PERCHÉ IL DESIDERIO DI SICUREZZA PUÒ GENERARE MALATTIE MENTALI E ROVINA SOCIALE

da 5 Feb 2022Etica, Consapevolezza e Spiritualità

“Condizione per essere un eroe. Se un uomo vuole diventare un eroe, il serpente deve prima diventare un drago: altrimenti gli manca il suo vero nemico”.

Nietzsche, Human, all too Human

La nostra epoca è stata chiamata in molti modi, ma epoca di codardi potrebbe essere l’appellativo più calzante, data l’immensa paura, ansia e impotenza che la maggior parte delle persone mostra di fronte a minacce anche banali. Non siamo una generazione che avanza verso il futuro in modo audace ed eroico. La maggior parte delle persone infatti teme il futuro e preferisce la sicurezza, il comfort e la facilità di vita, al rischio, alla sperimentazione e alla libertà. O come scrive il sociologo del XXI secolo Frank Furedi:

“I giovani vengono cresciuti per sentirsi fragili e intimiditi dall’incertezza, e di conseguenza la caratteristica distintiva della personalità occidentale del XXI secolo è la vulnerabilità. Sebbene la società continui a sostenere gli ideali di autodeterminazione e di autonomia, i valori ad essi associati sono sempre più scavalcati da un messaggio che sottolinea la qualità della debolezza umana. E se la vulnerabilità è, in effetti, la caratteristica distintiva della condizione umana, ne consegue che essere timorosi è lo stato normale”.

Frank Furedi, How Fear Works

Essere sopraffatti dall’incertezza, temendo il futuro, concettualizzare se stessi come vulnerabili, deboli e fragili, non è una buona ricetta per la prosperità individuale o sociale. Questo stile di vita promuove piuttosto la malattia mentale e apre la strada a un governo autoritario. Il mondo trarrebbe beneficio se più persone fossero invece disposte a vivere un po’ più pericolosamente. Il pericolo infatti, quando si tratta di perseguire obiettivi meritevoli, di difendere valori come la libertà, la giustizia o la pace, ci rende vivi.

Come diceva lo storico romano Tacito, “il desiderio di sicurezza si oppone a ogni grande e nobile impresa”. Non tutte le società, tuttavia, hanno tenuto la sicurezza in così alta considerazione come quelle dell’Occidente moderno.

Molte fiorenti società del passato consideravano la sicurezza un valore secondario e mostravano invece una notevole capacità di prendersi dei rischi di fronte a un futuro incerto e di mostrare coraggio in presenza di pericolo.

“Storicamente alcune delle società più prospere – l’antica Atene, l’Italia rinascimentale, la Gran Bretagna del diciannovesimo secolo – erano tra quelle più orientate alla sperimentazione e all’assunzione di rischi”.

Frank Furedi, How Fear Works

Adottando l’approccio opposto e preferendo quindi la sicurezza rispetto al rischio, lo sviluppo del potenziale umano non viene attuato, ma ostacolato. L’esplorazione dell’ignoto e la sperimentazione di nuovi modi di interagire con il mondo sono necessari per potersi svilupparsi a livello individuale e per avanzare come specie, e questo implica correre dei rischi e affrontare pericoli. L’alternativa è ristagnare nei confini di una zona di comfort sempre più piccola, regredire nel corpo e nella mente e cadere vittima di disturbi d’ansia, depressione o altre malattie della disperazione.

Preferire la sicurezza inoltre crea terreno fertile per l’ascesa di un governo tirannico, o addirittura totalitario, e come ha affermato Alexander Hamilton: “per sentirsi più sicuri alla fine diventano disposti a correre il rischio di essere meno liberi”.

Quando una società mette al primo posto la sicurezza, la libertà passa necessariamente in secondo piano, e può essere calpestata da coloro al potere che, nel corso della storia, hanno mascherato intenzioni tiranniche con pretese di voler rendere la società più sicura. Ciò che è peggio è che se una società crea delle persone impaurite dal futuro e intimidite dall’incertezza, le masse accoglieranno o addirittura richiederanno apertamente figure autoritarie a loro protezione.

Dato che una società che deifica la sicurezza è anche una società matura per la tirannia, coloro che hanno a cuore la libertà devono adottare un approccio più eroico alla vita. Perché quando le nubi minacciose del governo autoritario oscurano l’orizzonte la presa dei tiranni non farà che consolidarsi, a meno che più persone non siano disposte a correre rischi e ad affrontare pericoli in nome di valori come libertà, giustizia, pace e cooperazione sociale.

“Un uomo che non ha nulla per cui è disposto a combattere, nulla di cui preoccuparsi se non della propria sicurezza personale, è una creatura miserabile che non ha alcuna possibilità di essere libera, se non grazie agli sforzi di migliori uomini di se stesso”.

John Stuart Mill, Principles of Political Economy

Possiamo guardare agli antichi greci come modello di vita più eroica, una civiltà che considerava giustamente la sicurezza un valore secondario, non primario, e che considerava moralmente encomiabile prendersi dei rischi e l’affrontare il pericolo:

“Il pericolo rende gli uomini classici, e ogni grandezza, dopotutto, è radicata nel rischio.”

Albert Camus, Resistance, Rebellion, and Death

Anche Friedrich Nietzsche fu un sostenitore di questo approccio classico alla vita. Ad esempio lodò Pericle, il leader ateniese che nel suo famoso discorso funebre celebrò “l’indifferenza e il disprezzo per la sicurezza, il corpo e la vita” degli ateniesi. Nel mondo moderno invece, parafrasando Christopher Cocker, “tendiamo a privare i coraggiosi della pienezza delle loro vite per sostenere la piccolezza delle nostre”.

Fortunatamente non c’è bisogno che aspettiamo che dei politici approvino una legislazione per un approccio più audace alla vita, dobbiamo semplicemente vivere in questo modo. Dobbiamo guardare al futuro incerto non solo come fonte di minacce, ma anche di speranza e opportunità, e dobbiamo considerare giustificata l’assunzione di rischi quando in difesa di valori cari o nel perseguimento di obiettivi meritevoli.

Riposizionando la sicurezza al suo legittimo posto come valore secondario cesseremo di vivere come pedine indifese controllate per tutta la vita da figure autoritarie e recupereremo la capacità di plasmare il corso della nostra vita. Matureremo psicologicamente e diventeremo meglio attrezzati per far fronte a qualunque cosa il futuro ci riserverà, perché come spiega Nietzsche:

“Solo il pericolo ci fa conoscere le nostre stesse risorse: le nostre virtù, le nostre difese e le nostre armi, il nostro spirito, e ci costringe ad essere forti. Primo principio: occorre aver bisogno di essere forti, altrimenti non lo si diverrà mai”.

Nietzsche, Twilight of the Idols

Anche se correre maggiori rischi può abbreviare la propria vita, va tenuto in considerazione che una vita lunga non è necessariamente una bella vita. Una vita sicura, priva di sfide reali e senza avventura, è inerte e porta all’appassimento del corpo e della mente nell’ottusità, nella ripetizione, nella noia e nella stagnazione: questo non è vivere, è solo esistere, o come diceva lo stoico romano Seneca:

La lunghezza della vita non si misura dai capelli bianchi o dalle rughe: non è un vivere questo, è solo un esistere a lungo.

Seneca, Sulla brevità della vita

Finché i valori che ci guidano e gli obiettivi che perseguiamo sono nobili e promuovono la vita, il coraggio rivela un atteggiamento premuroso per il benessere degli altri. Perché a differenza del codardo che è preoccupato principalmente per la propria sicurezza e che esige che tutti gli altri si conformino ai suoi modi nevrotici, l’eroe è disposto a rischiare la vita al servizio dei valori che fanno avanzare la società.

Se desideriamo quindi una vita appagante e teniamo alla nostra salute mentale e al futuro della nostra società, dobbiamo agire con coraggio e non inginocchiarci all’altare della sicurezza. Dobbiamo correre dei rischi in nome di valori superiori e rifiutare l’idea che una vita buona sia una vita sicura.

“Credetemi! Il grande segreto per cogliere il maggior frutto e il più grande godimento dalla vita sta nel vivere pericolosamente! Costruite le vostre città alle pendici del Vesuvio! Mandate le vostre navi in mari inesplorati!… Presto sarà passato il tempo in cui vi potevate accontentare di vivere nascosti nelle selve simili a cervi pavidi!”

Nietzsche, La gaia scienza

fonte

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

4 Commenti

  1. Tiziana

    Ho vissuto sempre con i miei animali in maniera selvaggia… ma responsabile. Ho allevato i miei figli nei boschi sin da piccoli e non ho MAI avuto PAURA! “L’istinto primario” è generato dall’intelligenza! Liberi si è quando la libertà manifesta se stessa in tutte le sue forme! Ed una Società quale che sia…non ama “essere libera”!!! Ha sempre bisogno di un PADRONE! 🌎
    “No Society wants you become wise!”
    – OSHO –

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    • Pio Garau

      “Nessuna società vuole che tu diventi SAGGIO!”

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    • Take A Tip

      “No society wants you TO become wise”

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    • Take A Tip

      Yes, ma anche le società animali hanno i loro capi ed una organizzazione strutturata, dalle api a quella più complessa dei lupi…

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