OMEGA3, B12, SCARTI DI PESCE E BUCCE DI PATATA

da 12 Set 2010Vitamine, Minerali e Integratori

LETTERA

LE BUFALE DI MATRICE SCANDINAVA

Caro Valdo, Ti scrivo dalla mia amata Thailandia, per una curiosa notizia dell’ANSA, dove si dice che, presi come cibo, gli Omega3 non proteggono le nostre arterie contro infarto, ictus e malattie causate da aterosclerosi e trombosi. Funzionerebbero insomma solo se assunti con i farmaci, sottoforma di pillole e di gel. Acquisiti invece direttamente, a livello alimentare, non sarebbero più efficaci, secondo uno studio presentato al Congresso Europeo di Cardiologia a Stoccolma. Lo studio che ha svelato la novità è stato condotto su 5 mila pazienti tra i 60 e gli 80 anni.

UN ESPERIMENTO CON LE CARTE IN REGOLA (CARTE DA 500€)

Sicuramente uno studio con le carte in regola. Parlo di carte da 500€ ovviamente, e sappiamo bene chi le ha fornite. Basta porsi la fatidica domanda Cui prodest? Chi è che ha un grosso tornaconto economico, se i gonzi si convincono che siano necessarie le pastiglie di Omega3? Quindi è folle mangiare pesce azzurro, come la tv ci ha consigliato per 50 anni. Bisogna proprio comprare la scatoletta di pillole che, essendo prodotte con lo scarto del pesce, costano dieci volte di più del pesce stesso.

PRODURRE PATATE RENDE POCHISSIMO, MA SMALTIRNE LE BUCCE È ATTIVITÀ DA NABABBI

È la logica delle bucce di patate negli ospedali. All’ente ospedaliero costano molto di più le bucce che le patate stesse, perché le bucce bisogna smaltirle tramite certe modalità (che non vengono mai rispettate) e tramite certe ditte appaltatrici ben precise, mentre le patate vere le smaltiscono i pazienti stessi nella tazza del cesso.

QUANDO LE FORTUNE NASCONO DAGLI SCARTI

Ricordi che un anno fa ti dissi come le ditte che una volta producevano la streptomicina smaltivano gli scarti di produzione ricchi di B12 facendone pillole e convincendo la gente, mediante illustri clinici, che la B12 era indispensabile alla salute, trasformando magicamente gli onerosi scarti produttivi in lauti guadagni. Stessa cosa si fa con gli Omega3, ottenuti con gli scarti dei salmoni e di altro pesce del Nord (perché i mari del Sud-Est Asiatico sarebbero inquinati, mentre i mari degli anglosassoni sono pulitissimi, specie il Golfo del Messico).

TORNERANNO DI MODA LE PASTICCHE DI PETROLIO STILE JOHN ROCKEFELLER, CON OMEGA4 E OMEGA5

Anche lì, basta affidare uno studio serio a un gruppo di illustri clinici di qualche università USA e sicuramente verrà fuori che non c’è niente di meglio che del petrolio misto a pesce, dato che il petrolio contiene Omega4 e Omega5, più preziosi ottani per il nostro motore. Essendo poi di provenienza vegetale, non può che far bene. Probabilmente torneranno a farne delle pastiglie carissime, come usava fare John Rockefeller ai suoi esordi da farmacista ambulante e truffaldino, perché alla pompa costa troppo poco.

L’ALLARGAMENTO DEL MERCATO OMEGA3 AI MALATI DI NERVI

Dato che gli scarti di pesce si accumulano, nonostante la collaborazione dei vaso-cardiopatici che continuano ad ingozzarsi di Omega3 in pillole, rovinandosi e prendendole gratis a spese dei contribuenti, si cercano nuovi sbocchi di mercato. Sono stati allertati altri emeriti ricercatori che hanno trovato nuove categorie di malati a cui farle mangiare, tipo i neuropatici, i depressi e i neurolesi.

LA NUOVA TENDENZA VERSO I COGNITIVE ENHANCERS

Si è fatta strada nel contempo un’altra espressione, sinistramente di moda, e si tratta dei cognitive enhancers (stimolanti cognitivi), dietro cui si nascondono sia sostanze inutili o dannose (come gli Omega3 e la B12) che sostanze pericolose tipo i dopaminergici, i colinergici, i seratoninergici, gli antidepressivi, il litio, ecc., tutte cose che con la scusa della neuro-protezione potrebbero servire veramente a rendere il popolo più servile, come paventa Alex Jones nei filmati che girano su internet.

APPARTENGONO ALLA FAMIGLIA DEGLI STIMOLANTI E DELLE ANFETAMINE

I cognitive enhancers vengono definiti come neuro-protettori capaci di migliorare la concentrazione e la memoria, l’apprendimento, la resistenza mentale. I primi cognitive enhancers furono le anfetamine. Il termine cognitive enhancers fu coniato dal rumeno Corneliu R. Giurgea nel 1972. Gli stimolanti vengono usati nel trattamento di malattie tipo l’Alzheimer e il Parkinson, dove ci sono delle difficoltà cognitive.

UNA SCIENZA FORAGGIATA DAI PRODUTTORI DI GRASSO DI BALENA

La carenza di certe sostanze nel cibo ha sicuramente effetti sul cervello. Le funzioni cerebrali sono collegate alla B1, alla B12, agli Omega3, agli antiossidanti, alla caffeina, alle proteine e al ferro. Gli Omega3, ossia l’acido alfa-linolenico, hanno una forte influenza sul cervello umano. Pare che essi installino dei recettori sulle membrane cellulari che sono sensibili alla serotonina, quel neurotrasmettitore che ci porta sensazioni positive di benessere, si legge su Wikipedia. Nessuno dice però che i paesi scandinavi, e la Norvegia in particolare, sono quelli che hanno più interesse a smerciare gli scarti di grasso di balena, di salmone e di altri pesci.

GLI OMEGA3 MIRACOLOSI NON SOLO PER IL CUORE MA ANCHE PER IL CERVELLO

Fino a qualche anno fa, gli scienziati prezzolati si limitavano ad indicarlo come prevenzione delle malattie cardiocircolatorie, ma evidentemente ciò non bastava a smaltire le scorte. Ecco allora che cercano di convincerci che queste porcherie ittiche facciano bene anche al cervello, cosa che molti scienziati hanno da sempre negato, fin dai tempi delle famose pasticche al fosforo, dove risulta invece che valgono più 3 semplici mandorle vive, di un kg di pesce morto.

A CHI NON MANGIA OLIO DI PESCE NORVEGESE, NON ARRIVA OSSIGENO AL CERVELLO

Chissà come facevano i nostri antenati preistorici, a vivere senza B12 e Omega 3? Oggi si terrorizza la gente suggerendo che senza gli Omega3 non arrivi ossigeno sufficiente al cervello. Tra non molto ci sarà pure detto che, chi non beve acqua di iceberg del polo nord, per mandare giù gli stessi schifosi avanzi di pesce concentrato, gli verrà la peste bubbonica.

LA REDDITIZIA STRADA DEGLI INTEGRATORI

Se un bambino non ha abbastanza ferro, subentrano difficoltà nella parola, nella lettura e nella resa in materie di concentrazione tipo la matematica, per cui, quando è difficile ottenere il ferro dalla dieta, è utile supportare le funzioni cerebrali mediante supplementazione minerale e multi-vitaminica, continua Wikipedia. Il vero problema della dieta occidentale, come sanno a memoria tutti gli scienziati seri, è che contiene troppo di tutto.

GLI STUDI ASSURDI SULLE DISGRAZIE DEI DIABETICI

Gli studi del prezzolato Kiefer (2007) citano anche gli importantissimi test cognitivi, dove il troppo glucosio nel sangue inibisce le funzioni mentali. Come dire che ha scoperto l’acqua calda. I diabetici vanno purtroppo male in qualsiasi test, sia fisico che mentale che sessuale. Il cervello, sostiene Kiefer, non è in grado di immagazzinare carboidrati.  Non conosce evidentemente, o finge di non conoscere, la funzione del glicogeno epatico.

I TROPPI OMEGA6 DEI BOVINI E LE STRAORDINARIE QUALITÀ DELL’OLIO DI PESCE

Le tradizionali fonti di Omega3 stavano tradizionalmente nel grasso insaturo dei bovini che si alimentavano a erba e foraggio, continua Wikipedia, mentre la dieta bovina odierna è basata sul mais che ha troppi Omega6 e niente Omega3. Gli studi fatti in Norvegia dimostrano anche che gli Omega3 assunti durante la gravidanza aiutano a produrre bambini più intelligenti. Gli oli di pesce in particolare sono componenti delle membrane delle cellule nervose e della mielina.

GLI SPECIALI E IMBATTIBILI CEREBROSIDI DEI PESCI NORVEGESI

Chi ricorda il famigerato farmaco Cronassial, ritirato dal commercio perché indiziato di causare gravi malattie degenerative del sistema nervoso periferico, ricorderà anche che la cosiddetta informazione scientifica (a cui non era estraneo un noto premio Nobel italiano) sosteneva che gli effetti del Cronassial erano dovuti al suo alto contenuto di cerebrosidi e fosfolipidi di provenienza bovina. Non si comprende perché i cerebrosidi bovini, molto più vicini a noi in quanto mammiferi, possano far male mentre quelli del pesce possano far bene. Misteri della fede scandinava.
Bruno Givannetti

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RISPOSTA

LA BASSA GLICEMIA DELLE GELATAIE MI HA RIDATO IL BUONUMORE

Ciao Bruno, ti si sente poco ultimamente, ma ogni volta che lo fai porti un sano contributo di arguzia e di umorismo. Mi ritrovo spesso a contestare il mondo sanitario, per un motivo o per l’altro, ma tu sei tra quei medici di superlativo livello, che mai mi sognerei di criticare. L’allegato più scientifico, tra i vari che mi hai inviato, è quello relativo al tasso di glicemia, che si può agevolmente abbassare puntando non più ai gelati, ma alle gelataie.

L’ETERNA ERESIA PALEO-MEDIEVALE DEL SANGUE CHE FA SANGUE

La cosa più comica di questi scritti di infimo livello culturale, e di scienza sottozero, sta proprio in questo credere, o voler far credere, che una sostanza simile a quella cerebrale, come i cerebrosidi e i fosfolipidi, o le proteine, presa dall’esterno e rubata al pesce o al cervello dei bovini, possa essere inserita nel corpo umano tale e quale in sostituzione ed interscambio, quando è risaputo che ogni sostanza del corpo umano deriva da trasformazione integrale delle sostanze, per cui la mielina e tutte le altre sostanze citate vengono fabbricate in continuazione a partire dall’anguria e dal melone, dalle mela e dal radicchio, dal cavolo al carciofo, dalla mandorla e dal pinolo. Torna fuori insomma l’eterna e mai sopita eresia paleo-medievale del sangue che fa sangue, del latte che fa latte, del fegato che fa fegato, del cervello che fa cervello, del fluido ialuronico che ringiovanisce.

BALENE E MUCCHE SI DIMOSTRANO PIÙ SAGGE DEI BIPEDI, E NON RUBANO OMEGA3 AL PROSSIMO

L’ovvia realtà è che fanno male sia i cerebrosidi di pesce che quelli di bovino. Spiccata intelligenza dimostrano le balene e spiccata intelligenza dimostrano le mucche, e nessuna di esse si sogna di rubare fosforo e Omega3 ad altri esseri del creato. Ma la mascalzoneria e il cinismo degli uomini dimostrano di non avere limiti, per cui non ci si deve nemmeno meravigliare delle cazzate che mettono in circolazione, ad uso e consumo di quei gonzi che mai mancano di abbondare sul nostro pianeta.

CI MANCANO LE PILLOLE CONTRO L’IMPRECISIONE, CONTRO L’IMBECILLITÀ E CONTRO LA VORACITÀ

È strano che nelle farmacie non vendano ancora le pillole della mira, per gli attaccanti che tirano sempre il pallone fuori dei pali e alto sopra la traversa, e le pastiglie contro l’imbecillità e contro la voracità pecuniaria, di cui ci sarebbe più ancora bisogno di quelle che stanno sfondando ogni record di vendita, e che si chiamano Cialis e Viagra.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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