ALIMENTAZIONE NATURALE E SALUTE A 360 GRADI

da 17 Feb 2012Salute

(Conferenza di Udine del 19/1/12 e Conferenza di Verbania del 15/2/12)

DA UNA INNOCENTE E SOBRIA CENETTA VEGANA A UNA SALA STRACOLMA

Buona serata a voi pubblico di Verbania, sia a chi ha appena terminato la cenetta vegana organizzata dall’ottimo Hotel Al Chiostro, e sia a chi è venuto soltanto per ascoltare la conferenza. Verdure crude in pinzimonio (insalata belga, ravanelli, sedani, finocchi, peperoni), carciofi scottati, bagna cauda vegana, e risotto col radicchio trevigiano. Niente male davvero. Abbiamo apprezzato la sobrietà, la semplicità e l’innocenza degli alimenti. Siete in oltre 150 e la saletta non ha altre sedie da offrire. Un plauso a Paolo Caruso, alla Marica e a chi si è sobbarcato le fatiche organizzative di questo nostro incontro che parla di alimentazione e di salute.

DI QUA O DI LÀ MA SEMPRE VIVI

Già dirci “Ciao” è segno di presenza e di efficienza, segno di essere vivi e vegeti. Se poi sia meglio scoppiare di salute, o invece essere in attesa di passare a nuova vita per riprendere il cammino evolutivo, o invece addirittura essere già nella parte invisibile e nell’al di là, non ci è dato di sapere con certezza.

IL NOSTRO CAPITALE KARMICO

Volenti o nolenti, atei o teisti, noi umani, presi uno per uno, non siamo dotati solo di determinate caratteristiche fisiognomiche e caratteriali, ma portiamo con noi una ragione di essere, una motivazione, una collocazione, una provenienza e una destinazione, un passato e un futuro travalicanti. Siamo cioè impegnati in una corsa a tappe con tanti bei traguardi da superare. Questo è poco ma sicuro. Non chiedetemi la formula dimostrativa e non chiedetemi il perché.

NON C’È ALTERNATIVA ALL’ACCETTAZIONE DI NOI STESSI

“Vorrei la pelle nera”, cantava Nino Ferrer, negli anni ’70. Per quanto generati da un padre e da una madre, apparteniamo al nostro filone multi-esistenziale. Magari vorremmo essere diversi, neri anziché bianchi, alti anziché bassi. Magari vorremmo dei lineamenti diversi e non è raro che ci facciamo dei lifting o che indossiamo delle maschere. Per quanto cerchiamo di svincolarci, di sgarbugliarci, di sbarazzarci di noi medesimi, non riusciamo a farlo.

UN LUNGO PERCORSO EVOLUTIVO

Qualcuno cerca di esorcizzare i momenti negativi e i dispiaceri della vita annegandoli nell’alcol o nella droga, ma non ne salta fuori. Siamo legati indissolubilmente al nostro intersecolare percorso evolutivo, fatto di vite utili e di vite malandate, di spezzoni fecondi o sprecati, di azioni positive o negative, di alti e di bassi, di promozioni e retrocessioni. Chiamatelo destino, fato o karma, restiamo legati ad esso, ed abbiamo pure la responsabilità di evolvere e di procedere. Chi si ferma è perduto. Abbiamo il compito di migliorare, di mettere vicino altri mattoni per completare la nostra crescita karmica.

INTERSTELLARI SPIRITI A VELOCITÀ SUPERFOTONICA

Pare che, raggiunta la perfezione, conseguita la laurea spirituale con centodieci e lode, non avremo più bisogno di ulteriori prove e di ulteriori reincarnazioni. Pare che solo allora potremo capire tutto e diventare padroni di tutto. Non più planetari e terreni, non più supertopi da fogna terrestre, ma interstellari, esseri spirituali liberi di viaggiare da una galassia all’altra a velocità superfotonica, a velocità del pensiero, a velocità istantanea, 1000 volte quella della luce.

CI SONO MARGINI DI MIGLIORAMENTO

Se le cose stanno così, c’è ben poco da ridere, e c’è davvero di che rimboccarsi le maniche. Proprio per il fatto di essere qui in carne ed ossa, in spirito e sentimenti, in patente e carta d’identità personale, significa anche che siamo esseri imperfetti ed in sofferenza. Ciclisti staccati e sbuffanti in attesa di affrontare e superare irte salite, di tagliare nuovi traguardi. Esseri in riparazione, con un karma da completare. Altro che banalità infernali e paradisiache, caro Dante. Più purgatorio che altro.

LA QUADRATURA DEL NOSTRO CERCHIO PERSONALE

Diamoci tutti da fare per vivere bene, per morire bene, per rinascere bene. Il nostro è insomma un mosaico imperfetto, dove manca ancora qualcosa. Cerchiamo di fare il salto di qualità. Cerchiamo di guadagnare questi minuti di abbuono, questi bonus per la quadratura del nostro cerchio esistenziale. Cerchiamo di diventare esseri non solo prestanti muscolarmente, ma soprattutto esseri spirituali e liberi dal condizionamento materiale, privi di gambe che fanno male, di schiene che tormentano, di polmoni che non respirano, di stomaci che non digeriscono, di intestini che non assimilano, di pineali che non vivacizzano, di tiroidi che non regolano e di membri che non induriscono.

L’ALIMENTAZIONE NATURALE NON PUÒ NON ESSERE ANCHE SPIRITUALE

Queste considerazioni sul karma sono determinanti, se vogliamo capire il significato di “Alimentazione Naturale e Salute a 360 gradi”. Ho detto 360 gradi, non 260 o 348. Nulla deve sfuggire. Se siete venuti stasera per conoscere le qualità organolettiche del carciofo, del succo d’arancia e della crema di avena, ve lo do io il succo d’arancia! Faccio come il brillante Beppe Grillo delle origini, quello del “Ve la do io l’America”.

LA SALUTE FISICA RIMANE BASILARE

Significa forse che la salute fisica va in secondo piano? Assolutamente no. La salute sottopelle e soprapelle rimane fondamentale. Ce lo ricorda Erofilo, fondatore della Scuola Medica di Alessandria nel 300 AC. “Quando manca la salute, la saggezza non vale, l’arte non si può esercitare, la forza della mente e dello spirito latita, e la ricchezza non ha alcun valore”.

COS’È POI LA SALUTE?

Ma, a parte il “mens sana in corpore sano” cos’è poi questa salute? Ce lo ricorda Orazio (65 AC – 9 AC). “Se stai bene di stomaco e di petto, e se non sei tormentato da gotta e mal di schiena, tutte le ricchezze del re non potrebbero aggiungere niente alla tua felicità”. Pare un concetto riduttivo e semplicistico, ma non lo è affatto. Orazio ha fatto centro. “La salute umana parte dal colon”, è il titolo di una mia tesina da rileggere. È datata 24/6/10 e gli dà pienamente ragione.

I FAVOLOSI TEMPI DI ORAZIO

Erano, quelli di Orazio, tempi in cui la salute era tenuta sul palmo della mano. Roma imperiale era vissuta per secoli senza un farmakon e senza una farmacia, senza l’ombra di un singolo medico. Era una Roma carica di preziose e fresche eredità derivate dagli Egizi e dai Greci, dalla scienza vegana, umanitaristica ed animalistica di Pitagora, dai principi salutistici di Ippocrate (“Primo, non spaventare e non nuocere”, “Secondo, l’aria pura e il cibo naturale siano il tuo basilare alimento e medicamento”, “Terzo, nessun veleno serva a curare un malato”).

QUANDO LA SAGGEZZA ERA ALL’ORDINE DEL GIORNO

Era una Roma pagana ma straordinariamente intrisa di saggezza, memore com’era di Zenone e di Epicuro, di Socrate, Aristotele e soprattutto Platone (428-348 AC). “Non si può curare la testa senza il corpo, né tanto meno il corpo senza l’anima”. “L’anima è un capitale spirituale che passa attraverso una pluralità di corpi, arricchendosi ed evolvendo”. Questa era gente di livello decisamente superiore, non distratta dal consumismo e dagli spot pubblicitari, ma votata e concentrata a conoscere se stessa.

I DESTINI PARALLELI DI GRECIA E ITALIA

Si era all’ombra del Partenone e dell’Olimpo. Non era la Grecia pomposa dell’armatore Aristotele Onassis, e ancor meno quella odierna di Papademos, derelitta e declassata per i suoi impagabili 300 miliardi di debito pubblico, al pari poi dell’Italia di Monti, che non ha affatto le sembianze di quella del Colosseo, di quella di Giulio Cesare Augusto o di Marco Aurelio.

UN PASTO SI’ E QUATTRO NO, RESPIRAZIONISTI PIÙ PER FORZA CHE PER SCELTA

Coi suoi 1800 miliardi di debito pubblico statale e 35 miliardi di debito delle amministrazioni locali, con lo stato italiano che spende più di quanto incassa, coi dipendenti pubblici che, sommati ai pensionati sono 20 milioni (il doppio degli abitanti totali della Grecia che sono 11 milioni), e con oltre 4 milioni tra disoccupati in cerca di lavoro e sfiduciati che non lo cercano nemmeno, la Grecia è in stato di bancarotta e noi no. La Nuova Dieta Mediterranea incombe su di noi: “Un pasto sì e quattro no”, scrive Beppe Grillo in “Tutto quello che non sapete è vero”. Tea Edizioni-Milano.

LA STRAORDINARIA FIGURA DI DIOGENE

Ma non lasciamoci abbattere dalle disgrazie contemporanee. Restiamo con la Grecia di allora, che era quella di Diogene di Sinope 400 AC, il filosofo più acclamato che, di notte, dormiva sotto una botte rovesciata e, di giorno, girava la città con una lampada accesa alla ricerca di un vero uomo. Quello che al sovrano Alessandro Magno, venuto a trovarlo per curiosità e postagli la domanda “Posso fare qualcosa per te?”, rispose con un “Sì mio Imperatore, puoi fare davvero molto. Spostati, che mi stai togliendo la luce del sole!”

IL CRUDISMO DI LUCREZIO

I problemi di allora non erano necessariamente diversi da quelli odierni. Tito Lucrezio Caro (99 AC- 55 AC), nel suo Rerum Natura, rimpiange i tempi trascorsi e si rammarica come il cibo cotto sia stata la causa dell’indebolimento progressivo della razza umana e dell’accorciamento della vita, e ricorda come gli atleti ateniesi e i guerrieri spartani si nutrissero esclusivamente di fichi, di nocciole, di pinoli, di cicorie, di lupini e di grani abbrustoliti. Stava svanendo evidentemente l’era pura del carciofo, del finocchio, del cavolo, del dattero, delle bietole, del pane e delle banane.

COME SA DI SALE IL PANE ALTRUI

Mille anni dopo, la salute viene ancor meglio definita da Dante (1265-1321). Stare bene per lui significa non dover mangiare il pane al tavolo dei potenti, troppo salato, troppo indigesto e troppo illiberale. Stare bene significa pure non essere fatti per vivere come bruti, ma per seguire “virtute ed canoscenza”.

PAPI CLEMENTI E SEVIZIE ABERRANTI

Ancor meglio fa Giordano Bruno (1548-1600), l’empio bestemmiatore bruciato vivo su ordine di Ippolito Aldobrandini, un papa chiamato paradossalmente Clemente VIII. “La divinità discende sino alle cose minime per la comunicazione di se stessa”, “Credere che siamo mossi e toccati solo dalle cose visibili e materiali è stupidità manifesta”, “Non posso pentirmi poiché non ho nulla di cui pentirmi”, frasi come queste, dette in tempo di Inquisizione, erano cibo spirituale di portata eroica. Non gli portarono benessere terreno ma una morte orribile a Campo de’ Fiori in Roma.

“VERRÀ GIORNO IN CUI”, VALE ALMENO QUANTO LA GIOCONDA

E Leonardo (1452-1519)? Non si accontenta di realizzare opere sbalorditive per ingegno e preveggenza, disegnando aerei, elicotteri, sommergibili, automobili e motociclette, quando non esistevano nemmeno i materiali per tali realizzazioni. Non si limita a lasciarci il sorriso ammaliante ed impenetrabile della Gioconda, ma ci trasmette un monito imperativo: “Verrà giorno in cui l’uccisione di un singolo animale sarà giudicata orrendo delitto”.

L’ULTIMO MACELLO DI VOLTAIRE

È solo muovendoci su questa traccia che possiamo ritrovare il bandolo della matassa, e comprendere cosa vuol dire “salute a 360 gradi”. Essere sani a 360 gradi significa amare a 360 gradi. E Francois-Marie Arouet de Voltaire (1694-1778), pur provenendo dal paese destinato poco dopo a inventare la funesta ghigliottina, seppe dire al mondo che “L’uomo non avrà pace, salute e felicità, fin quando non sarà cancellata la vergogna dell’ultimo macello”, mettendoci sopra uno spiazzo fiorito e una lapide marmorea con scritto “In questo posto di sevizie, di torture e di indicibili sofferenze, sono stati sgozzati da mani umane, in modalità allucinanti, milioni di creature sane, giovani e desiderose solo di essere rispettate e lasciate libere di vivere in pace”.

UNA ENNESIMA TIRITERA FILOSOFICA?

“Ma come”, mi direte, “siamo venuti qui a trattare di reni che non filtrano, di sangue che non circola e di adrenali che non stimolano, e siamo ridotti a sorbirci una noiosa tiritera filosofica?” Ma, scusatemi, stiamo sì o no parlando di salute? Cos’è salute se non benessere, se non porsi in armonia con se stessi e con quanto sta intorno?

CAPIRE LA NOSTRA INTERIORITÀ NON È TEMPO PERSO

Cerchiamo la felicità vera o una sua caricatura come la gratificazione egoistica, il rifugiarci nel nostro antropocentrismo, nella nostra meschinità, nella nostra piccolezza materialistica. La mediocrità non è una soluzione, ma una ennesima sabbia mobile che ci imprigiona e non ci libera dai nostri conflitti e dalle nostre angosce. Per capire quello che siamo, dobbiamo scoprire cosa abbiamo dentro sotto la scorza, dobbiamo capire cos’è che ci muove, cosa vogliamo nell’intimo ed esteriormente.

IL NOSTRO REBUS ESISTENZIALE

“Se facciamo chiarezza su questo punto”, dice il grande J. Krishnamurti (1895-1986), “non abbiamo bisogno di peregrinare alla ricerca di maestri, di guru, di religioni, di chiese e di nuovi profeti”. Posso cercare rifugio nelle illusioni, nel danaro, nello sport, nella politica, nella competizione sociale. Posso venerare qualcuno, struggermi di dolore per i miei peccati o per i miei morti. Posso pregare, accendere ceri e candeline ma, se ignoro me stesso, non risolverò mai il mio rebus esistenziale. Il punto è che l’uomo sta in eterna fuga, in costante alienazione da se stesso.

PIU’ FUGGIAMO DA NOI STESSI E PIÙ DIPENDIAMO DAI GURU

Se non comprendiamo appieno la nostra struttura mentale-emozionale. Come possiamo con l’azione concreta produrre un cambiamento, una scossa nella società paralizzata e sclerotica in cui viviamo? Che serve affannarsi, leggere, studiare, meditare? Possiamo girare la Terra in lungo e in largo, possiamo scalare il K2 e affrontare il mare gonfio e in tempesta, possiamo incontrare gli Osho Rajneesh, i Sai Baba, i Dalai Lama e le venerabili Ching Hai ma, alla fine, dobbiamo sempre tornare su noi stessi.

ESSERE ACRITICI VUOL DIRE SOSTENERE I SOPRUSI

Fin quando viviamo acritici e collusi in un consesso mondiale, nazionale e locale fondati sull’avidità, sull’invidia, sul consumismo, sulla sopraffazione del forte sul debole, dell’armato sul disarmato, del legale sull’illegale, dell’azzeccagarbugli sul paesano, del dottore sul comune mortale, del bipede sul quadrupede, dell’impallinatore sul volatile, del marinaro sul marino, non si fanno passi avanti né con la salute a 360 gradi né col nostro percorso karmico.

LA LEGGE DEL PIÙ FORTE, DEL PIÙ FURBO E DEL PIÙ CATTIVO

La società tende costantemente a cristallizzarsi, ad ossificarsi. Tende alla staticità e al consolidamento delle abitudini che diventano comportamenti aberranti e leggi del più forte, del più furbo e del più cattivo. Dobbiamo costruire qualcosa di nuovo. Costruire non significa solo imitare e replicare, ma tirar fuori le nostre forze migliori, la nostra intelligenza creativa depurata da ogni istinto cinico di prevalenza.

SERVE UNA RIVOLUZIONE NEI VALORI

Il cancro della società umana è l’imitazione, l’impecorirsi, l’adeguarsi alla mediocrità, quello che porta all’obbedienza acritica, all’autoritarismo dei peggiori despoti. Non possiamo peraltro ritirarci dal mondo e vivere in isolamento. Quello non è conoscere se stessi. La conoscenza di noi stessi si realizza in rapporto dinamico con gli altri e con l’ambiente. La vera rivoluzione non è di sinistra o di destra, ma è una rivoluzione di valori.

SVINCOLARSI DAI DOGMI

La conoscenza di noi stessi è l’inizio della saggezza, della felicità, della autorealizzazione, della salute. Ma conoscersi per quel che si è veramente richiede una mente eccezionalmente vigile, svincolata da qualsiasi dogma o credenza.

SVUOTARE IL CERVELLO DALL’INUTILE CIARPAME

Essere creativi non significa necessariamente dipingere quadri, scrivere poesie, fare dei goal spettacolari, correre i 100 metri in 9 secondi, per quanto lodevoli queste performance possano risultare. Essere creativi significa saper annullare il proprio sé, svuotare il proprio cervello da ogni concetto-spazzatura e diventare ricettivi.

LA TAZZA È UTILE QUANDO È VUOTA

Vogliamo tutti essere qualcosa di diverso. Il basso vuole diventare alto, il peccatore vuol diventare santo, il carampano vuole risvegliare gli antichi ardori come ai bei tempi, Bill Clinton vuole diventare vegano e noi gli diamo comunque il benvenuto, soprattutto quando distribuirà in autentica beneficienza (e non in Scientology) tutti i miliardi accumulati con la farsa Aids. Una tazza è utile solo quando è vuota. La stessa cosa succede alla mente. Se siamo già strapieni di certezze, di convinzioni, di dogmi, di asserzioni apprese meccanicamente, avremo una mente nozionistica, mnemonica e ripetitiva, ma non spumeggiante e creativa.

ORA SI’ CHE POSSIAMO PASSARE AL MOTORE E AL CARBURANTE

Dettovi quanto sopra, tiro finalmente un sospiro di sollievo e mi ritengo soddisfatto. Ora posso anche parlare di carote e di radicchio. Ora ho la sensazione di essere andato al nocciolo e al concreto. Conoscere se stessi implica diventare esperti non solo della nostra anima, ma anche del nostro motore e del nostro carburante.

UN NON PLUS ULTRA CHE MI LASCIA PERÒ DIVERSI DUBBI

Cos’è che fa bene all’uomo in fin dei conti? Qualcuno ha espresso una opinione interessante. “Tutto quello che non si mangia fa bene alla salute”. Ottima battuta. Quasi un invito al respirazionismo, al fachirismo e all’anoressia. Ho il massimo rispetto per chi riesce a vivere di aria, di acqua e di sole, e magari di qualche mela presa di soppiatto, tra una indigestione aerea e l’altra. Quanto alle performance pratiche e alla applicabilità sociale mi sia concesso più di qualche dubbio.

SE ABBIAMO DEGLI ORGANI È SENSATO FARNE BUON USO

La metto sul piano del buon senso. Se il creatore ci ha dato degli straordinari polmoni per respirare e un magnifico intestino per assimilare, vuol dire che entrambi devono essere adoperati. E questo vale per tutti gli organi del corpo umano. È la funzione che fa l’organo. Non adoperare significa mettere in disuso e in desuetudine, significa incapacitare ed arrugginire. Ci serve aria buona, acqua biologica, acqua leggera, cibo vivo, cibo innocente e compatibile, movimento e riposo, sentimenti e motivazioni, sole e ricarica elettromagnetica.

LE IDEE-CHIAVE DEGLI ALLIEVI DI SHELTON

Frank Sabatino è uno dei pochi maestri igienisti a vantare con Ralph Cinque, Alec Burton e pochi altri ancora di essere stato allievo diretto di Herbert Shelton. Meglio degli altri ha sintetizzato le idee-chiave dell’igiene naturale moderna. Stabilito che le tre carenze alimentari più comuni, a parte l’acqua biologica, sono le fibre naturali, i fitonutrienti colorati (licopene, flavonoidi, carotenoidi, antocianine, resveratrolo, ecc) e gli antiossidanti.

FORMULA VINCENTE IN 7 PUNTI

Per accontentare i cacciatori di dritte salutistiche, Sabatino ci ha elencato una sua formula vincente in 7 punti, dove le carni non vengono nemmeno citate, trattandosi di non-cibi:

1) Eliminare prodotti caseari e zuccheri. 2) Incrementare drasticamente frutta, vegetali, noci, legumi freschi (riduttori di radicali liberi). 3) Masticare bene e lentamente (così si mangia di meno e aumenta la qualità della nutrizione). 4) Dormire meglio (la carenza di sonno aumenta i dolori muscolari, provocando azione anti-insulinica e sbalzi zuccherini). 5) Ridere di più. Un bambino sano ride 400 volte al giorno, noi adulti solo 15 volte. Dove sono finite le altre 385 volte? Ridere abbassa la pressione sanguigna e rafforza il sistema immunitario. 6) Stare di più assieme agli altri, evitando folle ed assembramenti, trovando modo di stare soli con noi stessi, ma accettando la vita sociale. 7) Voler più bene a noi medesimi, che non significa essere egoisti ma porre semmai le basi indispensabili per amare il nostro prossimo.

VALE ANCHE IL PASSO DOPO PASSO

Ralph Cinque, pure lui di origini italiane, si associa a quanto sopra e invita tutti a concentrarsi nel cambiamento radicale delle abitudini distruttive come fumare, bere alcolici, bere the e caffè, consumare proteine animali, essere schiavi di doping, di vaccini, di farmaci e di integratori. Cinque è il teorico della tolleranza, del compromesso e del passo dopo passo. “Non è indispensabile essere totalmente e immediatamente vegani per usufruire dei benefici del veganismo”. Fissiamo, come obiettivo prioritario, l’inserimento di una bella mangiata di frutta e di verdure crude ogni giorno. Poi, da cosa nasce cosa”.

LE DRITTE DELL’IGIENE NATURALE

Dritte simili arrivano da altri igienisti americani, come Alan Goldhamer e Joel Fuhrman, e riecheggiano i concetti classici di origine pitagorica ed ippocratica, e quelli divulgati in tutta Europa dalla nostra formidabile Scuola Medica Salernitana:

– La salute è sempre risultato di un vivere salubre. – Il corpo auto-guarisce, a condizione che gli diamo la possibilità di farlo (cosa che i medici raramente amano fare e mettere in pratica). – L’obiettivo dell’igiene non è quello di intervenire sul sintomo, ma sempre e solo di rimuovere le cause di malattia.

SCIENZIATI DELLA SALUTE E DELLA MALATTIA REALE

Spesso, il termine “igiene naturale” non viene compreso nel modo giusto, ed è per questo che gli igienisti dell’ultima generazione amano chiamarsi scienziati della salute e della malattia reale, lasciando ai medici l’esclusiva della tecnica chirurgica e farmacologica, l’esclusiva della cura sul sintomo, la logica gestione del pronto soccorso. Chiaro che l’igiene naturale reclama e pretende liberalizzazione del settore salute.

MONOPOLISMI ED ESCLUSIVE LEGALI NON FANNO BENE ALLA SALUTE

La salute è troppo importante per essere lasciata in esclusiva a chiunque, e soprattutto a una corporazione medica che, nei fatti, si sta dimostrando più brava ad ammalare, a diffondere malattie iatrogene o medico-causate, più che a guarire o a permettere di auto-guarire. L’obiettivo costante per noi è sempre quello. Uno stile di vita alimentare e comportamentale di alta qualità, capace di dare il buon esempio agli altri e di garantire a chi lo pratica uno stato di massimo benessere.

LE MUCCHE NON HANNO MAI FATTO MALE A NESSUNO

Geni incompresi, scienziati incompresi o cialtroni incompetenti e fenomeni da baraccone? Se andate a leggere le malelingue, potrei cavarmela stasera e sempre con qualche muggito. Muuh, muuh, e poi darvi un saluto, visto che vengo accusato di dire vaccate. In realtà, i muuh delle mucche nulla hanno di negativo, di scadente e di analfabetico, mentre le ignobili voci di certa gente suonano di vuoto e di rotto, scadendo negli insulti gratuiti e da latrina.

VADO FIERO DEL MIO COGNOME

Non conosco ovviamente i nomi veri e tantomeno i cognomi di questa gente dai modi inurbani e dalle menti contorte. Non pensino di essere esenti dai lazzi. Si chiamassero Casini direbbero casinate, si chiamassero Monti direbbero montate. Troppo facile ironizzare sui cognomi. Del mio cognome vado comunque fiero. Potrei anche essere cugino di Brenda Vaccaro, considerata una delle migliori star di Hollywood.

LA SCIENZA NON-MEDICA DELLA SALUTE STA FORSE AVENDO TROPPO SUCCESSO?

Non mi risulta di darmi arie leonardesche o galileiane. Sono persona normalissima alla ricerca della verità come la gente che mi segue, e che io seguo ed assecondo a mia volta. Non sarà che a qualcuno dà fastidio il successo auto-terapeutico ed il crescente interesse per la scienza non-medica della salute?

LA SPAZZATURA HA I SUOI STRENUI DIFENSORI

Capisco che parlare contro la spazzatura alimentare e culturale che ci circonda, contro il sangue e la caseina, contro lo zucchero industriale e il caffè, contro i farmaci e le vaccinazioni, contro il cotto sistematico e gli integratori, contro le diete Mediterranee e a Zona, contro le Dukan e le Tisanoreiche possa provocare anche reazioni spropositate e palesi tentativi di demolizione personale.

GENEROSI CON L’AVVERSARIO, ENTRO CERTI LIMITI

A parte le mie dure critiche oggettive, porto rispetto per l’avversario come persona, anche se sbaglia. Non do del falso alla gente senza conoscerla, senza dire il come, il dove e il perché. La mia inquadratura pitagorica mi impone di essere generoso con l’avversario. Ma c’è un limite a tutto. Accetto ed apprezzo la critica, ma qui si tende a sforare il tetto della cattiveria gratuita e della maleducazione.

MEDICI CIARLATANI E MEDICI DIVINI

Questo è un mondo bislacco che funziona a titoli, a discriminazioni, a ghetti. Un mondo manicheo suddiviso in buoni e cattivi, in divini e sgangherati, in legali e abusivi, in medici e ciarlatani. Medici ciarlatani? Tantissimi. Se ciarlatano significa vendere merce corrotta, tale merce abbonda più in ambito medico che fuori. Medici divini? Sì, ce ne sono non pochi, e godono pure della mia sperticata ammirazione.

L’ESEMPIO DI PARACELSO

Theophrastus Bombastus von Hohenheim, detto Paracelso (1493-1541), pur essendo di nobili origini, oltre che medico e docente in Basilea e poi in Germania, massimo esponente storico del naturalismo tedesco, non ebbe alcun timore a dichiarare in un congresso chirurgico che il meglio delle sue conoscenze lo aveva appreso dai barboni, dai boia, dai barbieri e dalle prostitute, e non certo dai laboratori di chimica, dalle sale di anatomia e dalle aule di medicina.

LIBERTÀ DI SCELTA TRA SPAZZATURA E QUALITÀ

Il titolo originale del mio best-seller del momento, non era “Alimentazione Naturale” ma “Il ferro, l’enzima, l’anima”, a conferma del fatto che alimentazione non è soltanto il cibo materiale, ma tutto quello che mettiamo dentro nel corpo, nella mente e nell’anima. Ognuno è libero di fare le sue scelte tra la spazzatura e la qualità.

C’È PURE CHI AMA IL MATTATOIO, IL VIAGRA E IL BRODO OSPEDALIERO

Non è certamente vietato optare per la sporcizia e la barbarie del mattatoio, per i cibi devitalizzati, per lo zucchero papale e dopante dell’Eridania, per il rapporto sessuale Viagra-assistito con triplo preservativo e scafandro associato, per la prevenzione a suon di vaccini, per le cure mediche, per il mangiare un po’ di tutto e bere litri di acqua, oltre che per i brodi ospedalieri non appena tutto va storto.

NON COLTIVIAMO AMBIZIONI DITTATORIALI

Non ci risulta di imporre le nostre posizioni a nessuno. Siamo al contrario per la libertà di informare e di contro-informare regime ci circonda, per poter cullare ambizioni inquisitorie e dittatoriali. Troppi roghi abbiamo subito, troppi insabbiamenti stiamo notando, troppa diseducazione di

MINORANZA NUMERICA MA ARMONIA COL CREATO E CON NOI STESSI

Non possediamo del resto reti televisive, testate giornalistiche, chiese, governi, ministeri, scuole e partiti. Sappiamo contare da 1 a 10, per cui non nutriamo dubbi sul fatto di costituire una ristretta minoranza numerica. Abbiamo però un enorme vantaggio, ed è quello di sentirci in armonia col creato, con Madre Natura e, cosa non da poco, con la nostra coscienza.

UNA TESTIMONANZA VERACE E DIRETTA

L’intervento finale della Giovanna, 58 anni ora ben messi, che ha elencato al pubblico i risultati conseguiti in un anno di veganismo crudista tendenziale, ha fatto davvero scalpore. Non tanto per i 35 chili persi, quanto per aver sconfitto decennali dipendenze da statine e da altri farmaci, per aver debellato ipertensione e psoriasi, e per aver acquisito una energia e un benessere mai conosciuti in precedenza. Ribadisco che non ci siamo messi d’accordo. Venne alla mia conferenza del 31/7/10 presso la Biblioteca Esoterica “Anima” di Milano, e l’ho rivista a sorpresa, e con grande piacere, qui a Verbania, assieme a suo marito. Non mi attribuisco guarigioni o meriti.

SUCCEDE ORMAI A OGNI CONFERENZA

Apprezzo che sia venuta qui a portare, in modo libero e spontaneo, il suo messaggio di affetto. Succede abbastanza spesso. Mi fa pensare alla amica rumena Nikol, venuta a sorpresa alla conferenza di Roma del 22/9/11, a testimoniare la sua perfetta guarigione senza farmaci e senza interventi dopo mesi e mesi di incubo continuo e di pressioni mediche per una asportazione mammaria ritenuta urgente ed inevitabile dai medici curanti (vedi mia tesina “Tumore, barriera e strumento del sistema immunitario”, della medesima data).

NIVES ABROSIO, UN NOME DA RICORDARE

Importate anche l’intervento contro lo zucchero e l’aspartame, e purtroppo mi sfugge il nome dell’autrice. Non mi sfugge invece il nome della bravissima Nives Abrosio, giovane mamma vegana di Verbania, nonché autrice di un libro davvero formidabile come “Cucina Etica Regionale, Editrice Sonda-Casale Monferrato (sonda@sonda.it), che consiglio vivamente al pubblico.

UNA PICCOLA ENCICLOPEDIA CULINARIA VEGAN-REGIONALE

Tantissime ricette regionali riviste e riproposte in chiave vegan, illustrate magnificamente. Una enciclopedia orientativa vegan di oltre 500 pagine. Qualcosa di troppo sbilanciato a favore del cotto? Direi di no, se uno ha presente con sufficiente convinzione la concezione vegan-crudista che non manca pure all’autrice, e che trova in questo testo un corredo e un supporto, più che una concorrenza. Basta usare il mio schema vegano-crudista tendenziale e inserire a piacere qualche ricetta come seconda portata, dopo il primo a base di verdure crude. La Nives mi ha onorato della sua presenza, e auguro alla sua opera tutto il successo che si merita.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

1 commento

  1. Unknown

    Molto interessante mi è piaciuto tanto

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