RIMEDI ALL’IPOTERMIA E ALLA CONGESTIONE DIGESTIVA

da 27 Dic 2016Ipotermia

LETTERA

MIA SITUAZIONE IN SINTESI

Pace a lei, dottore. Ho 46 anni e mezzo. Mi collego al post https://www.valdovaccaro.com/una-digestione-delicata-e-suscettibile/. Mi permetto di unirmi a Mauro per un problema analogo. Solo che, differentemente da lui, 1) Non sono vegetariano, 2) Faccio normalmente 5 pasti al giorno, 3 principali e due più piccoli, 3) Soffro di colite e gastrite, anche astenendomi dalle cose che fanno male, 4) Sono sensibilissimo alle bevande fredde e troppo calde (colite), 5) Sono sensibilissimo ad alcuni cibi troppo grassi (gastrite e reflusso), 6) Sono diabetico tipo 2 da almeno 5 anni, non mi controllo molto, ma cerco di astenermi da bibite eccessivamente zuccherate, dolci zero, marmellate solo con basso quantitativo di zuccheri (2%) e molto di rado in quantità di circa 10-20gr e solo con yogurt fresco autoprodotto da latte fresco (o quasi) parzialmente scremato. 7) Uso quasi regolarmente metformina 500-1000 a seconda della quantità di zuccheri/carboidrati ingeriti. 8) Uso truvia (stevia ed eritritolo) per dolcificare.  9) Faccio uso di testogel ogni mese, per 3 mesi di fila, tre volte l’anno. 10) Ho la sindrome di Klinefelter (non so se possa servire), sono un 47 completo (anche se ho dei tratti del 48, ma forse ancora sono in fase di accertamento).

CONGELAMENTO DELLO STOMACO AD OGNI FASE DIGESTIVA

Il mio problema è davvero serio. Qualsiasi cosa ingerisco, di quantitativo apprezzabile 50gr circa, il mio stomaco si congela. Ho letto che non può scendere al di sotto dei 25° ma al tatto sembra averne veramente meno. Parte dalla bocca dello stomaco, un po’ sotto il plesso solare e si irradia a triangolo fino all’ombelico, per poi prendere strade diverse. Certe volte arriva fino al di sopra del pube e raffredda tutto come fosse una morsa di giaccio. In larghezza si estende da un fianco all’altro e siccome non lo riesco a percepire immediatamente, se non faccio attenzione rischio la congestione, con problemi gravi di digestione che mi portano sempre a coliti dolorosissime.

RISCALDAMENTO ESTERNO MANUALE

L’unico metodo che per ora riesco ad usare come automedicazione è il riscaldamento esterno con le mani, riscaldo tutte le parte interessate con le palme delle mani aperte (non troppo) per riscaldare più superficie possibile contemporaneamente. Appena non sento più differenza di temperatura passo alla parte successiva, per un paio di ore, mi riscaldo lo stomaco.

CHIEDO CONSIGLIO SUL COME RISOLVERE LA QUESTIONE

Come posso fare per evitare tutto ciò? Premesso che anche con 200 maglioni succede anche se non prendo freddo? E d’estate non vi dico!!! Grazie almeno per aver letto. Nessun dottore interpellato online fino ad adesso mi ha mai dato una risposta. Pace a lei e a tutto il suo staff. Daniele


RISPOSTA

SCEGLIERE CIBI LEGGERI, INNOCENTI E DIGERIBILI

Ciao Daniele. Diamo prima uno sguardo a come avviene normalmente il processo digestivo. Si parla di 3 fasi suddivise in cefalica, gastrica e duodenale. Dal momento che digerire bene è di enorme importanza strategica, dovrai sempre scegliere cibo vitale, leggero, sobrio e digeribile, oltre che innocente e vegetariano.

FASE CEFALICA DELLA DIGESTIONE

L’aumento della secrezione gastrica inizia un po’ in anticipo rispetto al pasto. Come nel caso della saliva, questo meccanismo ha lo scopo di preparare lo stomaco ad accogliere il bolo. La stessa vista, il profumo, il rumore delle posate, dei piatti, della cottura e persino il pensiero del cibo, producono una serie di segnali stimolatori diretti al sistema nervoso centrale. Da qui si dipartono degli stimoli efferenti che, dopo aver raggiunto lo stomaco, incrementano la secrezione di succo gastrico. Tale segnale viaggia lungo le fibre del nervo vago, deputato alla conduzione degli stimoli eccitatori elaborati dal sistema nervoso parasimpatico.

FASE GASTRICA

Quando il bolo raggiunge lo stomaco, si assiste ad un rapido aumento della secrezione gastrica. Tale fenomeno è generato dalla stimolazione meccanica del bolo, che favorisce la distensione delle pareti gastriche. Lo stimolo secretorio è inoltre legato all’attività dei chemocettori, recettori cellulari sensibili a determinate sostanze chimiche ed in particolare ad alcol, caffè, proteine (soprattutto quelle parzialmente digerite dalla pepsina). Ciò spiega perché alcuni alimenti, come le sostanze aperitive ed il consommé, vengano generalmente consumati all’inizio del pasto, con lo scopo di favorire i processi digestivi.

RILASCIO DI GASTRINA ED AGGRESSIONE DEL BOLO ALIMENTARE

I segnali meccanici e chimici, oltre a stimolare direttamente la secrezione cloropeptidica, vanno ad aumentare il rilascio di gastrina. Quando questo ormone viene liberato nel torrente circolatorio, raggiunge rapidamente il cuore e da qui ritorna allo stomaco, dove incrementa la secrezione delle ghiandole gastriche. Quando il bolo raggiunge lo stomaco non passa direttamente nel duodeno, ma permane nella regione del fondo e del corpo per circa un’ora. In questo modo il materiale nutritivo ha tutto il tempo per essere aggredito dal succo gastrico. Trascorso questo intervallo, il chimo tende a spostarsi verso il piloro e a raggiungere il duodeno.

FASE DUODENALE

L’ingresso del cibo nel duodeno stimola i meccanocettori situati lungo le pareti di questo primo tratto dell’intestino tenue. I meccanocettori recepiscono segnali di natura meccanica che, in questo caso, sono legati alla distensione delle pareti duodenali. Tale meccanismo attiva una risposta del sistema nervoso ortosimpatico che esercita un’attività inibente sulla secrezione gastrica. L’intero processo è influenzato da diversi fattori. Innanzitutto intervengono dei chemocettori duodenali sensibili alla presenza di acido cloridrico, che rappresenta un segnale inequivocabile del passaggio del chimo dallo stomaco al duodeno. Se la digestione gastrica è terminata, la secrezione ghiandolare dello stomaco è inutile e potenzialmente pericolosa (ulcere). Per questo motivo durante la fase duodenale vengono rilasciati diversi ormoni intestinali tipo CCK o colecistochinina, GIP o peptide inibitorio gastrico, secretina ed altri, con lo scopo di inibire la secrezione gastrica.

DISCESA DEL BOLO NEL DUODENO

La discesa del bolo nel duodeno è favorita da contrazioni anulari (peristalsi) che originano dalla parete muscolare dello stomaco. La muscolatura gastrica non è distribuita uniformemente, ma si fa più sottile nelle regioni di fondo e corpo, ed estremamente spessa e potente nella porzione terminale (antro e piloro). Tutto ciò ha un significato funzionale, poiché, mentre corpo e fondo fungono da serbatoio per il bolo, le regioni inferiori dello stomaco sono deputate al passaggio del chimo nel duodeno.

RISALITA SPONTANEA DEL CONTENUTO DUODENALE

In condizioni basali (digiuno) il piloro non è chiuso del tutto come il cardias (orifizio superiore dello stomaco), ma si mantiene semiaperto. La risalita spontanea del contenuto duodenale è infatti ostacolata dalla tipica forma ad uncino del piloro. Quando l’onda di contrazione peristaltica investe violentemente il piloro tende ad occluderlo, ostacolando la diffusione del chimo nel duodeno. Gran parte del contenuto gastrico spinto a grande velocità contro il piloro, ritorna così nel corpo dello stomaco. A questo punto l’intero processo viene ripetuto fino al completo svuotamento gastrico.

PERISTALSI DELLO STOMACO E CONTRATTILITÀ GASTRICA

La peristalsi dello stomaco offre un duplice vantaggio. Innanzitutto favorisce il rimescolamento del chimo, facilitando le numerose azioni del succo gastrico. Inoltre rallenta il passaggio del chimo nel duodeno, permettendo agli enzimi intestinali di digerirlo completamente. Se così non fosse, oltre ai processi digestivi, verrebbe compromesso anche l’assorbimento dei nutrienti. La contrattilità gastrica è controllata dagli stessi fattori, eccitatori ed inibitori, che regolano la secrezione cloridropeptica.

IPOTERMIA DIGESTIVA

Veniamo adesso alla questione specifica del freddo in fase digestiva che ti riguarda personalmente. L’ipotermia digestiva è anch’essa una forma di congestione. La congestione è un evento provocato da un’esposizione al freddo in piena fase digestiva. Nei casi più gravi può portare persino alla morte. Perché una banale congestione può diventare letale se non si interviene in tempo? Una congestione si verifica quando ci si espone a temperature troppo basse durante la digestione. Anche sforzi eccessivi, possono provocare una congestione, ma è soprattutto il freddo, o meglio, lo sbalzo termico, il vero pericolo.

PIÙ COMPLESSO È UN PASTO E PIÙ SANGUE RICHIEDE

Quando il processo digestivo ha inizio, circa mezzora dopo aver terminato un pasto, il cuore pompa molto sangue verso gli organi dell’apparato gastrico, soprattutto verso lo stomaco. Un pasto molto abbondante o ricco di cibi grassi ed elaborati, necessiterà di ancora maggiori quantità di sangue rispetto ad uno spuntino leggero. In questa fase siamo molto vulnerabili. Se, al mare, ci buttiamo in acqua quando siamo surriscaldati e stiamo digerendo, oppure se da un locale riscaldato dove abbiamo mangiato abbondantemente usciamo in un ambiente la cui temperature sia di decine di gradi inferiore o, infine, se beviamo una bibita ghiacciata, andiamo incontro ad uno squilibrio nella distribuzione del sangue.

DIROTTAMENTO SANGUE DALLE PARTI PERIFERICHE

In pratica, il cuore si trova nella necessità di dirottare molto sangue dallo stomaco alle parti periferiche del corpo e al cervello per evitare che si trovino in deficit di nutrimento in un momento in cui necessitano di molto ossigeno, e così, letteralmente, va in tilt. La digestione si blocca e il corpo subisce una sorta di shock che, nei casi più drammatici, può portare alla morte.

SINTOMI DI CONGESTIONE IN CORSO

Ci sono dei sintomi, però, che si possono far intuire una congestione in corso e in tal modo prevenire conseguenze drammatiche. I segnali d’allarme includono annebbiamento della vista, capogiri, vertigini, debolezza improvvisa, gambe che cedono, crampi allo stomaco, nausea e vomito, pallore improvviso e sudorazione fredda, senso di svenimento, collasso cardiaco.

URGENTE RISCALDARE LO STOMACO

Se ci sentiamo in questo modo, oppure se qualcuno vicino a noi manifesta questi sintomi, si deve intervenire subito, anche con i soccorsi, in caso di perdita di coscienza per congestione fulminante, perché in questi casi la tempestività può salvare la vita. Se il malessere non è ancora così serio, per prima cosa bisogna riscaldarsi, in particolare riscaldare lo stomaco, con una coperta sulla parte e un lieve massaggio circolare per ripristinare la circolazione. È buona norma anche scaldare i piedi e le mani, per agevolare il compito del cuore.

TISANE CALDE E BOCCIA DI ACQUA CALDA

Successivamente, una buona tisana calda può aiutare a ripristinare il processo digestivo. In ogni caso, è meglio evitare di esporsi al freddo per almeno 2-3 ore dopo un pasto, perché la prudenza è in questi casi la cura migliore. Il ricorso a una boccia di acqua calda quasi bollente da applicare sullo stomaco è sicuramente positivo.

SINDROME DI KLINEFELTER

La sindrome di Klinefelter, nota anche come disgenesia dei tubuli seminiferi, rappresenta infine una delle cause più frequenti di ipogonadismo primario e infertilità nel maschio. È causata da un’alterazione cromosomica del corredo cromosomico. Non è il caso di farne un problema drammatico. Le irregolarità genetiche non sono affatto delle fissità inalterabili ma sono invece soggette a modifica e a correzione rimediale, mediante ritocchi alimentari e comportamentali.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

1 commento

  1. angelo nibbio

    Controllare la funzione renale, perché anche se poco frequente, ci può essere un problema con la metformina. Può cioè trattarsi di un marcato effetto collaterale.

    Rispondi

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