IPERPARATIROIDISMO, FOSFATASI ALCALINA E STOP AL TIROSINT

da 1 Mag 2014Disturbi delle paratiroidi

LETTERA

LA TUA PRESENZA ATTIVA È PER NOI DI BASILARE IMPORTANZA

Buongiorno caro Valdo, sono Claudia da Ravenna. Grazie e grazie ancora per la passione che metti nel tuo lavoro, lavoro che ad occhi disattenti può sembrare banale e molto scomodo, mentre a me e a mio marito ha cambiato letteralmente la vita!

VEGAN-CRUDISTI DA UN ANNO E DOTATI DI UN MAGNIFICO ESTRATTORE

Siamo vegani da parecchio tempo ma vegani-crudisti tendenziali da un anno circa e precisamente da quando io ho scoperto il tuo blog. Ho risolto parecchi problemi di salute e ora mi sento veramente molto bene. Per Natale io e mio marito ci siamo regalati anche un estrattore e ne siamo entusiasti.

PICCOLO NODO ALLA PARATIROIDE E USO DEL FARMACO TIROSINT CONTRO CARENZA DI CALCIO E DI VITAMINA D

Ti ho scritto perché da qualche anno mi è stato diagnosticato un iperparatiroidismo dovuto ad un piccolo nodulo alla paratiroide. Devo premettere che sto cercando di seguire le regole dell’igienismo e non prendo più farmaci da anni tranne il Tirosint, visto che soffro anche di ipotiroidismo Hashimoto. Non l’ ho ancora tolto per via del fatto che non so come comportarmi con la carenza di calcio e di vitamina D oltre ad una fosfatasi alcalina molto alta (455 UL) apparse nelle ultime analisi del sangue.

MENU TIPICO DELLA GIORNATA

Le mie abitudini alimentari partono con una colazione basata su spremuta di arance o pompelmi al risveglio, seguita a metà mattina da 1 o 2 mele, oppure 1 banana, o pere o altra frutta. A pranzo insalatona con rucola, porro, qualche oliva e pomodori, variando in continuazione le diverse verdure, e seguendo con un secondo piatto di miglio o altro cereale e verdura scottata.  Merenda tardo-pomeridiana con frutta a sazietà. A cena insalatona varia di nuovo, oppure se non ho molta fame come spesso succede, solo frutta.

SISTEMATICA LETTURA TESINE E VITTORIA DEFINITIVA SULLA SINUSITE

Considera che ho letto quasi tutte le tue tesine sull’argomento e mi sono fatta già una cultura igienistica soddisfacente guardando i tuoi video oppure quelli di Carmelo Scaffidi e company. Pensa che nell’inverno passato ho debellato una brutta sinusite che mi affliggeva da anni con i bagni derivativi e ne sono andata veramente fiera!

LIBERAZIONE DAL TIROSINT

Visto che vorrei smettere di assumere il Tirosint al più presto, secondo te può essere fattibile allo stato attuale oppure no? La fosfatasi alcalina così alta è riferibile all’iperparatiroidismo? Grazie di cuore Valdo se potrai rispondermi. So che sei super-oberato di lavoro. Un caro saluto. Claudia

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RISPOSTA

NON DARE TROPPA IMPORTANZA AL VALORE ALTO CHE CALERÀ RAPIDAMENTE AL PRIMO SOLE VERO

Ciao Claudia. Se leggi le tesine e se stai diventando una vera cultrice della salute come mi pare di intuire, sai benissimo che non ci sono vie di mezzo, non ci sono se e ma, non ci sono perplessità e dubbi. Non si può essere salutisti in certe cose e medicisti in altre. Posto per i farmaci non esiste nella scienza della salute, se non in casi rari e limitati di estrema emergenza e di pronto soccorso. Il tuo valore sballato di 455 non deve assolutamente inquietarti, per una serie di motivi che vanno dalla istantaneità del test, dalla sua notevole inaffidabilità e dalla instabilità dei valori.

IPERPARATIROIDISMO PRIMARIO PER IPERATTIVITÀ GHIANDOLE PARATIROIDI

L’iperparatiroidismo è una disfunzione dovuta a un’inappropriata secrezione di paratormopne PTH, ormone che regola i livelli di calcemia e fosfatemia (calcio e fosforo nel sangue), conseguente a un’iperattività delle ghiandole paratiroidi. L’eccessiva secrezione di PTH da parte delle paratiroidi dovuto a patologia delle ghiandole stesse, conduce a ipercalcemia. In questo caso si parla di iperparatiroidismo primario.

IPERPARATIROIDISMO SECONDARIO DA CARENZA VITAMINA D E DA INSUFFICIENZA RENALE

Nel caso l’iperproduzione di paratormone derivi da una riduzione del livelli di calcio, come nel caso di carenza di vitamina D o di malattia renale cronica, si parla di iperparatiroidismo secondario. In ogni caso l’aumento dei livelli di PTH risulta lesivo per le ossa. Il goal per la medicina non è la normalizzazione della calcemia ma il solo controllo dei sintomi. In questi casi deve essere corretta anche l’ipomagnesia, perché essa riduce la secrezione del PTH che ha un’azione ipercalcemica.

FOSFATASI ALCALINA ALP

La fosfatasi alcalina (ALP) è un enzima appartenente alla classe delle idrolasi ed è composta principalmente da tre forme isoenzimatiche (epatobiliare, ossa, intestino), più una forma transitoria durante la gravidanza (forma placentare). Anche se si può fare una valutazione ragionevole in materia di origine epatica o non epatica di un aumento della fosfatasi alcalina utilizzando solo i dati clinici, ci sono metodi biochimici che possono distinguere le tre isoforme.

ENZIMA UBIQUITARIO NEI VARI ORGANI INTERNI

La fosfatasi alcalina è un enzima presente in vari tessuti del corpo, come fegato, ossa, reni, intestino e placenta della gravidanza. Tuttavia, le concentrazioni più elevate di questo enzima si possono osservare nelle ossa e nelle cellule epatiche. Nel fegato, la fosfatasi alcalina, si trova ai bordi delle cellule che si legano i dotti biliari, piccoli tubi drenanti che dalla bile passano dal fegato e poi all’intestino e sono necessari per facilitare la digestione dei grassi. Nelle ossa, invece, la fosfatasi alcalina è prodotta da cellule chiamate osteoblasti coinvolti nella formazione ossea. Ciascuno di questi diversi tessuti o organi producono varie forme di fosfatasi alcalina, che sono conosciuti come isoenzimi.

VALORI ALTI DI ALP NEL SANGUE POSSONO INDICARE ANOMALIE ANCHE SERIE

La rilevazione dei livelli di fosfatasi alcalina è utile per diagnosticare possibili malattie delle ossa o malattie epatiche. Quando ci sono dei danni al fegato, le cellule danneggiate rilasciano grandi quantità di questo enzima nel sangue. Pertanto, questo test viene spesso utilizzato per rilevare ostruzioni delle vie biliari, dal momento che l’ALP, acronimo della fosfatasi alcalina, si trova in alte concentrazioni ai margini delle cellule che rivestono i dotti. Se è presente l’ostruzione di uno o più condotti, per esempio a causa della presenza di un tumore, spesso la concentrazione di ALP nel sangue è elevata.

SINDROME DI PAGET E ARTRITE REUMATOIDE

I livelli di questo enzima possono aumentare significativamente per esempio, quando c’è un blocco di uno o più condotti. Dei marcati incrementi sono stati osservati in tumori del fegato e cirrosi , così come l’epatite e l’utilizzo di farmaci che intaccano il fegato. Qualsiasi situazione che comporta una eccessiva formazione ossea, come la malattia di Paget, e altre condizioni come l’artrite reumatoide o qualsiasi altra situazione come la semplice frattura ossea potrà aumentare i livelli di fosfatasi alcalina. Nei bambini e negli adolescenti è una caratteristica comune rilevare alti livelli di questo enzima, in quanto le loro ossa si stanno ancora formando.

SEGNI E SINTOMI

Segni e sintomi di malattie che riguardano il fegato includono debolezza, stanchezza, perdita di appetito, nausea, vomito, gonfiore, dolore addominale, ittero, urine scure, feci scolorite, prurito.

TEST DEL SANGUE INAFFIDABILI E POCO PREDITTIVI

Un semplice esame del sangue consente di verificare particolari livelli di fosfatasi alcalina. Non è possibile specificare un intervallo di riferimento standard per questa analisi. Poiché i valori di riferimento dipendono da molti fattori, tra cui l’età del paziente, sesso, caratteristiche della popolazione e condizioni di vita, i risultati del test numerici hanno significati diversi in laboratori diversi. La relazione di laboratorio dovrebbe includere l’intervallo di riferimento specifico per il test.

VALORI ALP, AST E ALT

Alti livelli di fosfatasi alcalina indicano solitamente un danno epatico. Se esistono altri risultati elevati che riguardano il fegato come bilirubina, aspartato aminotransferasi AST o alanina aminotransferasi ALT, l’aumento della fosfatasi alcalina potrà essere attribuito al fegato. Nel caso invece i risultati di un valore ALP elevato abbinati a valori anormali di calcio e fosfati allora sarà più probabile che l’aumento della fosfatasi alcalina possa essere provocato da malattie ossee.

FOSFATASI ALCALINA DI TIPO EPATICO

Livelli di fosfatasi alcalina sono interpretati in combinazione con altri elementi di prova specifiche delle malattie epatiche. In caso di epatite la fosfatasi alcalina è minore rispetto all’aumento delle transaminasi AST e ALT. Per quanto riguarda invece le ostruzioni delle vie biliari l’aumento della fosfatasi alcalina e della bilirubina sono molto superiori a quelli della transaminasi. I più marcati incrementi si trovano in ostruzione meccaniche delle vie biliari extraepatiche o colestasi intraepatica.

INCREMENTI CON CAPACITÀ INDICATIVE ED ORIENTATIVE

Un aumento di 10 volte nella testa del pancreas indica calcoli del dotto biliare ed epatite colestatica. Un aumento di 5-20 volte nella cirrosi biliare primitiva, indica carcinomi epatici primari o metastatici. Aumento moderato di 2 volte il normale indica epatite virale e cirrosi. Aumento consistente di 5 volte il normale, indica mononucleosi ed ostruzione da citomegalovirus, chiamata impropriamente dalla medicina monatta come infezione.

TRASFUSIONI, BYPASS E CARENZE DI ZINCO

Si potrà inoltre osservare che i livelli di fosfatasi alcalina si riducono transitoriamente dopo una trasfusione di sangue o di un bypass al cuore. Carenze di zinco possono anche causare la diminuzione dei livelli di fosfatasi alcalina. Come anche una marcata diminuzione della fosfatasi alcalina denota una rara malattia genetica del metabolismo osseo, noto come l’Ipofosfatasia. Altri casi sono l’iperparatiroidismo, l’ipertiroidismo, il morbo di Paget delle metastasi ossee, tumori ossei, osteomalacia, rachitismo e fratture multiple.

GAMMA GT ALTA DA ALCOLISMO E DA INSUFFICINZA RENALE

La gamma GT o gammaglutamiltranspeptidasi è un enzima contenuto a livello microsomiale in organi come il fegato, il cuore, il pancreas, l’intestino tenue, la milza e il rene. La diminuzione della gamma GT rispetto ai valori normali non è significativa. Livelli di gamma GT superiori alla norma sono stati riscontrati in pazienti che soffrono di infarto del miocardio, nefrosi, tumori maligni, epatite virale acuta, metastasi epatiche, alcolismo.

GT ALTA CON MALATTIE DEL FEGATO E DELLE VIE BILIARI

Il dosaggio della gamma GT è utilizzato nello screening e nel trattamento delle patologie del fegato e delle vie biliari, quali cirrosi, colestasi e tumori epatici primari e secondari. Nonostante la GGT Gamma glutamil transferasi sia riscontrabile nelle membrane cellulari di moltissimi tessuti, tra cui rene, pancreas, milza, cuore, cervello e vescicole seminali, le sue concentrazioni nel siero sembrano dipendere principalmente dalla salute del sistema epatobiliare. Per questo motivo, alti livelli di GGT nel sangue sono comunemente riscontrabili in tutte le malattie del fegato e delle vie biliari.

SCARSO SIGNIFICATO INFORMATIVO

L’importanza clinica di questo enzima è tuttavia diminuita dalla bassa specificità. Un valore particolarmente alto di gamma GT indica infatti la probabile presenza di un danno epatico, ma non dà alcuna informazione sulla sua origine. Pertanto, il dosaggio plasmatico di questo enzima fornisce ben poche informazioni aggiuntive rispetto a quelle derivanti dalla determinazione delle transaminasi, della fosfatasi alcalina e della bilirubina. I valori normali di riferimento per la Gamma GT sono 55 U/L per l’uomo e 38 U/L per la donna.

GAMMA GLUTAMIL TRANSFERASI ALTA E ALCOLISMO

Una gamma-GT alta rappresenta un indice particolarmente sensibile di alcolismo. Negli alcolisti, la GGT sierica aumenta per un meccanismo di induzione enzimatica, quindi indipendentemente dalla presenza o meno di danno epatico alcol-correlato. Il rialzo della GGT è quindi tipicamente associato all’eccessivo consumo di alcol, soprattutto quando gli esami del sangue mostrano un aumento sproporzionato rispetto al rialzo degli altri markers di funzionalità epatica ALP o ALT. Negli alcolisti i livelli di Gamma-GT ritornano alla normalità non prima di 3-4 settimane dalla sospensione dell’assunzione di alcol. Questo test è quindi particolarmente utile per seguire nel tempo i programmi di disintossicazione alcolica.

STOP ALL’ULTIMO FARMACO CON L’ARRIVO DELLA BUONA STAGIONE

In conclusione, puoi benissimo procedere allo stop graduale e progressivo del farmaco in questione, onde puntare a un riequilibrio totale e senza riserve dell’equilibrio endocrino. Sarai aiutata in questo dal ritorno della buona stagione, dalle giornate allungate e dal sole da prendersi tutto, dalla possibilità di fare lunghe camminate sulla sabina e lungo il bagnasciuga, dalla vasta disponibilità di frutta e verdura fresca e carica di energia solare, dal solito schema virtuoso che ben conosci. Chiaro che inserendo come motore di ricerca le parole chiave paratiroidismo, Hashimoto, tiroide, fosfatasi alcalina, si troveranno decine di articoli specifici.

IL CALCIO ABBONDA INTORNO A NOI

Per tua informazione, troverai abbondante calcio nei semi di sesamo integrale (1160 mg per 100 g), alghe (1093), mandorle (234), cavoli (250), prezzemolo (203), tarassaco (187),  crescione (151),  pistacchio (131), peperoncino piccante rosso (130), fico secco (126), seme girasole (120), sesamo decorticato (110), finocchio (100), Okra (92), prugna secca (90), kumquat (63), dattero (59) castagna secca (52), porro (52), semi di zucca (51), succo d’arancia (41), carota (378).

NIENTE INTEGRATORI E TANTO SOLE PER LA VITAMINA D

Per la vitamina D, oltre all’esposizione totale al sole, la troverai concerto negli integratori pericolosi e dannosi, ma cereali, succhi freschi di frutta, centrifugati di tuberi e verdure, soia, lupini, legumi, broccoli, cime di rapa, asparagi, funghi, semi di sesamo.

ZINCO E MAGNESIO NON MANCANO AFFATTO

Per lo zinco, lo trovi in quantità nel germe di grano, semi di sesamo, semi di zucca, semi papavero. Per il magnesio valgono le alghe (760 mg per 100 grammi), germe di grano (336), mandorla (270), noci (190), semi di sesamo (181), miglio (162), pistacchio (158), riso integrale (129), noce di ccco secca (90), fichi secchi (71), albicocche secche (62), datteri (58), cavolo (57), noce di cocco fresca (46), avocado (45), semi girasole (38), uvetta (35), piselli freschi (35), banana (33), patata dolce (31).

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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