RIEPILOGO DI UNA VITA, DI UNA PROFESSIONE E DI UNA NUOVA CARRIERA NEL CAMPO DELLA SALUTE E DELLA TUTELA AMBIENTALE

da 13 Feb 2024Ambiente, Valdo Vaccaro e l'Igiene Naturale

LETTERA

PARCO FOTOVOLTAICO SOTTO CASA TUA

Mandi Dott. Valdo, penso tu sappia della porcheria che stanno facendo nella nostra meravigliosa valle morenica che unisce Tavagnacco a Leonacco. Ho letto il vergognoso decreto n.32201/grfvg del 28/12/2022. Stanno prendendo in giro tutti. È mai possibile che la gente, gli amministratori e nessuno si indigni su una cosa che tocca tutti gli amanti della natura. Mandi Valdo, se vuoi ti giro il decreto. Non so come la pensi, ma leggi e valuta.
Bepi Bulfon

https://leonaccobassosolare.it


RISPOSTA

CHI È BEPI BULFON

Bepi è un caro amico di Tavagnacco che sta prendendo ammirevole cura del frutteto con annessa ex Bressana sul Roccolo, ereditato dal nonno Agnul (Angelo Giacomini, allegro e scherzoso agricoltore, da tutti conosciuto e amato. Taglia il fieno, cura le piante ed evita che crescano spine e cespugli invasivi. Nelle bressane, per chi non lo sapesse, si catturavano decenni fa gli uccellini di passaggio ad ogni cambio stagione, come montani, fringuelli, lucherini, cardellini, tordi, usando uccellini da richiamo rinchiusi nelle gabbiette e reti nascoste tutto intorno. Una attività oltremodo odiosa e oggi severamente vietata per legge. Ovvio che Bepi, essendo amante della natura non si sogna nemmeno di catturare delle creature libere che volano. Non lo farebbe nemmeno se la legge di tutela non esistesse. Bepi fa l’installatore di antenne e lavora spesso circondato da volatili che lo allietano col loro canto. Inoltre ha pure girato il mondo con notevole spirito di avventura. Persona brillante e dalla mente aperta, oltre che sensibile alla difesa dell’ecosistema. Il suo territorio è privo di recinzioni, per cui chi transita a piedi o in bicicletta può raccogliere liberamente mele e pere cadute, uva ribes, uva, fragole, noci, susine, fichi, prugne, ciliegie. Io stesso mi avvalgo di questa ricchezza disponibile quando sto dalle mie parti in Friuli. Bepi meriterebbe senza alcun dubbio un premio per la generosità e il buon umore, presi evidentemente dal nonno Angelo e dallo zio Saverio.

UN MESSAGGIO CHE MI HA COLPITO

La mia casa è situata in zona Morena di Tricesimo ai confini di Tavagnacco, non lontano dalla citata bressana. Spesso vado a passeggiare o a girare in bicicletta da quelle parti, raccogliendo funghi, fragoline di bosco, more di rovo, mele cadute, noci, susine, fichi e altri frutti che Bepi concede generosamente ai pochi passanti.
Amare la casa di proprietà è una caratteristica tipica all’uomo, e in Friuli poi diventa quasi una religione, dal momento che il friulano ama in modo quasi patologico la terra dove vive, sentendola sua. Trattasi chiaramente di una illusione. Nulla al mondo ci appartiene dal punto di vista cosmico: dobbiamo lasciare tutto alla fine del nostro breve e temporaneo percorso terreno. Nemmeno dal punto di vista legale e burocratico siamo dei proprietari, dal momento che il comune impone salatissime tasse e imposte sulla casa, ergendosi così ad autentico proprietario e trasformando il titolare dell’immobile in affittuario del comune.

LA MIA CASA HA UNA STORIA INTRECCIATA CON LA MIA ESISTENZA

Più la casa è bella, più è localizzata in una zona panoramica e circondata da querce, castagni, robinie e noccioli (alberi e arbusti tipici del Friuli), e più te ne innamori. In più la storia di questa mia abitazione è intimamente intrecciata alla mia vita, per cui trovo utile raccontare in breve la sua storia. Negli ultimi anni ’70, avevo terminato i miei studi a Trieste e avevo cominciato a viaggiare per il mondo, e particolarmente in Asia e Sud-Est Asiatico, come export manager alle Officine Riunite di Basaldella-Udine (ORU), nota fabbrica di centralini betonaggio. Allora abitavo ancora nella casa paterna di Tavagnacco nella centrale via Matteotti. Mio padre stava vivendo i suoi ultimi momenti, distrutto, come tutti i suoi colleghi di lavoro, dalle arie inquinate inspirate all’interno delle acciaierie Bertoli di Molin Nuovo, dove svolgeva il compito di controllore e pesatore del materiale grezzo in entrata e dei prodotti finiti in uscita (sfere molitorie di acciaio speciale, ecc). Un giorno venne a trovarlo Aldo Bernardino, noto imprenditore di Tavagnacco (titolare di acciaierie di Cividale, Beton Friuli manufatti in cemento, impresa di rizzamento pali in cemento e di costruzione canaline sotterranee per elettricità e telefonia). Oltre che cugino, Bernardino era amico di famiglia, inoltre io avevo lavorato per la sua impresa per diversi anni.

LA PRESENTAZIONE TECNICA DELLA CASA E DEI SUOI DINTORNI

Terminata la chiacchierata con mio padre, mi disse “Su col morale, vieni con me che ti porto a vedere le case in costruzione in località Morena, così ti distrai un poco”. Arrivati sul posto, rimasi senza parole. “La casa che vedi è la più bella non solo del Morena, ma ha aspetti unici anche a livello regionale. È posta in cima alla collina morenica ed è punto terminale della stradina di accesso in salita. È circondata da castagni ricchi di frutti e da querce secolari, oltre che da un paio di pini e di abeti del vicino confinante. Vi scorrazzano scoiattoli, leprotti, fagiani, caprioli, merli, pettirossi, scriccioli, tortorelle, gufi, civette, volpi. Prima di piazzare le fondamenta, siamo ricorsi, al fine di orientarla al meglio, a fotografie aeree prese dall’elicottero, per orientarla in pieno sole dalle 9 di mattina e per consentire l’osservazione giornaliera di magnifici tramonti. La casa comprende il bosco sottostante e sullo sfondo si vede tutto il bosco del Roccolo tavagnacchese, tutto l’antico abitato di Leonacco Basso, Pagnacco sullo sfondo, la valle del torrente Cormor e il polmone boschivo di Fontanabona. Dal momento che si trova ai margini della collina e in zona sismica, abbiamo realizzato profondi scavi, solidi pilastri in cemento rinforzato per renderla sicura e anti-sismica, spendendo uno sproposito nelle sue fondazioni”.

LETTERALMENTE AMMUTOLITO, DAVANTI A QUESTO SPETTACOLO E ALLA PROPOSTA FATTAMI

Io ero senza parole. Questo posto lo conoscevo bene. Noi ragazzini di Tavagnacco ci venivamo a giocare alla guerra, a scimmiottare i Pellerossa, ad imitare Tarzan. Scivolavamo lungo i ripidi anfratti boschivi con l’ausilio delle grosse propaggini delle fitte piante di vitalba. Lo chiamavamo il Mondo delle Liane. A questo punto dissi, con gli occhi lucidi, “Aldo, tutto bellissimo, complimenti!” E lui: Valdino, non capirmi male, più che mostrarti questa villetta tanto per ammirarla, ho intenzioni di offrirtela a condizioni di favore”.

ISTRUZIONI PER IL PAGAMENTO

“Ma i soldi dove li trovo?” “Semplice, mi versi la metà in contanti, e la seconda metà a un anno di distanza, senza alcun interesse aggiuntivo. È una condizione specialissima e non ci guadagno nulla. Devo solo far girare il capitale e, come sai bene, ho tante iniziative simili in corso”. Guardai Bernardino dritto negli occhi e gli dissi, senza pensarci due volte: “Affare fatto!”. Il giorno dopo gli staccai un assegno per la cifra pattuita e gli firmai un documento per il saldo dopo 12 mesi. Chiaro che a quel punto il mio conto in banca era ai minimi termini.

SCELTE DIFFICILI A RIPETIZIONE E RINUNCIA ALLA CARRIERA UNIVERSITARIA

Ero già stato costretto a scelte difficili nel periodo post-laurea. Ricordo come fosse adesso la discussione della mia tesi in economia alla Università degli Studi di Trieste, dal titolo “Il problema della miseria nei paesi del Terzo Mondo”. Oltre a una manciata di docenti, era presente una persona attenta che poi risultò essere il prof Luigi De Marchi, co-rettore a Trieste e rettore della Università di Sociologia a Trento, nonché rettore della nascente Università di Gorizia. Un personaggio celebre in quegli anni e che mi inseguì letteralmente, cercando di non lasciarmi scappare. Evidentemente la mia tesi gli era piaciuta in modo particolare. Godere di tali attenzioni era per me un grande onore. Mi inviò una lettera con offerta di assunzione immediata per un posto di assistente in scienze economiche e sociologiche presso la nuova sede di Gorizia. Il problema fu che lo stipendio offertomi per iscritto nella sua lettera bastava malapena a pagare treno, vestiario e altre spese gestionali. Con enorme dispiacere fui costretto a rinunciare e a chiedergli di rimanere in stretto contatto per almeno un paio di anni. C’è da rilevare che a quel tempo io guadagnavo 5-6 volte la cifra che De Marchi mi offriva sulla base dei contratti per docenti assistenti.

INTRODUZIONE MASSICCIA IN ASIA DEL MADE IN ITALY

Il mio stipendio alle Officine Riunite era uno dei migliori ma, a conti fatti, non bastava per niente ad affrontare questo nuovo impegno preso tra capo e collo con Bernardino. Avevo appena acquistato una fiammante Lancia HF, grazie ai risparmi e alle supplenze presso l’Istituto Tecnico Zanon di Udine, grazie a lezioni private e ad articoli ed interviste per il Messaggero Veneto. Dovevo pertanto prendere immediati provvedimenti.

Chiesi ed ottenni dalle ORU di potermi dimettere da dipendente e di lavorare da esterno indipendente, come Representative, con una percentuale sul venduto nella mia area geografica di competenza (Singapore-Thailandia-Malaysia-Indonesia-HongKong-Cina-Taiwan-Filippine), e mi diedi da fare andando alle maggiori fiere del settore costruzioni prima (centrali di betonaggio, pompe calcestruzzo, frantoi e impianti per produzione ghiaia, dumper, strumenti di test su cemento, asfalti e acciai), e poi nel settore sollevamento (gru a torre, gru su autocarro, gru marine, carrelli elevatori), e infine -vista la crisi che incombeva in tali settori- dovetti includere aziende italiane leader operanti nel ramo automotive come la Ravaglioli di Sasso Marconi, la OMCN di Bergamo nei sollevatori auto e nei sollevatori camion, la ZECA di Feletto Canavese-Torino, nelle idropulitrici a bassa pressione della Portotecnica di Portogruaro, nelle idropulitrici ad alta pressione della Cristanini di Rivoli Veronese, e le saldatrici e i carica-batterie della Cemont).

Ricordo che piazzai diverse centinaia di impianti per le ORU a Singapore e dintorni (persino in zone non di mia competenza come Senegal e Sud-Africa), un numero impressionante di presse per il calcestruzzo e di vari strumenti di prova della Controls di Cernusco sul Naviglio, alcune pompe calcestruzzo per la Fortunia di Roma, e un gigantesco impianto Reiter&Crippa di Varese per la produzione di inerti (ghiaia e sabbia) alla maggiore impresa filippina. I carrelli elevatori della Armanni di Albino-Bergamo sono diventati famosi in Asia e non solo per la propria solidità, compattezza, sicurezza e design, come anche le gru marine e su autocarro della PM di Modena. In questo ultimo caso tolsi l’esclusiva su Hong Kong alla Swire (multinazionale asiatica proprietaria della Cathay Pacific Airways) che per un clamoroso imbroglio interno bloccava le vendite della PM a favore di altre marche italiane nei tender governativi di quegli anni.

DIFESA ECOLOGICA ININTERROTTA

Tornando alla mia casa, presi più volte la difesa direttamente a voce e mediante denunce al comune di Tricesimo, dove c’era -suppongo- l’orecchio da mercante visto che qualche assessore e credo pure qualche sindaco dei tempi andati giravano con la doppietta sulle spalle. Dicevo della mia difesa dalle orde di cacciatori (anche di frodo) che, spesso a gruppi organizzati provenienti anche da fuori regione, ad ogni riapertura della caccia venivano a impallinare caprioli, fagiani e leprotti.

Ho chiesto poi di tutelare l’area dai rumori e di incoraggiare -come sta avvenendo- le passeggiate di famiglie con bambini, di ciclocross, di ciclisti, di gente a cavallo, di camminate e gare ecologiche, ma non di motocross rumorose e disturbanti gli uccellini e gli altri animali che nidificano lungo le stradine adiacenti.

Ho lottato con i contadini che hanno arato ogni zona ricoprendo ogni stradina e sentiero di collegamento che portava i camminatori a transitare dal Morena Nord e da Laipacco verso Leonacco, verso Pagnacco, verso Fontanabona e la valle del Cormor, ma sempre con scarso risultato.

Ho lottato assieme ad Eugenio Del Piero (altro pioniere di questo nostro insediamento) per ottenere l’acqua corrente in modalità logiche e dovute dalla rete di Tricesimo, e non più da quella di Tavagnacco, che richiedeva un’autoclave che ad ogni temporale saltava, con disagi a non finire e con salatissime bollette della luce e dell’acqua, oltre all’uso aggiuntivo di una pompa interna. Alla fine della storia, ogni singolo litro d’acqua mi è costato per oltre 30 anni come una bottiglia di vino doc. Ora, grazie al nostro costante impegno e a un consistente investimento, l’acqua a partire dal 2023 arriva da Tricesimo.

IMPOSTE ASSURDE E INGIUSTIFICATE

Mi sono pure organizzato con un piccolo letamaio ecologico di foglie (siamo tutti vegetariani e igienisti per libera scelta a casa mia), e portiamo di persona i pochi rifiuti in plastica e vetro ai cassonetti del Morena. Quasi tutti i giorni provvediamo a pulire la stradina di accesso dal fogliame e da rami secchi che cadono in continuazione quando piove forte e quando soffia il vento. Ciononostante il comune continua da due decenni ad addebitarmi una assurda ed ingiusta tassa sui rifiuti. Non avendo l’allacciamento del gas, il riscaldamento invernale verte su legna e gasolio, mentre per l’estate utilizziamo l’impianto solare. Abbiamo inoltre fatto una spesa pazza installando pannelli fotovoltaici sul tetto della abitazione (ma almeno in questo caso risparmiamo assai in bollette elettricità).

SENTIERI E SCALINATE, VASCA DI ACQUA RISORGIVA, CAPRETTE, OCHE ED ANATRE PER MANTENERE IL BOSCO PULITO

Al fine di dare ancor più vivacità e vita al bosco ripido e spinoso, abbiamo creato una lunga scalinata e solidi sentieri, oltre che una vasca d’acqua sorgiva con canneto, popolandolo con una manciata di caprette, alcune oche e anatre, spesso purtroppo trucidate dalle volpi e dalle faine. Queste creature hanno contribuito (e lo fanno tuttora) a tenere pulito e in ordine questo angolo di natura incontaminata a due passi da Udine.

NIENTE ANTENNE PER TELECOMUNICAZIONI

Anni addietro fui contattato da alcuni incaricati delle telecomunicazioni. Mi chiedevano, dietro un lauto compenso, la possibilità e lo spazio per installare un mostro metallico, cioè una imponente antenna per telecomunicazioni. Ovvio che risposi picche. Non ero e non sono disposto a monetizzare la nostra salute, quella di coloro che transitano da queste parti e quella dei tanti animaletti che stanno nei dintorni, per cui il mio rifiuto è stato netto. Tale tipo di antenna ora la vedo a distanza di almeno 3 km, installata in zona centrale Pagnacco.

DISAVVENTURE E IMPREVISTI NELLA GESTIONE DI UNA CASA

Queste un po’ in sintesi le disavventure e gli imprevisti di gestire la casa al Morena. Non nego che il panorama stupendo, le lunghe ore di sole, l’aria ricca di ossigeno, il canto di fagiani, merli, usignoli, scriccioli, lucherini e cardellini, gli incredibili voli da un ramo all’altro degli scoiattoli renda piacevole la vita da queste parti, ma forse meriteremmo qualche premio o qualche riconoscimento, e non nel modo più assoluto una sorta di spinta continua a mollare tutto.

QUANDO COMINCI A DARE VERAMENTE FASTIDIO TI TARPANO LE ALI

Evidentemente la mia ormai nota nuova attività nel campo della Scienza Igienistica e della Medicina Naturale, contro l’alimentazione carnea, contro le vaccinazioni obbligatorie, contro le farse dell’Hiv-Aids, contro le bufale dei papilloma virus e degli altri mostri creati ad arte dalla medicina, si fa sentire eccome. Mai un ladruncolo o una ruberia subiti, ma un blitz alle sei e mezza di mattina, da parte dei carabinieri con tanto di mandato dalla procura della repubblica di Pordenone, su segnalazione della redazione delle Iene e della Nadia Toffa, con un giro di sovvenzioni internazionali marcate Merck e Big Pharma-Japan. Mi hanno messo sottosopra la casa alla ricerca di prove delittuose inesistenti, trattandomi come un criminale e un mafioso, sequestrandomi computer, agende, documenti, oltre che dei vasetti in terracotta regalatemi 30 anni prima ed ora depositati alla sezione belle arti di Trieste, facendo terra bruciata tra la gente che usava contattarmi e causandomi enormi spese legali, oltre che le immaginabili perdite in termini di immagine e di mancati introiti.

NON SIAMO AFFATTO SCONFITTI, MA UN CENNO DI SOLIDARIETÀ PENSIAMO DI MERITARCELO

Ed è a questo punto, da un paio di giorni, che mi è giunto il messaggio di Bepi Bulfon. Che fare, oltre che esprimere un sincero grazie a Bepi per la cortesia riservatami?
Al Morena Ovest siamo in quattro gatti, per cui non abbiamo un gran peso economico e politico, non apportiamo voti alle lezioni comunali. Posso soltanto chiedere alla gente che ci conosce di fare sentire la propria voce. Un sentito grazie a tutti.

Valdo Vaccaro

Firma la petizione per bloccare questo progetto

Se l’articolo ti è piaciuto e vuoi supportare la mia attività lo puoi fare con una donazione libera.

Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

Iscriviti al blog tramite email

Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.

Articoli Correlati

LETTERA APERTA A UN SINDACO

LETTERA APERTA A UN SINDACO

IGNORANZA SUI REGOLAMENTI COMUNALI “L'igienista e il difensore della natura Valdo Vaccaro non cura e non guarisce per sua stessa ammissione, inoltre non...

Commenti

1 commento

  1. Mario Barcherini

    Ho lavorato come contabile dal 1973 al 1977 presso la Tipografia Meccanografica di Anzola Emilia (BO) e, se ricordo bene, la ORU acquistava da noi i moduli in continuo, quelli coi buchi che ora non vengono più usati.

    Rispondi

Lascia un commento