LA CHIAVE DELLA SALUTE DENTALE STA NEL CRUDO

da 7 Lug 2011Dieta vegan-crudista

LETTERA

PROBLEMI DENTALI E CARENZA DI VITAMINA K2

Buongiorno Valdo, ho letto recentemente un articolo che parla di carenza di K2 da parte di una persona vegano-crudista da anni. Dopo aver riscontrato problemi dentali abbastanza seri suggerisce di integrare con vitamina K2 che si trova in estratti naturali dal Natto giapponese.

Che ne pensi? Da quel che ho letto finora sul tuo blog, mi sembra che tu non sia a favore di nessun tipo di integrazione vitaminica, soprattutto se di tipo sintetico.

Ma, nel caso che ti ho appena menzionato, si tratterebbe di integrazione naturale e non sintetica, e non mi pare una cattiva idea. Chiaro che se non è necessario, non serve. Grazie in anticipo. Ti auguro una buona giornata. Flavio


RISPOSTA

COMMENTO ALL’ARTICOLO

Ciao Flavio, confesso di essere letteralmente sbalordito. Non tanto dal pessimo articolo-spazzatura scritto da questa Denise Minger, uno dei tanti tentativi penosi e pietosi di screditare e diffamare il crudismo non frontalmente a viso aperto, ma per vie traverse.

Mi fa venire in testa le abominevoli accuse anarco-fruttariane contro le arance, accusate pure di far cadere i denti, mentre non c’è nulla di meglio delle arance per rafforzarli.

Sbalordito che tale robaccia si trovi sul sito di Luciano Gianazza, che vorrebbe rappresentare in Italia in modo esclusivo l’opera di Arnold Ehret, e che farebbe bene, credo, a remare coerentemente sulla linea ideale della verità e del crudismo e non contro, come sta purtroppo facendo in questa circostanza.

Se questo scritto fosse apparso sul sito della Cremonini o quello della McDonald’s non avrei sollevato alcuna obiezione. Ormai gli avversari ricorrono a tutti i mezzi possibili ed immaginabili pur di difendere a denti stretti il loro sempre più vacillante dominio.

Posseggono ancora la massa, il mercato popolare, grazie al quotidiano bombardamento mediatico di giornali, riviste e televisioni, ma stanno perdendo l’elite e la gente che pensa con la propria testa e non con gli spot, e questo fatto li preoccupa non poco.

L’avanzata del crudismo e del veganismo non è una timida tendenza, ma sta diventando un’onda travolgente. Sta dando spesso contenuto a movimenti ribelli come la rivoluzione di maggio in Spagna, dove giovani studenti hanno occupato le maggiori piazze di Barcellona e Madrid in modo stabile col supporto della popolazione, resistendo alle cariche della polizia.

Ecco allora il ricorso a ogni sorta di mezzi trasversali. Ecco allora la spinta a utilizzare non solo i tradizionali spot televisivi ad alto costo e scarsa resa, ma anche le pagine medico-scientifiche e le rubriche culinarie, trasformate ormai tutte in invasiva ed impudente pubblicità nascosta. Ecco allora le varie strategie di camuffamento.

Ecco allora lo sfruttamento dei canali vegani, fruttariani e crudisti, per dire le poche cose essenziali che a loro interessano di più, per mettere nella gente la pulce all’orecchio. Se la cosa non è organizzata a puntino, viene pungolata o dettata telepaticamente, sfruttando le menti deboli e le menti corruttibili. Tutto fa brodo. Gusto, Cotto e Mangiato, e persino Arnold Ehret, onore alla memoria.

“Le verdure crude? Sì fanno molto bene, mangiatene regolarmente e in abbondanza!” “Le arance e gli agrumi in genere? Per carità. Ti scassano le gengive”. “Il crudismo? Sì, fa benissimo. Ma fino a un certo punto”. “Fa bene al corpo, ma non ai denti, che hanno bisogno di uova, di latte e di integratori giapponesi a base di vitamina K2”.

Questo è il metodo più scientifico di demolire l’idea. E quando tutto ciò verrà sbugiardato, ci saranno altre 30 mila vitamine non scoperte, su cui poter giostrare. Questa è la micidiale pulce all’orecchio.

Mascherarsi di veganismo e puntare alla sua demolizione. Dipingersi di veganismo-crudista e puntare sua anima, alla sua perfezione, alla sua invulnerabilità, lanciandogli un dardo avvelenato. Se fosse vero il 5% di quanto scritto in quell’articolo, chiuderei baracca e burattini e me ne andrei a meditare sul K2, intendo sul monte himalayano e non certo sulla scemenza della vitamina giapponese.

I casi sono due. L’autrice è sovvenzionata da qualcuno o è mossa comunque da una particolare situazione personale, per cui le interessa di vendere il natto giapponese ed altre cose ancora, oppure è davvero ingenua ed irresponsabile, e magari convinta delle fandonie che sta raccontando. Se fossi un esponente del Codex Alimentarius, o di Big Food, o di Big Pharma, andrei a cercarmela la Denise per assegnarle una lauta ricompensa honoris causa a favore del regime alimentare-sanitario.

Quanto all’ehretismo italiano, che fa da irresponsabile cassa di risonanza a questo indegno tentativo di demonizzazione del crudismo, non ho parole. C’è quasi da auspicare che cada la mannaia dell’oscuramento su tutti, me compreso ovviamente, è così quei quattro maleducati detrattori, che tifano e gufano da tempo per questa soluzione, faranno salti di gioia.

Questa Denise parte dal suo caso particolare, vero o inventato poco importa. Dice nulla su se stessa, sulla madre, sullo svezzamento, sulle vaccinazioni, sulla sua dieta da adolescente, ammettendo però ingenuamente, guarda guarda, che quando consumava dolciumi e schifezze, aveva avuto solo una carie, e non tante come quando passò al crudismo.

È risaputo che i denti non si cariano in poche settimane, ma evolvono nel bene e nel male nel corso degli anni. Poi prende il suo caso personale e pretende di generalizzarlo, di universalizzarlo, anche se ammette che ci sono pochi studi sui vegani-crudisti, il che pare ovvio, mancando, soprattutto da noi, delle fiorenti comunità vegane su cui intessere una ricerca statistica. E allora lei è andata a contarseli uno ad uno, o meglio ad immaginarseli, i vegani-crudisti, verificando di persona le sue demenziali teorie.

La cosa più rilevante che appare in quell’articolo, oltre alla gigantografia imponente del dente sano cui ogni cittadino ambisce, è che i crudisti sarebbero una popolazione sana in generale ma affetta da problemi di carie dentaria.

Questa è fondamentalmente una invenzione che non sta né in cielo né in terra. Una pura e semplice fandonia. A Gianazza interessava fare pubblicità al suo bel sito? Poteva anche farlo, mettendoci anche 3 bei molari giganti ed immacolati. Ma avrebbe dovuto metterci pure un articolo serio, e non immondizia culturale, e non ipocrisia ammantata di saggezza pseudo-odontotecnica.

Colmo dei colmi, ha pure inserito alla fine un trafiletto intitolato “Commento di Luciano Gianazza”, dove tenta una timida correzione dicendo “Sono d’accordo con quanto dice Denise. Riguardo al fatto che la frutta acida corroda i denti, ritengo che questo avvenga solo su denti già impoveriti di minerali”.

Unica osservazione giusta dell’intera pagina che però, detta in quel modo, con quel “sono d’accordo”, serve addirittura da sponda e da supporto alle cavolate espresse dall’autrice.

Per quanto mi riguarda non vanto una dentatura da record mondiale, ma penso di difendermi assai bene in rapporto all’età, e soprattutto in rapporto agli importantissimi dati di partenza. Ricordo che avevo qualche molare cariato già all’età di vent’anni, e non certo per colpa del crudismo.

Ero ovviamente vegetariano, dettaglio importantissimo per evitare la carie al cuore e all’anima, ma non sufficiente per bloccare la carie dentale. Non conoscevo allora l’esistenza degli enzimi, dei minerali organicati, del bilancio vitaminico naturale, e nemmeno le insidie dei latticini, del cotto e delle confetture di frutta.

Durante la stagione calda ero già un consumatore seriale di frutta fresca, ma d’inverno ricorrevo regolarmente a formaggi e marmellate fatte in casa, prima con zucchero e poi senza, ma sempre cotte e quindi devitalizzate. Pure io ho messo la testa a posto con qualche ritardo.

Se guardo in famiglia, mia moglie Kathleeen, 50 appena compiuti e da oltre 20 anni consumatrice di crudo quasi al pari di me, non ha una singola carie, tanto da lasciare a bocca aperta il personale dello studio dentistico di Tavagnacco-Udine (che riceve le mie tesine e può confermare). Essere cinese ha significato per lei niente latte di mucca da bambina. Cosa non indifferente.

Lessi tempo fa delle statistiche americane fatte sui grandi numeri, quelli dei ragazzi di leva che, a 18-20 anni, puntano a diventare dei marines, e che presentano situazioni di carie e di denti sostituiti a livello quasi totale, proprio per colpa dell’alimentazione iperproteica, cotta e devitalizzata.

CHE COSA SONO LE CARIE

Cos’è una carie o una cavità? Non c’entra troppo con la pulizia frenetica dei denti e con l’uso assatanato dei dentifrici più strani. Gli anziani che vantano denti originari in bocca, prediligono la masticazione di bastoncini legnosi di liquirizia, nonché di foglie di salvia e di menta.

La carie è la conseguenza precisa di uno sbilancio calcio-fosforico nel corpo. È un fenomeno che si verifica quando c’è troppo fosforo, ovvero quando siamo in presenza di diete acido-formanti, acidificanti o muco-formanti (per dirla con Ehret), ovvero di diete tipo Atkins, Zona, Gruppi Sanguigni, South Beach, Montignac, Mediterranea, Dunkan, Lemme e così via.

Persino il “Journal of the American Medical Association” ha riconosciuto che la carie crolla prontamente quando in una famiglia o in un gruppo sociale si adottano diete di tipo naturale.

Oltre alla dieta serve esercizio. Esercizio corporale ma soprattutto esercizio masticatorio, in questo caso. Occorre addentare il cibo, più che frullarlo e centrifugarlo, almeno quando abbiamo buoni denti.

Gli americani, rammolliti e acidificati ai punti massimi, marciano invece a pane bianco, a purè di patate, a salme intenerite ed affettate, a polpette cadaverali, a loculi metallici chiamati scatolette di carne, a bicchieri di cola, di the e caffè. Con questo tipo di cibi, i denti diventano un accessorio perfettamente inutile.

Il dr Maury Massler, professore di dentistica infantile all’Università dell’Illinois, ha messo in evidenza i danni dei dentifricio e degli spazzolini. I denti si mantengono meglio masticando prodotti naturali polposi e freschi, masticando noci e fibre vegetali, addentando una buona mela ripulente a fine pasto, stando dunque alla larga dai materiali chimici ed abrasivi, e dalle spatole usate con violenza.

RICERCHE E DATI SUI DENTI

Parliamo allora di denti, ma in modo serio e competente, citando scienziati della salute dentaria, e non dentisti da strapazzo, magari bravi a riparare un dente, ma assai scarsi nel capire i complessi meccanismi che portano alle crisi dentarie.

I dati sulla popolazione USA parlavano chiaro già negli anni ’90, quando Myke Benton affrontò statistiche alla mano la situazione di quel paese. Il 98% della popolazione USA, eminente consumatrice di carne, di cibi cotti, di caffè, sigarette, gomme da masticare, dolciumi, gelati e cole, soffriva di gravi malattie dentali. Al punto che, dai 60 anni in avanti, 9 persone su 10 non avevano un solo dente originario in bocca. Si parlava di 32 milioni di americani sdentati del tutto, dentiera a parte. Il numero di dentisti attivi era impressionante. Qualcosa come 140 mila dentisti, per un assorbimento globale di 6 miliardi di US$/anno.

La situazione americana di oggi rispetto a 20 anni fa è cambiata ulteriormente, ma solo in peggio. Quella europea, come al solito, segue a ruota, con una decina di anni di ritardo.

Il dr Fred D. Miller, direttore di importante clinica dentistica americana con 50 anni di militanza nel settore, ha scritto che i denti fanno parte vitale ed integrale del corpo umano, in quanto vengono nutriti dal medesimo sistema circolatorio che nutre il resto del corpo. Pertanto una buona salute dentale dipende in tutto e per tutto da una buona salute corporale, e viceversa. La bocca è il barometro dello stato generale di benessere dell’organismo.

LE RICERCHE DEL DR WESTON PRICE

Il dr Weston Price, medico e dentista-ricercatore, girò il mondo in lungo e in largo, sovvenzionato da fondi universitari, per investigare sul rapporto tra dieta e salute dentale. Fece interessanti scoperte.

I pochi popoli che seguivano prevalentemente una dieta basata su cibi naturali, non lavorati e non cotti, vantavano invariabilmente ed inequivocabilmente una bocca sana, con denti e gengive sane.

I tanti popoli legati al consumo dei cibi da civilizzazione occidentale, ovvero a proteine animali, zuccheri raffinati, grani raffinati, cibi junk, cibi cotti, cibi sintetizzati, cibi conservati, cibi integrati e vitaminizzati, bevande nervine, bevande gassate, dolcificate ed aspartamizzate, presentavano invece denti e gengive carichi di problemi.

COME SALVAGUARDARE LA SALUTE DENTALE

Un altro eminente dentista statunitense, il dr Thomas McGuire, ci spiega in dettaglio che l’unica dieta al mondo capace di garantire la salute dei denti è quella basata sui vegetali crudi e la frutta. Il perché è presto detto:

  • I cibi crudi, anche se rimasti per trascuratezza tra i denti, non fermentano facilmente e rapidamente, mentre i cibi carnei, cotti, morti sono vanno in stato di putrefazione e fermentazione in poco tempo.
  • I cibi crudi sono fibrosi e richiedono masticazione, ovvero quel prezioso e benefico esercizio che mantiene attiva la circolazione locale e i muscoli masticatori, essenziali per sviluppare una sana arcata dentale.
  • I cibi crudi garantiscono disponibilità di vitamine naturali e di minerali organicati (assimilabili), in quantitativi ottimali e bilanciati, rispettando in particolare il delicato equilibrio calcio-fosforo, mentre i cibi alto-fosforici, quelli che portano alla carie, sono essenzialmente la carne e i cereali raffinati (incluse le farine e i derivati), facendo salvi i cereali integrali cotti al minimo e preceduti da insalate crude.

Da quanto sopra appare chiaro come, per avere una bocca sana, occorra mettere in essa cibo vero, cibo sano e vitale, e dunque cibo crudo allineato col nostro disegno corporale filo-fruttariano.

Una dieta intelligente di questo tipo, delineata nello schema nutrizionale vegano tendenzialmente crudista, garantisce una prevenzione del 95% da ogni intervento dentistico.

Purtroppo, molti di noi cominciano a capirlo tardi, quando i problemi si sono già sviluppati, e finiscono per pagare dazio sugli errori commessi decine di anni prima. Una cavità non guarisce da sola, un dente rotto non ricresce.

VIA TUTTE LE CARNI E VIA TUTTE LE BIBITE, SE VOLETE DENTI SANI

I due peggiori nemici dei denti sono tutte le carni di terra e di acque, cariche del micidiale acido urico, e le bibite gassate, cariche del micidiale acido fosforico.

Per diluire un singolo bicchiere di cola, servirebbero 38 bicchieri di acqua. Nemici sono pure i colluttori. Molto meglio un risciacquo con acqua e un pizzico di sale.

La persona più importante per la cura dentale non è il dentista, ma la mamma che ci ha fatto. È lei con la sua dieta, con la sua cultura, col distacco dal fumo, dal caffè, dalla cadaverina e dallo zucchero, coi suoi comportamenti prima, durante e dopo il parto, risulterà essere il fattore determinante per eccellenza di come saranno i nostri denti.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

5 Commenti

  1. Peaceful Rawrior

    Ciao Valdo,

    complimenti per l'articolo. Mi permetto solo di aggiungere che purtroppo alcune persone che seguono il crudismo da poco tendono spesso ad esagerare di frutta essiccata e frutta secca con guscio.

    Questo contribuisce, tra le altre cose, a creare residui dolci sui denti che se non eliminati in tempo creano l'ambiente ideale per quei batteri vanno a nutrirsi proprio di quei residui rilasciando sui denti sostanze di scarto acide e affilate come rasoi che vanno a compromettere notevolmente lo smalto dei denti.

    Pertanto sarebbe da consigliare di lavare o risciacquare bene i denti a tutti coloro che, nonostante facciano largo consumo di cibi vivi, consumano anche frutta essiccata (anche perché in realtà quest'ultima non può considerarsi viva o cruda a tutti gli effetti).

    Francesco (Peaceful Rawrior)

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  2. Tonio

    io penso invece che un onnivoro ha un sacco di rifiuti metabolici acidi accumulati nel corpo. Passando al crudismo questi vengono messi dinuovo in circolo nel sistema per essere espulsi, causano perciò un aumento dell'acidità all'interno dell'organismo che deve quindi contrastare andando a rubare calcio dai denti e altri minerali in generale da tutti i tessuti.
    Tonio

    Rispondi
  3. Giordano Stranieri

    Ciao Valdo,sono un ragazzo di 20 anni tendenzialmente vegano con un consumo di crudo non altissimo ma cerco di fare del mio meglio,sono soddisfatto della mia attuale scelta e non escludo in futuro di approfondire il mio percorso.La salute dentale sicuramente dipende dall'alimentazione ma non dimentichiamo che dipende da tantissimi fattori e,prendere come singolo esempio tua moglie non è rappresentativo.Ogni persona esempio ha una sua struttura delle superfici masticatorie che,se molto articolate,favoriscono il ristagno degli zuccheri e le deiezioni acide da parte dei batteri che normalmente colonizzano il cavo orale.La placca dentaria indipendentemente da un pasto si forma comunque ogni tot ore e i denti vanno comunque lavati per non compromettere quantomeno la salute gengivale.Non dimentichiamo che anche i nostri antenati avevano carie,meno di oggi ma ne avevano,così come i popoli indigeni,le scimmie,e gli animali in generale.Sugli agrumi invece non hai afferrato un concetto,chi li demonizza non è perchè le accusa di far cadere i denti o distruggere le gengive,bensì perchè il loro potenziale acido fisiologico(e non quello risultante dalla loro metabolizzazione)viene considerato pericoloso per lo smalto dentale che essendo formato da minerali,può essere piano piano eroso.Ovviamente questo dipende anche dalla frequenza di assunzione e via dicendo e,i nostri antenati sicuramente non mangiavano arance e frutta a manetta a differenza degli odierni fruttariani,e questo è un dato non di poco conto.Comunque sia è un aspetto della salute che interessa anche a me a cui nessuno riesce a dare una risposta esaustiva.

    Cordiali Saluti

    Stranieri Giordano

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  4. Marco Deepak

    Valdo buongiorno,

    mi spiace ma non concordo con suo articolo.
    Da due diversi punti di vista.

    Sono stato vegano/fruttariano per tre mesi, e in tre mesi un dente che prima era perfettamente sano, è diventato nero, mangiato dalla carie.
    Ho staccato immediatamente la spina e ho cambiato dieta, orientandomi proprio verso l'uomo che giustificherebbe, da quello che dice, quello che lei scrive: weston A. Price.

    Le metodiche utilizzate da Weston A price sono molto distanti da quella che sarebbe una dieta crudista o vegana (con particolare enfasi alle vitamine liposolubili):

    "The groups Price studied included villages in Switzerland, Gaelic communities in the Outer Hebrides, indigenous peoples of North and South America, Melanesian and Polynesian South Sea Islanders, African tribes, Australian Aborigines and New Zealand Maori. Wherever he went, Dr. Price found that beautiful straight teeth, freedom from decay, good physiques, resistance to disease and fine characters were typical of native groups on their traditional diets, rich in essential nutrients.

    When Dr. Price analyzed the foods used by isolated peoples he found that, in comparison to the American diet of his day, they provided at least four times the water-soluble vitamins, calcium and other minerals, and at least TEN times the fat-soluble vitamins, from animal foods such as butter, fish eggs, shellfish, organ meats, eggs and animal fats–the very cholesterol-rich foods now shunned by the American public as unhealthful."

    Utilizzando i prodotti della green pastures (olio di fegato di merluzzo fermentato) ho arrestato immediatamente tutte le carie in corso nella mia bocca, e la situazione è rimasta tale a 5 anni di distanza, mangiando più di 12-14 uova la settimana e bevendo litri di latte crudo la settimana.

    La dieta può essere un tunnel molto pericoloso, io ci sono stato dentro in quel periodo, e so cosa significa perché è uguale a qualsiasi altro tunnel: cerchi solo quelle informazioni che giustificano la tua tesi.. ma il resto? se dall'altra parte ci fosse qualcosa che vale la pena salvare?.
    Personalmente prendo quanto mi serve dal principio crudista, che ha indubbiamente notevoli vantaggi, ma non ne faccio un dogma di fede, tant'è che mangio anche rosse d'uova crude e latte crudo.
    I benefici di cui ho fatto esperienza, soprattutto in termini di salute dentale, sono stati enormi. (assieme all'uso consistente di vitamina C in forma di acido ascorbico in cristalli)

    Saluti

    Marco

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  5. Alice Peters

    Da erudita del settore vorrei aggiungere qualche piccola informazione. Inizio concordando con lei che masticare cibo crudo favorisce la salute dentaria, ma vanno bisogna distinguere alimenti appiccicosi come una banana, da alimenti che favoriscono la detersione come le carote. Privilegiare il secondo tipo a conclusione del pasto. Invece per quanto riguarda le arance la discussione è più complessa. Il rischio non riguarda affatto le gengive, ma i tessuti duri del dente che in ambiente acido si demineralizzano e offrono un facilitato accesso ai batteri cariogeni.
    Lo smalto dei denti è un tessuto ilncui sviluppo si completa prima ancora di erompere in bocca, dunque strettamente connesso alla salute durante l’infanzia. Alcuni farmaci compromettono questo sviluppo (tetracicline, difatti ormai in disuso nei bambini e nelle donne gravide). Lo sviluppo di denti sani non è correlato all’assunzione di latte o altri prodotti animali, esiste un fisiologico e finissimo meccanismo di omeostasi del calcio e dei fosforo che consente lo sviluppo dei denti, sfruttando il calcio ottenuto perfettamente da alimenti vegetali, certamente più sani.

    Riguardo i residui alimentari che rimangono negli spazi interdentali, vanno rimossi di qualunque natura essi siano, perché la fermentazione di essi e i residui metabolici dei batteri che se ne nutrono, causano calo del ph e rischio di carie aumentato. Sempre pulire bene con filo interdentale

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