EMICRANIA, DIGESTIONE, ENZIMI E TIRAMINE

da 16 Ago 2012Emicrania

LETTERA

RUDI, QUELLO DEL CALCOLO USCITO MIRACOLOSAMENTE DA SOLO

Salve dr Vaccaro, sono di nuovo Rudi, quello che è riuscitoa guarire grazie ai tuoi consigli e alla terapia naturale di erbe e agrumi al mattino. Ti ricordi di me? E di quel calcolo ureterale di 7mm che sembrava volermi costringere ad un intervento chirurgico, e che poi è miracolosamente uscito da solo?

UNA DEVASTANTE EMICRANIA AFFLIGGE LA MIA COMPAGNA

Beh, oggi ti scrivo per mia moglie. Da tanto tempo è afflitta da una forte emicrania che la assale all’improvviso e a volte in modo devastante, costringendola a non poter condurre una vita normale nei momenti di intenso dolore. Ha provato ogni sorta di medicinali, ai quali io sono estremamente contrario, senza mai ottenere risultati soddisfacenti, se non qualche sporadico e momentaneo barlume di sollievo.

CERCASI RIMEDIO NATURALE

Ecco perché mi rivolgo di nuovo a te caro dottore, perché la mia ignoranza mi porta a sperare che ci possa essere qualche efficace rimedio naturale capace di alleviare, se non vincere definitivamente, questa maledetta emicrania. Se puoi aiutami di nuovo. So che appena avrai tempo, riceverò una tua gentile risposta. Intanto ti porgo distinti e sinceri saluti. Grazie.
Rudi

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RISPOSTA

HAI SOLLEVATO UNA POLVERIERA

Ciao Rudi, l’emicrania è un male che in ogni tempo ed in ogni epoca ha colpito il genere umano. Si parla di un 10% e oltre della popolazione mondiale e pertanto di quasi un miliardo di persone. Hai sollevato non un problemino ma una polveriera. Trattasi di un dolore pulsante e trafiggente che investe metà capo verso l’occhio o verso il lato temporale (la tempia laterale), accompagnato da vertigini, ronzii, nausea, sudorazione, malessere.

CAUSE MULTIFATTORIALI CON DIGESTIONE E STRESS EMOTIVI IN PRIMO PIANO

Le cause sono multifattoriali e possono riguardare la sfera vascolare (pressione, sangue denso, arteriosclerosi), la sfera endocrina (squilibri tra le adrenali, l’ipofisi, la tiroide, la pineale, ecc), la sfera genitale e mestruale, la sfera epatica, la sfera nervosa (ansia, affanni, preoccupazioni, timori, emozioni, passioni, antipatie, invidie, lo scorrere vertiginoso e a volte insoddisfacente della vita), nonché la sfera decisamente più importante che è quella gastrointestinale.

DEFINIZIONE ACCURATA DEL TERMINE EMICRANIA

Definire al meglio con poche parole una malattia è di vitale importanza per poter intervenire con dei rimedi. L’emicrania può essere definita come un severo e ricorrente dolore che prende metà della testa soltanto (da qui il termine emi-crania), e che viene il più delle volte precipitato, o aggravato, o scatenato da pessime abitudini alimentari. Può anche dipendere da uno sbilancio ormonale, innescato da qualche situazione di stress.

CAPIRE SE STESSI È FONDAMENTALE

Chiaro che ognuno di noi deve farsi un esame di coscienza e capire se stesso, lavorando sulle cause specifiche che possono essere all’origine del suo personale problema. Fumo, the, sale, zucchero, aspartame, cioccolato, caffè, proteine animali, uova evidenti o nascoste nei cibi, vanno decisamente eliminati. Serve alcalinizzare il sangue. Acqua e limone (mezzo limone per un bicchiere d’acqua) quattro volte al giorno, può servire. Benefico il riposo, lo sdraiarsi nell’oscurità e al silenzio. Importantissimo saper respirare profondo e ritmato.

OCCHIO PARTICOLARE ALLA RIBOFLAVINA E AL GRUPPO B

Non manchi la riboflavina o vitamina B-2 naturale nella dieta, che  coinvolge il gruppo B e fa pure da ottimo antiossidante. La troviamo nella solita panacea del germe di grano, nel riso integrale e nei cereali integrali cotti al minimo, nelle mandorle e nei pinoli, nelle verdure verdi tipo cavoli e crescione, nei semini tipo sesamo, lino, girasole e semi di zucca.

EVITARE I FARMACI ED EVITARE GLI INNESCATORI DEL MALE

Stare ovviamente lontanissimi dai farmaci, specie dagli analgesici e dagli antidolorifici tipo paracetamol e ibuprofen. Contengono codeina e caffeina, sostanze che aiutano nel breve periodo ma alla lunga aggravano i problemi. Evitare i trigger, cioè gli innescatori e gli scatenatori dell’emicrania che per qualcuno è il latticino, per qualche altro è un profumo o un deodorante, per qualcuno è l’MSG (il monosodio glutammico), per qualcun altro ancora è il vino, la birra e lo champagne, carichi di metabisolfiti, per qualcuno è il cioccolato, o il gelato o il formaggio, tutti contenenti tiramina.

PROTEINE, OVVERO ZUCCHERI AZOTATI

Le amine sono composti organici contenenti azoto, derivanti dall’ammoniaca ed anche dalle proteine che non sono altro se non zuccheri aminati o azotati (COH più N, ossia idrato di carbonio più nitrogeno o azoto). Siccome nell’aria c’è azoto all’80% e ossigeno al 20%, e noi assorbiamo aria alimentare in continuazione (anzi ne dovremmo catturare molta di più, adottando la giusta tecnica respiratoria), è logico che il nostro corpo ne sia impregnato ad ogni livello.

MONOAMINO-OSSIDASI E FENOLSULFOTRANSFERASI

Gli enzimi interni coinvolti nel metabolismo delle amine hanno molta importanza nella vulnerabilità del corpo agli alimenti introdotti, soprattutto se tali elementi sono cotti e conservati, pastorizzati e de-enzimizzati. Importante citare due tra i maggiori enzimi aminici, che sono il MAO monoamino-ossidasi e il fenolsulfotransferasi (FST), sempre nelle due versioni endogena (enzimi prodotti internamente) ed esogena (di provenienza esterna, cibaria).

LA TIRAMINA DEVE ESSERE DEGRADATA A METABOLITA DAL MAO

La tiramina è una molecola proteica, una amina derivante dall’amidoacido tirosina. È più esattamente una feniletilamina, ampiamente presente nell’organismo di tutti i viventi sottoforma di tiramina endogena e bilanciata. La tiramina esogena, proveniente dall’esterno e dai cibi, deve essere degradata a metabolita inattivo ed innocente, per essere accettata dall’organismo senza causare guai.
Dev’essere insomma disgregata dal MAO, che nulla ha a che fare col gatto o col fu-presidente cinese. Il MAO o mono-amino-ossidasi, è un enzima intestinale ed epatico di importanza fondamentale.

LE SOSTANZE NON METABOLIZZATE DIVENTANO RESIDUI VELENOSI CAUSANTI EMICRANIA E ALTRI PROBLEMI

Se la tiramina passa in circolo come tale, non disgregata o non enzimizzata, provoca effetti disastranti sui nostri ultrasensibili terminali nervosi. Essa causa infatti tachicardia, ipertensione, cefalea pulsante, febbre, vampate, orticaria. I cibi ricchi di tiramina scatenano dunque crisi di tipo ipo-ipertensivo, sbalzi ormonali e crisi emicraniche.

CIBI TIRAMINICI E QUINDI DA EVITARE

Su internet abbondano tabelle con elenchi di cibi altamente o mediamente tiraminici, dove brillano i formaggi stagionati e fermentati (specie cheddar, groviera, emmenthal, stilto, camembert, bri, mozzarella, parmigiano, roquefort, gorgonzola), brillano i cibi ittici (specie aringhe, caviale, salmone, tonno, sardine, alici, crostacei, olio di fegato di merluzzo, Omega-3 ittico, e tutto quanto sta confezionato, inscatolato ed impastigliato), brillano le carni lavorate e conservate (salumi, mortadelle, prosciutto cotto e crudo, hamburger, zampone, lingua, fegato, trippa, testicoli, interiora di ogni tipo).

UVA, FRAGOLE, AGRUMI, POMODORI, CAVOLI E PATATE HANNO I LORO BRAVI ENZIMI E NON PROVOCANO DANNI, COME SI VUOL FAR CREDERE

Per non essere troppo discriminatori e per non creare allarmismi, i ricercatori (gente che per fare queste costosissime ricerche di laboratorio è pagata dalle industrie e non certo dai coltivatori di radicchio e di pomodori), hanno incluso nell’elenco anche dei cibi perfetti, insospettabili e naturali, come l’uva, le fragole, il kiwi, l’avocado, le banane, gli agrumi, le patate, i cavoli, i pomodori, gli spinaci, la soia, i piselli e i fagioli.
In questo modo la gente viene confusa, e continua a fare quello che ha sempre fatto, mangiando un po’ di tutto, mangiando quello che gli piace e quello che gli pare.

CHI NON CITA A LETTERE CUBITALI IL TERMINE FOOD-ENZYME NULLA CAPISCE DI ALIMENTAZIONE, ANCHE SE E’ UN NOBEL DELLA CHIMICA

Nel fare questo, non ha speso una parola su un fatto fondamentale. E cioè che nel cibo vivo della natura sono presenti i food-enzyme ossia le vitalie, gli enzimi esterni, sostanze proteiche bioregolatrici e velocizzatrici delle reazioni biochimiche vitali. Vere chiavi in grado di aprire le serrature proteiche e funzionali dell’organismo. Un cibo privo dei suoi specifici enzimi digestivi diventa un veleno, un passeggero clandestino e sgradito a bordo del nostro corpo. Ogni macronutriente, proteina, grasso o carboidrato, deve essere spezzettato, ovvero sottoposto a processo di frammentazione e di scomposizione in componenti più piccoli. Proteine in aminoacidi, grassi in acidi grassi e carboidrati in molecole di glucosio.

LA DIETA NATURALE NON HA EGUALI

La dieta regina per l’umanità è quella naturale, quella che rispetta il disegno del corpo e gli aspetti etici ed estetici della mente umana. La dieta naturale non lascia intoppi, non produce effetti collaterali (acidificazione, putrefazione, leucocitosi digestiva, sovvertimenti gastrointestinali, tempeste ormonali), non lascia residui tossici che appesantiscono l’attività digestiva. I cibi naturali, tipo frutta e ortaggi crudi, non richiedono che il corpo sprechi energie producendo succhi gastrici atti a digerirli.

IL CARDIAS E LA PRE-DIGESTIONE DEI CIBI VIVI

Il nostro stomaco è dotato di diverse aree funzionali. La zona superiore del cardias serve a mantenere i cibi ingeriti in sosta temporanea, senza che il nostro organismo li attacchi con acidi ed enzimi.
Questo è lo spazio deputato a una vera e propria auto-digestione dei cibi stessi, a patto però che siano innocenti, crudi, naturali. In questo caso abbiamo una predigestione del 50% per i carboidrati, del 30% per le proteine e del 10% per i grassi. Predigestione assai importante, visto che solleva fegato e pancreas da uno stressante sovraccarico, lasciando il nostro capitale enzimatico interno libero di dedicarsi ad altre funzioni.

È NELL’INTESTINO CHE SI GIOCA LA PARTITA TRA SALUTE E MALATTIA

L’intestino umano ha un volume di circa 6 litri e una enorme superficie di 400-600 metri quadri, equivalente a 2 campi da tennis, con una zona assimilativa tappezzata da 5 milioni di villi intestinali e con 150 stazioni linfonodali-immunitarie, a conferma che siamo nell’area più pericolosa e critica del corpo umano. È su questa superficie che si gioca la differenza tra salute e malattia.

LE DIFFERENZE SI MISURANO ANCHE A LIVELLO DI RESIDUI

I caccologhi sanno troppo bene che la massa fecale in un soggetto vegetariano è costituita al 20-40% da germi buoni, da entero-batteri simbiotici o saprofiti, e già questo fatto garantisce un livello di salute sconosciuto ai carnivori, carichi di residui iperproteici e di glucosio in eccesso.

ENDO-ENZIMI E VILLI INTESTINALI

Sull’orlo dei villi intestinali sono presenti gli enzimi interni (endo-enzimi) col compito di scindere i disaccaridi (lattosio e saccarosio) e gli oligosaccaridi (da digestioni amidacee). A livello di colon, la flora batterica trasforma i residui di amidi indigeriti in metano, idrogeno, anidride carbonica e acidi organici che mantengono le feci morbide. Gli zuccheri indigeriti provocano flatulenza, dolori e dissenteria.

BATTERI E UOMO VIVONO IN SIMBIOSI ED ASSOCIAZIONE

Flora batterica e uomo vivono da milioni di anni in simbiosi. Se l’equilibrio tra i diversi ceppi di flora batterica si altera, provocando stati di disbiosi, subentrano sicuramente dei danni alla salute, con sintomi tipo gonfiori, coliti, stitichezza, diarrea e depressione. Sintomi attribuibili al muco intestinale, ai batteri patogeni, alla cattiva funzionalità degli enzimi, a farmaci, a parassiti, a stress emotivi e a cattive scelte alimentari. La vitamina-K (menadione, antiemorragica, da tutte le foglie verdi), la vitamina B12 (cobalamina, dai cibi contenenti il gruppo B) e la vitamina-B (acido folico, da germe di grano, semini, funghi, ortaggi) diventano basilari nel metabolismo degli acidi biliari e nella attivazione del sistema immunitario, per cui danno un impulso all’assimilazione dei cibi.

GLI ALIMENTI COLLOSI SONO UNA DISGRAZIA INTESTINALE

Alcuni alimenti, durante la fase della digestione o della decarbossilazione, diventano collosi, creando un muco che riveste l’area assimilativa dei villi e che attecchisce ai medesimi impedendone il buon funzionamento.

SERVONO CIBI ALCALINIZZANTI PER CONTRASTARE L’ACIDOSI

Questo riguarda i cibi acidificanti e mucosizzanti, come le carni con tutto il loro grasso, pesci e molluschi, i latticini con la loro collosa caseina, le uova e, in minor misura, i cereali ricchi di glutine (vedi reazione celiaca) e certi legumi come arachidi e lenticchie. Le contromisure sono sempre rappresentate da cibi vivi e alcalinizzanti come agrumi, frutta, verdura cruda, succo di limone e tisana alla malva (preziosi entrambi per liberarsi dal muco intestinale).

SALUTE SIGNIFICA ABBONDANZA DI BATTERI E NON SCARSITÀ

Occorre ricordare come l’apparato intestinale richieda uno stock notevole di batteri (300-500 ceppi diversi), ovvero una microflora intestinale, capace di favorire i processi di transito, assorbimento e trasporto delle sostanze. La scarsità di batteri nello stomaco e nella parte alta dell’intestino è dovuta alla presenza di sostanze corrosive (acidi, bile, secrezioni pancreatiche, assunzioni farmacologiche) che rendono l’habitat intestinale acido ed inadatto alla sopravvivenza della microflora, ma ideale per l’helicobacter pylori, corresponsabile dell’ulcera gastrica.

UNA DIGA PROTETTIVA

La microflora batterica intestinale ha tre importanti funzioni. È una vera e propria diga microbico-enzimatica capace di proteggere l’organismo dai microrganismi nocivi (funzione protettiva ed effetto barriera), e sa scomporre gli elementi in transito, rendendoli biodisponibili e liberandone i fattori vitali tramite processi fermentativi (funzione metabolica). Controlla infine la proliferazione e la differenziazione delle cellule epiteliali (epidermide ed endotelio), oltre che lo sviluppo e l’omeostasi del sistema immunitario (funzione trofica o alimentare).

RETTOCOLITE ULCEROSA E CROHN CAUSATE DA SCARSITÀ DI  IMMUNOGLOBULINE E DA ECCESSO DI BACTEROIDES

Rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn, le più diffuse forme di infiammazione intestinale, dipendono proprio dalla precaria e scadente produzione di immunoglobuline IgA (flora saprofita soprattutto, che costituisce il 60% del materiale immunitario), IgM e IgG. Il deficit di IgA significa ridotta azione immunitaria e sviluppo abnorme di flora anaerobica di tipo Bacteroides, che porta ad artriti, anemia perniciosa (carenza B12), tiroidite, epatiti croniche.

LA LONTANANZA DAI FARMACI, FUORI DALLE REALI EMERGENZE, È D’OBBLIGO

Da qui l’importanza di una corretta produzione di immunoglobuline IgA nell’intestino e di lontananza dai farmaci, a partire dal 2° anno di vita fino ai 14-16 anni di forte crescita immunoglobulinica, che poi va in progressivo calando. Fino ai 2 anni, prima dello svezzamento, il bimbo riceve gli anticorpi dal latte di mamma, oppure usa le cellule NK (natural killers) delle tonsille (per cui i bambinetti hanno spesso quelle tonsille ingrossate che la medicina incompetente ha rimosso per anni con colpevole disinvoltura).

INTOLLERANZE E PSEUDO-ALLERGIE

E qui si entra nel campo delle intolleranze, suddivise in enzimatiche e farmacologiche, che danno origine alle pseudo-allergic reactions PAR, assai simili alle reazioni mediate dagli anticorpi IgE, con emicrania, cefalea, prurito, orticaria, rinite, asma. Reazioni pseudo-allergiche PAR da farmaci (aspirina e simili, purganti, antibiotici, ecc), reazioni PAR istaminiche, reazioni PAR tiraminiche, reazioni PAR da additivi (nitriti, nitrati, solfiti, glutammato di sodio, coloranti, conservanti).

LE ISTAMINE ESOGENE CIBARIE

Un commento merita anche l’istamina esogena che si trova in alimenti come formaggi, birra, vino, cioccolato, aringhe, tonno, ed anche alcuni vegetali pure ottimi come le patate. Nel nostro corpo esistono potenti sistemi enzimatici di difesa, capaci di trasformare l’istamina in metaboliti inattivi. Ma in alcuni soggetti, carenti di queste difese, l’ingestione di alimenti ricchi di istamina può provocare una PAR istaminica.

UN GRANDE SCIENZIATO AMERICANO, TUTTORA POCO CONOSCIUTO

Il geniale professor Edward Howell (1898-1988) fece enorme fatica a pubblicare le sue ricerche in Illinois, oggi comodamente racchiuse nel suo testo “Enzyme Nutrition” del 1985. Eppure troppa gente al mondo non ha ancora acquisito i suoi concetti semplici, chiari e per molti aspetti rivoluzionari. Concetti che aveva espresso già nel 1946 con “The status of food enzymes in digestion and metabolism”.

UN FEROCE BOICOTTAGGIO CONTRO LE SUE RICERCHE

Del resto il feroce boicottaggio che subì l’opera di Howell ricorda da vicino l’insabbiamento subito dal celebre esperimento di Cambridge2000. È il destino di chi parla a favore dei cibi innocenti, leggeri, crudi e vitali, circondato da una coalizione micidiale di multinazionali del farmaco, dell’integratore, del cibo violento e del cibo morto-devitalizzato e confezionato.

L’IMPORTANZA STRABILIANTE DEI FOOD-ENZYME

I food-enzyme servono ad auto-digerire e ad auto-disgregare il contenuto di tali cibi incluso le tiramine e le istamine. A patto di non essere cotti. Già a 60 gradi prolungati vengono disattivati. E messi fuori combattimento. In pratica, i cibi crudi, e in gran misura i cibi amidacei cotti in modo rapido, intelligente, limitato e al vapore (vedi patate non sbucciate, pop-corn, cavolini, cavolfiori, fagiolini, cereali pre-ammorbiditi nell’acqua), si distinguono per avere dei costi digestivi ed enzimatici vicini allo zero. Gli enzimi non servono poi soltanto a digerire. Tutti i nostri pensieri e le nostre azioni, incluso il gioire, il respirare, il sentire, il vedere, avvengono grazie agli enzimi.

LE PURINE DELLA CARNE E L’URICASI CHE MANCA

Enzimi metabolici ed enzimi digestivi, il termine food-enzime si traduce con vitalia, o con catalizzatore cibario. Se una sostanza introdotta nel corpo non ha il suo enzima, come avviene negli acidi urici delle carni, del pesce, degli Omega-3 ittici, delle uova e del caffè, tale cibo diventa per definizione e per risultati un non-cibo, un mattone indigeribile. L’acido urico necessita di uricasi e l’uomo ne ha soltanto piccole tracce. Un chilo di carne o di pesce contiene 28 grammi di purine (acido urico). Questo è uno dei drammi della malnutrizione. Una specie di vendetta delle vittime sui loro aguzzini.

ALCUNI DETTAGLI FONDAMENTALI CONTINUANO A SFUGGIRE SIA AI CHIMICI CHE AI BIOLOGI

Non c’è alcun dubbio che la chimica e la biologia moderna siano corrotte e sviate da alcuni preconcetti di base, da alcuni conformismi ideologici, da alcune verità basilari volutamente ignorate. Una di queste è la differenza sostanziale tra sostanze vive e sostanze morte, tra minerali inorganici e minerali organicati, tra sostanze demagnetizzate e sostanze elettrificate, tra sostanze radianti e sostanze assorbenti.

LA GENETICA HA DATO UN BUON ESEMPIO

La genetica, ad esempio, ha saputo rinunciare ai dogmi che facevano da pilastro alle proprie posizioni. Con atto di coraggio ha saputo ridiscutersi e fare pesante auto-critica, rinunciando alle proprie regole e ai propri dogmi. Docenti che hanno preso i propri libri e le proprie dispense e li hanno bruciati in pubblica piazza. Qualcosa dovrà succedere anche in questi settori, se vogliamo un mondo più avanzato e meno rovinato dalle sostanze petrolchimiche e farmacologiche.

SAD, LA DIETA SFIGATA

Molta gente, inconsapevolmente e senza volerlo, segue la folle dieta americana chiamata SAD (in lingua inglese “sad” starebbe per Standard American Diet, ma significa anche, non a caso, dieta triste  e sfigata). La SAD consiste essenzialmente di hamburger (o mortadella, o prosciutto, o grana), patatine fritte, brioche, gelato al latte, birra, caffè e Coca-Cola, o al massimo succo d’arancia pastorizzato. Parliamo dunque di non-cibi e di materiale micidiale per il nostro delicato sistema digestivo.

RISPETTARE IL NOSTRO DISEGNO ORGANICO, INTESTINALE E MENTALE

Abbiamo infatti un apparato gastrointestinale non inteso e non disegnato per elaborare bizzarri e rivoltanti elementi chimici da sangue altrui sacrificato sul patibolo. Carni grasse o magre, bio o non bio, rosse o di qualsiasi altro colore e provenienza, non trovano mai pacifica accoglienza nel corpo umano. Corpo non certo inteso e disegnato per vivere appeso alle mammelle di una povera mucca sfruttata. Non inteso e non disegnato per accogliere e recepire cibi dolcificati, salati, stracotti e pastorizzati.
Nessuna meraviglia che questa robaccia indigesta rimanga lì a lungo, marcendo, putrefacendo, disbiosizzando ed avvelenando.

C’È CHI VEDE TUTTO NERO

Poi arriva il piagnucolare pessimistico e catastrofistico degli pseudo-vegetariani. Aria tossica che sa di cocaina, cielo intriso di scarichi aerei, acqua potabile solo per decreto, fiumi e laghi avvelenati, mare fogna, pesci al mercurio, terreni impoveriti, onde invisibili ed elettrosmog micidiale, canali pieni di prozac e viagra. Non sono in cerca di sterili polemiche agostane. Ma i lettori si imbattono in questi messaggi e poi mi scrivono. Devo per forza commentare.

DAL VEGANISMO EHRETIANO AL DISFATTISMO

“Qualsiasi modo decidiamo di nutrirci, onnivoro indiscriminato, vegano accurato, crudista o fruttariano, fa poca differenza. Tutti siamo soggetti a carenze alimentari, non importa quanto si mangi e come”.
Se questo lo avessero scritto Mc Donald’s o Cremonini di loro pugno, non avrei fatto una grinza.

UN ARTICOLO A DIR POCO SCONVOLGENTE

Lo ha pubblicato invece su internet Luciano Gianazza, titolare di un sito intestato Dr Arnold Ehret, e questo lo trovo sconvolgente. Non è finita lì. “Uno dei fattori importanti dell’alimentazione, non importa quale sia la scelta alimentare individuale, è la carenza di B12. Nei miei articoli a riguardo sostengo in genere che l’uomo può ricavarla da alimenti vegetali, come fa appunto il gorilla. Allo stato in cui sono le condizioni del pianeta, devo riconoscere che questa verità è solo virtuale”, continua Gianazza.

PASTICCHIAMOCI TUTTI

“Carenze di B12 possono comparire pur avendo scorte di cobalamina. Per chi si nutre con dieta priva di prodotti animali, frutta e verdura provenienti da suoli contaminati chimicamente, la rendono povera di alimenti nutritivi. La conversione dell’acido metilmalonico in acido succinico richiede la B12. Facendo il test dell’acido metilmalonico su  35 persone anziane non anemiche, il 49% risultò carente di B12, nonostante il sangue rivelasse un normale livello della medesima. Usando lo stesso test su 54 vegetariani, il 43% di essi aveva un livello  alto di acido metilmalonico indicante deficienza metabolica di B12”, è la sua conclusione.

DOMANDE A LUCIANO GIANAZZA

1) I test, anche quelli più semplici, costano. Chi ha commissionato quei test? Chi li ha eseguiti? Chi ha selezionato i soggetti sottoposti a test, e con quale criterio. Quando, dove, come e perché? Esistono al mondo ricerche libere? Non più. Prima domanda da farsi è “Cui prodest?”
2) Con quali criteri sono state giudicate le carenze? Col criterio originario della WHO o con quello della FDA (minimo non più di 80 pg/mL, ma raddoppiato?).
3) Ritieni che la FDA sia affidabile? È quella che stabilì per decenni quote proteiche allucinanti da 250 grammi proteine/giorno, ritoccati più volte a 200, 150, 75, e ora finalmente a 24 grammi/giorno, tetto proteico massimo, con milioni di persone del pianeta finite in cimitero anzitempo o gravemente acidificate.
4) Ritieni che la FDA sia affidabile? È quella che mantiene tuttora le quote minime di vitamina C a 30-40 mg/giorno, mentre tutto il mondo sa che tale limite va moltiplicato per 8-10 volte.
5) La B12 si trova in quantitativi minimi, imponderabili ma sufficienti, nei cibi naturali e soprattutto nei cibi a contenuto-B (germe di grano, semini, verdure, ecc), e funziona in modo sinergico con la vitamina B6, la B9 e la vitamina-K. Perché citarla da sola come fosse il fattore risolutivo dei problemi mondiali? Sei diventato bidodicista professionale e integratorista? Ne prendo nota. La Pfizer e Big Pharma ti stenderanno dei tappeti rossi.

POCA LOGICA E TANTA DISEDUCAZIONE

Le sostanze  conosciute e ritenute essenziali per la dieta umana, presso i normali corsi di farmacia, biologia, chimica e medicina, e parliamo di vitamine, pro-vitamine, co-fattori enzimatici, oli essenziali, aminoacidi essenziali e sali minerali, non superano lo 0,5% del numero reale di sostanze fito-chimiche che sono 15-30000, con oltre 5000 bioflavonoidi, oltre 600 carotenoidi (licopene, luteina, alfa-carotene, beta-carotene, ecc), oltre 200 isoprenoidi, con lecitine, saponine, terpeni, tannini isotiocianati, fito-enzimi proteolitici (bromelaina, papaina, actinidina). E qualcuno viene fuori ancora con la questione B12 presa isolatamente come integratore? Trovo tutto questo non solo privo di senso logico, ma alquanto diseducativo. Un cedimento e una resa incondizionata.

PIÙ INQUINATO E VIOLENTO È IL PIANETA È PIÙ MOTIVI ABBIAMO PER ESSERE VEGAN-CRUDISTI

Posso capire  che, se uno vive in centro a Milano, e poi si sofferma sui macroaeroporti americani tipo New York, Chicago e Los Angeles, gli possano venire i cattivi pensieri. Il fatto che il mondo sia 10 o 100 o 1000 volte più inquinato del 1916, quando Ehret disse che “il grado di sporcizia interna dell’individuo medio è qualcosa di inimmaginabile” porta forse a rendere meno attuale, o comunque indifferente o equivalete il vegan-crudismo alle altre diete onnivore stampellate da integratori? Se uno mi risponde di sì, lo metto da parte e lo saluto. Padrone delle sue idee. Ma che non si chiami igienista, vegano, vegetariano o seguace di Ehret. Questa è una defezione pubblica. Un cambio di rotta.

IL MALE SI CONTRASTA COL BENE

Se l’habitat umano peggiora, cercherò a maggior ragione di affinare ulteriormente le mie scelte.
Questo e’ il modo di corretto di pensare, almeno a casa mia. Se l’aria di città equivale a 10 o 20 sigarette al giorno, non mi pare per niente logico o risolutivo mollare tutto e mettersi a fumare.

IL FRUTTO PIÙ INQUINATO SURCLASSA QUALSIASI BISTECCA BIO

Lottiamo sì per sgonfiare Monsanto e Bayer, con tutta la loro arroganza e la loro prepotenza. Lottiamo sì per ritrasformare i terreni un luoghi di coltivazione biologica normale a rotazione annua e non più in orrende
monoculture di mais, a sostegno di stalle e macelli. Lottiamo sì contro gli OGM e la fertilizzazione chimica. Ma smettiamola di demonizzare frutta e verdura, che rimangono in ogni caso il meglio di quanto può regalarci la natura, anche se inquinata.

UCCELLI, FORMICHE E LUMACHE NON CREDONO AI PROPRI OCCHI

Chi viene in campagna vedrà meli, peri, susini, fichi, kaki, persino viti, mai sottoposti a spruzzi di alcun tipo ed anche in terreni ottimi. Quintali di frutti biologici sulle pianta e a terra, mangiati da uccelli, formiche e lumache. Idem nel Sud dell’Italia, con arance spesso sotterrate e fichi d’India mai spruzzati che rimangono sulle piante. Smettiamola di tirar fuori alibi che non stanno in piedi.
Quello della frutta inquinata è un falso problema.

LA CULTURA DELLA SALMA E DEL FRIGO CARICO DI MORTE

Cantine piene di vini e salumi, frigoriferi stile celle mortuarie insanguinate, carichi di maiale morto, di bue morto, di tacchino morto, di pollo morto, di pesce morto. La cultura cimiteriale della salma e del disgusto ai massimi livelli. Magnifici ed impeccabili cibi cadaverali, “biologici” e testati, sospinti a fatica verso il basso da vini, digestivi e caffè, anch’essi bio. Ubriacature continue più che digestioni. E l’orrida frutta inquinata e “non-biologica”che rimanga a marcire. Così la gente capirà che è meglio sradicare quegli alberi, e far posto a qualcosa di molto più interessante e redditizio. Servono più macelli e meno chiacchiere. Grazie Luciano per il buon insegnamento!

L’EMICRANIA SI SCONFIGGE DIGERENDO MEGLIO

Concludiamo infine con l’argomento di partenza che era l’emicrania. Si vuole davvero guarire? È uno scherzetto. Basta eliminare tutti i farmaci, rispettando qualche gradualità nei casi di grave dipendenza da essi.
Si adotterà una dieta leggera e vegetariana per un paio di settimane. A quel punto inseriremo 3-7 giorni di digiuno ad acqua oppure a succhi di carote, sedani e vegetali vari, più consumo separato di frutti di stagione. Poi ripresa con normale dieta vegana tendenzialmente crudista, che puoi trovare al Vitto Valdiano. Importante respirare in modo lungo e profondo, e rilassarsi ogni volta che ci riusciamo.

CIBI VIVI E INTEGRALI PER MASSIMIZZARE IL NOSTRO BENESSERE

Per rasserenare gli animi cito ancora Howell. “La durata della vita è inversamente proporzionale al tasso di esaurimento del potenziale enzimatico di un organismo, per cui i cibi integri portano salute e i cibi ricchi di enzimi portano energia senza limiti. Al contrario, i cibi cotti causano accorciamento vitale, minor resistenza agli stress e malattie a raffica”.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

2 Commenti

  1. Leo

    Caro Valdo – premesso che La stimo molto – la tiramina è presente anche in :

    Aringhe 303 mg
    Estratto di lievito 150 mg
    Chaddar 146 mg
    PATATE 84 mg
    UVA 69 mg
    CAVOLO 67 mg
    Tonno 57 mg
    Emmenthal 51 mg
    CAVOLFIORE 40 mg
    Grana 29 mg
    SPINACI 25 mg
    POMODORO 25 mg
    Pecorino 24 mg
    Camembert 20 mg
    Brie 18 mg

    come lo spiega?

    Rispondi
  2. Ignazio Podda

    Una tesina superlativa Valdone grazie!!
    Cosa c'è da spiegare dopo avere letto una tesina del genere? Rileggerla costituirà sicuramente fonte per eliminare ogni dubbio.

    Rispondi

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