ALIMENTAZIONE NATURALE APPORTATRICE DI EQUILIBRIO PSICO-FISICO

da 23 Mag 2013Salute

(Conferenza di Volta del Vescovo – Piacenza, del 21 Maggio 2013)

PROVINCIA DA FAVOLA, DI NOME E DI FATTO

Buona serata a voi tutti e complimenti ad Aurelio Tibaldi e al nutrito gruppo organizzativo coinvolto nella realizzazione di questo meeting piacentino. Definire la sala in cui ci troviamo “da favola”, per usare il termine con cui viene dipinta dall’ente turistico la campagna piacentina, non mi pare per niente esagerato. Ma l’emozione più bella ed elettrizzante è data dalla presenza di un pubblico folto e motivato. Per la cronaca siete in oltre 120.

PALATI FINI E TENTAZIONI CHE NON MANCANO

Città di buongustai e di palati fini, oltre che di comprensibili generosità e trasgressioni alimentari, essendo posta tra la Parma del grana e del prosciutto e la Milano del panettone. Affiancata, come non bastasse, dalla Cremona dolce e caramellaia, dalla Cremona dei confetti, del torrone, dei croccantini alle mandorle e alle nocciole, dei biscotti, degli amaretti, delle spongarde e delle torte sbrodolone, e anche dei dolci carichi di farina bianca, di strutto, di uova, di zucchero e panna montata. Chiaramente sto scherzando. Nulla ho contro Cremona e Milano.

L’ISTINTO PER IL DOLCE, IL GRASSO E IL SALATO RIGUARDA L’INTERO PAESE

Tutta l’Italia, se è per quello, è sepolta dai dolciumi e dal papale zucchero del gruppo Eridania. Nulla ho contro Parma. Tutta l’Italia è costellata di grana e prosciutti. Io stesso arrivo dal Friuli, regione del San Daniele. Persino i leprotti, nelle irriverenti pubblicità dei porcari, odiano le carote e invocano il prosciutto.

NEGLI AGRITURISMO NON MANCA LA CULTURA DEL MANGIAR SANO

Parla comunque, a favore di Piacenza, una formidabile rete di agriturismo non certamente vegetariani o vegan, ma dove non manca di sicuro la cultura del mangiar sano, l’arte del vivere secondo natura, o comunque la voglia e l’ambizione di guardare più in avanti che all’indietro, di capire meglio le nostre vere esigenze corporali e spirituali, di distinguere meglio gli aromi veri dai miasmi sospetti, di differenziare il cibo leggero, naturale ed innocente da quello pesante, indigesto e cinico.

L’ESEMPIO DELL’ASPARAGO

Parla a favore di Piacenza, e lo porto come esempio, la giusta esaltazione di un ortaggio pregiato e delizioso come l’asparago piacentino, primo regalo stagionale, simbolo di salute e di depurazione interna, dotato di incredibili aspetti nutrizionali. L’asparago è ricco di fibre importanti tra cui i frutto-oligosaccaridi-FOS, le vitamine B1, B6, A e C, l’acido folico e l’asparagina, che hanno un effetto antidepressivo e antiossidante. Se poi qualcuno, pur nell’ambito della sua impostazione vegan-crudista trova irresistibile abbinare l’ovetto all’asparago, lo faccia pure. La trasgressione veniale una-tantum non . fa testo. Non siamo qui a giudicare nessuno, né tantomeno a demonizzare chi si concede qualche piccolo sgarro.

LE QUALITÀ DI UN ORTAGGIO STRAORDINARIO

Gli asparagi aiutano poi a sviluppare la flora batterica intestinale, tengono sotto controllo il colesterolo, regolano la diuresi e il metabolismo del sistema nervoso, contrastano uno dei mali più diffusi e ignorati che è la viscosità del sangue, agendo da efficacissimo fluidificante. Asparago capace di favorire il drenaggio epatico, renale, intestinale, polmonare e cutaneo. Indicato per l’astenia o la debilitazione fisica e intellettuale, la demineralizzazione, la litiasi urinaria, l’artritismo, la gotta, il reumatismo, la bronchite cronica e il diabete.

ESPERIENZE PERSONALI

Ne so personalmente qualcosa. Mia nonna paterna si chiamava Marina Chiandetti. Donna intraprendente e muscolosa, tutte le mattine all’alba prendeva il tram bianco della linea Tarcento-Udine e si portava con sé due cestoni con una ventina di mazzi che vendeva a Udine in piazza delle Erbe. Nei primi anni ’50 venne nominata Regina dell’Asparago di Tavagnacco, località che festeggia proprio in questi giorni la sua annuale Sagra Nazionale dell’Asparago. Frequentavo le elementari e tutti i giorni davo una mano assieme al nonno Marco a creare mazzi di asparagi bianchi, che venivano confezionati con doppio legame di corteccia fresca, presa dai rami del gelso, adatta a stringere gli eleganti turoni senza segnarli e danneggiarli.

LE MONOCOLTURE A MAIS E SOIA

Frutto della generosa madre Terra, al pari della patata, della rapa, della bietola e del ravanello, al pari del radicchio, dell’anguria e del melone. Chi ama l’asparago non può apprezzarlo, e non provare nel contempo un religioso rispetto per la generosità del creatore e per le grandi risorse che ci ha messo a disposizione. Chi ama la natura non può non rammaricarsi che il 95% dei terreni agricoli siano oggi coltivati a mais e soia intesi ad alimentare creature disgraziate predestinate ad una allucinante condanna a morte.

RIPRENDERE POSSESSO DELLE NOSTRE CAMPAGNE

IL 95% dei terreni, tutti minacciati dalle culture OGM, tutti trattati ad azidrina e Round-Up della Monsanto, micidiali erbicidi che desertificano i terreni e distruggono ogni specie vegetale, avvelenando nel contempo le falde acquifere. Quanto migliore sarebbe la qualità della vita se l’uomo rinsavisse, riprendesse possesso delle campagne e reimparasse a revitalizzare le zolle, a optare per un’agricoltura biodinamica, a seminare e piantare di tutto, per la sua salute, per un atto di rispetto nei riguardi della terra, dell’ambiente, delle risorse disponibili. È nella campagna, nella libera scelta delle varietà orticole, nel modo di coltivare, che si gioca la nostra partita vitale, quella della sopravvivenza armoniosa, pacifica e serena.

L’IMPERO DEL MALE CONTINUA A TESSERE LE SUE TRAME

E siamo invece spinti inesorabilmente verso l’alimento innaturale e verso il fast food, verso il cibo proteico e il cibo spazzatura. Tutti presi in una specie di morsa mostruosa. Una cappa oscura e minacciosa di regole e di leggi internazionali rivolte a standardizzare i prodotti, a regolare le colture agricole e i semi, a boicottare le biodiversità. Ci troviamo di fronte a una coalizione di interessi formidabili, poco disposti a mollare l’osso. Ci vogliono imporre un consumismo alimentare e farmaceutico, basato su succhi pastorizzati, su cibi confezionati, devitalizzati e non deperibili, su bevande imbottigliate zuccherate-gassate-alcoliche-caffeiniche.

STATI SCIALACQUATORI E BORSEGGIATORI

Una vera e propria congiura contro la salute umana, un attentato continuo contro l’integrità fisica e i diritti fondamentali delle creature che ci vivono accanto. Per saltarne fuori tutti d’un pezzo dobbiamo rinforzarci e non indebolirci. Serve ribellione e rifiuto, più che passiva rassegnazione. Nessuna violenza, ma disobbedienza civile sì. Stati, governi, comuni e istituzioni lascivi, corrotti e spendaccioni, caratterizzati dai conti in rosso, e quindi assetati o avidi di danaro, pronti a mettere le mani nelle tasche, nei portafogli e nei conti bancari della gente.

STALINISMO FISCALE E SANITARIO

Collusi e colonizzati contro i propri cittadini, bravi a supertassare, ad annientare e a criminalizzare il diritto di proprietà, il diritto alla salute, il diritto a una sopravvivenza dignitosa. Più stalinismo rovinoso ed inconfessato che democrazia. Uguaglianza e miseria garantite per ognuno, mascherate di ipocrita giustizialismo fiscale. Malattia e farmaco-dipendenza per tutti, mascherate di assistenzialismo sanitario.

PITAGORA E PLUTARCO

Le dritte e gli insegnamenti non ci mancano, sia per l’alimentazione, che per il pensiero ed il comportamento, tutte cose che marciano assieme e non disgiunte. Li ritroviamo in tutte le fasi storiche. Pitagora, già nel 6° secolo sostiene che la terra, in ogni suo angolo, offre ricchezze alimentari straordinarie, per cui non c’è alcuna necessità di provocare spaventi, sofferenze e spargimenti di sangue tra i nostri compagni di viaggio, colpevoli solo di avere quattro gambe al posto di due, o due ali piumate al posto di due braccia. Plutarco, tra il I° e il II° secolo a.C., aggiunge che “L’uomo, per un pezzo di carne, priva creature innocue del sole, della luce, del diritto alla vita che appartiene ad esse già per il fatto di essere venute al mondo”.

BUONUMORE E MODERNISMO QUANTISTICO NEL GRANDE MARCO AURELIO

Marco Aurelio (121-180), fin da bambino, dimostra per dote naturale un carattere mite e tranquillo, nutrito dai sereni piaceri della vita di campagna, dalle meditazioni filosofiche maturate nel contatto con la natura. Dal nonno adottivo ha ereditato la calma e la gentilezza, dal padre il riserbo e la fermezza, dalla madre il sentimento religioso, l’altruismo, la ripugnanza non solo a compiere il male, ma persino a pensarlo. È per questo che impara ad autogovernarsi, a mantenere il buonumore in ogni circostanza e specie nelle difficoltà e nelle malattie, a compiere il proprio dovere senza mai lamentarsi, ad evitare gli intrugli, gli impiastri e i farmakon, ossia i veleni dei medici che ai suoi tempio ricominciavano a riapparire timidamente sulla scena, dopo 600 anni di divieto legale di ogni attività medica.

NON SCIUPARE LA VITA IN MODO BANALE

“Conosci te stesso” e “Vivi secondo natura” diventano ben presto i suoi motti. È per questo che invita i romani a compire ogni loro azione come fosse l’ultima della loro vita. L’uomo ha raggiunto la perfezione quando vive ogni suo giorno come fosse l’ultimo, senza agitarsi, senza paralizzarsi e senza fare scenate. È per questo che predica la noncuranza verso le cose futili e di scarsa importanza, il disinteresse per le chiacchiere di ciarlatani ed imbroglioni, l’avversione ad addestrare quaglie da combattimento, strana moda di quegli anni.

PERLE DI SAGGEZZA VALIDE PER TUTTI I TEMPI

Pensa in modo autonomo e indipendente. Non farti né tiranno né schiavo di alcuno. Pensa cose giuste e conformi alla tua personalità. Agisci sempre in vista di un bene comune. Parla sempre in modo semplice e schietto. Frugalità, benevolenza, riserbo, tolleranza e magnanimità siano i tuoi obiettivi. Adattati alla sorte che ti è toccata e ama sinceramente le persone con cui ti è stato dato di vivere, sia in famiglia che nella società.

VIVERE NEL PRESENTE E FARE LE COSE AL MEGLIO

“Quand’anche potessimo vivere 3000 anni, nessuno perde altra vita se non quella che sta vivendo all’istante e al presente”. Ieri e domani non contano, conta il dominio attuale sulle cose. Non vivere come se avessi migliaia di anni davanti a te. Il destino incalza. Non dedicarti più del necessario a cose effimere e di scarsa importanza. Fa le cose giuste e virtuose non per le lodi o per la fama di domani o per l’immortalità. Ciò che è bello, lo è di per se stesso. Non vivere per i posteri. Cos’è il ricordo, anche se eterno? È pura e semplice vanità.

PRENDI ESEMPIO DALLA VITE E DAL FICO

Credi forse di essere stato creato per startene al calduccio e sotto le coperte? Credi di essere nato per non fare niente? Non vedi che le piante, gli uccelli, i ragni, le formiche, le api svolgono il loro compito, contribuendo con la loro parte alla vita dell’universo? Chi ha compiuto qualcosa di buono non lo va poi a sbandierare ai quattro venti. Passa ad una ennesima buona azione, come la vite e il fico che, quando è la loro stagione producono frutti e grappoli uno dietro l’altro.

UNA FAMA ETERNA A DISPETTO DELLE SUE ATTESE

Paradossalmente, quasi in secca smentita alle sue attese, a distanza di due millenni, Marco Aurelio rimane uno degli autori più letti ed apprezzati in tutto il mondo, e particolarmente negli Stati Uniti. E questo nonostante egli offra non soltanto armonia e rilassatezza. A tratti si trovano in lui più dubbi che certezze, più contraddizioni che coerenza logica, più velato pessimismo che motivi di speranza e di consolazione religiosa.

LEONARDO, ADAM SMITH, BENJAMIN FRANKLIN

“Chi non rispetta la vita non la merita”, scrive Leonardo da Vinci. Persino Adam Smith, nel suo “The Wealth of Nations” (La ricchezza delle nazioni) spezza una lancia in favore del vegetarismo. Benjamin Franklin, scienziato e politico americano, quando a 16 anni si rende conto che l’alimentazione naturale gli apporta vigoria intellettuale e chiarezza di idee, diventa vegetariano e qualifica il carnivorismo come pratica alimentare stupida e ingiustificata.

LEV TOLSTOJ E GEORGE BERNARD SHAW

Lev Tolstoj (1828-1910) ci insegna che l’uomo, uccidendo l’animale, o facendolo uccidere per metterlo nel suo panino o nel suo piatto, sopprime in se stesso le sue più alte qualità spirituali e sentimentali, l’amore e la compassione per le altre creature viventi, e diventa così un essere mediocre, meschino e crudele. “Gli animali sono miei amici, e io non mangio i miei amici”, è il messaggio di George Bernard Shaw, Nobel della letteratura nel 1925.

L’INSEGNAMENTO DI JOHN ROBBINS

Esiste un magnifico libro come “Diet for a New America”, scritto da John Robbins, figlio dell’imperatore americano del gelato. Robbins si immagina uno scenario ideale dove il mondo rinsavisce come per magia e decide di dare sfratto completo a tutte le carni. Cosa succede a quel punto in America e nel mondo?

LO SCENARIO IDEALE DI UN MONDO SENZA CARNE

1) Caduta clamorosa di cancro e infarto, i due maggiori killer mondiali. 2) Caduta contemporanea di una lunga serie di patologie legate al consumo di proteine animali. 3) Caduta dei tanti sbilanci ormonali, e delle tiroiditi in particolare. 4) Caduta dei disordini neurologici, dell’autismo e dei difetti di nascita. 5) Soddisfazione di sedersi a tavola senza provare la vergogna, l’imbarazzo ed il rimorso di sentirsi colpevoli. 6) Soddisfazione di sapere che con coltivazioni volte all’alimentazione umana diretta otteniamo 5 volte più cibo e risolviamo i problemi di malnutrizione e di fame nel mondo. 7) Soddisfazione del respirare e del mettersi in contatto telepatico ed emozionale con i nostri fratelli e sorelle del mondo animale. 8) Soddisfazione di assicurarsi che le grandi foreste del mondo, dal Mato Grosso brasiliano alla giungla indonesiana, riprendono a crescere e a donare ossigeno. 9) Soddisfazione di apprendere che, grazie ai risparmi energetici derivanti dal vegetarismo, cala la dipendenza dalla bolletta petrolifera.

CONDIZIONI OSCENE PER MILIONI E MILIONI DI CREATURE SENSIBILI E SENZIENTI

Una dieta libera dalla carne ha profondi effetti psicologici in quanto ci sgrava finalmente dal pesante fardello della crudeltà inflitta alle altre specie. Sono pochi quelli che conoscono dal vivo le oscene condizioni che infliggiamo a milioni di creature nelle stalle e nei macelli, anche se con l’intuito e l’immaginazione possiamo capire quanta pena, quanto panico e quanta adrenalina scorra da quelle parti.

LE DOTI TELEPATICHE DEGLI ANIMALI SONO MOLTO PIÙ SVILUPPATE DELLE NOSTRE

Gli animali, non diversamente da noi, hanno la loro tiroide, l’ipofisi, le adrenali. Sono pochi a capire quanto intensa e sofferta sia la risposta ghiandolare di bovini, maiali e galline, di fronte ai maltrattamenti e alle ingiustizie subite. Per quanto non usino il nostro linguaggio, sono dotati di mezzi telepatici più potenti dei nostri, e hanno la possibilità di captare le buone e le cattive intenzioni nei loro riguardi.

NULLA VALE QUANTO L’ESPERIENZA DIRETTA, FIANCO A FIANCO DELLE VITTIME

Robbins può scrivere questo libro dopo mesi e mesi di esperienza diretta nei vari allevamenti di suo padre, celebre imperatore mondale del gelato. Con dati alla mano smonta pezzo per pezzo il mito delle proteine e dimostra come l’uomo meriti la gioia di poter vivere una vita sana e serena, meriti di vivere da vegano e non da carnivoro, secondo le sue caratteristiche mentali, spirituali e biochimiche. La stessa gioia che lui prova nel contrastare pesantemente la multinazionale paterna e nel rifiutare una stratosferica eredità. Presidente virtuale e gratuito della Repubblica delle Mucche, questo sì, ma non certo neo-presidente super-stipendiato della Robbins Corporation.

IL SENSO DI COLPA AFFIORA PREPOTENTEMENTE NELLE COSCIENZE SENSIBILI

La nuova America è stanca di scialacquare risorse tolte al resto del mondo. È stanca di essere ammalata di cancro fisico e mentale. Questo esprime John Robbins nel 1987, continuando idealmente la grande tradizione igienistica di Graham, Tilden e Shelton.

GLI ENTI PIÙ QUALIFICATI NON HANNO PELI SULLA LINGUA

Del resto, gli stessi enti più accreditati a livello mondiale nel campo dell’alimentazione, e parliamo della ADA (American Dietetic Association) e della Dietitians of Canada, parlano chiaro nei loro messaggi. Frasi come “Le diete vegetariane e vegan ben bilanciate risultano appropriate ed ottimali per tutti gli stadi del ciclo vitale umano, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia ed adolescenza”, non lasciano adito a dubbi.

ENTRIAMO NEL GRANDE PAESE

Vediamo dunque di ragionare in termini americani. Superiamo le nostre piccolezze nazionali ed attraversiamo l’Atlantico. Entriamo pure nel Grande Paese, (grande, detto tra noi, grazie alla libera ed incontrollata emissione di dollari e di titoli, altrimenti starebbe assai peggio della Grecia, della Spagna e dell’Italia). Ci entriamo come liberi studiosi di salute, alla ricerca della lancetta della bilancia, e dell’ago della bussola, del dove sta andando il mondo, curiosi di aggiornamento e di orientamento. Ci entriamo non da igienisti o da vegani, ma da ricercatori di verità. senza tirar fuori i nostri assi nella manica chiamati Russell Thacker Trall (1812-1877), Sylvester Graham (1794-1851), John Tilden (1851-1940) ed Herbert Shelton (1895- 1985).

LA MITICA LOMA LINDA UNIVERSITY

Andiamo a chiedere lumi nei tre punti focali della scienza della nutrizione che rispondono oggi ai nomi di Loma Linda, Colin Campbell e New York University. Partiamo, punto uno, dalla Loma Linda University, da sempre punta di diamante nelle scienze alimentari e nei dati statistici. Cosa dice questo ateneo? Dice che i vegetariani vivono 7 anni in più, e che i vegani vivono 15 anni in più, rispetto ai consumatori di carne. In termini statistici anche 7 giorni o 15 giorni di differenza avrebbero peso e significato. Qui si parla però di 7 anni e di 15 anni, che sono cifre enormi. Già questi dati sgonfiano ogni polemica e zittiscono ogni contestazione.

IL PROFESSOR COLIN CAMPBELL

Punto secondo di approccio il professor Colin Campbell, scienziato quanto mai credibile ed affidabile, agricoltore, veterinario, medico, docente universitario, sperticato carnivoro fino ai 30 anni. Professor Campbell che, di fronte all’evidenza dei fatti, ribalta coraggiosamente tutte le antiche sue convinzioni e diventa vegan-crudista, portando a termine il maggior studio sull’alimentazione mai realizzato nella storia, con coinvolgimento di 700 team di ricerca dislocati su tutto il pianeta. Studio chiamato riduttivamente The China Study, e che dovrebbe invece essere denominato The World Study.

UN PUTIFERIO INTERNAZIONALE

Un testo che sta sollevando un polverone planetario e un putiferio intorno alla pigra e dormiente medicina convenzionale, sia per la caratura e le referenze del personaggio, che per il contenuto strabiliante del suo messaggio. Campbell è stato per oltre 40 anni in prima linea nella ricerca nutrizionale. Questa è la summa conclusiva del suo lavoro e rappresenta l’analisi più completa sul rapporto tra alimentazione e patologie, di cui è autore assieme al figlio Thomas. Un libro che non viene di certo raccomandato dai vari governi, o dai soliti grandi esperti in esperienze sbagliate che da anni dettano legge in campo nutritivo e sanitario, senza possedere le minime qualità per farlo.

CAMPBELL NON È UNO QUALSIASI, MA È PRESTIGIOSO RICERCATORE DEL MIT

Campbell non è uno qualsiasi e non è l’ultimo arrivato. È un eccellente rappresentante dell’America più evoluta ed avanzata. Ha conseguito laurea specialistica e dottorato di ricerca presso la Cornell University ed è stato ricercatore associato presso il prestigioso MIT (Massachussets Institute of Technology). È professore emerito presso la Cornell. I suoi principali interessi scientifici riguardano gli effetti della nutrizione sulla salute, in particolare relativamente al rapporto dieta/cancro. Ha condotto numerose ricerche a riguardo e ha ricevuto per questi studi numerosi premi. Oggi afferma con forza che una dieta sana è l’unica scienza biomedica del futuro. L’opera di Campbell è una vera e propria denuncia scientifica contro le multinazionali del cibo e persino contro l’OMS, che dovrebbe essere al servizio di tutti i popoli, mentre non lo è affatto.

EX-PROMOTORE DI DIETE IPERPROTEICHE

Fa impressione riflettere sul coraggioso percorso professionale di Colin Campbell. Nato e cresciuto in una fattoria. Tirato su a latte intero munto direttamente dalla mucca, e nutrito con sana carne di animali vissuti in libertà. È stato per diversi anni promotore della classica dieta americana a base di carne, uova e latte. Ma, al pari dei cavalli di razza, non è un tipo qualsiasi che fa le cose tanto per farle. È uno scienziato puro, uno di quelli abituati a porsi delle domande e a trovare le risposte vere e non fasulle, vere e non di comodo, un pensatore indipendente ed incorruttibile.

OGNI BOCCONE DI CARNE UN RISCHIO IN PIÙ

Alla domanda di quanta carne, latte o uova possano essere assunti senza correre rischi, Campbell ha risposto con queste parole “Penso che il rischio inizi con il primo boccone e aumenti con ciascun boccone successivo. Ogni persona reagisce in modo diverso, ma il modo più sicuro di alimentarsi è una dieta completamente vegetale, cioè vegan”. Se pensiamo che l’americano medio si sbafa 21000 carogne animali nel corso della vita, possiamo ben capire quanto logiche e scontate siano le patologie che devastano la società americana.

L’INTERO CLAN CAMPBELL SCEGLIE LA VIA VEGANA

Di fronte all’enorme mole di informazioni prese in esame e all’evidenza dei fatti, la famiglia Campbell ha prima ridotto ridotto in progressione il consumo di carne e di prodotti animali e, alla fine, tutti sono diventati vegani, compresi i 5 figli. A loro volta questi ultimi hanno poi allevato i propri figli con un’alimentazione completamente vegan.

HOWARD HYMAN, SULLA STESSA LINEA DI JOHN ROBBINS

Uno dei maggiori sponsor di Colin Campbell è, nota bene, il mitico Howard Hyman, maggiore produttore di latte biologico del Montana, convertitosi, dopo una vita dedicata all’allevamento, alla alimentazione pulita e priva di controindicazioni sul piano psico-fisico e su quello etico. Sarà o no il caso di prendere spunto e ispirazione da chi ci ha dato generosamente la giusta traccia?

RISPUNTANO I TEMI E I RISULTATI DELL’ESPERIMENTO DI CAMBRIDGE-2000

Cosa dice Campbell? Dice quello che noi tutti già sapevamo. Dice quello che l’Università di Cambridge (leader mondiale nutrizione) aveva scoperto e dimostrato (e poi insabbiato per ordine di Scotland Yard) nel 2000, col five-per-day, e cioè che cancro e cardiopatie, i due maggiori killer mondiali (incluso diabete, dialisi, tiroiditi, sclerosi, ecc) si scansano, si dribblano, si evitano e si esorcizzano con la semplice adozione di una dieta spiccatamente fruttariana e tendenzialmente vegan-crudista. Gli crede persino Bill Clinton, che lo nomina suo medico e nutrizionista personale.

IL TETTO MASSIMO PROTEICO DI 24 GRAMMI AL GIORNO

In termini concreti, Campbell dice e comprova, strumenti e statistiche alla mano dati che si conoscevano da oltre un secolo. Conferma che, con oltre 24 grammi di proteine al giorno, il corpo umano cade nell’inferno dell’acidosi, situazione che sballa e compromette tutte le funzioni dell’organismo, portando a mille condizioni patologiche correlate e concatenate una all’altra. Campbell infierisce cioè un colpo mortale, una mazzata epocale, alle assurde piramidi alimentari della medicina, della pediatria e del nutrizionismo medico internazionale. Discredita e ridicolizza la FDA (Federal Drug Administration), la CDC (Central Disease Control) e la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), e toglie la foglia di fico a tutte le diete low-carb, alla Atkins, alla Zona, ai Gruppi Sanguigni, Alla Montignac, alla Mediterranea, alla Dukan, alla Lemme, alla Tisanoreica, alla Dieta Genetica.

I DANNI PROCURATI ALL’UMANITÀ SONO INCALCOLABILI

Già la FDA aveva dovuto inghiottire rospi e bocconi amari a ripetizione, limando a più riprese i suoi 300 grammi/giorno di proteine, ai 250, 200, 150 e finalmente ai 75 odierni. Figurarsi il fastidio di questa ulteriore sberla in faccia. Una sberla che non rende comunque giustizia ai milioni di persone finite anzitempo nei camposanti del mondo grazie alle avvilenti ed abominevoli terapie promulgate, difese, prescritte e praticate dall’Ordine Medico Mondiale, dalla Pediatria Mondiale, dai Ministeri della Sanità, dagli Ambulatori Provinciali, sulla base di tali folli indicazioni alto-proteiche.

STATO DI ACIDOSI E MOLTIPLICAZIONE DELLE PATOLOGIE

Migliaia di condizioni patologiche da acidosi che la medicina si affretta a dettagliare, classificare, curare sintomatologicamente, con farmaci e chirurgie, senza mai risolvere o guarire, ma piuttosto aggravando e cronicizzando le condizioni delle vittime predestinate. Vittime predestinate che sono gli umani da un lato (donne, bambini e anziani in particolare), e gli animali dall’altro, costretti al ruolo di oggetti da vivisezione, da sperimentazione, da macellazione, da fornitura organica ed eparinica.

QUANDO MAI FINIRÀ QUESTA STORIA?

“Quando finirà questa storia, questa commedia degli orrori? Per quanto tempo ancora dovremo assistere impotenti a questa delinquenza legalizzata?” Se lo chiedono in tanti. Ricordiamoci che Colin Campbell non è un medico da strapazzo, non è un cialtrone alla ricerca di quattro danari e di facile notorietà. Parliamo di un ricercatore serio, indipendente e poco disposto a farsi condizionare.

RIVEDIAMO DUNQUE I NOSTRI CONCETTI SUL CIBO E SULLE PROTEINE

Dicevamo 24 grammi di proteine al giorno, oltre i quali si va in sofferenza, in crisi metabolica, in leucocitosi, in calcificazioni calcaree, in ritenzioni idriche, in pigrizie linfatiche, in insufficienze epatiche, pancreatiche, renali ed intestinali. Ventiquattro grammi sono un’inezia. Non staremo a dirvi come raggiungerli e soprattutto come non superarli, in termini di etti o di calorie. Una qualsiasi dieta vegana, dove si assecondino senza esagerare i sensori dell’appetito, e la quota proteica si raggiunge, senza carenze e senza effetti collaterali.

UNA DIETA SICURA E COMPLETA

Basta un succo d’arancia al risveglio, un centrifugato di carote, sedani, mele e crescione a colazione, una crema d’avena coi semini vari (o un pop-corn fatto in casa con banana o fichi) alle 10-11 per chi fa sport e consuma, un piattone di radicchio (o di pomodori e cetrioli) a pranzo, seguito da patate novelle e cavolini di Bruxelles, più manciata di mandorle o pinoli, un grappolone d’uva o una confezione di mirtilli a merenda, un piattone di valeriana e ravanelli (o di cavolo e cipolla) a cena, seguito da un secondo di miglio, o saraceno, o farro e quinoa, e da una manciata di lupini.

UNA SALUTE AI MASSIMI LIVELLI

Basta e avanza tutto questo per stare certi al 100% di avere tutto quello che serve per vivere contenti nel corpo e nella mente. Completando il tutto con la giusta posa mentale che azzera ansie e paure e le inutili ansie), integrandolo col giusto ritmo respiratorio, con adeguata quota di movimento fisico-aerobico giornaliero, con esposizione solare massimizzata, con buona dose di autostima, si garantiscono tutte le 30 mila vitamine conosciute e non, tutti gli auxoni e i fattori di crescita, tutte le proteine essenziali entro i tetti massimi, tutti gli enzimi e i minerali organicati, e tutta la salute di cui il vostro organismo è capace di esprimere ed evidenziare.

L’UNIVERSITÀ NEWYORKESE DELLE CATENE ALBERGHIERE

Punto terzo la New York University, Department of Nutrition, Food and Beverage, che è la massima autorità mondiale in tema di alimentazione alberghiera, quella che disegna i salad bar e detta i menu alle grandi catene Hilton, Hyatt, Marriott, Holiday Inn, Intercontinental.

PROTEINA UGUALE PERICOLO

Lo trascrivo anche in inglese per evitare che qualcuno abbia a ridire sulla traduzione. “We never talk about protein anymore, as it is not absolutely an issue, even among children” (Non si parla di proteine perché è un argomento banale e superato, persino in termini di alimentazione infantile), ha dichiarato la dr Marion Nestlé, preside della Facoltà. “If anything, we talk about the dangers of high-protein diets. Getting enough protein is simply a matter of getting enough calories” (Semmai si parla dei pericoli delle diete alto-proteiche. Ottenere abbastanza proteine è semplicemente una questione di incamerare sufficienti calorie).

VEGETALI TRE VOLTE PIÙ PROTEICI DELLA FRUTTA

Il mito della deficienza proteica dei vegetali deriva dal fatto che la carne è più proteica ancora. Ma essi, col loro 22% di contenuto calorico-proteico (American Standard) sono già super-proteici, di fronte a un fabbisogno proteico umano reale compreso tra il 2,5% e il 10%!

LA PROVA SUL CAMPO VENE OFFERTA DAI PIMAS

Sempre restando in America, non possiamo sottacere “La formidabile controprova dei Pimas”. Non esiste al mondo prova storica più massiccia e schiacciante a favore del vegan-crudismo, di quella del popolo Pimas. Parliamo di Indiani d’America divisi dal confine. Parte di essi in Arizona-USA e parte nella Sierra Pimeira-Messico. Tutti sani, pimpanti e atletici fino agli anni ’50, quando il deserto dell’Arizona era attraversato da canali che permettevano gli orti e le colture.

UNA DISASTRATA COMUNITÀ PIMAS IN ARIZONA

Oggi, dopo mezzo secolo di Coca-Cola e McDonald’s per la Zona USA soltanto, falcidiata da penalizzanti modifiche idriche, i Pimas dell’Arizona sono diventati la comunità più diabetica, obesa e malsana di tutto il continente, mentre i Pimas messicani, alimentati con la solita dieta a cocomeri, banane, manghi, verdure, mais e patate, mantengono lo status di gruppo etnico tra i più muscolosi, sani ed invidiati d’America.

DIETE MICIDIALI PER I LORO STESSI SOSTENITORI

Continuate ancora a credere nelle schizofreniche diete riduttive low-carb stile Atkins? O nelle sofisticate soluzioni basso-glicemiche stile Montignac? Oppure nel catastrofico attivismo di David Servan-Schreiber, leader mondiale delle pasticche Omega-3 ittiche? O nell’abnegazione del professor Carlo Cannella, difensore fino all’ultimo respiro della carne e del latte? Nessuno ha fatto auguri negativi e nessuno si compiace della loro fine. Ogni essere che vive è destinato prima o poi al decesso. Certo che morire a 50 anni, ricchi all’inverosimile, circondati da medici incapaci di muovere un dito a tuo favore, non è cosa facilmente spiegabile..

PERICOLOSITÀ DI SOUTH BEACH E ZONA

Tutte le diete basate sulla peso-riduzione urgente sono pericolose, fallimentari e cariche di effetti collaterali. Non esiste una dieta in circolazione che si salvi da queste valutazioni. Date ciononostante credito alla South Beach Diet del cardiologo di Miami Arthur Agatson? Quello che la Kraft Corporation ha ricoperto di dollari? O alla demenziale Zona di Barry Sears (mai fidarsi dei chimici-nutrizionisti, soprattutto se pretendono di importi, per ogni acino d’uva che mangi, un morso almeno di hamburger, a titolo di pareggiamento proteico)?

FARNETICANTI GRUPPI SANGUIGNI

Oppure credete alla farneticante Gruppi Sanguigni di Peter D’Adamo, dove chi ha un certo gruppo è fatalmente destinato alla carne e, chi ne ha un altro, alla frutta, scordando che il pH di tutti resta sempre 7,35-7.55 e che la leucocitosi scatta indifferente per ogni trasgressione, che tu sia di un gruppo o di un altro gruppo, per cui le boiate dei peggiori americani, scartate, derise e ridicolizzate nella stessa America, non hanno diritto di trovare cittadinanza in un paese come l’Italia, per quanto disorientato e incompetente esso sia in fatto di nutrizione scientifica.

NON CADETE NELLE TRAPPOLE E NEI TRABOCCHETTI

Non ditemi, per piacere, che vi siete fatti uccellare dal gabbamondo francese Pierre Dukan, con le sue allucinanti proposte alimentari, copiate a piene mani dalla sbandata teoria Atkins, e riciclato in Italia come geniale modellatore di corpi sformati. Siete ovviamente liberissimi di non credermi, o di ritenermi esagerato, e di pensarla in modo totalmente diverso. Ma non venite poi a lamentarvi che non ve lo avevo detto con la necessaria enfasi e la dovuta chiarezza.

IN OGNI FRUTTO CI SONO 1000 RAGGI DI SOLE, E NON 1000 LACRIME COME IN OGNI SINGOLO HAMBURGER

Impariamo dunque a massimizzare l’apporto di delizie arboree in tutte le loro forme e provenienze, visto che un frutto ci mette 6 mesi almeno per sbocciare, rinchiudersi, incarnarsi e maturare, per cui ha tempo di depurarsi e di catturare tanta bella energia solare. Meglio se è biologico e selvatico, ma mai disprezzabile anche negli altri casi. L’importante è acquistare a cassette piene, in modo tale che nelle case e nei corpi di chi ci abita scorrano torrenti di acqua biologica, di succo zuccherino, di bioflavonoidi e di clorofilla, e nemmeno una goccia di sangue altrui.

DEDICHIAMOCI ALLE COSE VIRTUOSE

È venuto il tempo di dire la verità e di farla trionfare. Mandiamo a casa, in pensione, o anche a quel paese i produttori di veleni. Diamo lo sfratto agli inventori di diete assurde e di piramidi alimentari artefatte, ai sinistri figuri dei macelli, alle ridicole vaschette di lattuga sgualcita dei McDonald’s, ai propinatori ortomolecolari di vitamine sintetiche. Mai si è potuto guarire lo scorbuto con la vitamina-C sintetica anche se usata in forti dosi, mentre lo si è potuto fare col limone, col rafano e col comune cavolo crudo.

VIETATO DORMIRE SUGLI ALLORI

Puntiamo dunque a soddisfare le esigenze reali del nostro organismo, a non superare il tetto proteico dei 24 grammi/giorno, e a non scatenare le leucocitosi digestive che moltiplicano i leucociti da 6000 a 20000 unità per mL cubo di sangue, esautorando ad ogni pasto la forza reattiva del sistema immunitario. Impariamo a scegliere cibi vitali e vibranti, che non scendano mai sotto i 6500 Angstrom. Impariamo a rifornirci di bioflavonoidi e di acqua biologica, senza mai scendere sotto i 5000 Orac al giorno onde sconfiggere lo stress ossidativo (Vedi la tesina “Radicali liberi, stress ossidativo e chiave flavonoica al benessere“).

PREFERIRE IL SUCCO D’UVA AL VINO

I fantastici zuccheri di pesche ed albicocche sono zuccheri semplici chiamati levulosio, glucosio, pentosio, arabinosio, che vengono combusti dall’organismo e non necessitano di alcun lavoro da parte dell’apparato digerente. Lo zucchero d’uva è elemento normale del sangue e non richiede digestione. Alimentiamoci di uva più che di vino. L’acqua dell’anguria e del melone non sono acque dure ed alcaline, o acque-imbroglio come la Kangen di Shinya e di Robert Young, ma sono acqua miracolosa e amiche del sistema renale, risorse straordinarie per una umanità alle soglie della dialisi, del diabete e dell’obesità. Oggetto e scopo della buona alimentazione, non dimentichiamolo, è soddisfare il proprio appetito, mantenendo nel contempo lingua liscia, alito gradevole, sangue fluido e fedina karmica trasparente.

Valdo Vaccaro

Se l’articolo ti è piaciuto e vuoi supportare la mia attività lo puoi fare con una donazione libera.

Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

Iscriviti al blog tramite email

Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.

Articoli Correlati

OMOCISTEINA ALTA NO PROBLEM

OMOCISTEINA ALTA NO PROBLEM

Premesso che una delle mie tesine su questo tema resta tuttora supervalida (Omocisteina barometro funzionale del corpo umano, del 6/12/2011), rispondo qui a...

Commenti

2 Commenti

  1. rosa nicolò

    1000 raggi di sole contro mille lacrime…. che poesia, grazie Valdo sei l'uomo più spirituale che conosco.

    Rispondi
  2. ameme

    bello,bello,bello

    Rispondi

Lascia un commento