ITALIA SECONDO PAESE VEGETARIANO DOPO L’INDIA

da 25 Ago 2013Altro

LETTERA

I MEDIA A VOLTE SI RICORDANO DI NOI

Ciao Valdo ti invio questo bell’articolo apparso sulla Stampa che riguarda i vegetariani in Italia. Un grande grande abbraccio per tutto il tuo splendido lavoro Paola (http://www.lastampa.it/2012/10/03/scienza/ambiente/green-news/italia-vegetariana-siamo-il-secondo-paese-dopo-l-india-PwxEpwlq0M1Ia9hTlqvY1K/pagina.html)

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RISPOSTA

L’ITALIA AI VERTICI DEL VEGETARIANISMO MONDIALE SORPRENDE SOLTANTO LA MENTALITÀ MACELLAIA E FUNEREA DELLA TELEVISIONE TARGATA CREMONINI

Ciao Paola. Grazie per l’articolo. Se l’India ha avuto il Mahatma Gandhi in passato, e se può contare oggi su una straordinaria proseguitrice come la Maneka Gandhi, l’Italia per certi versi non le è da meno. L’unica donna al mondo capace di scendere sui fondali marini e di affrontare gli squali non per ucciderli ma per accarezzarli e curarli da eventuali ferite, tanto per fare un esempio, è un’italiana.

CI MANCANO I GANDHI MA FRANCESCO DI ASSISI, LEONARDO DA VINCI E LUIGI ALVISE CORNARO NON TUTTI CE LI HANNO

Non abbiamo un Gandhi capace di ergersi a presidente degli italiani e di andare all’ONU a insegnare al mondo che la grandezza di una nazione non si misura col PIL e col dinamismo economico delle sue industrie, o magari con l’esportazione del suo grana e dei suoi prosciutti, quanto con la sua propensione a rispettare e difendere le creature più perseguitate del pianeta, che sono gli animali da macello e a volte gli stessi uomini? Questo è verissimo. Ma abbiamo dalla nostra una lunga serie di irripetibili maestri che ci hanno dato precise indicazioni sul percorso da seguire.

TANTA LA GENTE CHE MASTICA CADAVERE MALVOLENTIERI

Quanto alla cifra del 10%, le statistiche dicono sempre poco. I vegetariani e i vegani combattivi rappresentano la punta dell’iceberg, e non certo la realtà che si nasconde sotto il pelo dell’acqua. Quanta la gente che in cuor suo si sente vegetariana e che non riesce ancora ad imboccare la strada giusta per banale questione di carenza informativa? È probabile che si tratti di una insospettata grossa fetta della popolazione. Quanta la gente che vorrebbe essere vegetariana o vegana ma che trova grossi impedimenti da parte della famiglia, della sanità e dell’accerchiamento mediatico orchestrato dall’Agroalimentare e dalla micidiale quaterna grana-prosciutto-pasta-vino?

PIÙ TOLLERANZA, BENEVOLENZA E ISTRUZIONE VERSO CHI CADE NEI PICCOLI SFIZI

Se poi gli stessi vegetariani-vegani imparassero un po’ a spretarsi e togliersi di dosso gli orpelli e le etichette che li portano a differenziarsi e ad auto-celebrarsi, e se imparassero a scartare le proprie spigolosità ideologiche e ad applicare maggiore tolleranza nei riguardi di qualche piccolo sfizio innocente, il numero di gente che si avvicinerebbe a un auspicabilissimo vegetarianismo tendenziale, sarebbe sicuramente sorprendente.

VEDIAMO DI NON SCARTARE CON SDEGNO GLI OBIETTIVI INTERMEDI

L’obiettivo più desiderabile a mio avviso non è quello di trasformare il paese in un monastero di frati trappisti soggetti a rinunce e a sacrifici improponibili a livello di concretezza e di lungo periodo. Un minimo di concessioni, di compromessi, di tolleranza verso qualche sfizio e qualche irrinunciabile abitudine, allargherebbe la percentuale di gente virtuosa.

LOTTA DURA ALLA NORMALIZZAZIONE IDEOLOGICA VERSO I MACELLI E IL VILE ESECUZIONISMO A DANNO DEI PIÙ DEBOLI E DEI PIÙ INDIFESI

Il punto-chiave rimane quello di minimizzare i sacrifici, le sopraffazioni, le orribili esecuzioni e la logica dei macelli. Il punto-chiave rimane quello di elevare a simbolo della civiltà umana, la salute, l’ecologia e l’etica. È assurdo che la gente continui ad avvelenarsi con proteine animali quando la scienza oggettiva e trasparente sta dimostrando che il tetto proteico giornaliero è a 24 grammi/giorno. È assurdo che la gente continui a distruggere il proprio cibo mediante trasformazioni e cotture, quando la scienza ci dice che il crudismo tendenziale è la nostra ancora di salvezza.

QUALCHE TOLLERANZA IN PIÙ CI FAREBBE GUADAGNARE MOLTO TERRENO

Tolleranza verso le attività artigianali della tradizione, verso il formaggio crudo di malga, verso chiunque tratti gli animali come amici e non come vittime da sottoporre a macellazione, verso qualche concessione all’ovetto ruspante, al grana ricavato mediante caglio rigorosamente vegetale. C’è gente che mai rinuncerebbe al suo frico con patate, alle sue alici col cappero, alle sue melanzane alla parmigiana, al suo uovo sodo o alla coque, al suo gelato con tanto di panna o al Grand Marnier, assunti magari una volta tanto.

APPARTENERE A UN GENERE SUDICIO, MEDIOCRE E DISUMANO NON È COSA SIMPATICA

L’importante è togliere dalla mente umana idee abominevoli come quella dello zampone, della coppa, del prosciutto, della soppressa, della mortadella, dei vari insaccati. L’importante è sconfiggere l’idea della morte sul piatto, e dell’intestino umano trasformato in sozzo cimitero di bufali, di mucche, di maiali, di cinghiali, di polli, di fagiani e di ovini. Quella brutta cosa che fa dell’uomo degenerato il più temibile e vorace predatore del pianeta, l’assassino seriale con le aggravanti del non-fabbisogno e della premeditazione.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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