CACAO INTEGRATORE CALORICO E COMPENSATIVO MENTALE

da 4 Set 2019Superfood

LETTERA

Ciao carissimo Valdo! Vorrei porti un quesito per conoscere la tua opinione in merito ai benefici presunti o no del cacao. Dato che il mio unico sgarro quotidiano è un pezzetto di cioccolato non vorrei venire a scoprire che l’effetto cumulativo potrebbe nuocermi a lungo termine. Si tratta di cacao fondente al 92 % e dolcificato con zuccheri da fiore di palma di cocco.

Dopo aver ascoltato un video curato dalla Dottoressa Michela De Pretis in cui vengono grandiosamente magnificate le proprietà e i benefici del cacao (la De Pretis ne raccomanda l’assunzione fino alla quantità di 30 grammi giornalieri).

Ho voluto informarmi anche altrove e dopo essermi imbattuta in questo articolo sono andata in totale confusione!

Ti riporto alcuni passi:

  • Il cacao è una delle sostanze conosciute che da più dipendenza
  • In alcuni casi di utilizzo per lunghi periodi, possono presentarsi effetti psicologici che vanno da una spiccata dipendenza a problemi sessuali, sfoghi emotivi violenti, problemi di concentrazione e di ragionamento e mancanza di forza di volontà
  • Una grossa dose di 40 o più fave di cacao agisce come allucinogeno e può causare effetti solitamente attribuiti a LSD o hashish
  • Il cacao è estremamente tossico per il fegato
  • Il risultato di un utilizzo a lungo termine è un alto livello di tossicità nel sangue e nel fegato, che può causare casi estremi di: sbalzi di umore, reazioni emotive, violenza, depressione, paranoia e vertigini
  • E’ estremamente ostruente, per via delle tossine presenti negli oli che contiene. Inoltre le catene di grassi sono piuttosto complesse e richiedono molto lavoro da parte dell’organismo per essere metabolizzate.
  • Agisce come uno stimolante, agendo sui reni e sulla ghiandola surrenale, e può causare: insonnia, incubi, risveglio nel cuore della notte, tremori e sbalzi di energia.
  • Nessun animale in natura lo mangerebbe, a meno che non sia nascosto nel latte o mischiato allo zucchero.
  • Se riesci a convincere un animale a mangiare del cacao, accorci la sua speranza di vita o lo uccidi all’istante (ad esempio nel caso dei cani)
  • “La raffinazione delle fave di cacao in polvere e cioccolato è una procedura anti-igienica e a dir poco rischiosa. La muffa cancerogena chiamata aflatossina è spesso presente in grandi quantità nei semi del cacao…”

RISPOSTA

NEL CASO TUO LO SFIZIO È INNOCENTE

Per quanto riguarda il tuo caso personale, non ci sono assolutamente problemi, visto che parli di un pezzetto di cioccolato al cacao fondente al 90 e oltre percento. Inserita poi questa abitudine in una dieta leggera e virtuosa come la tua, rimane assolutamente priva di accumuli, di residui e di controindicazioni. Molto diverso il caso dei bambini che vengono letteralmente assaliti da prodotti indecenti, capaci solo di corromperne i gusti e di dirottarli sul prodotto dolce, concentrato, devitalizzato e stimolante.

NOTEVOLI SBALZI TRA UN PRODOTTO E L’ALTRO

Tutte le obiezioni che hai citato vanno prese in considerazione, anche se a volte si tende a esagerare, sia con le critiche che con gli elogi. Che la raffinazione sia spesso una procedura a rischio è sicuramente vero, per cui la qualità di ogni prodotto è fortemente variabile. Intendo dire che sul mercato esiste l’eccellenza e c’è pure molta qualità scadente.

QUALCUNO LO COLLOCA TRA I SUPERFOOD

Più in generale, va riconosciuto che il cacao è diventato uno degli alimenti più amati del pianeta, per una questione di gradimento gustativo e anche di spot pubblicitari a sostegno. Qualche contentino va ammesso, concesso e tollerato.

Occorre anche dire che, allo stato crudo è l’alimento a più alto contenuto di polifenoli e flavonoidi, ossia di alimenti ad alto contenuto di unità ORAC Oxygen Radical Absorbance Capacity. Ricordo che servono almeno 3000-5000 unità ORAC al giorno, e che la quota aumenta per chi pratica attività sportiva intensa.

I superfood si classificano nei dati USDA-US Dept of Agricolture come segue (unità Orac per 100 gr di prodotto fresco):

  • Cacao grezzo in polvere 95500
  • Cacao tostato 26000
  • Bacche goji 25300
  • Menta-origano-noci 13000
  • Cioccolato fondente 13541
  • Mirtilli rossi 9584
  • Mele 4275
  • Fichi e ciliegie 3300.

CACAO CRUDO E CACAO LAVORATO

Occorre però fare una netta distinzione tra il cacao crudo e quello lavorato e consumato nel mondo, che è poi la stragrande maggioranza. E anche tra quello lavorato esistono grosse differenze a seconda della percentuale di cacao, della qualità del cacao, della conservazione (vedi aflatossine), della cottura più o meno intensa e prolungata, dello zucchero ivi aggiunto, del latte ivi aggiunto, di altri ingredienti inseriti nella mescola.

Il rischio concreto è che il cacao, o meglio il cioccolato nell’assieme, diventi una specie di integratore calorico sul piano fisico, e una specie di prodotto compensativo-morale sul piano psicologico.

I MIEI GUSTI PERSONALI

Personalmente non mi pongo grossi problemi, e non sono di certo un consumatore seriale di cacao. Se vado al bar la mia scelta numero uno è la spremuta d’arancia, ma a volte non disdegno una tazza di cioccolata calda amarotica e concentrata, e questo può succedere 2-3 volte l’anno sia ben chiaro. Un quadrettino di cioccolato amaro lo posso pure prendere senza farne un dramma.

Se passo per Torino e dintorni, o anche per Bellinzona e dintorni, qualche trasgressione in più va messa in conto. Cedo in particolare ai marron glacé più ancora che al cacao. Ma tutto finisce lì. Non so cosa siano caramelle, dolcetti, biscotti, fette biscottate, gelati, wafer, bignè, torte, caffè, tè, cappuccini, bibite e simili, per cui accumuli tossici di questo tipo non esistono.

Per uno che si mangia mezzo chilo di radicchio amarognolo al giorno poi, uno sfizio ogni 3 mesi diventa insignificante davvero.

PER LE POPOLAZIONI PRECOLOMBIANE IL CACAO ERA UN RICOSTITUENTE

Occorre dire che le antiche popolazioni del Sud America utilizzavano il cacao come alimento crudo e senza alcuna lavorazione. I semi venivano mangiati non appena tolti dal frutto, o appena dopo breve essiccazione con la polpa esterna ancora attaccata ai semi stessi. Questo era il vero cibo degli dei, usato come nutrimento, come ricostituente e come lassativo.

NESSUNO NEGA CHE IL CACAO SIA RICCO DI SOSTANZE

Al cacao crudo vengono attribuite molte qualità, a volte persino esagerando, come si tende a fare in fito-terapia e soprattutto nei prodotti di largo consumo.

Pare comunque che il cacao crudo contenga 20 volte più antiossidanti del vino rosso, 30 volte più del tè verde, 36.7 volte più del cacao tostato. Include pure 300 composti come protidi, grassi, carboidrati, fibre, ferro, zinco, rame, calcio, magnesio, zolfo.

Ricco di triptofano, antidepressivo e precursore di serotonina e melatonina. Contiene anandamide, un neurotrasmettitore che contrasta l’ansia e incrementa il buonumore.

Contiene epicatechina, altro antiossidante, nonché fenilatalanina, energizzante e stimolante, nonché procianidina, utile contro le malattie coronariche poiché incrementa l’HDL e contrasta l’LDL.

NON MANCANO LE CONTROINDICAZIONI

Purtroppo molte delle qualità citate si perdono con la tostatura, con la torrefazione e le altre lavorazioni. Controindicazioni esistono. Chi soffre di calcoli renali e di colicistite farà meglio a evitare il cacao. Il cacao è ricco di ossalati che rubano il calcio. Fegato e reni non lo guardano di buon occhio.

Teobromina e caffeina sono sostanze psicoattive e stimolanti, per cui generano dipendenza se prese regolarmente. L’aggiunta di zucchero e di latte compromette notevolmente la salubrità del prodotto.

Il cacao è notevolmente tossico per gli animali, specie per i cani. L’alternativa al cacao è la farina di carruba, ottima anche per bambini e per gli sportivi, priva di ossalati e di effetti dopanti.

Tutto sommato, non classificherei il cacao tra le sostanze curative e vitali. Non lo inserisco tra i cibi indispensabili. Guardo più alla vibrazione Angstrom che ai punteggi Orac. I migliori antiossidanti vanno presi tra la frutta acquosa, cibo completo, bilanciato e privo di effetti collaterali, e anche tra le verdure.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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