma allora il discorso non tiene. perchè abbiamo detto che bisogna mangiare a sazietà….A me insomma non quadra, a Voi si ?
    Non voglio usare il bilancino a tutti i costi, perchè come si è già detto in questa sede varie volte non è di certo l'atteggiamento corretto, ma se parliamo di cifre indicando ostinatamente i 24 grammi e predicendo la peste per acidosi se si va oltre, beh allora dobbiamo chiarire andando fino in fondo, non per fare i precisini, ma per sapere di cosa parliamo..

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  4. Francesco

    Sono perfettamente d’accordo con te: impossibile mantenersi nel limite di 25 grammi di proteine giornaliere con menù che non siano ipocalorici, i miei calcoli confermano esattamente i tuoi. Credo tuttavia più utile ragionare in termini di percentuali. In tal caso, con una dieta orientata esclusivamente su frutta e verdura crude (con esclusione quindi di cereali), ci si può comodamente mantenere nei limiti dell’80/10/10, mentre con una dieta valdiana si può stare, quando va bene, su un 65/15/20 (zuccheri/proteine/grassi). Valdo si rifiuta si quantificare, poi succedono queste sorprese. Un altro conteggio molto utile è quello delle calorie complessive: molti crudisti non mangiano a sufficienza, se facessero due conti si troverebbero di fronte ad amare sorprese, del tipo 1000 calorie giornaliere, una quantità ridicola alla quale si rimedia con una pezza peggiore del buco, rimpinzandosi di datteri (che fanno sballare la glicemia) oppure di semi noci e grassi in genere (alla faccia della fluidità del sangue). Basterebbe un minimo di attenzione e di buon senso: imparare a calcolare le calorie è un impegno per la prima settimana, poi si va a occhio, il buon senso poi suggerisce di stare mediamente almeno sulle 2000/2500 calorie. Non dico che si debba usare il bilancino, ma uno dovrebbe sapersi almeno orientare, per evitare i menù ipocalorici o comunque troppo grassi, mentre per le proteine secondo me non ci sono grossi problemi di controllo (anche se si superano comodamente i famosi 25 grammi).

    Rispondi
  5. Francesco

    Comunque tornado al tema “trasgressioni”, sono perfettamente d’accordo con te che la nutrizione non è soltanto una faccenda alimentare: ci si nutre anche respirando, esponendosi all’aria aperta e alla luce del sole, facendo attività fisica (di endorfine), ci si nutre soprattutto di pensieri positivi, mentre i pensieri negativi costituiscono un carico di tossine che può essere persino più pesante di quello prodotto dal cibo (si calcola che il carico tossico prodotto dal cibo sia di circa due chili all’anno, quello dei pensieri negativi può essere persino maggiore).
    Come del resto sono d’accordo con te che non è il caso di farsene un cruccio per qualche trasgressione, l’importante è riprendersi e proseguire nella giusta direzione. Quel che non va bene, secondo me, è farsene un vanto, o semplicemente credere di essere nel giusto, nella giusta via di mezzo, in una sorta di aurea mediocritas, e che i crudisti che rifiutano i cereali siano degli alieni e dei fanatici che non amano i piaceri della vita e sciocchezze simili: le stesse banalità che gli onnivori attribuiscono ai vegani. La verità è che i cereali creano dipendenza: liberarsi di una dipendenza non è rinuncia a un piacere, ma liberazione da una schiavitù e scoperta di piaceri ben maggiori dovuti al consumo massivo di frutta e verdura e che si possono sintetizzare in un livello superiore di salute (poi uno si può accontentare di un livello inferiore, o anche molto inferiore, si accomodi pure, ma non mi venga a dire che io sono una persona disturbata).

    Rispondi
  6. vizzvozz

    Ti ringrazio Francesco, vedo che condividi l’incertezza dei 24gr. di tetto proteico. Resta il fatto, pero, che si continua a parlarne come fosse un dogma indiscutibile e questo non fa che generare confusione, sempre che uno si soffermi un attimo a pensarci su, ovviamente. Probabilmente sarebbe più giusto parlare di bilanciamento tra cibo acidificante e alcalinizzante ed una dieta a base di frutta e verdura fresca, a prescindere dal suo contenuto proteico, non puo’ che alcalinizzare,per cui il problema dell’acidosi credo non si ponga. Vero anche il fatto che molti di noi rischiano di andare in debito calorico mangiando poco. La frutta puo’ sostituire tutto il resto, ma bisogna consumarla a chili nel vero senso della parola. Di certo poi, come rimarchi tu, non basta la dieta, mi fa piacere che tu parli di tossine prodotte dall’atteggiamento mentale e dallo stress. Pure io ho sempre pensato che queste tossine endogene pesassero ancor più di quelle alimentari…logicamente cio' non significa che possiamo esautorarci sul fronte della responsabilità alimentare, non è una scusante, pero’ val sempre la pena tener conto dell’implicazione di tutti i fattori responsabili del nostro benessere. In fin dei conti l’uomo è un organismo multifattoriale, va in progress verso il benessere se sa cogliere la giusta convergenza di fattori, oppure va in regressione , in nevrosi o in patologia si non li coglie..siamo responsabili di quello che mangiamo ma anche di quello che pensiamo, del nostro atteggiamento , di come viviamo la vita, di come metabolizziamo l’ambiente circostanze, di come parliamo, di come amiamo, delle amicizie che scegliamo di avere, dei valori che diamo alle cose, della nostra pigrizia nel non fare e nel procrastinare le decisioni e le responsabilità….ovviamente parlo in primis pensando a me. Non siamo, poi, come il gorilla e non siamo nemmeno come la mucca, anche se spesso ci dicono che a loro dovremmo ispirarci, noi umani siamo molto, ma molto di più, che piaccia o no, anche nel contesto puramente nutritivo. Abbiamo maggiori bisogni, maggiori aspettative e maggiori responsabilità, sbagliamo tanto ma abbiamo pure un potenziale enorme da poter gestire..e non stiamo tutto il giorno appesi ad un ramo a mangiar frutta né su un prato a brucare erba. E non siamo nemmeno un tubo di stufa da pulire con uno scovolino .. il dott. Ehret aveva comunque colto nel segno col suo riduttivismo razionale, arrivando in maniera "cruda" ma assolutamente efficace al nocciolo della questione, ma ovviamente non si puo’ estendere il suo concetto all’umano nella sua interezza, non basta ripulire l’intestino per andare in paradiso e vivere felici.

    Rispondi
  7. vizzvozz

    Per quanto riguarda poi l' 80/10 /10, tu come ti gestisci? cosa intendi per proteine e grassi ?..i semi oleosi dove li metteresti? se mangi solo frutta e verdura da puro crudista, quei 10 +10 allora, cosa rappresentano ? Sui cereali sono d’accordo, buonissimi e sazianti ma fanno danni enormi. sembrano innocui, invece sono un vero e proprio cavallo di Troia. Tu li prendi, te li cucini con tutte le cure del caso, magari biologici ed integrali, sono pure vegan 100 %…poi li mangi pensando di fare un buona cosa, ed invece ti complicano la vita, ti intasano e ti intossicano..senza contare la dipendenza che generano, le implicazioni con un'eventuale candidosi, basta valutare l’impatto che hanno sulla produzione di muco e catarro…secondo me sono devastanti, peggio dei latticini e di altri cibi già sufficientemente demonizzati. Non capiro’ mai poi, come per certi Vegan di fascia "consumer", il seitan sia un cibo fondamentale…ma come si fa ?…uno ci mette il massimo impegno a schivare per quanto possibile il glutine e poi va ad intossicarsi con un trancio di glutine puro concentrato ?..e magari lo digerisce pure..beato lui. A sto punto si fa prima a bere mezzo bicchiere di Vinavil.. il risultato sarebbe pressochè identico. Strano che qualcuno non abbia ancora inventato un cibo a base di caseina pura…ci sarebbe da aspettarselo. Concordo con te sul fatto che la vera svolta la dai quando elimini i cereali, il crudismo ovviamente inizia li’ e con esso la vera fase detox. Poi resta sempre il problema di cosa mangi quando vai fuori casa, li’ è un dramma.. le proteine animali le dribbli, ma i cereali no, senno’ cosa ordini ? insalata e basta, che poi rischi che ti portino 4 foglie di iceberg ed un pomodoro acquoso di serra ? Va a finire che non vai più in ferie o fuori con gli amici perché non sai se riuscirai a nutrirti a sufficienza…alla faccia dello stress e della qualità della vita.

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  8. Francesco

    Per me il tetto proteico dei 24 grammi di proteine è un falso problema, diciamo che Valdo esprime un concetto giusto (stare alla larga dai cibi proteici) ma la spara un po’ grossa, nel senso che 24 grammi sono fuori dalla realtà, se è vero che mangiando solo frutta e verdura come me, naturalmente nella giusta quantità rispetto al fabbisogno calorico, si supera comodamente i 40 grammi; figuriamoci per chi mangia cereali e legumi (quindi finisce insomma per contraddirsi).
    I semi oleosi sono ad alta concentrazione sia di grassi che di proteine. Naturalmente anche la frutta e verdura contengono sia proteine che grassi: mangiando solo questi cibi però, sia le proteine che i grassi in essi contenuti si mantengono facilmente entro il tetto del 10 %, bisogna solo prestare attenzione ai grassi aggiunti dei condimenti (come l’olio ad es.) e all’integrazione di semi e noci (che dev’esser molto contenuta o, meglio ancora, solo sporadica). Quindi io nei miei pasti non sto certo a conteggiare i grammi di proteine, so che indipendentemente dalla quantità di cibo che consumo, la percentuale di proteine e grassi rimarrà certamente entro quei tetti, a condizione, ripeto, che mi dia una regolata con l’olio e con i semi. Lo stesso non si può dire invece dei cereali o, peggio, dei legumi; e ciò sia per quel che riguarda le proteine trattandosi di cibi ad elevato contenuto di proteine, ma sia poi quasi inevitabilmente per quel che riguarda i grassi, posto che si tratta di piatti che in genere vengono consumati con qualche condimento, ricco di norma di grassi aggiunti.
    Per il resto concordo in tutto con te. Per quel che riguarda la sfera emotiva, c’è una curiosa relazione tra cibo crudo e spirito: finchè si è intasati dalle tossine, anche la nostra emotività tende a rimanere bloccata entro vecchi schemi, insomma il crudo (frutta e verdura) apre la strada anche al fluire dei pensieri positivi.
    Per quel che riguarda gli effetti negativi dei cereali, si può aggiungere il loro micidiale impatto sui villi intestinali (compromettendo quindi la nostra capacità assimilativa dei nutrienti) e sulla glicemia (che sballa completamente con ripercussioni molto serie sul pancreas e sul sistema ormonale. Poi certo c’è chi ha maggiori difese, anche se alla lunga i danni arrivano per tutti. Certo capisco che sia dura da ammettere, visto che l’uomo ci ha costruito sopra una civiltà (la nostra, iniziata circa 10.000 anni fa, prima non si coltivavano i cereali, anzi l’agricoltura non esisteva proprio, l’uomo era itinerante e non conosceva i tempi legati alla semina), che ci ha dato tutto nel bene come nel male. Quindi è comprensibile lo scetticismo e il fastidio nei confronti di chi parla male dei cereali, un punto di vista che comunque si riesce a superare, a condizione di non fallire nel percorso crudista.

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  9. vizzvozz

    grazie ancora. in effetti questo percorso crudista è un po' in salita, bisogna avere buone gambe e buoni polmoni…Ora come ora ho limato parecchio la quota di cereali, consumo per lo più pasta di saraceno o miglio intero in micro porzioni nemmeno giornaliere, ma sono vicino a poter rinunciare pure a quello. Mi vien da ridere, se penso a com'ero due anni fa, quando avevo iniziato da poco il percorso vegan ed avevo trovato il Paese di Bengodi da NaturaSi' acquistando tutti i tipi di salse veg, tofu, il maledetto seitan e persino la mortadella vegetale, ridicolo! Per fortuna sono uscito presto da questa forma di travestitismo alimentare, ma la mia strada comunque è ancora lunga. ti ringrazio per il sostegno e le informazioni. Aiutiamoci tutti quanti e mettiamo a patrimonio comune le nostre conoscenze e le nostre esperienze, non potremo che trarne giovamento.

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  10. Francesco

    Una valida alternativa ai cereali è la verdura cotta, compresa quella amidacea che comunque non fa sballare la glicemia (a parte forse le patate con cui è meglio non esagerare); anche la frutta cotta costituisce in realtà un’ottima alternativa. Ma la vera alternativa ai cereali resta comunque la frutta cruda, per la precisione un’abbondante frutta, quante ne occorre per il nostro fabbisogno calorico: se si scarseggia nella frutta durante la giornata, poi a sera si scatenano le voglie di cibo cotto, cereali in testa; se invece se ne mangia a sufficienza, a sera ci si ritrova sazi e appagati con l’unico desiderio di un po’ di verdura. Comunque vedo che sei sulla strada giusta, che è quella della gradualità nella giusta direzione. Prima o poi si arriva al traguardo, e si sta davvero benone, altro che sacrifici e rinunce, e si chiudono quasi d’incanto vecchie pendenze che ci hanno angustiato e segnato per una vita intera che si credevano ormai irreversibili.

    Rispondi
  11. vizzvozz

    Lo spero Francesco, io ci credo e sto investendo tanto per questo cambiamento…del resto, ora o mai più. Sono fortunato perchè la frutta e la verdura mi piacciono proprio, non faccio sacrifici a smaltirla. Si tratta solo di trovare il tempo per fare 9 pasti al giorno. Puntualmente acquisto anche un pezzetto di formaggio fresco di capra o pecora..che puntalmente regalo o butto via dopo parecchi giorni perchè non sento più la necessità di mangiarlo…e pian piano cosi' se ne andranno anche i cereali..poi resteranno i semi oleosi e la' saranno cavoli amari ancora di più, pero'..perchè rinunciare ad un bottino calorico di minimo 400 calorie al giorno non è semplice, cosi' come non sarà semplice rimpiazzarlo con altra frutta fresca ancora. Per quanto riguarda le verdure cotte io ne consumo pochissime, un po' di patate al vapore, ma persino la pasta di saraceno me la condisco quasi sempre con verdure crude o pesto vegetale fatto al momento, per cui in effetti la mia percentuale di cotto quotidiano è veramente esigua..come direbbe Valdo sono un "virtuoso"..ma non basta, lo so, lo sento.

    Rispondi
  12. Francesco

    Io faccio tre pasti principali più un paio di spuntini: nei primi arrivo a 1200-1300 grammi, nei secondi mi fermo a 500-700 gr. Anch’io un tempo non riuscivo a mangiare più di 700-800 grammi di frutta, ma ora il mio stomaco ha acquisito un’elasticità e quindi una capienza maggiori. A colazione è frutta acida o comunque acquosa (arance e kiwi in inverno e primavera, anguria o melone d’estate, uva in autunno), a pranzo è frutta zuccherina, gli spuntini sono dedicati ad altra frutta di stagione o ad un succo (ottimo per il fegato è il succo di carota; ottimo anche il succo di rapa rossa consigliato da Valdo, anche se in questo caso occorre tener presente che è altamente depurativo, se ne bevi un po’ ti fa correre subito in bagno); poi a cena mi faccio un paio di ciotolone di verdura cruda, una di insalata a foglia larga l’altra di fruttortaggi; a questo punto, e solo se mi rimane un residuo di fame (per non aver mangiato frutta a sufficienza nel corso della giornata) mi faccio un piatto di verdura cotta (che può diventare particolarmente gradita nella stagione fredda). Ho trovato, almeno per me, che sia meglio limitare il numero dei pasti, in tal caso però più pesanti, piuttosto che fare numeroso pasti leggeri: so però di crudisti che adottano la tecnica opposta, con risultati altrettanto eccellenti, insomma è soggettivo, ognuno fa come meglio si sente.

    Rispondi
  13. Francesco

    Ognuno fa come meglio crede, certo, ma con alcuni vincoli secondo me imprescindibili, due in particolare: mangiare a sufficienza e contenere i grassi. Questo comporta, ad esempio, che diventa piuttosto impraticabile l’abitudine di digiunare la mattina fino a pranzo, per la semplice ragione che nel poco spazio utile che rimane non c’è tempo materiale per poter mangiare a sufficienza, a meno che uno non riesca a fare dei pasti davvero pantagruelici, che in ogni caso non mi sembra una cosa consigliabile. In secondo luogo questo comporta la rinuncia a certi malsani bottini calorici come quello che tu citi (400 calorie da semi oleosi), che sono infatti ad alta concentrazione di grassi: è il classico espediente cui molti crudisti, sbagliando, fanno ricorso, per rimediare alla grave insufficienza calorica del loro menù.

    Rispondi
  14. vizzvozz

    Caspita..io arrivo a pasti di 500-600 gr, non di più, banane al massimo 200 gr. per questo devo avere una maggior frequenza. Comunque credo di assere arrivato ad un buon risultato considerando che sono partito un anno e mezzo fa dopo una vita dove la frutta stava praticamente a zero mentre una massa incredibile di verdura cotta monopolizzava i miei pasti, cereali a parte, s'intende…
    Per quanto riguarda i semi oleosi, mi rendo conto che sia un terreno minato, per crudisti i puristi sono paragonabili quasi al cibo spazzatura, per quelli un po' moderati sono invece salutari ed indispensabili. Io mi ci sono abituato, sarà difficile ridurli, anche perchè mi piacciono molto. in fin dei conti sono l'unico alimento solido che metto sotto i denti..
    Concordo sul succo di rapa ross (ma è la bietola ? )..è un lassativo ad azione immediata. comunque nella centrifuga lo mescolo alla mela ed il risultato è fantastico a livello di sapore.

    Rispondi
  15. Francesco

    Col tempo credo che anche tu potrai aumentare le tue porzioni di frutta, anche se qualcuno preferisce pasti frequenti e leggeri. I semi oleosi sono ad alta concentrazione sia proteica che di grassi, quindi doppiamente sconsigliabili, se non come piccola integrazione possibilmente sporadica (io non ne faccio quasi più uso e credo proprio che non mi manchino).
    Sì, è la bietola.

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