FRUTTOSEMIA, TRANSAMINASI E PERCORSI GLICEMICI

da 20 Gen 2013Salute

LETTERA

UNA PATOLOGIA CHE HA DEL PARADOSSALE

Gentile Valdo! Mi chiamo Rita e scrivo da Bergamo! Cercherò di essere telegrafica. Hai mai sentito di parlare di fruttosemia? Ne sono venuta a conoscenza qualche mese fa. Ad un concerto si raccoglievano fondi per un’associazione dedicata a questa malattia rara.
http://it.wikipedia.org/wiki/Deficit_di_Fruttosio_1,6-difosfatasi http://malattierare.regione.veneto.it/cerca_it/dettaglio.php?lang=ita&id=825

QUASI UNO SGARRO E UNA DIMENTICANZA DEL CREATORE

Non ho una domanda particolare da porti. Più che altro sono curiosa del tuo parere, riguardo a questa situazione, dove sembra proprio che venga negato l’accesso alla fonte di vita per eccellenza, la frutta. Cercherò altre informazioni. Magari non tutti i portatori presentato la stessa sintomatologia, o forse l’organismo riesce a nutrirsi di frutta nonstante la mancanza dell’enzima Fruttosio_1,6-difosfatasi. Stammi benissimo!
Rita

*****

RISPOSTA

NON SEMPLICI ALLERGIE A UN FRUTTO, MA INTOLLERANZE GENERALI E STRUTTURALI

Ciao Rita. Ogni curiosità finisce per essere un contributo alla chiarezza, per cui ti ringrazio. La fruttosemia è chiamata anche disturbo metabolico del fruttosio, determinato da deficit di fruttosio1-fosfato-aldolasi, enzima deputato alla glicogenolisi ed alla gluconogenesi, il tutto determinato da anomalie di tipo genetico. Tale deficit provoca stati di ipoglicemia e di intossicazione. Parliamo dunque di intolleranza ereditaria al fruttosio. Non più casi di allergia alla ciliegia, alla fragola o all’arancia, temporanee e risolvibili, dovute ad impregnazione tossica e ad esaurimento dei margini di tolleranza ai cibi naturali (visti come veleni), ma casi di intolleranza generale e strutturale, con perversione dei meccanismi di gradimento ed accettazione alimentare.

QUANTO SAPPIAMO RAPPRESENTA IN OGNI CASO UNA INFIMA FRAZIONE DEL TUTTO

Si parla di un caso ogni 20.000 nati come media europea. Andrei cauto prima di accusare la natura, la creazione, il sistema immunitario, e cose del genere. Come disse Newton, “Quanto conosciamo è una singola goccia dispersa in un oceano d’acqua”. Da Newton in avanti abbiamo aggiunto dati, formule e numeretti. Stiamo tuttora apprendendo diverse cose. Ma tutto sommato conosciamo una frazione microscopica rispetto al tutto. Viviamo tutti in uno stato di formidabile ignoranza, sperabilmente con qualche squarcio di illuminazione.

I GENI SI POSSONO MODIFICARE SIA IN MEGLIO CHE IN PEGGIO

In questi casi siamo di fronte a situazioni spinte ai limiti. La prolungata ingestione di fruttosio da parte di un lattante intollerante può portare a insufficienza renale e alla morte. Quando viene tirata in ballo la genetica come fattore causante, occorre ribadire che ogni legge della genetica è stata rimessa in discussione, essendo crollato il dogma della fissità o della invariabilità del gene, del Dna. In altre parole, un gene mutato, che causasse i problemi e le anomalie in oggetto, è sempre suscettibile di cambiamento e di miglioria, secondo i criteri della nuova genetica.

L’ABUSO DI FRUTTOSIO PUO’ PORTARE SICURAMENTE AD EFFETTI PERVERSI

Il fruttosio o levulosio è comunque un monosaccaride chetonico tipico della frutta, e viene assorbito lentamente dall’organismo, per cui ha un basso impatto glicemico. Ma non bisogna abusarne, e questo vale per ogni cosa, per cui condividiamo. Cosa significhi poi abuso ed eccesso è un altro discorso. Siamo per definizione e per disegno dei mangiatori di frutta, per cui abbiamo dei sensori fame-sazietà che ci indicano la situazione dei pasti in corso e ci danno i segnali opportuni se solo impariamo ad ascoltarli.

MANGIANDO FRUTTA SI ASSUME GLUCOSIO MA SOPRATTUTTO ACQUA BIOLOGICA, SOSTANZA CHE NON ESISTE NELLA MENTE DEI CHIMICI

Un eccesso di fruttosio può causare A) innalzamento eccessivo trigliceridi nel sangue, B) dolori addominali e diarrea, C) flatulenza (da fermentazione), D) Intolleranza al fruttosio (sperando i 30 grammi a pasto). Occorre però dire che queste considerazioni mediche della’ADA, Associazione Dietisti Americani, sono di tipo chimico-laboratoriale. Nella realtà, quando si consuma frutta, non si assume fruttosio, ma tanta acqua biologica e tanta vitalità Angstrom in termine di onde vibrazionali, per cui i concetti andrebbero chiariti meglio.

CHE DIRE POI DEL FATTORE ABITUDINE

Esiste chiaramente anche il fattore abitudine-allenamento-familiarità. Se uno capisce e ama la frutta, ne apprezza la forma, il sapore, l’aroma, il contenuto, gli effetti gastrico-intestinali, finisce per digerirla bene e per abituarsi ad essa, ed anche per influenzare i propri geni e il proprio Dna (questa è la novità che ci insegna la nuova genetica, per cui il Dna non è qualcosa di dogmaticamente fisso ed immutabile, come creduto per decenni). Ed esiste pure la trasmissibilità di queste situazioni dalla mamma al suo feto. Tutte cose che possiamo ipotizzare ed intuire, ma che vanno pure approfondite sul piano della scienza numerologica. Quando si arriva poi alle patologie rare, come quella della fruttosemia, o della intolleranza conclamata alla frutta, occorre prenderne nota e, con tutta la pazienza possibile, intraprendere un discorso di graduale contrasto alla patologia stessa, ovvero un ovvio tentativo di riportare l’organismo deviato alla normalità funzionale.

GLUCOSIO, GLICOGENO E GLICOGENOLISI

Il glucosio è uno zucchero monosaccaride che si trova libero o combinato. Nel fegato viene immagazzinato in forma più compatta e sintetica, chiamata glicogeno (o glucosio di riserva), dove sarà prelevabile nei momenti di necessità e di emergenza, dove verrà scisso ed idrolizzato nel processo di glicogenolisi, per riformare glucosio e ripristinare la glicemia. Nei muscoli il glucosio serve per generare energia, per produrre ATP e quindi ADP.

OGNI CONTRAZIONE CONSUMA ENERGIA SOTTOFORMA DI ADENOSINA TRIFOSFATO (ATP)

Ogni utilizzo di energia corporale, ogni impulso nervoso, ogni contrazione muscolare, ogni nostro respiro implica una trasformazione di ATP (adesina trifosfato) in ADP (adesina difosfato), e l’ADP viene conservato nei muscoli come creatin-fosfato. La respirazione cellulare avviene in stato di aerobiosi (in presenza cioè di ossigeno), per cui le sostanze digerite vengono ossidate per formare l’energia necessaria al metabolismo. La principale molecola usata è il glucosio che viene inglobato nella molecola ATP (38 molecole di ATP per ogni molecola di glucosio). La glicolisi costituisce, in presenza di ossigeno, il primo ciclo di reazioni della respirazione cellulare.

LA GLICOGENOSINTESI E CONDENSA TRA MONOFOSFATO E GLUCAGONE

Il glicogeno è un polimero dell’alfa-glucosio. La molecola di glicogeno si forma attraverso reazione di condensa. La glicogenolisi è la scissione della macromolecola-glicogeno attraverso una reazione di idrolisi. In altri termini si tratta della rottura dei legami tra i vari monosaccaridi di glucosio. Rottura che libera energia. Il glicogeno si trova nel fegato e nelle fibre muscolari, e rappresenta la prima risorsa energetica del corpo. La glicogenosintesi è il processo inverso che avviene tra il glucosio monofosfato e il glucagone (antagonista dell’insulina). Un processo di conversione del glucosio in glicogeno avente luogo nel fegato e nei muscoli. Una reazione di condensazione dove tante molecole di glucosio formano dei legami tra loro fino a partorire una macromolecola di glicogeno.

LA GLUCONEOGENESI OVVERO IL GLUCOSIO DAI NON-CARBOIDRATI

La gluconeogenesi GNG è una via metabolica che provoca la produzione di glucosio da non-carboidrati quali il piruvato, il glicerolo e gli aminoacidi glicogenici precursori che sono il lattato, il glicerolo, l’alanina e la glutamina. Trattasi di processo di emergenza per mantenere il minimo di glucosio ed evitare l’ipoglicemia. Si verifica automaticamente nei casi di digiuno prolungato, fame, diete low-carb e intensi sforzi fisici. La gluconeogenesi è anche un obiettivo della terapia della metformina nel diabete-2, dove la metformina inibisce la formazione di glucosio e stimola l’assorbimento cellulare.

CERVELLO UMANO PARTICOLARMENTE AVIDO DI ZUCCHERI

I neuroni del cervello lavorano quasi esclusivamente a glucosio, per cui esiste la necessità di fornire di garantire un regolare apporto di zuccheri. Il cervello consuma 120 grammi/giorno su un fabbisogno globale del corpo pari a 200 grammi/giorno! Senza tale quota non può svolgere la sua attività metabolica. La GNG è fondamentale per garantire un adeguato apporto di glucosio ai tessuti insulino-indipendenti quali cervello, globuli rossi e muscoli. La GNG ha luogo in diversi tessuti, ma particolarmente nel fegato. Essa avviene nel moneto in cui il glucagone (secreto dalle cellule alfa del pancreas) colpisce dei recettori-bersaglio presenti sugli epatociti (processo di gluconeogenesi) e sugli adipociti (mediante scissione dei trigliceridi in glicerolo e acidi grassi convertiti in Acetil-CoA per la produzione finale di ATP.

FRUTTOSEMIA CURATA ALLA FINE CON VITAMINE SINTETICHE

La fruttosemia, disordine del metabolismo del fruttosio, avviene per difetto enzimatico di aldolasi-B, per cui il fruttosio1-fosfato diventa metabolita tossico per fegato e reni. Gli esami di routine evidenziano con le transaminasi una alterazione della funzionalità epatica e della funzionalità tubolare-renale, mentre nel contempo si ritrova del glucosio nelle urine. A quel punto le terapie mediche prevedono prescrizioni di acido folico B9 e di vitamina-C (megadosi sintetiche).

TRANSAMINASI E PERMEABILITA’ DELLE MEMBRANE CELLULARI

GTP significa letteralmente glutamato-piruvato-transaminasi. Le transaminasi GPT e GOT sono presenti sia nel fegato che nei muscoli, dove partecipano alla trasformazione degli aminoacidi in energia, soprattutto quando il corpo soffre per sforzi prolungati ed impegnativi. Se le cellule epatiche e muscolari sono danneggiate, le transaminasi si riversano nel sangue. La loro concentrazione si ha anche nelle patologie muscolari tipo le distrofie. Ci sono degli esami appositi per valutare lo stato funzionale ed anatomico degli epatociti. Esami che stabiliscono lo stato di permeabilità delle membrane cellulari. Se esiste una sofferenza degli epatociti, la loro membrana non è più in grado di svolgere le sue normali funzioni di barriera.

GRUPPI DI ENZIMI CHE LIEVITANO IN CASO DI ANORMALITA’ FUNZIONALI

Le transaminasi sono gruppi di enzimi normalmente presenti nelle cellule del fegato e, in minore quantità, nei muscoli, dove partecipano alla trasformazione degli aminoacidi in energia. Se le cellule epatiche sono danneggiate e non funzionano, le transaminasi si riversano nel torrente sanguigno in quantità eccessive. Parliamo di A) Transaminasi glutamico-ossalacetica GOT o asportato-aminotransferasi (AST), i cui valori sono 10-45 U/lt (uomo) e 5-31 (donna) e B) Transaminasi glutamico-piruvica (GPT) o alanina amino-transferasi ALT, presente soprattutto nelle cellule del fegato, i cui valori sono 10-43 (uomo) e 5-36 (donna). Se le cellule sono intatte gli enzimi rimangono all’interno. In caso di infiammazioni virali o tossiche si determina una alterazione nella permeabilità della membrana cellulare o addirittura la distruzione della cellula, con liberazione di transaminasi GTP e GOT all’esterno, nella corrente sanguigna, e conseguente aumento del loro livello.

ALLARMI ENZIMATICI E CASISTICHE PATOLOGICHE

Quote esuberanti di GPT e GOT nel sangue si hanno in diversi casi, e a volte il valore delle GTP supera di 50 volte la quota normale. Gli esuberi si hanno nelle epatiti croniche A-B-C, nelle epatiti cosiddette autoimmuni (rivelate da incremento immunoglobuline), nelle miocarditi e nelle insufficienze cardiache, nelle cirrosi (l’alcol raddoppia normalmente le GOT rispetto le GPT), nelle frequenti intossicazioni da farmaci epatotossici e nefrotossici (anticolesterolo, antifungini, narcotici-barbiturici-ansiolitici, salicilici tipo l’aspirina), nelle infiammazioni della colecisti (calcoli biliari), nelle steatosi epatiche (infiltrazioni di grasso nel fegato con quadruplicazione valori normali), nelle ematocromatosi (accumuli ferro nel fegato e ferritina in eccesso), nelle mononucleosi (con ingrossamento milza, orticaria, febbre attribuite all’Epstein-Barr virus), nell’attività fisica intensa, nelle tiroiditi, negli inquinamenti da piombo, nel cancro al fegato.

MALFUNZIONAMENTI EPATICI E MALFUNZIONAMENTI CARDIACI

Ricordiamo che le funzioni principali del fegato sono A) Depurazione del sangue (assieme a bile-milza-reni), B) Produzione proteine essenziali (albumina, poetino coagulative o piastrine), C) Trattenere e stoccare zuccheri-grassi-vitamine, D) Produrre colesterolo HDL. Quando il fegato è ingrossato ed infiammato, non svolge le sue funzioni. Ad ogni processo patologico epatico, ad ogni malfunzionamento epatico, le transaminasi GPT o GOT vengono riversate nel sangue. Stesso discorso per il cuore. Se il muscolo cardiaco subisce un attacco dovuto a blocco improvviso delle coronarie (ossia una ostruzione delle arterie che implica una lesione al muscolo cardiaco, avvertita come dolore al petto), si hanno pure in questo caso alte concentrazioni di GPT e GOT nel sangue degli infartati.

PROBLEMATICO GLUCOSIO DALLE PROTEINE

Tutto questo discorso per scomodare l’utilizzazione degli zuccheri nel modo peggiore. Cosa ci può essere di più complicato, cervellotico e difficile, se non il ricavare calorie dalle proteine? Quando sappiamo, grazie all’esperienza dei campioni, che i carboidrati nutrono, mentre le proteine mandano il corpo in acidosi ed anche in bilancio calorico deficitario?

LE DIETE LOW-CARB SERVONO DA CATTIVO ESEMPIO

Zucchero dalla proteina? Un insulto alla logica e all’esperienza pratica, quando sappiamo dalle stesse diete balorde, che le proteine non nutrono e ti lasciano a piedi in termini di energia. Tutte le diete dimagranti low-carb sono infatti balorde e imbroglianti, poco importa se chiamate Atkins, Zona, Mediterranea, South Beach, IG/Montignac, GruppiSanguigni, Lemme, Dukan, Tisanoreica. Balorde in quanto basate su uno sgrassamento di breve periodo che si trasforma dopo qualche mese in un crescente processo intossicativo, con sete intensa e ripresa di ogni singolo chilo perso, più altri effetti collaterali. Tutte basate su bistecche o pesce da mattina a sera (materiale proteico che intossica e non nutre), e su stampelle sintetiche o integrazioni a mascherare le carenze, equivalenti a tanta dopante stimolazione caffeinica.

E’ OVVIO CHE OGNI MOTORE LAVORA AL MEGLIO SOLO COL SUO CARBURANTE ELETTIVO

In altri termini, appare logico e razionale che una macchina umana concepita e disegnata per funzionare a carburante glucosio naturale, opportunamente idrolizzato notabene nella sua acqua biologica e nei suoi micronutrienti mineral-vitaminici, funzioni al meglio col suo carburante di elezione che è la frutta. Chi non segue questa strada è costretto a ricorrere ai ripari, ovvero alla laboriosa ed inefficiente trasformazione di proteine in zuccheri, qualcosa che rassomiglia a voler estrarre sangue dal muro.

ANDARE CONTRO NATURA SIGNIFICA PROVOCARE DANNI IMMEDIATI, MA ANCHE DANNI EVOLUTIVI E STRUTTURALI

I soggetti umani che fanno questo, per convinzione, abitudine o anche per necessità, finiscono per condizionare in un modo o nell’altro anche i propri geni. Non diventano assolutamente dei carnivori. Non gli diventa il pH acido, non gli si sviluppano artigli al posto delle unghie, non spunta loro la coda, né si trasformano le loro mandibole da mobili in fisse, i loro denti non si evolvono da molari in canini, i loro istinti non degenerano da amichevoli in draculiani. Le loro abominevoli trasgressioni alimentari, ripetute per mesi e per anni, li portano soltanto a pervertire i loro gusti, a rompere sistematicamente il tetto proteico di 24 grammi/giorno, a vivere da intossicati stabili, a sguazzare nella leucocitosi e nella acidosi, ad emettere miasmi intestinali tramite la pelle, l’alito e le infiammazioni a vista-orecchi e organi cerebrali, e persino a mettere al mondo bambini dai geni condizionati ed alterati.

TUTTI I BAMBINI HANNO DIRITTO AI LORO FRUTTI E ALLE LORO MANIFESTAZIONI DI AFFETTO VERSO I BAMBINI DI DIVERSA SPECIE

Piccoli innocenti forzati poi inevitabilmente a rincorrere uno stato di normalità, di salute e di innocenza. Piccoli obbligati ad inseguire il giusto carburante per il loro cervello nel modo più semplice, pacifico e salutare possibile, ovvero nel raccogliere la fragola e il mirtillo, nello staccare il grappolo dalla vite e l’amarena dal ciliegio. Piccoli costretti a guardare il pulcino, il leprotto e il porcellino come creature da catturare, anziché da trattare con un bacio e una carezza. Se qualcuno fosse tentato di usare questi casi sfortunati e disgraziati per demonizzare o per svalutare le leggi sui carburanti adatti al genere umano, sappia che sta facendo un ennesimo buco nell’acqua.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

2 Commenti

  1. Barbara

    Buonasera, ho letto quanto soora esposto partendo dalla frurtosemia ed approdando a regimi alimentari più o meno sbagliati.
    Sono un soggetto fruttosemico di 47 anni, sopravvissuta ad una famiglia che tentava di imbottirmi di frutta e verdura, senza tenere conto della mia avversione alle stesse.
    Dopo una vita passata a dar retta a medici ignoranti che non sono mai stati in grado di ricojoscere in me i sintomi della fruttosemia, ho finalmente trovato chi me l'ha diagnosticata. Il tutto all'alba dei miei 45 anni.
    I sintomi di cui soffrivo erano diversi rispetto a quelli qui descritti (reperiti, suppongo, via web su siti piú o meno attendihili). Avevo sfiorato l'obesitá campando con poche verdure al giorno, nonostante un'attività sportiva piuttosto pesante.
    Mangiavo un'insalata e aumentavo di un kg….ogni medico si arrendeva dicendomi "ma non ha mai pensato di accettarsi cosí?" Fortunatamente non mi sono mai arresa.
    Mi rendo conto ora che tale malattia é pressoché sconosciuta e mi rendo anche conto che le numerose domande che un fruttosemico si pone non trovano mai risposte esaurienti.
    Questo o quel cibo contiene sostanze dannose a un fruttosemico? Giá, perché non si parla solo di eliminare il fruttosio ma anche di quelle sostanze che il nostro corpo metabolizza trasformandolo in fruttosio (saccarosio, isoglucosio, mannitolo,xilitolo,..solo per citarne alcune).
    Purtroppo siamo persone in balia di noi stesse, costrette a studiare chimica e medicina per trovare risposte.
    Fino a pochi anni fa non si sapeva nulla nemmeno della celiachia, che oggi é conosciuta e riconosciuta da un gran numero di persone; spero che anche la fruttosemia possa raggiungere una diffusione informativa tale da poter renedere accessibili a noi coinvolti il maggior numero di informazioni attendibili possibili.
    Grazie per l'attenIone
    Barbara B

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  2. keanu lombardi

    Finalmente Aldo Vaccaro, ha scritto un articolo a mio avviso molto attendibile,riportando riflessioni che condivido pienamente.

    Rispondi

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