CANCRO AL PANCREAS, EMANGIOMA ALLA MILZA ED ASSILLANTI MARKER TUMORALI

da 29 Dic 2014Tumori dell'apparato digerente

LETTERA

EMANGIOMA ALLA MILZA E NODULO ALLA TIROIDE?

Buongiorno Dottore, leggo molto ciò che Lei scrive condividendone con interesse i contenuti.
Che consiglio darebbe ad una persona che ha fatto diversi controlli diagnostici e si trova una alfafetoproteina fuori norma a 26 anzichè a 6, amilasi che esce a 60 e rientra dopo al limite 53. Ha scoperto un emangioma alla milza con TAC PET e un nodulo iperecogeno disomogeneo alla tiroide vascolarizzato indagato con ago aspirato.

VALORI FUORI NORMA E PRURITO TESTICOLARE

II problema rimane un forte prurito testicolare e alla base del pene nel corollario superiore e inferiore nonchè alle braccia. Gli esami del sangue danno: alfafetoproteina a 25,9 mentre dovrebbe essere a 25,9, TPA metodo CLIA a 151 anziché a 75, l’IgE a 251 mentre dovrebbe stare sotto il 122, il colesterolo totale 215, anziché 200.

QUALI ALTRI CONTROLLI FARE?

Avendo svolto dei consulti medici e non avendo avuto risposte ben chiare anche nel dove indagare a livello di organi, Lei che ne pensa e che controlli effettuerebbe? Ho perso mio padre pochi mesi fa per un adenokappa al pancreas. Grazie.
Gianluca

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RISPOSTA

SGOMBRIAMO LA MENTE DA OGNI STONATO RAGIONAMENTO GENETICO

Ciao Gianluca. Partirei se permetti da quello che chiami adenokappa al pancreas, per il quale hai perso tuo padre. Quell’adenokappa che ti sta comprensibilmente rodendo il cervello. Non so in che misura sia di aiuto parlarne, ma in genere le cose esplicitate fanno meno male di quelle tenute dentro. A parte il dolore, lo shock e il trauma emotivo di tale perdita per un figlio, non esistono motivi per pensare a derive di tipo ereditario o genetico. Al massimo ci possono essere allineamenti abitudinari su cibo e comportamenti. Ma ognuno ha il sangue che si auto-costruisce giorno per giorno, ognuno ha la sua chimica interna e le sue esclusive responsabilità. Tuo padre era tuo padre e tu sei tu.

PANCREAS GHIANDOLA ENDOCRINA ED ESOCRINA

Il pancreas è una ghiandola che si trova nell’addome superiore, in stretto contatto con il duodeno e con diversi altri organi addominali. È costituito da cellule con attività endocrina ed esocrina. Ghiandola complessa, per molti aspetti misteriosa e non del tutto compresa, soprattutto nelle sue anormalità e patologie.

IL PANICO SPINGE LA GENTE AL BISTURI

Onestamente non ho a disposizione dati statistici sulla non-cura, per cui mi mancano le cosiddette controprove, visto che i tumori al pancreas spingono la gente verso il panico e verso il precipitarsi nelle sale operatorie. Esistono peraltro raffronti evidenti e clamorosi tra comunità tuttora in forma splendida come i Pima messicani della Val Pimeira e i Pima americani frontalieri dell’Arizona, recordmen mondali di sovrappeso e di cancro pancreatico (vedi mia tesina La formidabile controprova dei Pimas).

L’ITER FORMATIVO Di TUTTI I TUMORI SEGUE UN TRACCIATO STANDARD

Del resto la Health Science crede nelle leggi naturali, per cui esiste il principio della indifferenza formativa e curativa di tutti i tumori. Se la non-cura igienista sul sintomo tumorale porta spesso alla spontanea remissione, o comunque permette la via disgregativa dell’autolisi mediante digiuno, la cura medico-chirurgica è totalmente fallimentare nelle stesse statistiche sanitarie. Casi di vittime celebri poi, confermano l’incapacità dei migliori team medici di offrire qualcosa di valido ed accettabile, e mi riferisco a Luciano Pavarotti, a David Servan-Schreiber, a Steve Jobs e ad altri ancora.

CELLULE ALFA, BETA, DELTA ED EFFE

Per la parte endocrina si parla di:

  • Cellule Alfa che secernono il glucagone
  • Cellule Beta che secernono l’insulina e il peptide C (frazione proteica immessa dal pancreas nel sangue in quantità uguali all’insulina, per cui attraverso il suo dosaggio si può calcolare la quantità di insulina prodotta dal pancreas)
  • Cellule Delta che secernono la somatostatina che esercita un effetto inibente su secrezioni ipofisarie GH e prolattina, su glicogeno e insulina, su renina, su ormoni tiroidei, su cortisolo, su colecistochina CCK, su secretina, su acido cloridrico e gastrina, risultando quindi efficace nelle cure anti-tumorali
  • Le Cellule F che secernono il polipeptide pancreatico PP, rallentatore ed inibitori della motilità intestinale, dello svuotamento gastrico e delle secrezioni esocrine. Per la parte esocrina, il pancreas produce enzimi zimogeni inattivi come tripsinogeno, chimotripsinogeno, proelastasi e procarbossipeptidasi A e B, nonché Alfa-Amilasi per la digestione degli amidi e degli zuccheri complessi, e Colipasi per la digestione di grassi e trigliceridi.

ADENOCARCINOMA PANCREATICO AGGRESSIVO E MORTIFERO

Dalla componente endocrina sorgono dei tumori (molto rari) che provocano in genere disturbi del metabolismo. Dalla componente esocrina nasce invece il tumore pancreatico più frequente che è l’adenocarcinoma, con un andamento clinico aggressivo. Ogni anno a più di 60000 persone in Europa (0,008% della popolazione) e 32000 negli USA (0,010%) viene diagnosticata questa condizione oncologica. La prognosi è considerata generalmente grave essendo il tumore molto aggressivo sin dalla fase iniziale, tanto che ai cinque anni dalla diagnosi, e dai trattamenti medici, si registrano pochi malati di carcinoma del pancreas ancora in vita. Circa il 95% dei tumori pancreatici sono del tipo adenocarcinoma. Il restante 5% di tumori come cistoadenoma e insulinoma, hanno prognosi più favorevole.

CARNE, ZUCCHERO E CIBO COTTO IPERTROFIZZANO IL PANCREAS

Ghiandola lunga 15-20 cm, con peso normale di 80 grammi o massimo un etto, mentre nei mangiatori di cibi devitalizzati, di riso bianco stracotto come in Filippine e Thailandia, di pane bianco come in Italia, il pancreas diviene ipertrofico e gonfio, pesando anche 200 e più grammi. Pancreas complesso e misterioso dunque, danneggiato terribilmente da carne, zucchero, sigarette e sedentarietà. Non è buona scusa per essere perdenti e fallimentari. Sappiamo del resto diverse cose importantissime e fondamentali, tenute però in scarsa o in nessuna considerazione dalla sanità internazionale e dall’Ordine Medico.

CONOSCIAMO TROPPO BENE COSA BOLLE IN PENTOLA

Sappiamo che:

  • Il cibo cotto causa una marcata ipertrofia del pancreas
  • L’eccessivo prelievo enzimatico da cibi devitalizzati comporta atrofia, denutrimento e indebolimento della ghiandola in molti pazienti terminali
  • Forti carenze di vitamine naturali C, A, E e B si registrano regolarmente nei malati di cancro in genere
  • La perversione della chimica interna corporale conduce alla rumorosità in generale e a quella pancreatica in particolare
  • È imperativo che solo i cibi più semplici, puri, innocenti, graditi, digeribili, come la frutta matura, virtualmente predigerita dai suoi food-enzyme (studiare Edward Howell), e quindi non abusante e depauperante e parassitaria sul pancreas, venga assunta. Vedi cure Max Gerson, rivelatesi ultra-efficaci nel recupero di malattie metaboliche e di tumori terminali anche pancreatici
  • Solo incrementando il contenuto di frutta e verdure principalmente crude, di agrumi ricchi di flavoni, di crocifere (cavoli, Bruxelles, cavolfiori, cime rapa, verze, colza, crescione di terra, crescione d’acqua), di sedani e germogli alfa-alfa, tutti stimolatori ed apportatori di preziosi enzimi, si sconfiggono i tumori
  • Solo “Shunning all meat”, cioè solo stando lontani dalle carni, si sconfigge il cancro, dicevano in coro gli oncologi trasparenti degli anni ’30 e ’40, sulla scia del grande medico britannico Sir Arbuthnot Lane (1856-1943)
  • Primaria causa di cancro è l’avvelenamento del sangue, ossia la dieta americana SAD, alto-grassa, alto-proteica, alto-dolce, alto-raffinata, alto-spazzatura, fortemente carente in fibre vegetali
  • Carenza di ossigenazione cellulare e carenze respiratorie da sedentarietà concause basilari per il Nobel tedesco Otto Einrich Warburg
  • I trattamenti medici standard  causano forte incremento nella mortalità degli operati, secondo le statistiche di Robert Mendelsohn, confermate alla Conferenza di New Orleans del 1969, dove il dr Hardin Jones della University of California disse cose raggelanti ma veritiere come “I nostri studi provano che le vittime di cancro non trattate mediamente sopravvivono 12,5 anni, anziché soli 3 anni, 4 volte di più di quelle operate!”
  • I tre metodi curativi standard, cioè chirurgia-chemio-radio, sono tutti traumatici e causativi di drammatico declino fisico e morale del paziente
  • Siccome la sopravvivenza del canceroso dipende essenzialmente dal ripristino della funzionalità epatica, dalla funzionalità immunitaria e dalla funzionalità spirituale-morale, la chemio non solo risulta fallimentare nei suoi propositi curativi, ma è garanzia di ulteriore decadenza e degrado psicofisico.

ESISTONO COSE ASSAI PEGGIORI DELLA MORTE

Il dr Robert Bell, celebre e rispettato oncologo e chirurgo inglese, abbandonò ogni operazione nel 1984 dopo 20 anni di giornalieri interventi, avendo capito l’inefficienza e l’assurdità del bisturi. Rifiutò persino il cavalierato offertogli da re Edoardo VII. Il dr Charles Higgins, Nobel e docente alla Chigago University non ebbe alcuna esitazione a dire “Ricordati che esistono cose assai peggiori della morte. La chemioterapia è una di queste!” Come mai, viene da chiedersi, l’oncologia contemporanea è così arretrata, fallimentare, omertosa, evasiva ed ambigua rispetto a 2 secoli fa, quando lo straordinario medico inglese Richard Lambe curava con enorme successo tutte le forme di tumore, correggendo semplicemente i disordini costituzionali e metabolici dei malati?

NEL CORPO SANO NON TROVANO SPAZIO TUMORI MALIGNI

I tumori vengono classificati come benigni o maligni. In realtà non si tratta di cellule qualitativamente diverse quanto di cellule identiche ma caratterizzate dal terreno di sviluppo, dalla difesa organica ed immunitaria del soggetto. Quando apparato digerente, fegato e pelle funzionano bene, non possono esistere tumori o ascessi o polipi o adenomi in forma maligna, poiché la forza vitale dell’organismo provocherebbe la suppurazione con abbondante espulsione di pus, oppure porterebbe al riassorbimento della sostanza corrotta, provvedendo pertanto alla sua eliminazione per altre vie come pelle, reni e intestini.

NULLA SI FA PER CORREGGERE IL SANGUE GUASTO E TUTTO SI FA PER ADDENSARLO ULTERIORMENTE

In assenza di attività difensiva invece, il tumore assume caratteristiche di malignità. Le asportazioni chirurgiche possono sgomberare il corpo dalle sovracellule, ma solo in via apparente e temporanea, visto che nulla si fa per l’eliminazione della causa che sta nel sangue guasto del malato, e tanto si fa semmai per aggravare e peggiorare ulteriormente il sangue stesso mediante farmaci micidiali, antibiotici, anestetici, antidolorifici, cortisonici ed immunosoppressori.

UNA QUESTIONE DI CHIMICA INTERNA PERVERSA

Tutti i tumori rivelano uno stato cronico di disordine funzionale, di chimica interna perversa, di sovraccarico tossiemico accumulato da anni di vita innaturale e di inadeguato regime alimentare. Il tumore maligno è costretto alla crescita non avendo scelta, dato che solo in questo modo l’organismo si difende dal processo morboso, tentando la difesa estrema da ultima ratio, e al limite accorciando i tempi dell’exit e riducendo la mole delle sofferenze, visto che il corpo mantiene sempre l’intelligenza e il buon senso di non andare mai contro se stesso.

IL SANGUE GUASTO CORRODE, IRRITA ED INFIAMMA OGNI COSA

Tutti i tessuti nuovi che si formano nel processo di tumorosità non sono altro che un prodotto dell’azione irritante del sangue gravemente guasto ed intossicato. La medicina ufficiale non riesce a capire il cancro, né tantomeno a porre rimedio o ad arrestarne lo sviluppo, in quanto tralascia di curare la normalizzazione funzionale del corpo umano, dirigendosi solo a combattere l’effetto e il sintomo del disordine funzionale, disinteressandosi completamente del fattore causativo del quale non sa tra l’altro un bel niente.

ALIMENTAZIONE ARGOMENTO TABU PER LA MEDICINA

La Medicina disconosce l’enorme e incomparabile valore dei mezzi naturali e delle loro applicazioni per purificare il sangue mediante buone digestioni e attive eliminazioni, unici mezzi in grado di salvare il paziente. Il citato Arbuthnot Lane, autorità mondiale in campo medico-oncologico, ha scritto con evidente rammarico “È una vergogna! Invece di studiare a fondo l’alimentazione e la disintossicazione, ci siamo insabbiati a studiare i germi e i vaccini”.

IL CANCRO SI PRODUCE PER IMPURITÀ DEL SANGUE

Il tedesco Von Brahmer, in una dissertazione all’Accademia di Medicina di Berlino ha ribadito che il cancro si produce per impurità del sangue. Poiché la Medicina è impotente nel guarire il cancro per la sua eterna inettitudine a risolvere i problemi del sangue, per la sua refrattarietà nel sottoporre il corpo a un trattamento generale e non a un bombardamento zonale sul sintomo, rimane sempre a mani vuote in termini di salute e a tasche piene in termini di mezzi pecuniari.

LA BELLIGERANZA CONTRO IL SINTOMO NON PAGA

Valga il commento tagliente di Padre Taddeo. “Posso dire che tutte le operazioni asportative sono inutili, superflue, crudeli e nocive, in quanto il cancro è una malattia generale del sangue e deve essere combattuto sottoponendo l’intero corpo a un repulisti generale e non certo mediante una banale ed inconclusiva belligeranza al sintomo”.

UN SOLO FLUIDO CHIAMATO SANGUE E UNA SOLA ENERGIA CHIAMATA ATTIVITÀ NERVOSA

Sia che il tumore si presenti nel tubo digerente, nell’apparato respiratorio, nel fegato o ai reni, sia esso esterno e visibile, oppure incuneato e nascosto, dobbiamo ricordarci che esso si è sviluppato sempre su un complesso organico indivisibile, irrorato da un solo fluido vitale chiamato sangue, ed animato da una sola energia chiamata attività nervosa. Invece di impegnarsi a curare il cancro, il medico deve pensare solo a ripristinare la salute integrale del malato, ripristinando la normalità funzionale del suo organismo.

SANGUE SCORREVOLE E TEMPERATURA INTERNA STABILE

Il malato che normalizza la sua digestione trionferà tutti i mali, visto che lo stomaco è l’officina dove si forgiano la salute e la vitalità del corpo e dello spirito. La digestione consiste nella trasformazione degli alimenti in sangue mediante la fermentazione di essi a temperatura di 37°C. La salute è questione di sangue scorrevole e di temperatura non surriscaldata ma stabile. La salute non sta nei mezzi e nei metodi anti-cancro della medicina, tutti  concepiti e fatti apposta per impedire il processo vitale della difesa organica, per ostacolare le funzioni del sistema immunitario, per incrementare la tossicità del soggetto, per mutilarlo e sottoporlo ad accanimento terapeutico privo di sbocchi.

DIETA FRUTTARIANA ED INSALATE CRUDE

Dieta fruttariana ed insalate crude condite con olio d’oliva e quasi-zero sale, da servire quando si vuole e in quantità desiderata. Quando si sarà normalizzata la digestione, e ritornato l’appetito, si potrà mangiare cotto ogni tipo di alimento vegetale, e al posto della carne, esclusa totalmente e per sempre, si potrà anche fare uso di ricotta, o mozzarella, o uova sode con insalate crude. Come tutti i malati il canceroso non muore di tumore, ma di sangue guasto e di cattive digestioni.

IL PUNTO CHIAVE STA TUTTO NELLA FACCENDA PANCREAS

Una riflessione su quanto sopra risponde al 95% dei tuoi problemi, visto che tutto il resto sono a mio avviso banalità e piccolezze, anche se la milza è un organo tutt’altro che insignificante. Parli di emangioma alla milza e uno si potrebbe anche spaventare. Tra i tumori benigni il più frequente è proprio l’emangioma, e questo già la dice lunga. Possiamo dire che l’angioma alla milza ha il medesimo significato dei nevi cutanei, per cui va controllato al massimo con delle ecografie annuali.

POLPA BIANCA E POLPA ROSSA DENTRO LA CAPSULA SPLENICA

La milza è un organo del sistema linfatico della dimensione di circa un pugno, situato nella parte superiore sinistra dell’addome, appena al di sotto della gabbia toracica. È ricoperta all’esterno da un tessuto fibroso detto capsula splenica che racchiude due altri tessuti chiamati polpa bianca e polpa rossa. La prima è costituita da cellule del sistema immunitario o globuli bianchi, la seconda formata da altre cellule immunitarie o macrofagi che combattono virus e microorganismi non graditi, e svolgente funzione di filtro per il sangue, eliminando i rifiuti e distruggendo i globuli rossi vecchi o danneggiati.

LA MILZA NON È AFFATTO UNA GHIANDOLA DI CONTORNO

La milza, coi suoi 10-12 cm, vale in lunghezza la metà del pancreas, ma è più compatta e pesa quasi il doppio coi suoi 150-200 grammi. È definita dai medici non organo vitale, nel senso che uno sopravvive senza milza anche se assai male, un po’ come per la cistifellea. Parliamo infatti tutt’altro che di un organo accessorio, irrilevante e marginale, ma di un importantissimo organo che svolge numerose funzioni basilari, alcune di esse ancora non perfettamente comprese.

FUNZIONI DELLA MILZA

I compiti di questa ghiandola sono molteplici.

  • Svolge funzione emopoietica in età fetale, ovvero concorre alla formazione dei globuli rossi. Questa attività viene persa col tempo ma può essere riacquistata in seguito ad alcuni casi gravi, come ad esempio una forte emorragia interna. Nella milza avviene insomma la maturazione  degli elementi della serie rossa. Si completa in essa il modellamento dei reticolociti, ovvero dei globuli rossi di recente formazione
  • Insieme al fegato permette l’emolisi ovvero la distruzione dei globuli rossi invecchiati (sferociti) e quindi concorre al ricambio del sangue. I macrofagi presenti nella milza rimuovono cioè dal circolo sanguigno i globuli rossi esausti o malfunzionanti. Questa funzione è chiamata emocateresi ed è estesa anche ai linfociti e alle piastrine. Si parla d funzione linfopoietica della polpa bianca, condivisa con timo e midollo, e di funzione emocateretica della polpa rossa, con distruzione delle emazie deteriorate e non più funzionali
  • Serve da luogo di immagazzinamento del ferro derivante dai globuli rossi distrutti per permettere il suo riciclo
  • Funge da serbatoio di sangue, ossia da riserva di globuli rossi che possono entrare nel circolo sanguigno in casi di necessità, per intensa attività fisica, emorragie, intossicazioni ed asfissia
  • Adempie a un ruolo sostanziale nella formazione di cellule bianche del sangue, linfociti e moniciti, che sono vitali per difenderci dalle malattia
  • Provvede alla formazione di anticorpi, e si parla di funzione anticorpo-poetica, con sintesi di immunoglobuline IgM e IgG2, a conferma del ruolo immunitario di prim’ordine
  • Regola la pressione sanguigna sequestrando o rilasciando sangue quando necessario
  • Funge da riserva di piastrine e di fibrinogeno, importante proteina presente nel sangue che viene trasformata in fibrina da un’altra sostanza proteica, la trombina, e serve per la coagulazione del sangue
  • Provvede alla sintesi di opsonine, macromolecole che facilitano l’attività macrofagica etichettando e segnalando come dannose determinate sostanze estranee, altrimenti difficilmente riconoscibili dal sistema immunitario.

FILTRO RENALE PER IONI E MICROMOLECOLE, FILTRO SPLENICO PER MACROMOLECOLE

Quando quest’organo funziona troppo, ed alcune delle sue attività vengono esacerbate, si parla di ipersplenismo. La sindrome ipersplenica si manifesta con anemia, leucopenia (pochi globuli bianchi), piastrinopenia (poche piastrine) e quasi sempre con splenomegalia (ingrossamento dell’organo).
La milza è un organo ad elevato contenuto di sangue, la cui irrorazione è affidata all’arteria splenica, mentre il deflusso ematico avviene attraverso la vena splenica (afferente alla vena porta). L’organo si può quindi considerare come un grosso filtro che, al contrario di quello renale (abile nel setacciare ioni e molecole di piccole dimensioni), provvede ad eliminare le cellule e le macromolecole dannose o presenti in eccesso.

SPLENOMEGALIA E TRATTENIMENTO DI 2 LITRI DI SANGUE

In presenza di un incremento ematico la milza aumenta di dimensioni, andando in splenomegalia e può arrivare a trattenere due litri di sangue. Tale condizione può essere legata a modificazioni del flusso sanguigno interno (ipotonia del distretto arterioso intrasplenico) o ad ostacoli che ne impediscano l’uscita (come si verifica in caso di ipertensione conseguente a cirrosi epatica). La milza appare ingrossata anche in caso di malattie emolitiche, quando accumula eccessive quantità di glucosio o di lipidi (tesaurismosi) o a causa di processi neoplastici, comunque rari. Infine, la splenomegalia è tipica anche di alcune malattie infettive e parassitarie (toxoplasmosi, mononucleosi, epatite, endocardite, tifo, sifilide e malaria).

ROTTURA DELLA MILZA EVENTUALITÀ GRAVE

La complicanza più grave è la rottura della milza, che può avvenire in seguito ad un evento traumatico. Può insorgere anche spontaneamente o con il concorso di traumi minimi (colpo di tosse, starnuto, vomito o sforzo durante la defecazione). Se non viene trattata in tempo la rottura della milza può essere fatale.

IRRILEVANZA CLINICA DEGLI EMANGIOMI SPLENICI

L’angioma splenico è probabilmente la lesione focale di più frequente riscontro nel corso di un esame ecografico della milza. Come tutti gli angiomi epatici o renali, si presenta come una lesione iperecogena (ricca di echi alla risonanza magnetica) a margini netti e ben definiti, priva di segnale vascolare proprio. Le sue caratteristiche lo rendono in linea di massima clinicamente irrilevante ancorché meritevole di un attento controllo, annuale, della volumetria, ancor più nella milza per la maggiore delicatezza di quest’organo che talora può esporre a rotture e sanguinamenti della lesione. Lesioni di grosse dimensione e ad alto rischio di sanguinamento possono richiedere la rimozione chirurgica.

COINVOLGIMENTO DELLA MILZA NELLE LEUCEMIE

Le metastasi alla milza originano per lo più da melanoma, carcinoma polmonare, mammario, prostatico, epatico e gastroenterico. Le metastasi spleniche costituiscono frequentissimo riscontro, secondo al solo coinvolgimento del fegato. La milza è sede di lesioni focali da leucemie e linfomi (Hodgkin, non-Hodgkin). Infatti i linfomi costituiscono le neoplasie più frequenti di questo organo.
Quelli primitivi splenici rappresentano circa l’1% dei casi, prevalentemente del tipo non-Hodgkin, mentre l’interessamento della milza da parte di linfomi a partenza da altre sedi è rilevabile in circa il 40% dei casi al momento della diagnosi iniziale. Quasi costante è il coinvolgimento della milza nel corso di leucemie acute e croniche. In questi casi l’organo può assumere dimensioni anche notevoli, rappresentando una spinta all’intervento asportativo. Un incremento di attività della milza provoca una riduzione di globuli rossi, piastrine e globuli bianchi con anemia, piastrinopenia e neutropenia.

FATTORI DI RISCHIO

Le cause che portano al tumore della milza (primitivo o secondario) non sono ancora del tutto chiare, ma sono stati identificati alcuni fattori di rischio che aumentano le possibilità di sviluppare leucemie, linfomi o sarcomi. Tra questi ricordiamo l’età avanzata, alcuni tipi di infezioni virali (ossia di ostruzioni virali da detriti cellulari inespulsi in termini igienisti), indebolimento del sistema immunitario legato o a terapie antirigetto dopo un trapianto, esposizione a radiazioni o a sostanze chimiche cancerogene.

INGROSSAMENTO DELLA MILZA E ALTRI SINTOMI

I sintomi di un tumore che colpisce la milza possono essere molto generici e, in alcuni casi, ricordano quelli di un normale raffreddore (per la ridotta capacità di combattere le infezioni). Uno dei sintomi che più chiaramente indica che c’è qualcosa che non va a livello splenico è l’ingrossamento della milza, che però non è per forza associato alla presenza di un tumore. Altri sintomi che possono rappresentare un campanello d’allarme sono il dolore ventrale nella parte alta dell’addome, dolore alle ossa o alle articolazioni, facile sanguinamento, stanchezza, febbre e brividi, infezioni frequenti, aumento della sudorazione notturna, linfonodi ingrossati o perdita di peso. Tutti questi sintomi possono dipendere da molte patologie, non necessariamente di tipo oncologico.

ANCHE LA MILZA MERITA GRANDE RISPETTO

Come mai tanto spazio alla milza? Ho voluto spiegarti, tra l’altro con le stesse parole della medicina, quanta e quale grandezza creativa sta racchiusa in un piccolo organo come la milza, onde evitare che ti venga la tentazione di cedere a eventuali pressioni mediche verso interventi asportativi.

NON ALLARMIAMOCI PER QUALCHE NODULO ALLA TIROIDE

Stessa cosa per i noduli tiroidei. Vietato spaventarsi per niente. Lo stesso professor Francesco Pignataro, uno dei maggiori specialisti del settore, ha dato risposte chiare in proposito. Avere dei noduli alla tiroide non significa affatto doversi operare. Tiroiditi e patologie nodulari in genere, nella maggioranza dei casi, rappresentano un evento del tutto benigno e curabile. Il compito della tiroide è legato alle più importanti funzioni vitali. Oltre a secernere ormoni indispensabili al corretto funzionamento del corpo, distrugge sostanze nocive alla salute.

SOSTANZIALE INNOCENZA DELLE PATOLOGIE GHIANDOLARI

Disfunzioni e anormalità tiroidee comportano gravi disturbi alle facoltà intellettuali ed alle funzioni di crescita, di nutrizione e di eliminazione. I noduli possono assumere dei caratteri di malignità solamente in un numero molto limitato di casi. Ma cosa sono esattamente i noduli tiroidei? Si tratta sostanzialmente di ingrossamenti di alcune parti della tiroide, che possono essere anche di dimensioni molto piccole. Nonostante la possibilità che un nodulo tiroideo possa celare un possibile cancro sia piuttosto rara, i pazienti sono molto spaventati di fronte alla diagnosi di un nodulo tiroideo.

NIENTE RIMOZIONI TIROIDEE

Anche qui niente interventi all’insegna della incurabilità. Asportando la ghiandola tiroide anziché agire sulla causa del male, si lascia in piedi il disordine organico con gravi ripercussioni per il paziente. Si dovrà invece normalizzare la composizione del sangue mediante:

  • Buone digestioni
  • Attivo lavoro eliminatorio cutaneo
  • Dieta vegetariana con frutta, insalate crude condite con olio di oliva, aceto di mele e poco o niente sale, zuppe di verdura, uova sode, niente carni e niente brodi di carne, niente alcol, niente caffè, niente bibite gassate, niente zuccheri raffinati e dolciumi, niente cibi junk
  • Esercizio all’aria aperta con passeggiate e respirazione ritmata
  • Evitare fumo attivo e passivo
  • Esposizione solare
  • Evitare ogni spreco di energia
  • Buon riposo notturno
  • Niente stress e niente pensieri negativi.

DEFINIZIONE DI ALFAFETOPROTEINA

L’alfafetoproteina (AFP) è una sostanza glicoproteica con funzioni simili a quelle dell’albumina, sintetizzata soprattutto durante la vita fetale dal sacco vitellino e dal fegato. Dopo la nascita i livelli di alfafetoproteina cominciano a scendere sensibilmente, sino a raggiungere nel giro di 12/24 mesi  valori caratteristici dell’adulto sano, inferiori a 5 ng/mL. Il dosaggio ematico di alfafetoproteina viene effettuato per valutare l’evoluzione di alcuni tumori.

IMPORTANTE MARCATORE DELL’EPATOCARCINOMA

Non si tratta quindi di un test con finalità diagnostiche, ma di un esame complementare che fornisce un’indicazione sull’evolversi dei processi tumorali nel tempo, anche in relazione alle terapie intraprese. Nello specifico, l’alfafetoproteina è conosciuta per essere uno dei più importanti marcatori del tumore al fegato o dell’epatocarcinoma. In genere, un adulto sano presenta una concentrazione sierica di AFP inferiore a 10 ng/mL.

IL LIVELLO 26 NON DESTA PREOCCUPAZIONI

Il riscontro di livelli superiori a 500 ng/mL costituisce una diagnosi piuttosto probabile di epatocarcinoma, in quanto valori così elevati non sono quasi mai osservabili in altre patologie, salvo tumori delle cellule germinali o con metastasi epatiche. Avere comunque la AFP a livello 26 non rappresenta per niente un motivo di preoccupazione.

IL TPA CORRELATO ALLA PROLIFERAZIONE CELLULARE

L’antigene polipeptidico tissutale o TPA (Tissue Plasminogen Attivato) è un complesso circolante di frammenti polipeptidici delle citocheratine 8, 18 e 19. La concentrazione sierica di TPA è correlata alla proliferazione cellulare. Il TPA è un marker generale dei carcinomi, in grado di riflettere la crescita maligna in vari organi. I livelli serici sono elevati soprattutto nei tumori metastatici e disseminati.

INDICE DI TUMOROSITÀ PIÙ CHE MARCATORE SPECIFICO,

Diversi tipi di tumore possono produrre TPA, come il cancro della mammella, delle ovaie, del polmone, i tumori dell’apparato digerente e quelli delle vie urinarie. Il TPA, più che rappresentare un marcatore specifico di una patologia tumorale, è un indice di proliferazione cellulare, o se vogliamo un indice di tumorosità. Il suo aumento è correlato alla velocità di accrescimento tumorale più che alla massa tumorale. Pertanto il TPA è utile nel follow-up di pazienti con tumori già accertati più che nella fase diagnostica. Un aumento del TPA può essere presente anche in malattie non neoplastiche quali la cirrosi epatica, le infezioni del tratto biliare, epatiti in genere, infezioni del tratto respiratorio.

PRURITO TESTICOLARE ED ORTICARIA

Il prurito è una fastidiosa condizione della pelle che induce a grattarsi e che non va via facilmente. È una condizione determinata spesso da una infezione fungina in zona genitale. In ogni caso il prurito è un sintomo e non una malattia, per cui occorre semplicemente concentrarsi sulle cause reali. Spesso si tratta di disturbi gastrici, di disfunzioni epatiche, di strapazzi alimentari e di eccessi nel bere, oppure di stress familiari e sociali, di ipersensibilità e intolleranza verso farmaci assunti, o di avvelenamento da farmaci e integratori. Non sono da escludere candida o parassitosi tipo scabbia.

RIMEDI AL PRURITO

Basterà in genere ricorrere ad applicazioni di succo di limone. Oppure basterà bersi 3 tazzine al giorno di 30 g di ortiche con le rispettive radici, bollite in 1 lt d’acqua per 20 minuti e addolcite col miele. Anche l’infuso di piantaggine, 80 grammi bolliti per 5 minuti in un litro d’acqua, e l’infuso di tarassaco-radici 100 grammi bollite per 20 minuti in un litro d’acqua, 2 tazzine al giorno, risolvono la crisi.  Consigliata una dieta vegetariana idrica ad alto contenuto di agrumi. Assumere un limone al giorno almeno, incluso la buccia. Inserire ortiche, tarassaco, menta e salvia nel proprio menu giornaliero. Fare 2-3 semicupi al giorno sul bidè aggiungendo all’acqua un pugno di fiori di camomilla, di tiglio, di menta o di lavanda.

COLESTEROLO

La valutazione del colesterolo ha lo scopo di valutare il rischio cardiovascolare del paziente. Nel sangue il colesterolo può circolare libero o trasportato da lipoproteine, che sono particelle sferiche formate da proteine e grassi. Tra le lipoproteine sono particolarmente ricche di colesterolo quelle dette LDL ossia le Low Density Lipoproteins, che trasportano il colesterolo LDL o colesterolo cattivo dal fegato ai vari tessuti, e quelle dette HDL o High Density Lipoproteins, che trasportano il colesterolo HDL o colesterolo buono nel percorso inverso, favorendone la trasformazione in altre sostanze.

IPERCOLESTEROLEMIA ED IPEROMOCISTEINEMIA

Il livello di colesterolo totale nel sangue non dovrebbe superare i 200 milligrammi per decilitro, con 40 mg/dL in HDL e 130-175 mg/dL in LDL. A parità di colesterolo totale, gli individui con più elevato colesterolo HDL hanno un rischio teorico minore. L’ipercolesterolemia (aumento del colesterolo nel sangue) e l’aumento della concentrazione di colesterolo LDL nel sangue oltre certi valori sono fattori che predispongono all’aterosclerosi (alterazione della struttura delle arterie) ed alle malattie ad essa correlate come l’infarto cardiaco, dove si ha morte delle cellule del miocardio, il muscolo del cuore, in conseguenza all’arresto del flusso sanguigno. Da rilevare che una reale valutazione del rischio cardiaco non può prescindere dal calcolo dell’omocisteina, per cui un colesterolo alto e una omocisteina a basso livello, intorno al valore 5-7 micromoli/L e non su 12-20, vengono tollerati, mentre invece una contemporanea esuberanza dei valori di LDL e dell’omocisteina rappresentano un reale stato di emergenza cardiovascolare.

FARE TESORO DELLA DOLOROSA ESPERIENZA IN FAMIGLIA

Cosa consiglieresti a uno come me? A quali controlli mi sottoporresti? Le tue domande sono martellanti ma non portano lontano. Ti invito semmai a fare tesoro della drammatica e triste vicenda di tuo padre. Anche lui come tanti, per non dire tutti, è passato per la letale trafila del bisturi e della chemio, e non certo attraverso la remissione spontanea, e non certo attraverso la cura la cura-della-non-cura.

RAGIONIAMO IN TERMINI DI SALUTE E NON DI MALATTIA

Smettiamola di pensare in negativo. Diamo una buona volta un calcio al panico e al traumatico atteggiamento malatistico. Adottiamo in modo ferreo, coerente ed entusiasta il nostro protocollo vincente. Usiamo bene le nostre migliori risorse, le straordinarie armi a nostra disposizione. Meno visite mediche e più serenità. Meno test sul sangue e più dialogo con noi medesimi. Questo è il mio messaggio. Spero che venga da te recepito nella sua interezza.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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