LETTERA
VISITA AL CENTRO BROUSSAIS
Buonasera Dott. Vaccaro, sono stato al Centro Broussais a Roma perché cercavo un centro in zona dove poter essere seguito per un digiuno di sola acqua 7-10 giorni (un tentativo non per dimagrire ma per cercare di eliminare la cataratta ad un occhio), ma sono rimasto sconcertato dal programma che mi e’ stato consegnato e quindi volevo chiederle un consiglio.
DISORDINE METODOLOGICO AI MASSIMI LIVELLI
Nel protocollo della digiunoterapia oltre al consiglio di bere 3 litri d’acqua al giorno c’è scritto:
1) Volendo, ma non è obbligatorio, una parte dell’acqua può essere presa sotto forma di the, the verde, tisane naturali. Chiedo: ma il the non è un eccitante?
2) Caffè, prenderne non più di 1 o 2 al giorno. Chiedo: ma il caffè non è un veleno per il corpo?
3) In caso di forte mal di testa, prendere l’analgesico usuale eccetto aspirina e farmaci gastrolesivi. Chiedo: ma uno fa il digiuno per disintossicarsi e poi se ha mal di testa prende l’analgesico?
4) Vengono consigliate sedute di agopuntura, ma servono veramente ad attenuare la fame?
ESISTE QUALCHE CENTRO A ROMA O DINTORNI?
Vorrei chiederle inoltre se lei conosce qualche altro centro a Roma o vicino Roma se ritiene che le eccezioni che le ho posto siano valide. Buon Anno a lei e tutta la sua famiglia. A presto.
Marco
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RISPOSTA
HAI COLTO ALLA PERFEZIONE LE INCONGRUENZE DI QUEL DIGIUNO
Ciao Marco, intanto complimenti per aver messo in perfetto rilievo le gravi incongruenze di questa struttura clinica romana. Condivido tutti i punti e rimango scandalizzato da tanta impreparazione culturale. Potranno dire che il loro non è un digiuno igienista ma un digiuno broussaista.
Questo non cambia di una virgola la portata negativa di tali procedure.
LA SOLUZIONE CASALINGA RIMANE LA PIU’ LOGICA
Per il resto, sai benissimo che l’Italia è tuttora priva di vere e proprie cliniche e centri di digiuno terapeutico igienisti. L’Igiene Naturale è vista allo stesso modo con cui i Carbonari venivano visti al tempo di Napoleone. Abbiamo un grosso difetto, ed è quello di promuovere salute e non malattia.
Dal momento che l’assistente al digiuno non può e non deve fare altro che incoraggiare il digiunante a continuare senza timori di sorta, e a bere sempre dell’acqua a piccoli sorsi, oltre che arieggiare la camera da letto, penso che la migliore soluzione allo stato attuale sia quella di digiunare a casa propria, con l’assistenza non a tempo pieno di un familiare, e con qualche numero di telefono per eventuali emergenze.
Valdo Vaccaro