SCARLATTINA, CONTAGIO E STREPTOCOCCO

da 4 Lug 2011Malattie infettive e parassitarie

LETTERA

LA SCARLATTINA E IL SOLITO TERRORISMO MEDICO- PEDIATRICO

Ciao Valdo, ti scrivo per mio figlio che la scorsa settimana ha avuto la scarlattina con sintomi lievi.
La pediatra gli ha dato una sfilza di rimedi omeopatici a non finire, e tra l’altro pure costosi.
Mi ha pure detto di fare il tampone per lo streptococco, con la consegna di intervenire con l’antibiotico se fosse risultato positivo. Ho cestinato tutte le ricette, lasciando che l’esantema facesse il suo corso naturale. Oggi ho eseguito il tampone ed è risultato positivo. È vero che questa malattia, se non curata adeguatamente può lasciare strascichi al cuore e molto peggio? È vero che non si potrebbe frequentare gli altri bambini perché si potrebbe infettarli tutti? Sono frasi che si sentono pronunciare dai pediatri.

LO STREPTOCOCCO E IL SEGNO DELLA CROCE

E poi cos’è questo mostro chiamato streptococco, che tutte le mamme, solo a nominarlo, si fanno il segno della croce? Un carissimo saluto al nostro guru della salute.
Antonietta e famiglia

*****

RISPOSTA

UNA FARSA MEDICA CHIAMATA CONTAGIO

I rimedi omeopatici sono incredibilmente efficaci, visto che fanno molto bene sia a chi li produce che a chi li vende, mentre non servono un tubo a chi li usa. Che il discorso sulla contagiosità della scarlattina sia tutta una farsa medica, lo sapevano già all’inizio del secolo scorso, quando il dr Matthew Rodermunt, nel 1907, scriveva che “Non ho mai incontrato un singolo medico tra i miei colleghi che in privato non si sia messo a ridere sulla farsa pubblica della contagiosità”. Il medico londinese Harry Clements contestava già a quei tempi che morbillo e scarlattina fossero trasmissibili. La salute dipende da precise scelte igieniste dei genitori, in termini di cibo appropriato, di acqua pura, di aria fresca, di sole, di riposo, di sonno, di posa mentale e di astensione da pratiche devitalizzanti. “I miei bambini”, diceva, “li ho messi ripetutamente in contatto con altri affetti da morbillo, scarlattina e pertosse, e non hanno mai sviluppato tali malattie”.

È LA MALATTIA TOSSICA DA CIBO E DA AMBIENTE A CAUSARE TUTTE LE MALATTIE

Ricordiamoci che i batteri sono ubiquitari e stanno intorno e dentro di noi da quando nasciamo a quando moriamo. Sono utili e indispensabili al punto che la vita sarebbe impossibile senza di essi. Trattasi di creature amiche, di soci e collaboratori, di alleati mangia-rifiuti e mangia-virus.
Entrano in azione quando c’è accumulazione di tossine. Sono i batteri (sempre vivi) che attaccano i virus (sempre morti e inerti) per consumarli e non viceversa. Non si nega che i batteri e i virus siano associati con molte malattie e che abbiano un ruolo nell’andamento e nella evoluzione delle patologie, ma non sono affatto causa primaria di malattia. È la malattia tossica che, rallentando il metabolismo, produce una accumulazione patologia di detriti cellulari o virus e richiama una massa batterica opportunistica. Idem per le allergie. La responsabile non è la fragola, la ciliegia, la nocciolina, ma il sistema immunitario finito malamente perché il sangue è iper-denso e il corpo è impregnato di veleni oltre ogni limite.

STREPTOCOCCHI E INDICE OPSONICO

Sebbene mai provati di essere agenti causativi della scarlattina, ciononostante gli streptococchi hanno una dominante influenza nella diffusione dei sintomi, e giocano un importante ruolo nelle complicazioni. Le opsonine sono anticorpi naturali presenti nel siero immune del sangue. Favoriscono la leucocitosi dei corpi estranei e dei germi da parte dei leucociti, e hanno notevole importanza nei processi di immunità. L’indice opsonico è il rapporto tra la fagocitosi di un siero contenente opsonine e quella di un siero normale, e viene usato nella determinazione della presenza batterica.
Oggi si sa che il siero normale di ogni uomo e di ogni animale contiene opsonina con vari ceppi di streptococchi. L’indice opsonico di una persona adulta varia tra 0.90 e 1.1.

I PRINCIPI FONDAMENTALI DI KOCH SUL CONTAGIO

Se riprendi in mano la tesina “Superstizione del contagio e cultura della salute”, del 28/4/09, vi si legge che Robert Koch (1843-1910) fissò le leggi e i paletti adatti a capire quando si può accusare un organismo di essere vero responsabile di un contagio o di una epidemia. Le leggi di Koch sono tuttora valide e in auge:

1) Il microrganismo, se responsabile, deve essere trovato in ogni persona colpita, al 100%.
2) Il microrganismo non deve essere trovato in chi non presenta i sintomi.
3) Il microrganismo deve essere capace di sopravvivere (batterio) o di permanere (virus) fuori dei tessuti del corpo.
4) Il microrganismo, reintrodotto nell’organismo, deve essere capace di ricausare e riprodurre lo stesso tipo di malattia provocata in precedenza.
5) Il microrganismo deve colpire in modo equo maschi e femmine, essendo esso incapace di discriminare il sesso (ogni eventuale caratterizzazione maschile o femminile indica presenza evidente di fattore comportamentale).

LE TEORIE SUL CONTAGIO NON RISPETTANO I CRITERI DI INFETTIVITÀ

Il problema è che i criteri di infettività di Koch non vengono mai rispettati. William Osler (1849-1919), eminente medico e ricercatore canadese, rilevava ad esempio che il bacillo della difterite è assente nel 28-40% dei casi di difterite, per cui salta il 1° criterio di Koch. Ma la stessa cosa succede pure nelle altre malattie cosiddette infettive. I bacilli poi si trovano in tutte le persone normali, e qui salta il 2° criterio di Koch. I microrganismi non sono capaci di vivere fuori dell’organismo umano e di riprodursi fuori dai tessuti corporali, per cui saltano il 3° e il 4° criterio.

GLI ESPERIMENTI DI TORONTO

La Bio-Chemical Society di Toronto condusse in quegli anni ripetuti test dove vennero fatti consumare a dei volontari ben pagati ogni tipo di microrganismi.
Fu il dr John Fraser di Toronto, ad elencare nella sua rivista Physical Culture del maggio 1919 ben 150 diversi esperimenti condotti tra il 1914 e il 1918 su difterite, tifo, meningite, influenza, raffreddore.
Nessuno mai si ammalò. Dove sta dunque la mitica contagiosità?

PETTENKOFER, CHITTENDEN ED EHRET

Max Joseph Pettenkofer (1818-1915), grande igienista e docente all’Università di Vienna, era famoso per i bicchieri carichi di colera che beveva di fronte ai suoi allievi in laboratorio, senza mai ammalarsi.
Thomas Powell, medico californiano scomparso all’età di 88 anni, è l’uomo che nella storia ha consumato di proposito più germi infettivi di qualsiasi altro. Anche il dr Russell Henry Chittenden, e lo stesso Arnold Ehret, si sottoposero a simili test, senza mai ammalarsi.

IL FIAMMIFERO DA SOLO NON CAUSA LA FIAMMA

Altre mie tesine come “La farsa del contagio batterico-virale” del 18/1/10, “La cosiddetta infettività batterico-virale” del 18/4/11 e “Scienza e fantascienza del virus”, dell’1/9/09, contengono importanti concetti sul medesimo argomento. Herbert Shelton ebbe a commentare che il batterio e il virus da soli possono causare una malattia niente di più di come un fiammifero non acceso e non attivato possa causare un incendio.

TENIAMOCI PULITI SOPRATTUTTO DENTRO E I MICRORGANISMI NON CI DARANNOMAI FASTIDIO

Non possiamo schivare i batteri e i virus. Viviamo letteralmente immersi in un magma batterico-virale. Dobbiamo essere a prova di entrambi. Possiamo evitare le malattie solo mantenendoci in uno stato di salute e di pulizia tali per cui essi non possano inserirsi e prolificare (batteri), e non possano accumularsi (virus). Niente indebolimento da errori alimentari, niente sangue denso, e il metabolismo umano scorre, e i detriti cellulari morti (virus) se ne vanno fuori tranquilli. Niente tossine nel corpo e i batteri non trovano cibo per proliferare, e così si contraggono, si riducono e si ritirano in buon ordine.

IL CAMALEONTISMO DEI BATTERI

Renè Dubos, celebre batteriologo francese, premio Pulitzer 1968, contraddice l’assunto medico secondo cui batteri e virus avrebbero caratteristiche specifiche e immutabili nelle loro strutture chimiche.
Lo stesso Pasteur, negli ultimi anni, si era accorto che i batteri mutavano a seconda delle condizioni del paziente, e le sue ultime parole furono che avevano ragione i suoi detrattori Koch e Claude Bernard, e che la presenza nel corpo di un agente patogeno non è necessariamente sinonimo di malattia infettiva, per cui il seme (il batterio) è niente e il terreno di coltura (il corpo) è tutto.

IL MIRACOLO DELLA RESURREZIONE VIRALE

Il virus misura dai 20 ai 220 nanometri di diametro (1 nanometro = 10 metri elevati alla -9, ovvero un centimilionesimo di metro), mentre il più piccolo batterio conosciuto misura 400 nanometri. Fin qui tutto normale. Le cose si complicano e degenerano quando, abbandonati gli strumenti, la mente fantasiosa e bacata di certi uomini comincia a fare dei voli pindarici, comincia a realizzare disegnini, video, musiche orribili e metalliche di sottofondo. Ecco allora che il virus, pur defunto, morto, cadavere, riprende vita e resuscita. Si nasconde, dorme, si stiracchia, si sveglia male, si incazza di brutto e decide di vendicarsi, di fare il Lanzichenecco.

UN MORTO CHE INIETTA? UN MORTO CHE PENSA? ROBA DA OSTERIA E NON DA LABORATORIO UNIVERSITARIO

In uno di questi filmati, in circolazione su internet, si parla del virus che si attacca alla parete cellulare del batterio iniettandovi il suo materiale genetico. Avete mai visto un morto bruciato, carbonizzato e polverizzato che inietta qualcosa? Questi venditori ambulanti di chincaglieria fasulla hanno la faccia tosta di sostenerlo. E proseguono dicendo che nel ciclo lisogenico di moltiplicazione di un virus il Dna o il Rna virale si integra nel cromosoma batterico e viene duplicato durante la riproduzione della cellula batterica. Una ubriacatura di ignoranza e di incompetenza scientifica. Walt Disney ne farebbe un bel fumetto satirico.

LA STREGONERIA E IL CDC

La CDC, prostituta ufficiale di Big Pharma, è notoriamente specializzata nel prefabbricare isterie mondiali preparatorie alle pandemie. Lo ha fatto ripetutamente in passato e si è distinta anche nella invenzione genialoide dell’Aids. La teoria del contagio proviene dall’antica stregoneria, per cui trova facile esca nelle menti umane. Quelli del CDC lo sanno troppo bene e ne approfittano. Ma l’America non è per sua fortuna solo CDC e Big Pharma. Nella mia tesina “Documento medico esplosivo sui vaccini”, del 10/2/11, c’è un lunghissimo elenco di medici odierni che denunciano al mondo una serie di malattie documentate di origine iatrogena-vaccinatoria, come l’autismo, l’epilessia, le infezioni agli occhi e agli orecchi, l’orticaria, le dermatiti varie, l’allergia, le morti improvvise.

LA BANDIERA COL TESCHIO

Tornando alla scarlattina, essa passa definitivamente in 3 giorni prendendo centrifugati di carote-sedano-ananas-zenzero, mangiando frutta di stagione, stando sulle verdure crude e riposando.
L’ideale è stare sui succhi freschi di frutta e su quelli di verdure (presi non-mescolati) per una settimana.
Essenziale è dare una bella ripulita al sistema linfatico. Lo streptococco è un batterio di cui non occorre preoccuparsi. Preoccupiamoci semmai di cosa mettiamo nel nostro carrello-spesa e nel nostro frigorifero. Quanto alla medicina, è brava sempre e solo in una cosa, che è quella di sventolare la bandiera col teschio.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

1 commento

  1. Walter

    Ricordo che da bambino, quando si ammalava qualche amichetto, mia mamma, d'accordo con le altre mamme, mi spingeva a frequentare le loro case sperando che beccassi anch'io la varicella, il morbillo, gli "orecchioni", la rosolia ecc. Niente da fare. Non ho avuto nulla di tutto ciò e sono l'unico, tra i miei amici, a non aver fatto le "malattie dei piccoli". Adesso capisco il perchè, adesso capisco le insistenze di mia madre davanti alle mega-insalate, alle spremute di arance in bicchieroni pazzeschi, alle mele fatte ingurgitare a chili, alla frutta estiva che doveva essere mangiata per forza, altrimenti non si esce a giocare. Poi mi mandava nei lazzaretti casalinghi sperando che tornassi contagiato!

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