CONTROMISURE DECISIVE A CALCOLI E ADENOMI BILIARI

da 28 Feb 2015Colelitiasi

LETTERA

DAL POLIPO DI COLESTERINA ALL’ADENOMIOMA

Buonasera Dr Vaccaro, sono una ragazza di 26 anni. Nel dicembre del 2011, attraverso una ecografia all’addome superiore, mi è stato diagnosticato un polipo di colesterina di circa 5 mm alla cistifellea. Dieci giorni fa ho ripetuto l’ecografia e, a quanto sembra, questa volta non si tratta di polipo di colesterina bensì di un adenomioma di 7.6 mm.

SPINTA MEDICA ALL’ASPORTAZIONE

Sia il medico che ha effettuato l’ecografia che il gastroenterologo al quale mi sono rivolta, mi hanno consigliata di rimuovere chirurgicamente la colecisti in via preventiva, ovvero per evitare il rischio che il polipo perda le sue caratteristiche di benignità. Premetto che entrambi i miei genitori sono morti a causa del cancro, o forse ancor di più a causa degli ospedali in cui sono stati ricoverati e delle pratiche mediche a cui sono stati sottoposti. Alla fine mi ritrovo a non sapere cosa fare.

L’IDEA DI UN INTERVENTO CHIRURGICO MI RIEMPIE D’ANSIA

C’è davvero un rischio effettivo che l’adenomioma si trasformi? Se da un lato mi verrebbe da dire “Tolgo la colecisti e così evito qualsiasi tipo di rischio futuro”, dall’altra mi viene di pensare che se essa è presente all’interno del corpo umano un motivo deve pur esserci. E soprattutto l’idea di un intervento chirurgico, specie in anestesia totale, mi mette non poca ansia. Consideri che non assumo neanche medicinali. Ho letto il suo blog e sono molto affascinata dalle sue teorie quindi sarei davvero felice di poter ricevere una sua opinione in merito. Attendo con ansia una sua risposta. Le auguro una buona serata.
Francesca

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RISPOSTA

NON CI SONO CORRELATI CON LE INFAUSTE SORTI DEI GENITORI

Ciao Francesca. La perdita dei genitori per questioni tumorali non ha particolare significato come riferimento alla tua situazione attuale. Togliere poi la colecisti non implica affatto evitare rischi per il futuro. Ricrescite e recidive avvengono ugualmente lungo i canali biliari. Calcoli alla colecisti e adenomi alla stessa derivano dagli eccessi di colesterolo depositato in zona epatica allo scopo di fabbricare la bile.

DISSOLUZIONE DEL COLESTEROLO MEDIANTE LECITINA E SALI MINERALI

Tale colesterolo si dissolve soltanto grazie alla lecitina e a determinati sali minerali. Quando la sua concentrazione è alta forma cristalli di colesterolo e di altre impurità che vanno a formare i calcoli alla cistifellea. Se la cistifellea viene rimossa, non solo si va a privare l’organismo di un organo importante nel metabolismo della bile, ma non si ottiene nemmeno la scomparsa della calcolosi biliare in quanto i calcoli continueranno a formarsi tra fegato e intestino anche a cistifellea totalmente asportata.

IL MECCANISMO FORMATIVO DEI CALCOLI BILIARI

Tre cose contribuiscono alle malattie biliari e sono 1) Essere donna, 2) Essere sovrappeso, 3) Avere oltre 40 anni. Nel caso tuo i punti 2 e 3 non c’entrano. I calcoli biliari sono composti di colesterolo, sostanza che viene escreta normalmente attraverso la bile. Nell’individuo sano, la parete muscolare della vescica biliare si contrae sufficientemente per svuotare la colecisti da ogni residuo di bile. Se la bile non viene eliminata, il colesterolo, essendo  sostanza pesante, si amalgama con la bile stagnante per formare dei calcoli duri. Se tali calcoli si ingrandiscono non possono più passare attraverso il condotto biliare anche se la dieta è stata nel frattempo migliorata e se lo svuotamento della vescichetta biliare è divenuto normale. I sofferenti di cirrosi epatica (degenerazione grassa del fegato) hanno una particolare tendenza alla calcolosi biliare.

STRAORDINARIA IMPORTANZA DELLA COLINA

La mancanza di colina o vitamina J, spesso definita B7 al pari dell’inositolo, può essere determinante.
Le fonti alimentari di colina sono le verdure a foglia verde, lecitina, lievito di birra, legumi, fagioli di soia, germe di grano, olio di germe di grano, alghe tipo kelp, spirulina, pappa reale, cavolfiore, cavolo, cavolino di Bruxelles, crescione, riso integrale. I sintomi da carenza sono cirrosi, degenerazione grassa del fegato, emorragia renale, intolleranza ai grassi, ulcera gastrica, pressione alta del sangue, problemi di crescita. La colina B7 è importante per ridurre i grassi nel fegato, per il metabolismo, per il trasporto dei grassi e del colesterolo, per la trasmissione nervosa, per il normale funzionamento della colecisti, per la formazione della lecitina, per i capelli, per la ghiandola Timo. Il suo assorbimento è ridotto dal consumo eccessivo di zucchero, dagli alcolici, dal caffè, dalle cole e dal the. Il suo assorbimento è favorito dall’acido linoleico, dall’acido folico B9, dall’inositolo B8, dalla vitamina A, dal complesso B in genere.

COLINA PRECURSORE DELL’ACETILCOLINA

La colina B7 insieme all’inositolo, pure B 7 o vitamina H, è il componente base della lecitina. La confusione nelle sigle vitaminiche deriva dalle diverse classificazioni anglosassone, tedesca e francese. La colina risulta indispensabile per l’utilizzazione dei grassi e del colesterolo nel corpo, previene l’ossidazione e l’accumulo dei grassi nel fegato, è essenziale per la salute del fegato e dei reni, della mielina, in genere il fegato produce la lecitina necessaria. È basilare al funzionamento del sistema nervoso, al funzionamento del fegato, alle difese immunitarie. Inoltre rappresenta il precursore dell’acetilcolina, il messaggero chimico che serve per la memorizzazione, protegge le cellule contro i radicali liberi, paralisi, arresto cardiaco, disfunzioni renali, ipertensione, disfunzioni epatiche.

PATOLOGIE DA CARENZA DI COLINA

Favorendo la produzione della acetilcolina, la colina è epatoprotettiva, aiuta il metabolismo dei grassi e del colesterolo, per la trasmissione nervosa. Indispensabile nel metabolismo dei lipidi aiuta le funzioni del cervello, produce miglioramenti della memoria, soprattutto per gli anziani. La carenza può dare luogo al morbo di Alzheimer e a diverse altre patologie tipo ulcere sanguinanti dello stomaco, scompensi cardiaci, blocchi renali, emorragie renali, pressione alta, cirrosi epatica, degenerazione grassa del fegato, arteriosclerosi, indurimento delle arterie, ulcera gastrica, disturbi della crescita, ipertensione, disfunzione epatica, renale, intolleranza ai grassi, abnorme deposito di grassi nel fegato.

UN VERO E PROPRIO TOCCASANA PER IL FEGATO E PER L’INTERO ORGANISMO

Può essere utile contro alcolismo, arteriosclerosi, alopecia, ipercolesterolemia, stipsi, vertigini, acufeni, cefalee, ipertensione, ipoglicemia, insonnia. La colina riduce la pressione sanguigna, rafforza i capillari, è utile per le palpitazioni cardiache, i ronzii alle orecchie, stitichezza, insonnia, disturbi alla vista, circolazione sanguigna oculare, indurimento arterie, steatosi epatica, nefriti, glaucoma, morbo di Parkinson, degenerazione cerebro spinale, disturbi maniaco depressivi, calcoli biliari. La colina previene la dipendenza da morfina, riduce i danni dell’invecchiamento, previene sclerosi multipla, ipertiroidismo, eczema, asma, angina pectoris, ictus, ipoglicemia, diuresi, atassia. Un eccesso di colina può causare problemi di digestione dovuti a tossicità, sudorazione, salivazione e perdita dell’appetito, odore di pesce nel corpo.

INOSITOLO

Anche l’inositolo fa parte delle simil-vitamine B, ma è strettamente collegato alla colina e alla biotina B8. Studi su animali hanno mostrato che vitamina B6 o piridossina,  B9 o acido folico, B5 o acido pantotenico e il PABA, o acido para-amminobenzoico, hanno anche un’associazione di attività molto stretta con l’inositolo. Il mioinositolo è l’unico costituente attivo, dal punto di vista nutritivo, del fosfatidilinositolo. L’inositolo è attivo nelle membrane cellulari e nell’inviare messaggi che segnalano il controllo delle funzioni cellulari nel sistema nervoso. Come la colina, anche l’inositolo è presente nella lecitina.

DATI RAGGELANTI PRESSO LA COMUNITÀ DEGLI INDIANI PIMA

Negli USA 1 su 5 corpi di adulti sottoposti ad autopsia presenta calcoli alla cistifellea, e 1 su  3 per i corpi di deceduti oltre i 60 anni. Gli Indiani Pima dell’Arizona, noti per le loro diete alto-grasse e le loro frequentazioni McDonald’s, rivelano i ratei più alti di diabete, artrite e calcoli biliari anche in età giovanile.

ESISTONO LE CONTROMISURE AL COLESTEROLO LDL, AI CALCOLI E AGLI ADENOMI BILIARI

Adottando una dieta regressiva priva di colesterolo i cristalli vengono gradualmente riassorbiti. Risorse naturali anticolesterolo non mancano. Arance, agrumi, asparago, avocado, aglio, aceto, cipolla, camomilla, melanzana, patata, rafano, ravanello, ribes, tarassaco, limone e soprattutto carciofo, grazie alla sua cinarina. Consigliato l’estratto di mela per 3 giorni di seguito, il succo di limone, 2 cucchiai di olio di oliva a digiuno. Ottimi anche i succhi di uva, di ciliegia, di mirtillo e di ortica. Fare ampio uso di finocchio, piantaggine lanceolata, carote, sedano, salvia, acetosa, ortica. Accoppiando questo tipo di risorse a un adeguato ricorso al digiuno, si risolvono radicalmente tutti i problemi di calcoli e di adenomi biliari.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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