LA POLEMICA SULLE ARANCE E IL FASCINO DELLA MACELLAZIONE

da 4 Mar 2011Frutta

LE PRECISAZIONI DI ANDREA CONTI

In riferimento alla recente tesina dove avevo criticato un articolo di Andrea Conti sulla frutta acida, mi è stata segnalata la sua pronta reazione dal titolo “Precisazioni sul fruttarianesimo 100%”. L’autore, oltre che dirsi sorpreso e dispiaciuto delle mie pesanti critiche da crociata, precisa in sintesi sul suo blog i seguenti punti:

1) L’acidità nel corpo umano è determinata anche da latticini e da prodotti di derivazione animale.

2) Non c’è da parte sua contrarietà nei riguardi della frutta acida la quale, in transizione, diventa un fattore che può aiutare molto.

3) Una volta raggiunto il fruttarianismo 100%, sono altri (e non l’arancia) i frutti elettivi per l’uomo.

4) Valdo non è mai stato fruttariano puro al 100%, e ha fatto al massimo 10 giorni di crudismo.

5) Valdo non ha studiato da vicino persone che abbiano fatto fruttarianismo al 100%, e non può garantire che in quel tipo di corpo le arance non creino problemi di alcun tipo.

6) Tutti i fruttariani 100% che ha conosciuto Andrea hanno avuto problemi nell’assunzione prolungata di arance (eccessivo dimagrimento, stitichezza, attacchi di fame sproporzionati, sanguinamento gengive), mentre questo non è successo con le mele.

7) Andrea scrive sapendo mettersi in discussione e allo scopo di condividere le sue umili informazioni sulla frutta acida, per essere magari smentito, ma non in maniera superficiale, come ha fatto Valdo.

8) Andrea chiede a Valdo di non fare una crociata basata sul suo intuito, visto che qui si parla di un campo troppo poco esplorato come il fruttarianismo puro, dove i più piccoli errori contano. Quando si è a un alto livello di detossificazione, il corpo reagisce in modo totalmente diverso se si è vegani o invece fruttariani.

9) C’è gente che è tornata a mangiar carne, e altra che ha considerato l’alimentazione fruttariana come una follia, sempre per colpa delle arance.

10) Invito Valdo a mangiare almeno per un mese o due una dieta fruttariana 100%. Solo allora potrà parlare di esperienza diretta in proposito.

11) In un corpo come il suo, le arance vanno a portar via muco e lo sciolgono, nulla da eccepire.

12) Nel percorso fruttariano 100% la frutta per ordine di importanza è la mela, la frutta dolce, la frutta grassa e la frutta-ortaggio. Non la frutta secca o essicata, perché troppo povera di acqua. Lo stesso Armando d’Elia era arrivato a dire che la frutta succosa è quella più legata all’uomo, dal punto di vista biologico.

13) Passare l’acido tutti i giorni su un pavimento incrostato può andar bene ma, su un pavimento pulito, tale pratica può anche rovinarlo. Usare dunque le arance va bene, ma solo come medicinale, quando ci sono da scrostare i residui dei farinacei e dei legumi.

14) Il discorso sulle ceneri alcaline vale solo in laboratorio, usando un vaso di terracotta, mentre il corpo umano non è un vaso di terracotta.

15) Arancia frutto fortemente alcalinizzante? Non è invece che per iperalcalinizzare il sangue di un fruttariano non si vada infine a generare iperacidità con una reazione a catena? La zucca cruda ad esempio alcalinizza troppo il sangue, ed è meglio mangiarla cotta. Basta prendere la cartina tornasole del pH e analizzare le urine un’ora o due dopo il pasto.

16) Tutto quello che abbiamo letto nei libri del passato va messo in discussione e va approfondito, se vogliamo progredire.

17) Andrea Conti continua a stimare Valdo, ma non si sarebbe mai aspettato una crociata del genere. Spera pertanto che queste precisazioni possano sciogliere ogni incomprensione e avvicinare di più al tempo stesso le rispettive posizioni.

MIA RISPOSTA AI PUNTI SOLLEVATI DA ANDREA

Punto 1) Dire che l’acidità è data ANCHE dai latticini e dai prodotti di derivazione animale è fuorviante. L’acidità è data soprattutto da quello. Lo dimostrano non solo le nostre lunghe esperienze e le ricerche di laboratorio, ma anche le scienze statistiche, che ritrovano alti tassi di osteoporosi e di carie dentarie sempre e solo nei paesi ad alto consumo di latticini e di carni.

Punto 2) Parlare di frutta acida accettabile in fase di transizione è sbagliato. Non esiste frutta acida chiamata agrumi (i limoni stanno leggermente sotto i 3.00 di pH), ma frutta acidognola. E non esiste poi frutta dolce ma pesche, albicocche, prugne, manghi, frutti di bosco, melograni che pur stando su livelli di 3.00 o 4.00 di pH rimane acidognola e dunque validissima. Siamo nel campo degli acidi deboli ed organici, che tendono a cedere con facilità il loro ione positivo idrogeno, e a legarsi poi coi vari minerali in circolazione, formando altrettanti sali preziosi. Le cole, ad esempio, hanno 2.80 di pH, e rappresentano bevande acide che rimangono acide col loro micidiale acido fosforico. Un bicchiere di cola, privo di vitalità solare ed organica, richiede 32 bicchieri di acqua pura a 7.00 di pH per essere disciolto e reso innocuo. Anche il termine “fase di transizione verso il fruttarianesimo 100%” mi lascia assai perplesso, visto che non servono transizioni e che il fruttarianesimo 100% non è utile a nessuno, per cui non è un obiettivo da perseguire, ma una falsa chimera. Parla uno che ha tenuto la frutta ai vertici delle sue preferenze per 60 anni ininterrottamente.

Punto 3) Quando parlo di frutta come cibo elettivo dell’uomo, mi riferisco a tutte le 160.000 specie viventi del regno vegetale, e non certo a un singolo frutto come la mela biblica, che va intesa chiaramente come simbolo e non certo come unico frutto, divino o diabolico che si voglia. Pur tessendo gli elogi incondizionati alla frutta in senso universale, l’igienismo non vede nella frutta stessa qualcosa di magico, ma soltanto un semplice strumento di salute fisica, mentale e spirituale. È sempre e solo il gruppo corpo-mente-spirito ad autoguarire, non certo le sostanze cibarie, per ottime che possano essere.

Punto 4) Fruttarianismo 100%? Non è affatto sinonimo di perfezione assoluta. Trattasi di un obiettivo assurdo e mitico, persino strampalato e ridicolo, soprattutto nella nostra realtà invernale, ombrosa, umida e avara in termini di sole invernale. Scelgo spesso il fruttarianismo assoluto o quasi, per due o 3 settimane, quando trovo la frutta giusta, e succede sempre in zona equatoriale o tropicale. Ma anche lì ricorro spesso al succo di canna, al succo di carota e di sedano, al succo di bietola, per cui il discorso frutta 100% non vale e non ha nemmeno senso. È un concetto che non interessa nessuno.

Punto 5) Dobbiamo ancorarci alla realtà e al buon senso, se vogliamo essere credibili e utili alla gente, lasciando le astrazioni, gli esperimenti sofisticati e fini a se stessi, ai fachiri o ai saltimbanchi. Non esistono esseri davvero fruttariani al mondo, in zona temperata, con inverni che durano dai 6 agli 8 mesi, ed estati brevissime di appena 4 mesi. Se qualcuno ci fosse davvero, si faccia vivo e dimostri il suo stato di salute fisica e mentale, il suo curriculum e il suo rendimento.

Punto 6) Quanti fruttariani 100% abbia conosciuto Andrea vorrei proprio saperlo. Uno o due incluso se stesso? O al massimo 5 come le dita della sua mano?

Punto 7) Non penso affatto di essere stato superficiale. L’articolo preso di mira era una vera e propria teoria demolitrice e demonizzatrice dell’arancia, con tanto di riferimenti storici e di precarie testimonianze. Ed in più non era riferito per nulla ad ipotetica gente fruttariana 100% ma bensì alla gente normale.

Punto 8) Non faccio crociate basate sull’intuito. Sono 50 anni che consumo arance a chili e con estremo appagamento. E ci sono milioni di persone che lo fanno con altrettanta soddisfazione e salute.

Punto 9) Se della gente fa un esperimento vegano e poi torna alla carne, vuol dire che lo ha fatto senza le giuste basi, che era impreparata, o che non aveva motivazioni etiche sufficienti. Niente a che vedere con le arance.

Punto 10) Non posso accettare un invito del genere. Un mese o due di fruttarianismo, in Italia? D’inverno? Assurdo ed autolesionistico.

Punto 11) Penso di avere sufficiente esperienza per capire cosa significhi essere pulito o essere acidificato. Non mi interessa di finire denutrito in termini calorici. Sono per un fruttarianismo sensato e tendenziale.

Punto 12) È inutile dichiarare di essere realisti e concreti, e continuare poi a citare Ehret e D’Elia per puntellare le nostre asserzioni. Rispettiamo piuttosto i maestri del passato cercando di fare di più e di meglio, se possibile.

Punto 13) Per quanto concerne il pavimento pulito o incrostato, non sto a fare polemiche. Non mi sottraggo comunque a un confronto basato su un prelievo contemporaneo di sangue presso qualsiasi centro medico d’Italia, al fine di stabilire chi ha il sangue più pulito e scorrevole e privo di mucosità.

Punto 14) Non mi sono mai riferito ad esperimenti di laboratorio, ma piuttosto ad esperimenti pratici e verificabili anche sensorialmente. Un bicchierozzo colmo del succo di 6 arance, preso a digiuno, fa tutto fuorchè acidificare. Prova a prenderti un bicchiere di cola nelle stesse condizioni e capirai la differenza.

Punto 15) La zucca è carica di amido naturale e posso capire che una leggera cottura la renda assai più interessante per il consumo, al pari poi della patata, dei tuberi e dei cereali. Cuocere le arance sarebbe invece uno sproposito. Il problema poi non è tanto la paventata iperacidità a catena. Sia il troppo acido che il troppo alcalino hanno effetti disastrosi e corrosivi sul corpo. Serve dunque l’equilibrio che si raggiunge mangiando un po’ di tutto, ma sempre nell’ambito dei cibi veri, vitali e compatibili. Mangiare solo arance o solo mele è un suicidio.

Punto 16) Tutte le letture del passato vanno rivedute. Sono d’accordo. Ogni cosa va filtrata, criticata e selezionata. Non esistono mostri sacri da rispettare. Esiste però un percorso illuminato che occorre invece custodire e proteggere con grande determinazione.

Punto 17) Non mi diverto affatto a impiantare grane e polemiche, nè tantomeno a fare crociate contro i vari siti internet. Non sto nemmeno a leggere quanto si scrive su internet, mancandomene il tempo materiale. Il problema è che le persone comuni non riescono più a mangiare un’arancia senza qualche sospetto. Stiamo attenti a non fare assurdo e gratuito terrorismo, spingendo la gente, affamata di calorie e di micronutrienti, verso i soliti salumi e le solite bistecche. C’è della gente respirazionista, che vive anche di sola aria? Pare di sì. Bisognerebbe verificare quanto sincera è, a che ora si alza la mattina, a che ora va a nanna la sera e quale attività svolge.

L’UCCISIONE VISTA COME UNA GRAN FESTA

Trovo tutto sommato futile e ridicolo perdersi in polemiche senza senso e senza costrutto sulle mele e le arance, quando prendi in mano il quotidiano di oggi, e si tratta del Messaggero Veneto, giornale del Friuli, e leggi un articolo firmato da Silvano Bertossi, che dice quanto segue: “Noi in Friuli, per il maiale e le sue gustose carni, abbiamo una speciale devozione. Quando un tempo in casa si uccideva il maiale, c’era festa grande e i ragazzi potevano anche disertare scuola. Giustificati. Il fascino della macellazione, quell’affaccendarsi nel dividere le parti, nel macinare le carni, di qua quella per fare i salami, di là quella per il muset e les luanies”. A fianco c’è pure una foto di gruppo con i norcini, ovvero con gli autori sorridenti ed orgogliosi del misfatto, intenti alla lavorazione delle carni.

AL FASCINO DELLA MACELLAZIONE PREFERISCO QUELLO DI UNA CAREZZA

Sono friulano a tutti gli effetti, e sono affezionato senza riserve a questa terra, nonostante alcune evidenti smagliature etiche e salutistiche che essa presenta. So benissimo cosa significhi l’atroce assassinio di un povero maiale indifeso. L’autore di tale idilliaco quadretto, la prossima volta, farebbe meglio a parlare a suo titolo personale e non in nome dei friulani tutti. Non sono certamente l’unico a dissentire fortemente con le sue bucoliche rime. Il fascino della macellazione? La devozione per le sue gustose carni? Ne ho viste troppe di queste orrende e raccapriccianti scene. Pazienza il massacro, ma anche la cultura del massacro, ed anche la nostalgia di esserci ancora.

UNA REGIONE FRENATA DAL MAIALISMO E DAL VINISMO

A tale aberrante modo di pensare non ci sono scusanti. Questo non lo sopporto proprio. Questo significa lordare di sangue e di cinica crudeltà la pagina di un giornale che viene letto da tutti, ma non dai maiali per fortuna. La bellissima regione Friuli, con le sue spiagge magnifiche, coi suoi monti e i suoi laghi, con la sua lingua originale, con le indubbie doti di ingegnosità, di serietà, di spirito e di carattere dei suoi abitanti, merita molto di più in termini di salute, di cultura e di etica. La religione del maiale, e quella della macellazione in generale, più forti qui che altrove, non apportano nulla di buono al nostro benessere (abbiamo il non invidiabile record nazionale delle metastasi e delle cardiopatie, nonostante la bellezza e la tranquillità del territorio), ma sono una spina nel fianco e un freno a mano tirato. Men che meno apportano qualcosa di valido alla nostra reputazione.

LA RIPRESA ECONOMICA DEL FRIULI

Sulla stessa pagina c’è un secondo articolo dove Claudio Violino, assessore regionale all’agricoltura, viene ripreso mentre, preso per le zampette un bel porcellino lattante, lo solleva e lo esibisce in primo piano, quasi si trattasse di un trofeo e di un simbolo della ripresa economica del Friuli. La foto è a corredo di un intervento del dottor Valerio Bordesan sul tema “Qualità della carne e delle cosce per prosciutto crudo nel suino pesante”. Mi chiedo se l’assessore, a parte le ovvie necessità insite nel suo ruolo, abbia per un attimo almeno pensato che aveva in braccio un bambino a quattro zampe, con un cuore e un’anima pulsante, o se abbia solo ragionato in termini di peso, e di quanti mesi servano ancora per piantare alla gola di quella creatura una bella lama che ne interrompa la vita, e lo trasformi in salame e musetto. Perché non inserire, mi chiedo, un maiale anche nello stemma bianconero del Friuli?

L’OBIETTIVO FATIDICO DEI 250 CHILOGRAMMI

Avevo letto “pensante”, poi mi sono stropicciato gli occhi, rendendomi conto che mancava la enne. Non pensante ma pesante. Perché è ormai di moda, per diverse aziende, acquistare e spesso importare i maiali a 100 kg di peso, per portarli rapidamente ai 250 kg. Ed è a quel punto che i norcini di Mortegliano o quelli della Cooperativa Norcini di Cormons (Gorizia), o i purcitàrs di altre località sandanielesi e carniche, entrano in azione coi loro affilati coltelli, per una esecuzione legalizzata di poveri esseri in balia dei carnefici, di povere creature prive di ogni forma di tutela.

ANDANDO DI QUESTO PASSO CI SERVIRANNO L’ULTIMA DELIZIA, OVVERO LA SPREMUTA DI MAIALE

Tutto questo è accaduto, accade e continua ad accadere sotto i nostri occhi, condito di cultura macellaia e di sadico divertimento. Questi sono i veri problemi su cui dovremmo riflettere. Altro che perderci improduttivamente sull’acidità prodotta da una spremuta di agrumi. Chissà che un bicchiere di sangue estratto a caldo, mentre ancora l’animale ferito a morte strilla di paura e di dolore, non faccia meno male del bicchiere di succo rosso di arance dell’Etna?

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

5 Commenti

  1. maialzuma

    Meraviglioso. Penso e soprattutto spero che con questo, Valdo, siano chiarite le idee sulla famosa storia della arance. Me lo auguro

    Rispondi
  2. S&M

    sei un grande valdo!
    da pochi giorni la mia colazione consiste in una spremutona di arance mega e mi sento benissimo.
    mi ha abbandonata la stanchezza tipica che seguiva le colazioni con cereali tostati e latte di riso…
    mi sento piena di energia e di voglia di fare e non ho più nemmeno il classico buco allo stomaco di mezza mattina 🙂
    per chi ha delle perplessità a riguardo:
    io non faccio atti di fede e nessuno dovrebbe mai farne nella vita.
    semplicemente ho sperimentato.
    sperimentate anche voi!
    coraggio!
    un caro saluto a tutti!
    sara

    Rispondi
  3. almankareb

    Un mio caro amico, 35 rivisto dopo
    anni si lamentava della poca salute.
    Al mio consiglio, vista la sua alimentazione 'mangio un po' di tutto', ho consigliato con il comicinciare con il 'blindare' la mattina, come faccio io dall'ottobre del 2010, con colazioni fruttariane, dando la precedenza agli agrumi (anche limoni, nella spremuta, ma preferisco mangiare l'arancia e non spremerla).
    Al che la sua risposta è stata '-No no, ma che dici, le arance mi acidificano lo stomaco'.
    Memore delle tesine del buon Valdo, ho cercato di fargli capire che le sue acidità di stomaco non vengono dalle frutte, ma dalla sua alimentazione sbagliata, con tanto di fogli stampati con varie tesine di Valdo.
    Tutto inutile, perchè come si dice,
    non c'è peggior sordo etc etc…
    Oggi a tavola mi sono acceso con mia sorella che nonostante un color
    terra di siena-grigio cera, si ostina a fare colazione con il latte-cereali ed ovviamente il cafè,
    di casa e poi con le amiche chissà quanti altri al bar.
    Fumare fuma ed anche un bel po'…
    'Ma come ti salta in mente di dirmi
    che non devo piu' bere il latte, e poi noi italiani, se rinunciamo al caffe'…'.
    Ho chiesto scusa, sentendomi uno del Katanga…
    La scorsa estate, un conoscente (magrissimo, ma con acciacchi e macule sulla pelle da far spavento),
    mi ha dato addirittura del Feddayn, quando ho cercato di fargli capire
    i danni dei cibi animali.
    C'è un pregiudizio nei confronti di chi decide se non altro come me, di limitare ai minimi termini l'assunzione di cibi animali, intesi almeno come massa (pesci, bistecche, hamburger) e magari chiudendo un occhio, in famiglia, per non stressare mammà che si prodiga ai fornelli, per 6 persone piu' il cane, ed allora se nella pasta capita il pezzettino di pancetta lo tiro via, ma la pasta la mangio, se nella caprese c'è la mozzarella di Bojano tiro via la mozzarella e mangio il pomodoro, nel minestrone non metto ''l'indispensabile'' Parmigiano e cosi' via, e quando resto solo, posso finalmente sperimentare il crudismo, ed allora sento veramente in quei momenti viva una presa di coscienza anche politica, sto per dire, militante…
    Il crudismo non è in fondo difficile, ma richiede le giuste motivazioni e soprattutto, una grande costanza e voglia di variare il piu' possibile le frutte e le verdure altrimenti si corre il rischio (mi è capitato già) di ricorrere sempre alle stesse quattro cose 'comode' (carciofini sott'olio, crema d'olive etc) e dopo un po' di giorni arriva la noja e ed il desiderio delle patatine in busta e del cracker del supermarket… ed addio, in una pappata improvvida, si vanifica il lavoro di una settimana di costante
    impegno salutistico.

    Camillo – Teramo

    Rispondi
  4. yogasunfire

    Caro Valdo,
    il fruttarianesimo non è un obbiettivo assurdo, ma realizzabile con un po' di impegno. Gli strumenti per raggiungerlo in modo confortevole ce li hanno lasciati i grandi, primo fra tutti Ehret.
    Ci sono molti atleti fruttariani ad alti livelli con prestazioni incredibili (v. Michael Arnstein, Douglas Graham teorizzatore della dieta 80/10/10, Tim Van Orden ed altri) ottenute da una alimentazione fruttariana come dice lei "pericolosa". Come fa ad essere pericolosa se quando mangio solo frutta la mia vitalità (e non solo la mia) è alle stelle, più di quando avevo 18 anni. E questa vitalità la possiedono tutti i fruttariani. E' questo della pericolosità un mito da sfatare. Nella frutta c'è tutto quello di cui abbiamo bisogno per vivere. La gola ci frega sempre facendoci desiderare altro ed allora si giustifica dicendo che serve ad implementare quello che manca nella frutta. Sto leggendo il libro della fruttariana (da 17 anni!) Anne Osborne "Fruitarian, the path to Paradise" e le cose che dice non sono solo molto sensate ma sono una guida per una salute perfetta ed una vitalità che oggi non si riesce nemmeno a concepire. E non perchè la frutta è qualcosa di magico, ma perchè il corpo finalmente va come è stato progettato per andare..
    Saluti,
    Aldo Bassi

    Rispondi
  5. Marcello Di Lorenzo

    Caro Valdo,
    __Concordo sul criticare chi voglia demonizzare alcuni frutti a scapito di altri, però non penso sia assurdo vivere di sola frutta. Il messaggio di D’Elia era proprio questo: ripristinare l’originaria alimentazione fruttariana.
    __Io vivo di sola frutta cruda da sei mesi, e sto benissimo. Secondo me, nell’ambiente fruttariano si tende a fraintendere l’espressione «frutta succosa e dolce», usata da D’Elia: egli si riferiva probabilmente a TUTTA la frutta carnosa, distinguendola da quella legnosa e dai semi (che egli riteneva iper-proteici).
    __Per me sono ottimi sia i vegan-crudisti, sia i frugivori, specie considerando che in entrambi i casi nessun animale viene toccato.
    __Se preferisco limitarmi alla frutta è perché ritengo che nelle verdure non ci sia nulla che non possa trovarsi anche nella frutta (e con in più l’acqua fisiologica), e anche per semplice istinto: il mio.
    __La mia stima per te è comunque enorme, e il tuo amore per Pitagora, Leonardo ecc., la innalza ulteriormente.
    ______________________________________________MARCELLO

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