FRUTTARISMO RIGIDO O VEGANCRUDISMO FLESSIBILE?

da 12 Lug 2012Dieta vegan-crudista

LETTERA

D’ELIA E IL FRUTTARISMO

Valdo carissimo, scusami se sto approfittando della tua esperienza, saggezza e disponibilità. Ma volevo mandarti questo link, “Relazione sul Fruttarismo a cura di Armando D’ Elia”, pubblicata da Armando D’ Elia, il più grande e preparato sostenitore del Fruttarismo.

Lo conosci di certo a memoria. Io l’ho riletto e riscoperto da poco. Diciamo che, come ti ho scritto la prima volta, mi sento portata verso una scelta e un cammino fruttariano di sola frutta al 90% (niente semi, pochissime verdure e frutta-ortaggi).

Vorrei attuare i tuoi consigli sulla vitamina B quotidianamente, ma secondo questo articolo di D’Elia, posso trarre tutto ciò di cui ha bisogno il nostro organismo semplicemente dalla frutta, vero? Spero di aver inteso bene.

Se così non fosse, mi scuso, e ti chiederei di venirmi in soccorso per meglio nutrire il mio corpo, e non solo alimentarlo. Tuttavia ti confido che faccio sforzi ad inserire cereali e simili. Un abbraccio grande, con sincero affetto e stima. Stefania


RISPOSTA

RISPETTIAMO I GRANDI MA NON DIVINIZZIAMOLI

Ciao Stefania, ho il massimo rispetto per il dr Armando d’Elia. Peccato che non sia più in grado di argomentare dal vivo. Definire qualcuno come il più grande e preparato sostenitore del fruttarismo non rende giustizia a nessuno, nemmeno al soggetto che si vuole esaltare.

D’Elia è stato certamente un grande e uno dei pochi in Italia ad affrontare con chiarezza e coerenza queste problematiche. Da qui, a pensare che ogni sua idea abbia valore biblico ce ne corre.

Importante comunque la coerenza sul lato pratico. Il grande Shelton predicava duro contro il latte, ma venne scoperto col panino al formaggio dietro le quinte. Non per questo va demonizzato. Non ho idea di come appagasse il suo appetito invernale il professor D’Elia, ma ho seri dubbi che si alimentasse di sola frutta.

HO LETTO I TESTI DI HOTEMA, MASSIMO TEORICO DEL FRUTTARISMO TOTALE

La questione del fruttarismo e dei cereali non nasce comunque con D’Elia, ma è argomento che ha infervorato per decenni la scena igienistica americana. Nel mio primo libro inedito “I Quaderni di Higea” (25 copie in circolazione in tutto), al capitolo XIV, parlo di Hilton Hotema (pseudonimo del professor George Clements) teorico del fruttarismo totale, critico del vegetarianismo e censuratore dei mangiatori di amido. Ai suoi tempi (era nato nel Massachusetts da immigrati inglesi nel 1878), non esisteva la macrobiotica, altrimenti sarebbe di certo stato il suo bersaglio preferito.

IL CASO GODDARD DIAMOND

Oltre ad esaltare l’opera di Hotema, parlo pure di altri grandi del fruttarismo, come il Captain Goddard Diamond di San Francisco che a 79 anni soffriva di indurimento dei tessuti e delle arterie, con rigidità di muscoli e giunture. Per 30 anni era stato attento alla dieta ed era anche vegetariano. Decise di diventare fruttariano al 100% e fu la sua salvezza. Visse in piena salute per altri 40 anni e scomparve alla tenera età di 120 anni.

Il vegetarianismo non è l’ideale per il corpo umano. È il fruttarismo la vera base da cui partire. Sta nei frutti e non altrove la vera sostanza zuccherina. La verdura, le foglie verdi e tutto il resto vanno benissimo ma soltanto come integrazione, non come sostituto o concorrente della frutta.

IL DR EVANS E IL PROLUNGAMENTO VITALE

Parlo anche delle ricerche del professor Charles Delacy Evans, che scrisse  il testo “How to prolong life”, edito a Londra. La frutta ha tutti i nutrienti necessari per l’uomo.

Qualora le sue proteine non fossero sufficienti a soddisfare un teorico appetito proteico, tutti gli elementi proteici eventualmente mancanti sarebbero catturati nell’aria, da cui possiamo assorbire il nitrogeno N, che rende l’aria cibo altamente proteico. Prolungare la vita significa stare all’aria aperta e alla luce del sole il più spesso e il più a lungo possibile, respirando a pieni polmoni.

IL VALORE DELL’ARIA E DEL SOLE

La vera sostanza per gli organismi viventi è l’aria. Basta osservare la natura. Se noti gli alberi piantati ai lati delle strade, o anche quelli che vengono piazzati in un vaso limitato, riescono a crescere e a fare un grosso tronco. Se pesassimo i nutrienti a disposizione in quel terreno, non troveremmo risposte logiche. Il valore sta nell’aria atmosferica.

Idem per gli elefanti, che riescono a mantenere il peso anche quando trovano scarsa alimentazione nei cespugli a disposizione in savana, o nei pasti loro riservati negli zoo. Se calcoliamo il valore del cibo, i conti non tornano. La differenza la fa l’aria che col sole diventa alla fine somatotropina, fattore ai autoproduzione proteica e di auto-crescita ponderale.

IL CASO WINCKLER

Mangiando male ci acidifichiamo e creiamo residui  in termini di carbonati e di fosfati di calcio, responsabili di decrepitezza e di vecchiaia precoce. Il dr Winckler, medico e fisico tedesco, dopo aver adottato una dieta vegetariana e cerealicola al fine di migliorare la sua salute, scoprì dopo pochi anni di trovarsi con un sistema circolatorio carico di calcificazione. I cereali tendono ad ossificare i tessuti, i vasi sanguigni e i giunti, portando alla rovina dei capillari.

BASILARE LA DIFFERENZA TRA CRUDO E COTTO

Ovvio che nulla esiste di peggio dei mortali veleni emessi dai corpi animali. Il cretinismo è uno dei fenomeni attribuiti al calcio-magnesio inorganici immessi con l’acqua, coi cibi cotti, con le carni, con le integrazioni minerali.

Ma anche l’intenso uso di amidi cotti, di cereali cotti e di verdure cotte porta a risultati aberranti. Il difetto generale di questi autori sta nel fatto che non differenziavano mail il crudo dal cotto. Non sapevano nemmeno cosa fosse un buon succo di carote e sedani.

SONO SEMPRE STATO AMANTE SPERTICATO DELLA FRUTTA

Tutto questo ho scritto e confermo. Anche perché sono sempre stato un fruttariano sperticato, durante l’estate. L’odio di Hotema per i cereali, derivava anche da motivazioni politiche. I campi venivano monopolizzati dalle colture cerealicole usate per alimentare i quadrupedi da sfruttare e macellare. E derivava anche dal fatto che non esisteva chiarezza nelle misurazioni dei valori alimentari nelle versioni cotto, cotto-conservativo e crudo.

PATATE, CARCIOFI, CAROTE, CICORIE, FUNGHI E TARTUFI

Oggi abbiamo idee più chiare su molti punti-base. Sappiamo ad esempio che l’amido di patate, di cereali e di verdure amidacee come cavolini e cavolfiori, segna elevati valori vibrazionali sulla scala Bovis-Simoneton. Sappiamo che i cereali integrali, messi in ammollo, si possono cuocere per alcuni minuti soltanto e non ore, come si faceva un tempo.

Sappiamo che un conto è mangiare verdure cotte, e un altro conto è puntare sulle verdure crude, cariche di enzimi e di minerali organicati. Onestamente non rinuncerei assolutamente alle patate non stracotte, ai carciofi crudi, alla cicoria invernale, al succo di carote, alla valerianella, ai funghi e ai tartufi. Anche per motivi gustativi. Troverei in tutto questo una privazione fine a se stessa.

FRUTTARIANI ALLE HAWAII PUÒ ANDAR BENE

Hotema è vissuto 110 anni, di cui 40 a sola frutta, ma stava sempre alle Hawaii, dove per 12 mesi l’anno trovava ogni ben di Dio. Vorrei chiedere a Hotema, a D’Elia e a chiunque esalti il melismo, il fruttarismo e qualsiasi altra teoria riduzionista, quali risorse fruttariane ci accompagnano da gennaio a maggio nella nostra fascia temperata fredda.

L’IMPORTANZA DEL GRUPPO-B, DEGLI OMEGA-3 NON ITTICI, E DELLA ASSENZA DI SANGUE NELLA DIETA

A parte i paletti obbligati contro ogni tipo di cibo crudele, non mi sento di spingere la gente in una direzione o nell’altra. Nel caso tuo, cara Stefania, dacci pure dentro con la frutta. Ma l’impatto invernale rappresenta sicuramente un problema di difficile risoluzione, un vero e proprio banco di prova.

Avere a disposizione una ampia gamma di risorse naturali è sempre vantaggioso e previdente, anche per non andare mai in crisi. Sia il gruppo vitaminico-B che i grassi polinsaturi Omega-3 trovano piena copertura proprio nei semini, nei cereali e nella frutta da guscio. Trovo insomma più realistica e confortevole la flessibilità del vegan-crudismo personalizzabile e a prevalenza fruttariana, che la rigidità del fruttarismo al 90 percento.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

2 Commenti

  1. Attilio Augusto Angellotti

    Ciao Valdo, io sono un vegan crudista al 100% (mi nutro di sola frutta, frutta ortaggio e qualche vegetale principalmente a foglia verde come "integratore"), mi sento benissimo e non ho nessun problema a seguire questo schema alimentare anche d'inverno quando riesco a trovare frutta buonissima come le arance pur avendo, naturalmente, molta meno scelta che non ora.
    Ti assicuro che non ho fatto nessun sacrificio quest'inverno, d'altronde, sono Marchigiano, mica Eschimese!
    Ciao.
    Attilio.

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  2. Lisaveg

    E pensare che l'industrializzazione ci ha fatto perdere considerevoli tipologie di frutta…!Solo perchè i prodotti delle piante dovevano essere trasportati,percui sono stati selezionati certi tipi di frutto e altri son andati perduti…Una grande perdità per l'umanità intera…C'erano varietà dello stesso frutto sia nella versione estiva che in quella invernale;c'erano mele piccole come ciliege e grandi come angurie…Chi avesse la possibilità,vada a TO a vedere il museo dedicato a un coltivatore(credo facesse questo mestiere) il quale vendeva semi e piante ai suoi clienti e,per mostrare loro che tipi di frutta ne sarebbero usciti a maturazione,creava dei modellini così reali(era un maniaco della perfezione!!oltre ad avere una grande manualità come artista)in materiali naturali che ancor oggi si conservano meravigliosamente e si trovano appunto nel museo.Lì ci sono varietà di pere,mele,ecc… ormai estinte.Mi spiace che non so il nome di quel signore nè quello del museo,ma chi volesse può tentare di cercare sul web…
    Lisa

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