I FAMIGERATI SALDI IN UN MANICOMIO CHIAMATO ITALIA

da 7 Gen 2014Altro

LETTERA

MEGLIO IL COTONE O IL SINTETICO?

Ciao Valdo e Buon Anno. In tutta Italia sono iniziati i famigerati saldi di fine stagione. Ed è iniziata anche la corsa agli acquisti dei capi a miglior prezzo. Potresti sul tuo blog darci qualche consiglio in merito? Ad esempio: è preferibile il cotone alla poliammide? Il pile è accettabile o è meglio evitarlo? E così via. Scusa l’estrema sintesi ma so che in qualche modo la gradisci. Un abbraccio. Francesco

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RISPOSTA

SCELTE SALUTISTICHE ED ETICHE, NON SOLTANTO ESTETICHE

Ciao Francesco. Premesso che il pile è un materiale sintetico tra gli ultimi creati, partendo da una sostanza poli-ammidica, è ovvio che nella scelta del materiale che ci portiamo addosso a livello di pelle servono scelte soprattutto salutistiche ed etiche, e non solo scelte di tipo estetico.

STRACCI FIRMATI DESTINATI SPESSO ALLE IMMONDIZIE

C’è troppa gente superficiale che pensa solo agli effetti sgargianti, ai colori vivaci, alle griffe più spettacolari, senza rendersi minimamente conto che la qualità naturale e innocente di ogni tessuto e di ogni vestiario dovrebbero essere di gran lunga i fattori reali di scelta prioritaria, se vogliamo che i capi acquistati ai saldi non diventino alla fine vestiti scomodi e insalubri da indossare, buoni per finire ben presto nel bidone delle immondizie.

I LATI PEGGIORI DELL’ESSERE UMANO

Che senso abbia fare sfoggio di pellicce che tengono sì caldo in termini di temperatura, ma che simboleggiano nel contempo tortura e morte di animaletti sacrificati per la vanità di chi se ne veste, non riesco a capirlo. Chi vive in condizioni di reale necessità, tipo i pastori dell’Himalaya, può almeno trovare qualche alibi. Ma chi lo fa per semplice esibizionismo, non fa che dimostrare i lati peggiori dell’essere umano, suscitando giustamente disprezzo e non ammirazione.

MINIMIZZARE DANNI, SACRIFICI E SOFFERENZE

Non vado agli estremi e quindi non mi sento di condannare sostanze come la lana e la seta, anche se qualcuno vorrebbe abolire ogni materiale intriso di sfruttamento animale. A volte occorre saper scendere a compromessi. Quando ognuno di noi farà tutto il possibile per minimizzare i danni e le sofferenze all’ecosistema e alle altre creature viventi, sia in termini di alimentazione che in termini di vestizione, risulteranno rispettati i criteri fondamentali dell’etica e l’umanità potrà dire di essersi incamminata lungo i giusti binari evolutivi.

MACELLI SUPER-ATTIVI E PELLETTERIA SUGLI SCUDI

Scegliere materiali naturali, colori non troppo caricati, cotone, lana e misto-lana, è sicuro segno di saggezza e di intelligenza. Scegliere calzature, cinture, borsette, rivestimenti e oggettistica non di vera pelle animale ma di prodotti alternativi, è un segno di grande maturità. Purtroppo, la strage ininterrotta di animali e quindi l’enorme disponibilità di pellame a disposizione ha dato luogo a un’industria conciaria potentissima che detta legge e impone le sue mode e le sue tendenze, per cui la gente si adegua alla situazione e non ne fa un grosso problema.

VERRÀ GIORNO

Anche in questo caso diventa importante che cresca urgentemente il senso critico e la sensibilità della gente a questi problemi, e che cambi radicalmente la domanda di prodotti ecologici ed innocenti. Già stanno nascendo industrie che puntano a questo tipo di scelte. Verrà giorno in cui ogni uccisione animale sarà giudicata orrendo delitto, diceva il nostro grande antenato Leonardo Da Vinci. Verrà giorno in cui la gente sarà giudicata anche per come pensa, come agisce, come mangia e come si veste, possiamo dire noi, senza timore di essere smentiti.

NON È SOLO QUESTIONE DI MATERIALE NATURALE O SINTETICO

Dato poi che il discorso dei saldi riguarda essenzialmente la gioventù, la moda, le firme, il volersi sentire importanti in base all’apparenza più che alla sostanza, è il caso di spendere qualche parola in più sul fattore economico-sociale.

ANDIAMO AL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE

E allora snocciolerò alcune cose scomode e piccanti. Siamo davvero sicuri che si tratti di affari per chi compra e non invece per chi vende? È assai facile gonfiare il prezzo originale e poi scontarlo, e questo rischio esiste sempre. Un vecchio trucchetto che ogni negoziante conosce a memoria. Tutto questo, nota bene, in un clima di disoccupazione giovanile endemica e cronica

FORAGGIA OGGI FORAGGIA DOMANI ANXHE I MIGLIORI FIENILI SI ESAURISCONO

I saldi rappresentano comunque uno stimolo a spendere e a vuotare ulteriormente le tasche ai ragazzi e ai giovani che studiano o fanno finta, bivaccando intorno a sedi universitarie care e utili solo a creare spazzini comunali dotati di laurea. Siccome i giovani sono disoccupati e non guadagnano una lira, sono i loro genitori che li devono foraggiare in continuazione. Fortuna che in Italia i soldi scendono copiosamente dai tetti, portati da generosissimi Babbi Natale e da provvidenziali Befane, questa dev’essere la convinzione del Ministero delle Finanze e dei vari Enti delle Entrate.

LA DISOCCUPAZIONE REALE IN ITALIA È ASSAI PIÙ ALTA DI QUANTO NON DICANO LE STATISTICHE

I bamboccioni odierni, cresciuti in ambito familiare e parcheggiati in studi accademici prolungati e pro i di sbocchi, mantengono le statistiche sulla disoccupazione a livelli meno drammatici. Se non esistesse la scappatoia universitaria, la disoccupazione giovanile italiana schizzerebbe al 70%. Nuovi posti di lavoro dipendente non esistono e non se ne creano. Si pensasse almeno a spingere la gioventù verso l’intraprendenza e l’imprenditoria, verso la creazione di una propria ditta individuale.

FUGA GENERALE DALL’INFERNO ITALIA

Ma se nel fare questo miri a penalizzarli fin dal primo momento con pastoie burocratiche e con tassazioni disincentivanti, la voglia di rimboccarsi le maniche e di fare qualcosa di positivo svanisce in quattro e quattr’otto. Niente di strano assistere a una emorragia continua di giovani imprenditori che trovano conveniente liberarsi del capannone in Italia per trasferirsi non solo in California o in Florida, ma anche in Albania, in Romania, in Bulgaria, in Uruguay e in Messico.

NON SI PUÒ SPINGERE ALLA SPESA GENTE CHE NON HA CAPACITÀ DI SPESA

Da noi una continua rincorsa alla spesa senza alcun guadagno. Una diseducazione economica spaventosa. Staccare di netto la redditività e l’acquisizione di risorse pecuniarie dalla tendenza alla spesa, non è solo pratica deprecabile ed irresponsabile, ma autentico crimine legalizzato. I giovani di oggi vogliono tutto e subito. Non sanno cosa significhi la sobrietà, il risparmio, la modestia. Vogliono parificarsi ai compagni di classe più abbienti e sfoggianti. Avere qualcosetta in meno degli altri ti fa automaticamente scadere a livello dei barboni.

UN CONSUMISMO SFRENATO ED IMMORALE

Un paio di scarpe non griffate diventano simbolo di cattivo gusto e di sfiga sociale. Se un paio di scarpette costa meno di 200 euro non se ne parla nemmeno. Camicie e calzoni da 500 euro non gridano affatto allo scandalo. La pubblicità televisiva sta pervertendo la mente e l’anima. Si vuole il meglio del meglio nei telefonini e nei computer di ultima generazione, nei capi di abbigliamento, nella scelta dell’auto a partire dai 20 mila euro in avanti ovviamente. Ogni cosa e ogni piccolo dettaglio finiscono per diventare degli status symbol.

SPESA A RUOTA LIBERA SENZA COPERTURA FINANZIARIA

Il meglio del meglio in ogni aspetto della vita. Il tutto senza copertura finanziaria. Nessuna preoccupazione per le tasse scolastiche e universitarie, per i libri, per il cibo quotidiano, per le bollette di acqua, luce, gas, gasolio, telefono, tasse comunali sulla prima e la seconda casa, sui rifiuti, sull’aria e su non so cos’altro ancora. Ci pensa papy.

LA MISERIA È UNA GRANDE SCUOLA

Ricordo che ai tempi dell’università comprai la mia prima Fiat 500 per 50 mila lire, anche se fruivo di presalario e se mi davo da fare con lezioni di italiano e di lingua inglese. Sulla parete della cucina, stava in bella evidenza una frase importante e significativa in friulano “Le miserie e ié une grande scuèle”.  Non so se tale frase abbia davvero senso. Di certo oggi farebbe ridere anche i sassi.

IN 50 ANNI IL MONDO È ANDATO SOTTOSOPRA

A quel tempo, pur essendo studente, portavo alla famiglia il mio apporto economico non indifferente. L’equilibrio tra introiti ed esborsi era una questione fondamentale da rispettarsi giorno per giorno. Non ci veniva insegnato a scuola. Era una cosa logica e razionale, una questione di coscienza individuale, familiare e civica. Non esistevano i bombardamenti mediatici e le spinte alla spesa continua. Ricordo con enorme emozione il giorno in cui mi permisi di regalare a mia madre il primo frigorifero di allora, spendendo 40 mila lire prese dal mio budget studentesco.

UNO STATO ITALIANO CHE FA LETTERALMENTE VOMITARE

In tale situazione di manicomio sociale si inseriscono i saldi come nuova occasione di spesa. Governi e istituzioni fanno a gara nel promettere futuro migliore e posti di lavoro, senza che esistano le minime basi per questo tipo di sbocco. Vivere in Italia sta diventando impresa proibitiva. A Roma parlano di recuperare risorse mediante la caccia agli evasori. La cosa potrebbe anche stare bene, se non fosse che il più grande delinquente e il più grande evasore è proprio lo stato in sé, che continua a fare opera di persecuzione contro ricchi e poveri, contro attività legali e illegali, contro disoccupati e occupati, contro artigiani e industriali, contro cittadini e contro immigrati alla improbabile ricerca di fortuna.

UN PAESE DISAGIANTE ED INOSPITALE

Ovvio che a queste condizioni la gente non ci sta. Il disagio e l’inquietudine sono quanto mai intense e diffuse. Diventa d’obbligo la fuga dall’Italia, la sfiducia massima nei riguardi di chi governa in modo blasfemo, promettendo riduzioni di tasse ed appioppando invece aggravi fiscali a ripetizione. Un paese inospitale e imbattibile in fatto di accanimento e di persecuzione. Un paese dove destra e sinistra e centro predicano indifferentemente tassazione continua in stato di disoccupazione e di scoramento popolare.

IPOCRITA DEMONIZZAZIONE DELLA RICCHEZZA E YACHT CHE SI RIFUGIANO NEI PORTI DELLA CROAZIA O DI MONTECARLO

Un paese stalinista, maoista e ipocritamente egualitarista nella peggiore accezione del termine. Un paese che vanta il record mondiale di imposte e tasse mentre le risorse scarseggiano e le prospettive di sviluppo sono oltremodo precarie ed improbabili. Un paese che demonizza stupidamente la ricchezza, mentre i suoi abitanti meno abbienti invidiano i soldi facili e a palate. Un paese dove i comunisti amano il colore rosso. Non quello con la falce e martello, ma quello col cavallino rampante della Ferrari.

NON PIÙ REPUBBLICA INDIPENDENTE MA PAESE DELLE BANANE SENZA BANANE

Un paese dove i democristiani, scomparsi solo in apparenza, hanno stampigliato nel loro Dna il simbolo dello scudo crociato, ma non certo le direttive e le ispirazioni del mondo genuinamente cristiano. Un paese con tanti martiri immolati per la sua indipendenza, e oggi colonia americana al punto da lasciarsi imporre a Palazzo Chigi un premier gradito ai Rockefeller, a Bilderberg, a Monsanto e alle banche speculative americane.

PAESE DALLE RICCHEZZE STRABILIANTI E PESSIMAMENTE UTILIZZATE DA GOVERNANTI COLLUSI, INCOMPETENTI E SCELLERATI

Un paese ignaro delle immeritate, uniche ed immense fortune che lo caratterizzano. Un paese ricchissimo di risorse, di industrie, di artigianato, di potenziale agricoltura biologica, di monti innevati e di spiagge assolate, di pinete, di litorali, di scogliere. Un paese primo al mondo in fatto di tesori artistici. Eppure incredibilmente paralizzato dalla incompetenza, dalla scelleratezza e dalla deficienza infinita dei suoi governanti centrali, regionali, provinciali e comunali. Un paese che solo col turismo e solo con una politica di tolleranza, di ricettabilità, di prezzi competitivi, di lira nazionale e non di eurodipendenza, potrebbe diventare meta preferita di qualsiasi turista. Una panoramica davvero disastrante.

IL SIGNIFICATIVO CASO DI MARCO, ARCHITETTO FRIULANO RESIDENTE A MANCHESTER

Proprio ieri c’era da me Marco, giovane architetto friulano, arrivato fresco fresco da Manchester in Inghilterra. Ho detto Inghilterra e non Canada o Australia. Ho detto Inghilterra e non Emirati Arabi. Architetto di successo lasciò qualche anno fa l’Italia annoiato e deluso dalla burocrazia, dalle tasse e dalle altre incredibili pecche del sistema italico. Se ne andò 5 anni fa senza rimpianti in terra britannica scordandosi le sue alte e provate qualità professionali, nonché le sue ottime referenze italiane. Ospite modesto e umile di sua Maestà Britannica. Nessuna intenzione di rientrare in Italia, nonostante l’Inghilterra non stia affatto passando un momento di particolare grazia. Che fa Marco in Inghilterra di così talmente interessante? Insegna agli inglesi modi di vivere e di mangiare, ricettari e tecniche salutistiche, mediante un blog che sta ricevendo molti messaggi e molta approvazione.

FINO A 75000 STERLINE ANNUE NESSUNA AGENZIA DELLE ENTRATE SI PERMETTE DI ROMPERTI LE SCATOLE

Qual’è la politica fiscale inglese nei riguardi dei giovani inglesi e anche dei giovani immigranti stranieri come lui? Una cosa semplicissima e stupefacente, oltre che funzionante a meraviglia. In un paese come l’Inghilterra l’evasione fiscale è ai minimi livelli. Quando le regole sono chiare e non penalizzanti, uno finisce per stare al gioco e per pagare il giusto. Chiunque voglia intraprendere una qualsiasi attività imprenditoriale, qualsiasi lavoro producente reddito, può partire in quarta con un minimo di tasse iniziali ridicole e, fino al guadagno annuo di 75000 sterline (100 mila euro circa), nessuno gli rompe i cosiddetti. È mai possibile che nessun governante italiano sia capace di mettere il naso a Londra e dintorni e per copiare di sanapianta la saggezza pratica degli inglesi?

SE UNO È DISOCCUPATO IN INGHILTERRA LO È SOLTANTO PER SUA ESPRESSA SCELTA

Con quella cifra non si fanno di certo i miracoli ma si riesce pian piano ad avviare un piano ricostruttivo di sopravvivenza personale. E senza dover temere balzelli, tasse, tassine e tassone a getto continuo, come sta avvenendo nel manicomio chiamato Italia. In questo modo i giovani non stanno con le mani in mano, non caracollano demotivati e disoccupati lungo strade, piazze e marciapiedi, non si danno ad attività illecite, non fumano nervosamente le sigarette della disperazione, non stressano e non spaventano i loro stessi genitori.

DEMENZIALI MANOVRE GOVERNATIVE PRIVE DI CAPO E DI CODA

In questo paese a forma di stivale si parla di riduzione delle tasse, limando l’1 o il 2%, senza aver capito che occorre urgentemente rifugiarsi in una politica di ridimensionamento drastico delle spese e in un taglio tasse mai visto prima. Si paga il 50%? Serve calare non al 48, al 45, o al 40, ma bensì al 5%. Daremo allo stato e ai comuni elemosine e non più balzelli, questa è la soluzione per sopravvivere, e non le demenziali manovre che si annunciano giornalmente a Roma e dintorni, fatte apposta per far scappare oltre la catena alpina abitanti, immigrati, turisti, e persino volatili e quadrupedi.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

2 Commenti

  1. santo alongi

    Grande Valdo, hai perfettamente ragione. Un 5 per cento di tasse basterebbe per pagare le cose necessarie e chiudere il rubinetto alla stragrande maggioranza di posti statali , fissi e parassiti! Il sottoscritto con partita iva aperta ma entro l'anno chiusa, non ce la fa' più a pagare le tasse. Quel poco che resta meglio incassarlo in nero. Questo vuole lo stato e questo gli diamo! Dice bene Valdo: se si pagasse di meno pagheremmo tutti.

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  2. Sonia

    Valdo, siamo telepaticamente connessi: questi sono i temi che tocco ogniqualvolta parlo di questo paese e di conseguenza, della non-politica italiana, sono le idee che ho in testa e nel cuore per fare qualcosa per questo paese. Io mi sto preparando, oramai da anni, perché per entrare nell'arena Italia bisogna averci le palle che solo fisicamente non ho perché donna, ma soprattutto che arrivi il momento giusto. Ci siamo quasi, manca davvero poco!
    Sonia

    Rispondi

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