UOVA, MIELE E LATTICINI IN VERSIONE VIRTUOSA E QUASI INNOCENTE

da 9 Giu 2016Alimenti

LETTERA

SONO VEGANA DA DUE ANNI

Salve, sono diventata vegana da 2 anni grazie a lei. Infatti vedo le sue conferenze su youtube e le trovo interessantissime.

CHIARIMENTO SUL CONSUMO DI UOVA DA GALLINELLE RUSPANTI

Vorrei avere un chiarimento per quanto riguarda il consumo di uova. Vorrei chiederle se sia salutare mangiare delle uova di cui conosco la provenienza in quanto prodotte da un piccolo allevamento della mia famiglia. Comunque sia mi riferisco ad un uso sporadico, tipo 2-3 uova al mese. Grazie. Serena, da Aci Catena-Catania


RISPOSTA

UOVA INFELICI E UOVA PROSPERE

Ciao Serena. Esiste una enorme differenza tra le uova infelici di provenienza industriale, o da maxi-allevamenti, e quelle naturali e prospere del proprio cortile, dove una decina di galline scorrazzano felici e spensierate sull’erba e sulla terra, vivendo sempre libere e rilassate, poiché nessuno si sogna di ammazzarle e di spiumarle, di mancar loro di rispetto. La differenza esiste sia sul piano salutistico che sul piano etico-animalistico ovviamente.

ESSERE VEGANI SIGNIFICA ACCETTARE DEI DIVIETI

In teoria, essere vegani rigorosi significa zero carne, zero uova, zero latticini, zero pesce. Sulla questione zero carne non esistono dubbi o esitazioni. Divieto totale ed assoluto, non fosse altro che per le nefandezze e le sofferenze ingiuste che vengono inferte a creature senzienti, sensibilissime ed innocenti, predestinate fin dalla nascita al massacro da parte di un meccanismo cinico, disumano e letteralmente satanico.

QUALCHE DEROGA PUÒ ESSERE MESSA IN PREVENTIVO

Su tutto il resto occorre fare delle considerazioni e dei distinguo. Chi fa una scelta vegetariana o tendenzialmente vegana o tendenzialmente vegan-crudista, può usare dei criteri attenuati basati sulla sostenibilità e sulle reali esigenze generali e momentanee del suo organismo. Stabilire una percentuale di cotto, concedersi qualche eccezione e qualche deroga alle regole, non tanto per lo sfizio della disobbedienza o della approssimazione in sé, quanto per mantenere quell’equilibrio calorico che inconsapevolmente viene spesso trascurato dai vegani rigorosi, facendoli scivolare su percorsi sacrificati di debolezza, di dimagrimento, di anemia e di anoressia. Questo inconveniente accade soprattutto nella lunga fase invernale, misera di sole e seriamente limitata nella scelta di frutta e verdure fresche e vitali.

NIENTE SCHEMI FISSI DRACONIANI E NIENTE ETICHETTE DI COMODO

Pur avendo precise opinioni in proposito, non è piacevole entrare in questi dettagli alimentari e dire alla gente “fa questo e fa quello”. Ognuno deve usare cuore, mente e buonsenso. Ognuno deve dialogare col proprio organismo, trovando per sé stesso la soluzione più logica, più utile e più appropriata. Gli schemi alimentari fissi non funzionano e le etichette esistenziali di vegetariano, vegano, vegan-crudista ed igienista, è meglio lasciarle da parte. Diamoci piuttosto tutti da fare per rendere la nostra vita serena ed armonizzata, scegliendo sempre delle soluzioni alimentari e comportamentali prive di contraddizioni, di colpevole disinteresse e di cattiveria nei riguardi del prossimo e dell’ambiente.

NO AL VEGANISMO PER MODA E SÌ AL CONSUMO CONSAPEVOLE

Prendo spunto da quanto racconta in rete, dopo 10 anni di militanza nel veganismo, la giovane giornalista americana Abigail Wick. Nel suo articolo “The Conscious Case Against Veganism” afferma che essere vegani ha perso ogni significato originario. Il veganismo ha smesso di essere sinonimo di trattamento etico di animali e persone. È diventato il più delle volte una moda o ancor peggio un dogma troppo stretto, un dogma fine a se stesso. Meglio stracciarlo come etichetta, sostituendolo magari con l’espressione Consumatore Consapevole. Consumo consapevole significa mangiare e vivere etico, non religioso e non fanatico. E qui entriamo nel problema specifico e concreto, parlando di uova e, già che ci siamo, anche di latticini e di miele.

IL PROBLEMA DELLE UOVA

Guardando il video shock Hatchery Horrors (Orrori da incubatoio o da vivaio industriale), condotto dalla Mercy for Animals (Pietà per gli Animali) con una telecamera nascosta in una delle più grandi fabbriche dello Stato dello Iowa, la Hy-Line, ci si rende conto di quanti orrori esistano dietro il business dei pulcini e delle galline. Chi guarda questo video, sia esso vegano o anche onnivoro, arrischia di non mangiare mai più uova in vita sua.

LA FRITTATINA ALLE ERBE CE LA POSSIAMO CONCEDERE

Ma per un consumo che sia davvero consapevole non è necessario rinunciare ad una buona e genuina frittata o ad un ovetto fresco o anche due la mattina. Basta dire stop all’acquisto di uova nei supermercati, a meno che non siano certificate come biologiche, con il codice 0 sulla confezione. Ci sono in ogni angolo produttori locali che allevano un numero esiguo di galline lasciando loro spazi per muoversi al sole, nutrendole non con i soliti insidiosi mangimi ma lasciandole libere di razzolare nei cortili.

IL PROBLEMA DEL MIELE

Sottrarre alle api il miele prodotto, e privare questi magnifici insetti di tutto quello che hanno immagazzinato nel periodo estivo per la nutrizione della colonia durante l’inverno, è una crudeltà che molti apicoltori ancora oggi praticano in nome del profitto. Legate al commercio del miele sono anche le produzioni di cera e di pappa reale, pratiche che prevedono a volte uno sfruttamento barbaro fino alla distruzione degli alveari stessi.

ESISTE ANCHE IL MIELE VIRTUOSO

Ma non tutti gli apicoltori sono degli assassini e non tutto il miele viene prodotto adottando queste pratiche devastanti. Acquistare miele da un produttore locale, che si occupa di assistere pochi alveari curandoli ed estraendo la giusta quantità di miele, proveniente dall’impollinazione di piante e fiori circostanti, ha un impatto ambientale e sociale decisamente più basso che acquistare dolcificanti quali lo zucchero raffinato di bietola o di canna, pessimi per la salute dei consumatori e niente affatto innocenti, derivando essi da lavoro sottopagato e svolto in paesi poco attenti agli standard di sicurezza. Esempi di apicoltori che ancora allevano le api in maniera sostenibile e virtuosa ce ne sono molti.

IL PROBLEMA DEI LATTICINI

Purtroppo come la produzione di uova anche quella del latte è legata alla sfruttamento delle mucche, soprattutto quelle da latte, selezionate ed inseminate in modo artificiale ogni anno, per indurle costantemente al parto. Così facendo la mucca può produrre latte senza interruzione. Ma non basta. Queste sfortunate bestiole passano la maggior parte della loro vita in gravidanza e, una volta partorito, vengono munte per mesi dovendo produrre più latte possibile senza poter nutrire i loro amati piccoli che appena nati, vengono loro tolti per essere nutriti artificialmente e per finire sul banco del macellaio.

CI SONO ANCHE ALLEVATORI CHE DANNO IL BUON ESEMPIO

A causa di questo cinico sfruttamento la mucca si ritrova con malattie alle mammelle ed altre sofferenze collegate. Consumare latticini significa dunque partecipare a tale meccanismo. Ma anche qui non mancano esempi di contadini-allevatori che trattano pecore, capre e mucche con ammirevole cura, dando loro libertà di movimento e di alimentazione sui prati di montagna e nelle malghe, risparmiandogli a volte la brutale sorte finale del macello. Non è ancora la regola, ma dal buon esempio di qualche pioniere, ci sarà sicuramente un incremento di attenzioni e di sensibilità nei riguardi di queste creature.

L’INDUSTRIA DELLE UOVA NE ESALTA LE QUALITÀ

Tornando alle uova, prendiamo dalla rete alcuni dati che ne esaltano le caratteristiche e le buone qualità. Ovvio che provengono da ambienti vicini agli allevamenti, per cui sono da prendere con le pinzette e con beneficio d’inventario. Resta il fatto che non è obbligatorio mangiarle, e non è obbligatorio neppure negarsele del tutto, anche se le prelibate frittatine alle erbe, le bistecche e le polpette vegane si possono sempre fare, in alternativa, con l’ottima farina di ceci, collosa a sufficienza.

MANGIA UOVA, IL FEGATO RINGRAZIERÀ

Le uova sono un cibo estremamente nutriente. Se assunte nelle giuste dosi, aiutano in primis la funzionalità del fegato. Attraverso la loro abbondante colina, amminoacido utile per il funzionamento del sistema epatico, esse stimolano la secrezione della bile e, legandosi ai fosfolipidi, aiutano a prevenire l’ossidazione e l’accumulo dei grassi nel fegato. La colina agisce prevenendo la formazione dei depositi di grasso e colesterolo pure sulle arterie, che costituiscono l’anticamera dell’arteriosclerosi.

UNA MINIERA DI VITAMINE E DI MINERALI A PROTEZIONE DI CUORE E SISTEMA IMMUNITARIO

Le vitamine del gruppo B presenti nelle uova riducono il livello di omocisteina, fattore di rischio dei disturbi cardiaci, mentre l’apporto di ferro cura le anemie e tonifica il sistema immunitario, con benefiche ripercussioni sulla funzionalità metabolica. La colina, una lecitina che si trova nel tuorlo o nel rosso dell’uovo, riduce l’assorbimento intestinale ed ematico di colesterolo. Le uova contrastano lo stress e la degenerazione mentale. Favoriscono la maturazione dei globuli rossi e la produzione del Dna.

PREZIOSE DALL’INFANZIA ALLA TERZA ETÀ

Le uova sono un ottimo alimento a tutte le età poiché contribuiscono alla regolazione metabolica e garantiscono elasticità e tonicità dei tessuti. Ricordiamo però che i bambini piccoli devono iniziare ad assumere prima il tuorlo (dai 5 mesi) e poi l’albume (dai 12 mesi in poi). Per bambini, adolescenti e studenti, un uovo gustato a colazione serve a migliorare la concentrazione e le performance intellettuali. Nelle donne in fase mestruale o dopo la gravidanza, le uova aiutano a reintegrare il ferro. Negli sportivi le uova sono preziose per per lo zinco, utile per l’efficienza della massa muscolare. Se non vi sono patologie particolari, una persona adulta sana può consumare fino a 3-4 uova alla settimana.

CASI IN CUI LE UOVA VANNO EVITATE

Chi soffre di calcoli deve escludere le uova dalla dieta poiché la colecistochinina contenuta nel tuorlo stimola la cistifellea a contrarsi per far defluire la bile nell’intestino, provocando coliche. Anche in caso di sistema immunitario troppo indebolito, di allergie e intolleranze alle proteine dell’uovo, esse vanno bandite dalla dieta. Porre attenzione particolare alla salmonellosi, assai diffusa peraltro nelle uova dei grandi allevamenti.

LE MIE ESPERIENZE PERSONALI

Ammetto con sincerità e franchezza che le uova non mi danno un grande fastidio. Le poche volte che le mangio, le digerisco senza problemi. Le trovo nutrienti e utili nei momenti altalenanti causati dal clima avverso o dal superlavoro. Non nego comunque che ci si possa mantenere vegani al 100% e raggiungere risultati sportivi di eccellenza optando per avocado, banane, alghe, germogli, germe di grano, fagiolini, patate e tanta frutta di stagione. Ho sperimentato di persona significative performance sportive alimentandomi da vegan puro per settimane, per mesi e per anni, ma potevo contare non su quattro arance stentate e su qualche mela devitalizzata, ma su una vasta gamma di frutta superlativa tipo durian, jackfruit, mango, papaia, longan, litchi, mangostin e simili.

I LOTTATORI GIAPPONESI DI SUMO LE CONSUMANO COME FOSSERO CARAMELLE

Se pensiamo poi che i corposi lottatori giapponesi di Sumo hanno spesso un menu che prevede 30 uova al giorno, non è il caso di demonizzare noi stessi o il prossimo, né tantomeno di sentirci traditori della causa vegana, quando si ricorre a una manciata di ovetti ruspanti alla settimana o al mese in determinati periodi dell’anno o in determinate condizioni di emergenza del nostro corpo. Un pizzico di apertura mentale e di tolleranza, un minimo di comprensione e di clemenza nei riguardi di noi stessi, delle nostre abitudini, delle nostre vere o false esigenze, delle nostre debolezze, va messa in cantiere.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

78 Commenti

  1. Carlo Cruciani

    Caro Valdo
    anche io da tempo sono arrivato alle considerazioni sulle uova e sul formaggio che tu giustamente fai. Io allevo un piccolo drappello di oche cignoidi e anitre corritrici indiane che ospito in un ricovero di "lusso" e che osservo quotidianamente nei loro comportamenti, quasi da etologo tanto che ho dato loro dei nomi. E così fanno mia moglie e i miei due figli. Ottimo comunque il tuo articolo da ogni punto di vista tanto che, ho avuto modo di commentarlo con frequentatori della biblioteca dove lavoro che vegani non sono, ma che con questo tipo di approccio, noto che il dialogo con loro diventa più disteso e proficuo.Con me Valdo sfondi una porta aperta sul veganismo di moda che ormai imperversa ovunque e che a volte mi dà proprio fastidio. Mi invitano a destra e a manca a festival o raduni vegani, ma li evito volientieri come evito ogni forma di fondamentalismo.La mia cucina è di una semplicità e ricalca ancora la tua prima scheda che elaborasti per cui le elaborazioni sofisticate non mi toccano granché. Per me essere vegani è un unum con la mia essenza di cristiano che antepone la propria interiorità al materialismo e all'apparenza che può manifestarsi anche nelle forme suddette.
    Memore ancora della tua squisita conoscenza nella conferenza che ti invitai a tenere in Ascoli Piceno, ti chiedo se puoi indicarmi dei produttori fidatissimi di formaggio di malga ai quali potrei rivolgermi per ordinarlo.Un abbraccio Carlo Cruciani(Criveo-Centro Ricerche Verità Occultate)

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  2. Devis

    Anche io pur essendo vegano…ops…volevo dire "consumatore consapevole" concordo con Valdo. In effetti penso che si debba valutare la dieta nella sua globalità. In fin dei conti penso che mantenere un'alimentazione prevalentemente alcalinizzante non significhi demonizzare tutti i cibi acidificanti (vegetali e non), perché anche questi hanno una loro utilità; sono stimolanti e riscaldanti, se c'è poco "fuoco" nell'ambiente esterno avvertiamo la necessità di ravvivarlo mediante cibo più concentrato, che però è anche di più difficile digestione e rilascia scorie. Difficile in ogni caso equilibrare questi cibi se diventano un parte importante della dieta. Però penso che se qualcuno desidera prendere una manciata di uova o qualche latticino di tanto in tanto all'interno di una dieta tendenzialmente crudista che assicura litri e litri di acqua organicata-vitaminizzata non sia qualcosa di drammatico. Ad un certo punto uno deve anche guardare al di là dell'etichetta, se risulta troppo disagiante il veganismo stretto, perché farsene un problema? Chiaramente in certe situazioni sarebbe però davvero opportuno astenersi completamente dai cibi più problematici.

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  3. Sì

    Ammazza quanto fanno bene le uova da un annetto a questa parte! Si può perfino essere vegani al 100% e fare sport! Mecojoni! Fino all'anno scorso era il modo migliore (il sangue era più fluido eccetera eccetera).E poi definirsi vegani, per carità! E' obsoleto e anche un po' fastidioso. A proposito, qualche alicetta assieme al formaggio? Ogni tanto, per carità, giusto per ravvivare quel fuoco… Ah, quelle tesine di una volta, quando il vegetarianesimo era una scelta di retroguardia! Quanto ci siamo approssimati a quel "un po' di tutto" che ci sembrava sciatto e scientificamente discutibile! Vedo già la faccia da papa buono di Calabresi che ci sorride, Le sue braccia spalancate pronte a ricoverarci sui percorsi dell'onnivorismo consapevole. Pace e bene! Pace significa patto e il patto è questo: lasciate pure stare la carne, purché cediate su uova, latticini e alicette. Bravi! Calabrese ha vinto. Può darsi che avesse ragione, ora il dubbio viene anche a me. Mi aspetto di sapere, un giorno o l'altro, che Socrate, dopo aver denigrato il timore della morte, abbia ceduto alle lusinghe di Critone e sia scappato dal carcere, o che Gandhi, la grande anima, abbia sostenuto che sì, va bene la non violenza, però ogni tanto un calcio in culo a qualcuno si può pure tirarlo!
    Ditecelo chiaro e tondo: stiamo ammazzando noi stessi e i nostri figli? Stiamo andando incontro a carenze irremeabili?
    Per un po' non aprirò questo blog, almeno una quindicina di giorni. Ho bisogno di riflettere.
    Oddio, che mi toccherà leggere quando torno?

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  4. Devis

    Mah, in verità il mio apporto di uova sarà grosso modo 4-5 ogni due/tre anni, prese sotto forma di ingredienti di particolari piatti. Due/tre volte all'anno può capitarmi di prendere qualcosa contenente latticini, non tanto per una "voglia di trasgredire" quanto per l'impossibilità di reperire in certi locali culturalmente arretrati qualcosa di totalmente vegetale che non sia solo una misera insalata e basta! Poi chiaramente non nego che una pizza con la mozzarella una tantum non la disdegnerei affatto, anche se preferisco astenermene il più possibile, l'ultima pizza "classica" l'avrò presa forse tre anni fa. Interessante la mia esperienza con il miele. In genere provo una certa repulsione per questo cibo, lo trovo troppo forte, dolce e concentrato. Però d'inverno chissà per quale motivo lo trovo gradevole e mi capita di assumerlo nelle tisane o anche spalmato sul pane per anche due settimane. Poi stranamente mi passa il desiderio e non lo tocco più fino all'inverno successivo! Esperienze personali.
    Ma poi tutto verte sulle specificità individuali, Valdo lo ripete in continuazione. Per esempio, un soggetto che pratica un'intensa attività fisica si avvale di un organismo più efficiente che metabolizza e smaltisce più rapidamente anche occasionali eccessi.

    Rispondi
  5. Antonio Armando

    Chi pratica intensa attività fisica,solitamente, è il primo a pentirsi di quegli occasionali eccessi ai quali fai riferimento, Devis.
    Ma anche chi la pratica in maniera meno intensa, se la sera si fa un bicchierozzo di rosso corroborante alla solita, sobria cenetta e l'indomani esce per un tranquillo 15 km, stai pur certo che si pente amaramente dello sgarro e si maledice per la poco opportuna sbevazzata.
    Se fai lavorare il fisico a regimi impegnativi in maniera assidua, questo, tra le altre meraviglie, ti manda segnali inequivocabili su quale sia la strada da seguire.
    Personalmente (ma conta poco) non sopporto più il tanfo di uova e formaggi. A prescindere dal livello di gioia dei rispettivi "produttori".
    Di pesce, poi, non parliamone nemmeno.
    Ovviamente ognuno rimane libero di decidere come crede.
    Mi sento però più vicino al signor(si) che non al Valdone su questo aspetto.
    E anche questa cosa, lascia il tempo che trova.
    Non ritengo il mio un atteggiamento troppo blindato o votato alla vegana castità. È solo ciò che il mio organismo segnala. Con buona pace di e per tutti. Sardine incluse.

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  6. Devis

    Infatti Antonio è proprio così, sono io che non mi sono spiegato bene. Quello che volevo dire è semplicemente che un sedentario ha una chimica del corpo diversa da uno sportivo. Quest'ultimo sviluppa col tempo un numero molto elevato di enzimi deputati alla digestione dei grassi, col vantaggio di poter bruciare molte più calorie. In pratica le cellule adipose vengono svuotate più rapidamente anche a riposo. Ma anche l'organismo nel suo complesso è più efficiente per cui segnalerà con maggior prontezza l'eventuale eccesso di un qualche occasionale sgarro. Tanto per tornare a quanto detto prima, di formaggi e latticini in genere preferisco starne alla larga il più possibile altrimenti so bene che se diventano la norma finisco per intasarmi. Però alcuni più fortunati sembrano non risentire granché di un uso regolare di cibi animali, per cui si adattano bene alla dieta vegetariana. Magari col tempo possono comunque avvertire la necessità di apporre dei correttivi alla dieta riducendo ulteriormente il cibo animale.

    Rispondi
  7. gianmarco caligaris

    Sono un pò deluso e destabilizzato, anzi io non sono per nulla destabilizzato ma credo che questa tesina destabilizzi un pò tutti i discorsi fatti finora, sinceramente sono perplesso e ripeto: deluso.

    Rispondi
  8. gianmarco caligaris

    Per anni e anni hai demonizzato le uova per il loro contenuto di colesterolo e grassi oltre ad essere ambiente ideale per la salmonella, il latte per la caseina e tutto il resto ed ora tutto ad un tratto spazziamo via tutti questi concetti di IGIENISMO e alé mangiamo formaggi di malga e uova a ruspanti, caro valdo hai perso la bussola ? o forse vuoi farla perdere a noi ? deluso molto deluso

    Rispondi
  9. dario

    ma si contraddice da solo!!!!!!prima le uova e i latticini no,anche andando contro veronesi,ora fanno bene,allora prima di dare consigli faccia chiarezza

    Rispondi
    • Andrea

      Dario dipende dalla sitografia consultata…non l'hai capito?

      Rispondi
  10. Antonio Armando

    Dario, è già tutto più che chiarissimo.
    Basta solo provare a mangiare come natura comanda: frutta e verdura in gran quantità, legumi e granaglie a seconda delle necessità.
    Di una semplicità estrema.

    Rispondi
  11. Antonio Armando

    Andrea, incisivo ed illuminante.
    Come sempre.

    Rispondi
  12. dario

    ma se la caseina un giorno viene definita un veleno poi oggi può andar bene……

    Rispondi
    • Andrea

      Appunto Dario, io aspetto con ansia la rivalutazione del glutine.

      Rispondi
  13. Devis

    Scusate ma secondo me ci si sta perdendo in un bicchiere d'acqua. Proviamo a riflettere sui grandi numeri: dieci milioni di vegetariani/vegani in Italia, non sono poca cosa! Dopo decenni di ignoranza totale promossa dai media e dall'industria, la gente comincia ad accorgersi di essere stata ingannata. Perché? Perché legge il blog di Vaccaro? No, perché quando da sempre il forte consumo dei prodotti animali è stato appannaggio esclusivamente dei benestanti le patologie degenerative erano rare. Durante il medioevo la nobiltà si abbuffava a più non posso di carni e a motivo di ciò molti diventavano gottosi e ci lasciavano le penne. Se leggiamo i dati troviamo che è solo dal dopoguerra che il consumo di cibi animali subisce un'impennata, e parallelamente si è assistito all'esplosione di malattie degenerative in soggetti sempre più giovani. Prima di internet il monopolio dell'informazione ha precluso a tantissime persone di appurare la verità dei fatti. Ma non è che uno si mette in testa di cambiare radicalmente la propria dieta solo perché ha letto qui o altrove che è giusto fare così! Il cambiamento nasce invece a priori, si riscontra che qualcosa non va bene ma non si valuta appieno quale possa essere le causa. Allora si prova a dare credito alle soluzioni offerte dai vari promotori di scelte comportamentali alternative a quella ordinaria.
    Ora Dario fa notare che la caseina è un veleno. Ma a ragionare in tal modo si finisce per trovare che quello che mettiamo in tavola è sempre velenoso! Infatti i fruttariani sostengono che l'unico alimento privo di veleni è la frutta. La verdura è carica di veleni naturali. I pomodori contengono per esempio solanina. Ma nessuno può arrivare a mangiarne quantità tali da intossicarsi perché anche volendo non è fisiologicamente possibile.
    Per i cibi animali il discorso è analogo, ma con una sostanziale differenza, che è estremamente più bassa la soglia di tolleranza del loro carico di veleni e scorie generate dal loro metabolismo. E' chiaro che una scaglia di grana una volta all'anno è ridicolo pensare che possa risultare nociva! Ma se cominciamo ad assumerne regolarmente in gran quantità non possiamo pensare di farci del bene! Come sempre dipende molto dal grado di tolleranza che varia da persona a persona.

    Rispondi
  14. Sì

    La cosa sta diversamente, caro Davis. Mi spiego. La scaglia di grana, l'ovetto, l'alicetta non fanno male una volta ogni tanto o fanno bene? Voglio essere ancora più esplicito: l'organismo ne ha bisogno, come è stato scritto, per evitare stati carenziali, anoressici e casini vari, oppure li tollera e basta? Valdo deve essere più chiaro in proposito. Quando, un paio d'anni fa è stato male, per riprendersi ha confessato di aver dovuto mangiare formaggi, uova e alici. Mi si sono rizzati i (pochi) capelli in testa allora. Nella conferenza a Roma del 2014 Franco Libero Manco per poco non cade stecchito dopo queste affermazioni e io appresso a lui.Chiarezza, porca pupazza, qua si parla di salute nostra e dei nostri figli. Chiarezza!

    Rispondi
  15. Devis

    Caro Sì, adesso io non voglio dare l'impressione di essere un novello Sancio Panza che incautamente segue il delirante padrone Don Chisciotte a lottare contro i mulini a vento. Perché anche io non è che ho nascosto in varie occasioni di avere idee diverse da Valdo, ma lasciamo stare. Da come la vedo io il pensiero di Valdo è il seguente. Il sentiero ideale è il vegancrudismo TENDENZIALE. Su questo mi pare non si possa discutere. Non si può dire che siano state cambiate le carte in tavola strada facendo. Ho evidenziato appositamente l'aggettivo "tendenziale" in quanto forse qualcuno può pensare che sia stato inserito per sbadataggine ai primordi del blog e sia rimasto così, tanto per pigrizia del titolare che non ha mai voluto trovare il tempo per rimuovere una tale inutile e oscena appendice che continua a strisciare e insudiciare come una serpe velenosa le preziose pagine del blog.
    Un altro concetto che viene ripetuto alla nausea è quello di prestare ascolto ai nostri "sensori", quello che ci vuole dire il nostro organismo, capirne il significato. In parole povere Valdo spinge l'utente a diventare medico di se stesso. Chiaramente uno può accontentarsi di veleggiare nelle "tranquille acque" di un vegetarismo soft oppure spingersi impavidamente negli oscuri abissi inesplorati del veganismo più bieco tanto osteggiato dalle autorità sanitarie.
    A parte gli scherzi, penso che Valdo in questo caso sposa appieno la visione macrobiotica dell'adeguarsi al contesto ambientale. Lui stesso ha detto più volte che trovando in zone tropicali o sub-tropicali non trova nessuna difficoltà a rasentare un perfetto vegancrudismo integrale forte del costante irraggiamento solare e di sovrabbondanti varietà di frutti introvabili nelle nostre zone. Noi non viviamo né al polo né all'equatore, siamo in una fascia climatica temperata, estati caldi, talvolta afose, inverni gelidi, umidi, troppo lunghi per essere adeguamente sopportati senza qualche compromesso calorico extra. Ma questo non significa che alcuni individui particolarmente fortunati non possano riuscire a cavarsela tutto l'anno non modificando sostanzialmente la normale dieta vegancrudista. E qui torniamo al solito punto dell'imparare ad affinare la conoscenza di se stessi sempre meglio. Se poi riusciamo senza disagi a mantenere una dieta quasi sempre crudista tanto meglio! Che c'importa se Valdo mangia o no le uova?

    Rispondi
    • Andrea

      Cavoli se interessa. Non puoi andare a dire che l'uomo è fatto per essere frugivoro e poi mangiare uova e latticini…o peggio le alici.
      É come se nei periodi di lavoro intenso fornissi al cavallo delle mozzarelle.
      É una contraddizione bella e buona ed è facile pararsi dietro l'individualità perché una mucca mangia erba qui come ai tropici…sono stato spiegato? 🙂

      Rispondi
  16. Devis

    Però non tieni conto di un particolare. L'uomo è frugivoro perché anatomicamente è molto più simile agli animali frugivori piuttosto che a quelli erbivori o carnivori. Il nostro ambiente ideale dovrebbe di conseguenza essere caldo, ma sempre, tutto l'anno! Quando è che si scatenano febbri e influenze? Quando è che proviamo avversione per le condizioni climatiche? Quando è che il tempo ci deprime? Ma non è durante i mesi più freddi e bui? E perché mai? Perché il nostro habitat ideale sono i tropici! Frutta in abbondanza e sole tutto l'anno! Invece il continuo alternarsi delle stagioni calde-fredde è uno stress per l'organismo, anche se a volte non ne teniamo conto. Ci si deve continuamente adattare all'ambiente che cambia. D'inverno la natura si spoglia e ci si deve adattare a prodotti coltivati in serra o importati da luoghi caldi (spesso raccolti acerbi). Il discorso gira e rigira è tutto qua. Secondo me durante il periodo freddo bisogna solamente prestare un po' più di attenzione all'apporto calorico e cercare in qualche modo di sopperire alla minore vitalità dei prodotti che assumiamo.

    Rispondi
    • Andrea

      Però è durante il periodo estivo che gli anziani muoiono e le persone danno di testa.

      Rispondi
  17. Devis

    Però è innegabile che il prolungarsi di un clima freddo, umido e l'assenza di luce alla lunga si sente che è più debilitante. Poi è chiaro che ci si può ammalare in qualsiasi periodo dell'anno. Le persone anziane molto spesso sono più tradizionali e tendono a mantenere sempre le solite abitudini dietetiche. Adesso non vorrei aprire per l'ennesima volta il dibattito sui vantaggi e gli svantaggi dell'onnivorismo rapportati al vegetarismo, però insomma, vedere a luglio e agosto degli ottantenni che riempiono il carrello di bistecche, salumi, formaggi….mah!

    Rispondi
  18. dario

    Devis innanzitutto che la caseina sia un veleno non lo ho detto io ma Valdo andando più volte contro Veronesi,poi lui più volte ha parlato di atleti vegani con record mondiali,e poi dice che per stare bene mangia le uova,poi non è che tutta l'umanità possa vivere ai tropici

    Rispondi
  19. Devis

    Vero, infatti è impossibile tirar fuori una tesina dove viene consigliato a qualcuno di lasciar perdere il rigore eccessivo e darci dentro di brutto con formaggi o altri latticini. A qualcuno può forse essere stata suggerita una dieta temporaneamente più larga per magari accelerare il ritorno al peso forma, valutando sempre la propria tollerabilità. Io per esempio non potrei mai tornare ad assumere latticini con regolarità, mi sentirei a disagio. In passato nella mia ignoranza ne ho consumate quantità colossali pensando di fare la cosa giusta. Invece mi sono solo creato dei danni, tanto che adesso posso tollerarne modiche quantità poche volte all'anno. Per qualcun altro le mie modiche quantità potrebbero essere comunque eccessive. Altri invece sono meno sensibili e non avvertono particolari disturbi nel mantenere di tanto in tanto l'uso dei latticini. I cerali glutinosi li tollero molto maggiormente, eppure sento che non sono certo l'ideale, per cui ne ho ridotto il consumo di molto. Avevo per esempio l'abitudine di assumere di tanto in tanto il seitan che è in pratica puro glutine. Da tempo ho smesso pure questa abitudine. Eppure notavo curiosamente di digerirlo meglio rispetto a ad un piatto di pasta! Deduco probabilmente che nel grano sono presenti anche altri componenti problematici. Insomma, si tratta sempre di valutare personalmente se è opportuno o meno abbandonare, limitare, o assumere regolarmente un certo tipo di alimento.

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  20. dario

    alloora posso assumere anche piccole quantità di carne per tornare in forma,visto che lui dice che il latte è imparentato con la carne

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  21. Devis

    Personalmente dubito che la carne possa rimettere in forma, magari si può avvertire una sferzata energetica derivante dallo stimolo dell'organismo di espellerne quanto prima i veleni. Un po' come succede con la caffeina. Prima ci euforizza poi ci lascia con le gomme a terra.

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  22. Andrea

    Mettetevi d'accordo. Non è la frutta o il cibo crudo che aumentano l'eliminazione delle tossine mentre carni e formaggi le fanno accumulare?

    Rispondi
  23. Devis

    Ma scusa Andrea, ammetterai che la caffeina è un veleno, o sbaglio? La sensazione di "energia" che molti provano dopo una tazzina di caffè dipende dai meccanismi fisiologici che entrano in allarme per la presenza di una sostanza tossica. Con la carne il discorso è analogo. Le energie dell'organismo vengono sottratte per liberarsi al più presto dei veleni. Ma col tempo questa costante stimolazione logora ed esaurisce la capacità del corpo di smaltire efficacemente le tossine. Ovvio che uno che si beve una tazzina di caffè al giorno non si danneggia quanto uno che se ne beve 10!

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  24. Sì

    Ho capito: d'estate e ai tropici siamo pure vegani, d'inverno e qui uova, formaggio e alicette. Se un prete interpretasse così il precetto: "Porgi l'altra guancia se sei sereno e in pace col mondo; se invece stai un pochettino incazzato, per salvaguardare il tuo stato psichico ammolla pure un paio di papagne", come rimarreste? Perplessi?

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  25. Antonio Armando

    Andrea trova pace.
    Dovresti essere contento delle contraddizioni valdiane.
    Occhio però, perché se di "incertezze" vogliamo parlare, queste sono da ascrivere all'autore.
    Chi ha maturato esperienza sufficiente sulla propria pelle sa benissimo come stanno le cose.
    Che Valdo si stia ammorbidendo è innegabile.
    Forse vuole solo avvicinare quanti più adepti posdibile.
    Del resto il passaggio deve essere graduale, se vogliamo ragionare a lungo termine.
    Pertanto esulta pure quanto vuoi (ma fallo!!) ma non sconfinare (almeno da queste parti) nelle puttanate nazionalpopolari.
    Che la carne ci fornisce tanto ferro e il latte tanto calcio lo sappiamo già.

    Rispondi
  26. Andrea

    Questo l'hai detto tu, non io. Se perseguo un dogma non mi ammorbidisco. Che senso ha affermare tutto e il contrario di tutto? Io non esulto ma sono meravigliato bel leggere di qualcuno che inizia a farsi due domande. Tu no ma non avevo dubbi.

    Rispondi
  27. Andrea

    Devis é la dose a fare il veleno. La caffeina nel caffè é uno stimolante con una sua dinamica. Anche le patate contengono la solanina che in gran quantità é tossica però le si mangiano comunque…
    Fai il discorso dell'energia ma in realtà per digerire non vengono impiegate più energie di quelle che derivano dal cibo ingerito…e non può che essere così.

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  28. dario

    se dite che il caffè è in veleno,anche la caseina è indicata come tale,visto che fa tanto il saputo a quanti gradi angstrom sono le alici?

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  29. Antonio Armando

    No Si, non rimango per niente perplesso. Se conosco un minimo (ma veramente un minimo) l'argomento.
    Poiché il grande Valdo non è depositario della scienza infusa nè della verità assoluta, non vedo dove sta il problema.
    Ci sono fior fior di personaggi di ben altra caratura storica (e non solo. E su questo Valdo sarà più che d'accordo) che hanno reso noti prima di Valdo i capisaldo dell'igienismo. Lui ha "solo" il grande pregio di aver diffuso in maniera convincente tali principi. Grazie anche al suo modo diretto di raccontare i fatti per quello che sono.
    Adesso si mostra più accondiscendente.
    Ripeto, la mia idea è quella di rendersi più "credibile" nei confronti di una platea che rilascia consensi e dona credibilità a chi è "allineato" alla cd normalità.
    Ieri ho accompagnato mia figlia (5 anni) alla gita scolastica di fine anno. Parliamo di 5 pullman GT pieni di genitori e bimbi di età compresa tra i 3 ed i 6 anni.
    Ragazzi, la gente mangia merda.
    E la impone ai propri figli.
    Alla fine dello scempio gli presentano una triste mela da hard discount tutta rinsecchita che il satollo quanto emaciato rampollo rifiuta.
    E noi stiamo a sindacare sulla presunta violata coerenza di Valdo Vaccaro?
    Magari ci fosse stata una (dico una!) fetta di formaggio di malga o l'uovo di una gaia gallinella!
    Se la "mediazione" è l'unica via da percorrere per salvare quanti più innocenti dall'immane ecatombe che li attende, e, credetemi, non sto esagerando (parlo di bambini di 5 anni che dalle 10 alle 17 hanno mangiato le lasagne precofenzionate (ce l'avevo di fronte. Non vi dico che odore) e bevuto più di un litro tra cocacola e fanta. Lungo il viaggio di ritorno un pacco intero (presumibilmente da 500 gr) di biscotti del mulino bianco. E questo è solo quello che ho visto io), mi auguro fermamente di vedere quanto prima il Valdo ad elisir che tesse le lodi di formaggi di malga, uova felici e sardine predestinate.
    Rimaniamo coi piedi per terra ragazzi.
    Le elucubrazioni rimandiamole a tempi migliori.
    Perché siamo messi molto peggio di quanto immaginiamo.

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  30. dario

    uova felici?

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  31. Antonio Armando

    Se la gallina è felice perché vive in un contesto sereno, anche il frutto della sua ovulazione, benché non fecondato, non dovrebbe essere altrimenti.

    Rispondi
  32. Andrea

    Ma poi che cos'è il formaggio di malga?

    Rispondi
  33. Antonio Armando

    Cagliata di secrezione di ghiandola bovina.
    Per me non è cibo.
    A meno che non ci sia nient'altro da mangiare e non mi nutro da due settimane!

    Rispondi
  34. Andrea

    Non ho capito, é formaggio normale?

    Rispondi
  35. Devis

    Il formaggio di malga richiama il bucolico mondo di Heidi, dove le mucche non sono sempre incatenate e non si rotolano nello sterco imbrattandosi fino alla punta delle corna ma pascolano libere e felici nelle floride vallate montane. Anche se Heidi aveva un gregge di capre il discorso non cambia.

    Rispondi
    • Andrea

      Allora viene prodotto 3 mesi l'anno…

      Rispondi
  36. Antonio Armando

    Che però Santa Comunità Europea sta cercando di mettere al bando a causa di presunte violazioni in materia di igiene alimentare!
    Dove ti giri giri, sono schiaffoni…

    Rispondi
    • Andrea

      In realtà no. Vuole che i caseifici montani nei limiti dei prodotti tradizionali lavorino con le stesse condizioni igieniche. É un altro discorso!

      Rispondi
  37. fabio fontana

    Cosa vuol dire "nei limiti dei prodotti tradizionali lavorino con le stesse condizioni igieniche"? Stesse condizioni rispetto a chi?? Ma a parte la frase alquanto sconclusionata, è possibile mai che questa schifosissima comunità europea abbia la fissazione maniacale dell'igiene da sala operatoria e ci sia pure qualcuno che la difende? Ma ragionate col vostro cervello o dite sempre sissignore a prescindere?

    Rispondi
  38. Andrea

    Alcuni formaggi sono prodotti tipici e lo sono per le condizioni nelle quali vengono prodotti.
    Dall'utilizzo delle procedure di igiene (materiali di costruzione, superfici, coltelli, sanificazione, ecc) la percentuale di malattie alimentari (salmonella, listeria ecc) sono calate.
    Quindi si, credo sia corretto.

    Rispondi
    • fabio fontana

      Che cosa è corretto?

      Rispondi
    • Andrea

      É corretto "che questa schifosissima comunità europea abbia la fissazione maniacale dell'igiene da sala operatoria e ci sia pure qualcuno che la difende".
      Soprattutto quando chi attacca ho idea che non conosca cosa sta criticando.

      Rispondi
    • fabio fontana

      Guardi che con me non attacca, non faccia l'Eraclito della situazione. Ce lo spieghi lei allora cos'è che non conosciamo. Nel frattempo ribadisco. Tutte fissazioni, per l'appunto, utili esclusivamente a complicare la vita di produttori e consumatori, far spendere più quattrini, elevare sanzioni, far chiudere attività, perseguitare in modo idiota chi lavora artigianalmente costringendolo ad adottare assurdi criteri da mega azienda. Tutto in nome di una migliore igiene. Ma certo! Guanti di lattice, mascherine, amuchine, altrimenti si muore tutti. Capitano a fagiuolo proprio in questi giorni gli esempi della resistenza agli antibiotici dovuta anche ai maledetti allevamenti intensivi dove migliaia di esseri senzienti ivi ammassati, vengono imbottiti di farmaci. Con le conseguenze che conosciamo. Continuiamo così, facciamoci del male.

      Rispondi
  39. Antonio Armando

    Tu che sei un tecnico, ci dici, cortesemente, quanto pus da mastite ci ciucciamo per ogni litro di latte igienicamente confezionato?

    Rispondi
  40. Antonio Armando

    Altri 7 anni di roundup, nel frattempo che l'ente "terzo" di turno appositamente interpellato ci dica definitivamente se il glifosato è cancerogeno o no.
    Ma non avevano già detto che era cancerogeno per uomini e animali?
    Tranquillo Fabio, adesso ci pensa Andrea a spiegarci come stanno realmente le cose.
    Sono tutt'orecchi.

    Rispondi
  41. Andrea

    Fabio per criticare qualcosa bisogna conoscierla. C'è poco da dire. L'unico problema è la quantità di controlli e su quello quando studiavo si stava intervenendo proprio a livello comunitario dato che il problema era principalmente italiano. I controlli e le norme sull'igiene servono solo a garantire la sicurezza del prodotto che finisce sulla tavola dei consumatori…per quale motivo ti stai angustiando?
    L'antibiotico-resistenza comunque non riguarda le norme igieniche all'interno di caseifici o luoghi di produzione in generale quanto, caso mai, gli allevamenti dove spesso si abusa di antibiotici e quindi a selezione di ceppi resistenti. Questo però a voi igienisti non dovrebbe interessare granchè. O no?
    Comunque siamo abbondantemente fuori discorso.

    Rispondi
    • fabio fontana

      Mi interessa eccome, dato che questa Europa paranoica e cialtrona consente che gli animali respirino e sguazzino nella loro stessa merda. Li dove sarebbe l'igiene? Perché non vengono coerentemente chiusi tutti gli allevamenti industriali? Le Sue pretese regole igieniche a garanzia del consumatore sono ridicole. Guardi che non siamo nel 1800. Quando ero piccolo al mercato c'era l'ovarola, una robusta signora coi rossi in faccia. Arrivava la mattina presto col cesto in testa. Compravamo le uova sciolte e ce le incartava coi fogli di giornale. Ne ho bevute fresche a dozzine con una spruzzata di limone. Non sono mai morto. Facevamo l'acqua frizzante con l'idrolitina. Andavo dal vinaio col boccione a farmi spillare il vino sfuso. Si acquistava il formaggio dal piccolo produttore. Era un paese stupendo prima che venisse sfregiato da una Europa coi paraocchi che vorrebbe chiuderci tutti sottovuoto. Per cortesia, non mi faccia il professore, lei non ha nulla da insegnarmi in fatto di igiene. Così come l'Europa non ha nulla da insegnare a chi produce un formaggio di fossa o di malga. Voglio avere il diritto di decidere io se un produttore è un sozzone o meno, sono sicuro che il mio istinto sia migliore del burocrate vessatore. Ah, per la cronaca quando mi procuro una ferita ci sputo sopra e poi sciacquo con l'acqua corrente.

      Rispondi
    • Andrea

      E quindi? Da quando il mondo gira intorno a te? Non pensi che magari, magari eh, non rappresenti tutta la popolazione europea?

      Rispondi
  42. Andrea

    Antonio io non sono un perito agrario, non sono uno stipendiato asl e nemmeno un tecnico dell'efsa quindi non so risponderti sul roundup.
    Idem per quanto riguarda il pus.
    Ripeto, però, che a te non dovrebbe interessare. Un po' di più Valdo che ora assolve il formaggio (di malga però perchè il latte è diverso…).

    Rispondi
  43. Antonio Armando

    Anche io non ho nessun titolo che mi dia credibilità. Però così, al volo, su infolatte.it ho trovato questo:
    "Il pus passa nel latte assieme alle altre sostanze ed e' stata stabilita una normativa comunitaria che definisce quanto pus può essere ammesso nel latte senza, secondo loro, avere danni alla salute. Secondo la direttiva, in un millilitro possono esserci fino a 400.000 "cellule somatiche" – il nome scientifico per indicare quello che comunemente e' chiamato "pus" – e un tenore di germi fino a 100.000. In un litro quindi ci possono essere 400 milioni di cellule di pus e 100 milioni di germi.".
    Anche qui la direttiva comunitaria disciplina la materia.
    E come potrebbe essere altrimenti!
    Voi sostenitori della nocività di virus e batteri non dovreste dormirci la notte.
    Invece non ve ne importa un fico secco.
    Che poi il latte sia considerato il miglior alimento destinato all'infanzia, pazienza.
    Un'ultima considerazione dal basso della mia ignoranza: il diverso posizionamento delle ghiandole mammarie della donna rispetto alla mucca/capra, non vi suggerisce nulla?
    Sopra le tette della donna c'è la testa.
    Sopra quelle della mucca c'è ben altro!
    Buon latte a tutti!

    Rispondi
    • Andrea

      Le cellule somatiche non sono cellule del pus ma cellule di sfaldamento dei dotti ed é normale trovarle. Aumentano in caso di infiammazione ma anche con i giorni di lattazione. Che ci siano germi é normale dato che é un dotto aperto verso l'esterno. Più importante della carica microbica totale (un becero indice di igiene della mungitura) é la ricerca dei patogeni.
      Per essere più tranquilli comunque il latte viene pastorizzato.
      La mammella siccome sta sul terreno va disinfettata prima e dopo la mungitura.

      Rispondi
    • Antonio Armando

      Tuttapposto Andrea.
      Quindi le mammelle delle mucche vengono sterilizzate sempre, prima della mungitura? In quale allevamento, di grazia?
      Che ci siano germi è normale, certo.
      Anche che ci siano cellule di sfaldamento è normale.
      Andrea, quello che non è normale è mangiare sta roba.
      Ancora meno darla ad un bambino!
      È cibo per vitelli.
      Così l'ha concepito Madre Natura.
      Per noi ha pensato alla frutta.
      Purtroppo pare sia così che funzioni.

      Rispondi
  44. Jonny Dalla

    Io penso solo che quello che predica Valdo è sempre e solo il tendenziale Vegan crudismo.dipende da quanto stai bene…se sei pieno di problemi allora devi essere più crudista di uno che sta sempre bene…e un uovo di gallina ruspante ogni tanto non fa del male a nessuno e il tuo corpo avrà il tempo di smaltire. ….

    Rispondi
  45. Andrea

    In tutti gli allevamenti le mammelle vengono disinfettate. Sicuro poi ci sarà il furbo ma mi pare ci siano in tutti i campi. Tu sei sempre sicuro di non cuccarti più pesticidi del consentito quando mangi frutta e verdura?
    Il dotto papillare è una superficie esposta all'esterno durante la lattazione…è normale ci siano germi. Ti rende più tranquillo chiamarli batteri?
    Un dotto formato da cellule epiteliali. Le cellule epiteliali sono cellule a rapido turn-over già di loro, aggiungi che ci passa il latte e aggiungi la forza aspiratrice del poppante o della mungitrice.
    Poi puoi pensarla come vuoi, a me interessa poco. E' inutile però che fai domande se tanto conosci già le risposte.
    ciao

    Rispondi
  46. Antonio Armando

    Troppi tecnicismi.
    Troppi paroloni per darsi un tono di altisonante competenza pseudo scientifica.
    Tanto di cappello al cospetto di cotanta sapienza.
    Approfondire le conoscenze è sacrosanto.
    Poi però bisogna farne buon uso.
    E questo non lo fa quasi nessuno mi pare. Te compreso.
    Proprio perché sono già pieno di pesticidi, inquinanti vari, stress che evito di aggiungerci tutta la monnezza inutile (magari fosse inutile. Ti porta dritto agli alberi pizzuti!) che i "cibi" di origine animale e raffinati apportano.
    Dopo aver mangiato una mela l'alito profuma. Dopo una scaglia di grana, puzza di cacca.
    Mi sono fatto la domanda e dato la risposta? Pensala come vuoi. Nel mio piccolo, in questi 5 anni, la mia famiglia ed io abbiamo risolto i nostri bei problemi causati dalla dieta onnivora. Anche altre famiglie, visto il nostro esempio e ritenutici "attendibili", cambiando stile di vita hanno ottenuto medesimi e più importanti risultati. È una goccia nell'oceano, lo so. Però cerco sempre di far riflettere le persone invitandole alla sperimentazione diretta.
    Fai altrettanto anche tu: dai un senso ai tuoi studi. Prova a far migliorare la vita di un bambino. Non ci sono danari che possano darti altrettanto.
    Chiudo qui. Vado a correre Andrea. Oggi mi sparo 20 km. La settimana scorsa ne ho fatti 82. Quella prima 100.
    Senza nessuna spavalderia.
    Solo per dare qualche numero e l'esempio dal quale può nascere un briciolo di attendibilità. Che spesso sovrasta quella dei mega titoli di studio.
    A te la palla.

    Rispondi
  47. Andrea

    Beato te.
    Io ho lavorato.
    Ciao buona corsa

    Rispondi
  48. ghirox

    A parte tutto, sono onestamente deluso da questa apologia delle straordinarie doti dell'uovo da parte di Valdo. Capisco il consumo eccezionale, ma da lì a dire che anche 3-4 uova alla settimana non creano problemi ce ne corre. Non solo questa affermazione è in contraddizione con tutto quello che questo blog rappresenta ma, soprattutto, non corrisponde a verità nel modo più assoluto.
    Vi invito a visitare il sito http://www.nutritionfacts.org e digitare nel motore di ricerca la parola "egg", giusto per farvi un'idea…

    Rispondi
  49. Ric

    63 commenti finora…mamma mia…adesso metto io il mio, molto sintetico:
    CHI OSA CONTESTARE VALDO NON HA CAPITO NIENTE DELLA DI VALDO, DELLA BELLEZZA DI VITA CHE HA VISSUTO E CHE CERCA DI PROPORRE.
    SULLA SUA COERENZA POI NON SOLO NON CI DEVE ESSERE ALCUN DUBBIO, MA CHI LO SEGUE VERAMENTE E LO CAPISCE, NON FA ALTRO CHE CONSTATARNE L'ASSOLUTA VERACITA' E COERENZA.
    ALTRO CHE DELUSI E DELUSI, QUI C'E' DA RIMBOCCARSI LE MANICHE RAGAZZI!! STUDIATE DI PIù E VIVETE MEGLIO!

    Rispondi
  50. ghirox

    Risposta ai limiti del fanatismo religioso. Io stesso non manco di sottolineare i meriti di Valdo per tutto ciò che fa, per come lo fa e soprattutto per il coraggio che ha nel mettere la propria faccia dove si rischia grosso a titolo personale, andando contro corrente rispetto a medicina tradizionale e altri poteri forti. Detto ciò, come tutti, qualche cazzata ogni tanto la spara. Non posso esprimere delusione se tale è il sentimento che provo nei confronti di qualcosa che non condivido?

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  51. dario

    più che sparare cazzate,non essendo medico non è troppo competente quindi cade in contraddizione

    Rispondi
  52. fabio fontana

    Premesso che mi sfugge la contraddizione, in effetti i medici non si contraddicono mai, sono tutti competentissimi e soprattutto son molto esperti in campo nutrizionale. Ti sei iscritto solo per farci dono di questo illuminante pensiero o ne hai in serbo degli altri?

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  53. Devis

    Vogliamo parlare di contraddizioni? Il sommo igienista Schelton raccomandava al suo seguito la dieta vegana…ma lui non sapeva resistere ai formaggi…se li pappava di nascosto! Per Lezaeta ricotta e uova sode erano ok. Max Bircher Benner, quello che rimise in carreggiata regnanti e personaggi famosi, usava alimentare i pazienti con uno strano miscuglio di frutta, noci, avena e latte vaccino…un pappone improponibile secondo Ehret, il quale si dimostrò altrettanto originale quando affermò che stimolanti come tè e caffè non sarebbero poi così dannosi. Il pelo nell'uovo (sempre ste uova di mezzo…) lo troviamo sempre.

    Rispondi
    • fabio fontana

      Si, li ha nominati tutti. Mi scusi Eccelso: Vaccaro che c'entra?

      Rispondi
  54. Devis

    C'entra perché viene accusato di contraddirsi. Io non lo accuso di niente, come non accuso gli illustri e stimatissimi personaggi che ho citato.

    Rispondi
  55. Devis

    Anzi le dirò di più. A me dell'igienismo valdiano piace soprattutto l'enfasi posta sull'introspezione. Vengono fornite istruzioni, consigli, suggerimenti che talvolta paiono contraddirsi. In realtà dipende sempre dalle condizioni particolari del soggetto che chiede il parere a Valdo. Non è che ad un obeso e ad un anoressico si può fornire la stessa "ricetta", come neanche al superpalestrato e al vecchietto in carrozzina! Se da tempo qualcuno riscontra gran beneficio stando alla larga dal cibo animale, perché turbarsi se Valdo si comporta diversamente?! Non avrà il sacrosanto diritto di regolarsi come meglio crede?

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    • fabio fontana

      Devis le chiedo scusa, rispondendo mentre lavoravo ho confuso Devis con Dario credendo di replicare a quest'ultimo. E in effetti non riuscivo a comprendere dove fossero le contraddizioni 🙂 Ora è tutto chiaro. Un saluto

      Rispondi
  56. Devis

    Di nulla ci mancherebbe.

    Rispondi
  57. dario

    igienismo valdiano,raga ma non è che è un profeta,si è solo documentato come possono fare tutti su internet,non è ne un esperto ne un medico,chiunque può fare questo

    Rispondi
  58. Devis

    E chi ha detto che Valdo è un profeta?! Io non l'ho mai pensato.

    Rispondi
  59. dario

    igienismo valdiano mi sembra un esagerazione

    Rispondi
  60. Devis

    Ci sono varie declinazioni di igienismo. Alcuni autori sono fermamente contrari all'uso di cibi animali, cereali e legumi, altri sono meno intransigenti. In genere viene sempre condivisa l'idea dell'autoguarigione del corpo e dell'approccio terapeutico indirizzato sull'origine del male e non sul sintomo. Ho parlato di "igienismo valdiano" perché è più sbrigativo di "igienismo secondo l'interpretazione di Valdo Vaccaro".

    Rispondi
  61. Antonio Armando

    Ma un paio d'orette sui campi con una bella vanga in mano no??!!

    Rispondi
  62. Eleonora

    Valdo è Valdo e chi non è con lui, che cambi blog, è così semplice!

    Rispondi
  63. Gianfranco

    Quello che alcuni ritengono negativo e incoerente di Valdo, io lo trovo appropriato, cioè un approccio giusto e non dogmatico riguardo all’alimentazoione. Guai se Valdo rimanesse fermo come uno scoglio! Il mondo gira, cambia, si evolve, e richiede una apertura mentale, una certa tolleranza veniale che non mette in discussione i principi generali-
    Dentro il grande solco igienista Valdo ci osserva amabilmente e chiude un occhio a qualche piccola trasgressione, come farebbe un buon padre di famiglia..
    Per esempio l’ovetto sodo di gallina ruspante era consigliato anche da Lezaeta e padre Taddeo,è vero che cent’anni fa la chimica non aveva invaso completamente il suolo come adesso e quindi sicuramente non potremo mai più avere cibo puro al 100%, ma io ogni tanto l’ovetto me lo prendo.
    Soprattutto mi danno fastidio i tipi come Andrea, che dice testualmente “voi vegani” e viene a impartirci il sermone della coerenza , proprio lui che si ingozza di cadaveri e viene a seminare guazzabuglio nel mondo vegano igienista.
    Il mondo va alla rovescia, noi vegani siamo considerati estremisti, mentre i macellai che massacrano migliaia di animali ogni giorno nei mattatoi lager, invece sono delle persone normali ed equilibrate.
    é uno scontro epocale di sensibilità e di empatia, per cui trovo queste distinzioni e critiche fuorvianti rispetto al grande tema della sofferenza animale, della nostra salute ed in generale della sostenibilità della madre Terra.

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