PH URINARIO, ACIDOSI TISSUTALE E MALNUTRIZIONE

da 4 Lug 2014Salute

LETTERA

MIGLIORAMENTI NOTEVOLI DEL MIO STATO DI FIBROMIALGIA

Ciao Valdo, ti scrivo dopo averti già parlato in due bellissime conversazioni telefoniche. Volevo chiederti una cosa che non mi è chiara sul pH e sulla acidità in genere. Come ti ho raccontato soffro di fibromialgia ma mi sono lanciata con coraggio nell’avventura crudista-vegana ottenendo notevoli miglioramenti. Ora sono alle prese con la colite che credo faccia parte del mio quadro generale. So che ce la farò a sconfiggere piano piano ogni difficoltà.

PH REGOLARMENTE ACIDO IN PRIMA MATTINATA

Ho comprato per curiosità le strisce di carta per la misurazione del pH nelle urine perchè volevo capire se sto piano piano riportando il mio corpo ad essere meno acido. Ogni volta che faccio la prova, di solito al mattino, il mio pH è comunque sempre acido. C’è qualcosa che sbaglio? Forse non dovrei misurarlo del tutto? O significa che sono ancora assolutamente in uno stato di acidità generale?

COME COMPORTARMI COL PH?

Questo mi stupirebbe perché viaggio a bicchieroni di spremute e centrifughe, uniche cose crude che non scatenano il mio colon per il momento. Sto cercando, secondo i tuoi suggerimenti, di fare anche qualche piatto di cotto intelligente. Mi spieghi un po’ come devo comportarmi col pH. Grazie e un abbraccio.
Daniela Massarani

*****

RISPOSTA

VALUTAZIONE ED IMPORTANZA DELLA MISURAZIONE DEL PH URINARIO

Ciao Daniela. Il pH è l’unità di misura attraverso la quale si determina l’acidità, la neutralità e l’alcalinità di un liquido organico. Valori di pH pari a 7 corrispondono alla neutralità, valori inferiori a 7 indicano acidità e valori superiori a 7 indicano alcalinità ovvero basicità. Un eccesso di ioni idrogeno nel corpo umano è causa di acidità e la sigla pH significa proprio “potentia Hidrogeni”.

STRISCE INDICATRICI DEL PH

La modalità più semplice per valutare l’acidosi tissutale è rappresentata dall’analisi del pH nelle urine. Questa rilevazione avviene tramite le strisce indicatrici del pH che si possono acquistare in farmacia. Le strisce evidenziano i valori di pH fisiologici nel corso della giornata. Quando le misurazioni si discostano ripetutamente e sensibilmente da questa curva, si è in acidosi tissulare.

NESSUN ERRORE MA NORMALE ANDAMENTO ALTALENANTE DELLA CURVA PH

Fai bene a controllare le urine, a condizione di non spaventarti di fronte a dei dati che hanno una loro razionalità e una loro ragione d’essere. L’urina è al massimo grado di acidità proprio di mattina verso le 6 perché è nella notte, ossia nel ciclo circadiano di assimilazione, che viene scomposto il carico di acidità. L’importante è che, 3 ore dopo la colazione, il pH diventi leggermente alcalino. Altre leggere cadute del pH si verificano prima di pranzo e prima di cena, visto che il corpo tende ad esaurire la scorta-tampone o tende ad immagazzinarla nelle riserve di materiale basico. Questo andamento altalenante del pH va visto più come normale crisi eliminativa del sistema che come vera e propria anomalia. Man mano che il corpo detossifica e ritrova i suoi equilibri di alcalinità, anche le piccole cadute pre-prandiali del pH tenderanno ad azzerarsi.

SCORIE ACIDE E SISTEMI-TAMPONE DI TIPO RIMEDIALE

Per meglio comprendere il significato del parametro pH nelle urine è necessario prima conoscere i meccanismi che all’interno dell’organismo si attivano per compensare eventi metabolici di cui il pH urinario è espressione. Molti processi metabolici che ci mantengono in vita, trasformando gli alimenti e l’ossigeno in energia, producono scorie acide. Queste ultime vengono eliminate tramite dei sistemi tampone che sono in grado di rimuovere piccoli carichi acidi attraverso i polmoni, il fegato, i reni e la pelle.

SOVRACCARICO DI ACIDITÀ NELLA MATRICE EXTRA-CELLULARE

Quando le quantità di scorie superano quelle che il nostro organismo è in grado di eliminare insorge l’acidosi tissutale, ovvero un sovraccarico di sostanze acide parcheggiate in alcuni tessuti, in particolare nella matrice extra-cellulare, in attesa di essere neutralizzate e poi smaltite. La matrice extra-cellulare non è altro che la parte liquida del corpo nella quale flottano i nostri 100 trilioni di cellule. L’equilibrio acido-base nell’organismo è fondamentale. Molti processi vitali hanno luogo solo se il valore del pH è leggermente alcalino.

FATTORI DI ACIDOSI

  • Eccesso di alimenti acidificanti,
  • Insufficiente apporto di alimenti alcalinizzanti, in particolare frutta e verdura,
  • Uso prolungato di farmaci,
  • Insufficiente apporto di liquidi,
  • Vita sedentaria,
  • Fumo, alcool e stress,
  • Eccesso di attività sportiva di tipo agonistico.

STATO DI ACIDOSI ASSOCIATO A DISTURBI DELL’ORGANISMO

  • Apparato gastro-enterico, con disturbi tipo pirosi, acidità, dispepsia, sonnolenza postprandiale,
  • Apparato cutaneo, con seborrea, eczemi, micosi,
  • Sistema nervoso, con palpitazioni, ansia, cefalea,
  • Apparato osteo-articolare:, con dolori muscolo-scheletrici, infiammazioni, osteoporosi,
  • Sistema endocrino, con disfunzioni tiroidee, alterata tolleranza glucidica, irregolarità mestruali.

In assenza di patologia conclamata, la causa più frequente di acidosi è da ricercare nella dieta e negli altri fattori acidificanti citati in precedenza.

MODIFICA DEL PROPRIO STILE DI VITA

Per valutare la propria personale condizione si dovrebbero effettuare le misurazioni del pH delle urine per alcuni giorni, annotando contemporaneamente l’ora della misurazione stessa. Qualora i valori del pH risultino ripetutamente acidi discostandosi assai dalla curva ideale, è necessario modificare il proprio stile di vita.

PROVVEDIMENTI DA PRENDERE IN CONCRETO

Si dovrà:

  • Incrementare l’assunzione di alimenti alcalinizzanti. Frutta e verdura  dovrebbero rappresentare sempre una buona parte nel nostro introito di cibo giornaliero.
  • Aumentare l’assunzione quotidiana di liquidi, acqua o tisane tipo ortica e malva, nella misura di almeno 1-1,5 litri limitando il consumo di caffè, the ed alcolici.
  • Migliorare l’apporto di ossigeno nell’organismo attraverso regolare attività fisica che permetta di promuovere il rilascio di acido carbonico sotto forma di anidride. Ideale una camminata giornaliera tra i boschi.
  • Evitare, se possibile, situazioni che generano stress.
  • Agevolare l’eliminazione di sostanze acide e stimolare gli organi deputati alla disintossicazione dell’organismo.
  • Anche le saune possono risultare utili salvo controindicazioni mediche.

NON GIOCHIAMO ALLO SCARICABARILE

È troppo comodo attribuire al sistema, alla pubblicità e a terzi la colpa dei propri fallimenti sul fronte della salute. Ognuno di noi è in realtà pressoché libero di prendere le redini della propria vita. Nessuno ci obbliga ad andare al fast-food o a riempire il carrello spesa con dolci, carboidrati raffinati e bottiglioni di cole e di bibite spesso orribili.

IL LIMONE RIMANE PRINCIPE TRA GLI ALIMENTI ALCALINIZZANTI

La maggior parte delle persone confonde gli alimenti acidi e alcalinizzanti con il concetto di pH dell’alimento. Così, secondo questa visione errata, il succo dei limoni sarebbe un alimento particolarmente acido, quando in realtà è uno dei più noti alimenti alcalinizzanti, tanto che viene addirittura consigliato in terapia per alcalinizzare le urine e prevenire la formazione di calcoli renali con urati, ossalati di calcio e cistina.

IL MECCANISMO DELLE CENERI ALCALINIZZANTI

L’alcalinità o l’acidità di un alimento viene attribuita non in base al ph del cibo in sé, ma a quello della soluzione in cui vengono disperse le sue ceneri, quindi in base al pH dei residui inorganici, non metabolizzati dall’organismo. Così, per riprendere l’esempio del limone, gli acidi organici che determinano l’acidità di questo alimento e degli agrumi in genere sono metabolizzati dall’organismo, mentre i residui basici inorganici vengono escreti immodificati con le urine, basificandole.

PREFERENZA AI VEGETALI CRUDI

I vegetali in genere sono alimenti alcalinizzanti, mentre i cibi di origine animale sono acidificanti. Andrebbe quindi incentivato il consumo di frutta e verdura fresca, scoraggiando quello di cereali, latticini, carni bianche e rosse, alcolici, uova, caffè e funghi.

IMPORTANZA DELL’ACIDO CLORIDRICO IN ZONA STOMACO

Importante è anche poter disporre di un buon livello di acido cloridrico nello stomaco. Chi soffre di scarsa acidità stomacale è l’immagine della sofferenza e della malnutrizione, visto che lo stomaco si svuota con eccessiva lentezza, mentre poco o niente del cibo assunto viene digerito e assimilato. In più si forma acido lattico, un apripista per i tumori.

REAZIONI A CATENA E MALFUNZIONAMENTO INTESTINALE

La carenza di idrocloridrico è causa di di effetti avversi in ogni parte del sistema digestivo e crea reazioni a catena nel malfunzionamento del tratto digestivo basso-intestinale. Con la spasticità e la peristalsi ritardata, la digestione subisce rallentamenti e si crea costipazione, ovvero stitichezza. I dotti biliari e pancreatici si inceppano e si ostruiscono, per cui il fegato finisce per riempirsi di bile. Le ultime evidenze rivelano dunque che un pH acido nello stomaco è ideale per un buon funzionamento del corpo. Un pH acido nelle urine non viene affatto demonizzato, ma rientra spesso nella normalità operativa.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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