USCIRE DALLA PROPRIA GABBIA MENTALE E DALLA FALSA EPILESSIA

da 10 Gen 2016Epilessia

LETTERA

OSTEOPATA CON EPISODIO TRAUMATICO NEI PRIMI ANNI DI VITA

Cortese Valdo Vaccaro, grazie per tutto il materiale prezioso che mi mette a disposizione e che utilizzo per la mia professione. Mi chiamo Mario ho 44 anni, sono Osteopata e Massofisioterapista da oltre15 anni. All’età di 8 anni ho attraversato la strada con la bicicletta e sono stato investito da un’auto. Trauma alla tibia sn e trauma cranico occipitale sn. Sono stato in coma per alcuni giorni con relativa finestra temporale di amnesia permanente, anche a distanza di anni, tranne alcune sensazioni poco chiare e confuse. Al risveglio dal coma in rianimazione ho esperimentato il ritorno da un viaggio molto piacevole, accogliente e senza preoccupazioni.

RITORNO ALLA VITA NORMALE CON NOTEVOLI DISAGI

Il cominciare a risentire il mio corpo ė stata fonte di disagi e dolori fisici ed emotivi. I pensieri che si rincorrevano nella mia mente, in quel contesto ospedaliero, risvegliavano in me domande violente. Come é successo? Di chi è la colpa? Come sarà il mio futuro? In tale contesto si è risvegliato in me un dolore acuto e tutto ha cominciato ad avere senso.

NESSUNA VOGLIA DI RIVALSA CONTRO CHI MI AVEVA INVESTITO

Avevo sete di amore e mi ero promesso di ottenerlo a tutti i costi, anche con un prezzo alto.
Il trovarmi in un letto di ospedale non era stata per me causa di altri, tutt’altro! Piuttosto la legge del mio desiderio che si esprimeva in quella forma. Infatti obbligai, pur avendo solo 8 anni, a non intraprendere nessuna causa legale con la malcapitata che mi aveva investito.

ETICHETTATURA EPILETTICA INAPPROPRIATA E FRUSTRANTE

Il percorso successivo ė stato irto e pieno di rabbia e rancori a tal punto da rifiutare l’affetto delle persone. La mia gabbia, che avevo desiderato ricca di affetto, si è rivelata invece ricca di frustrazioni e di “Non posso”. La battaglia contro la targhetta di “Epilessia”, addossatami fino ad ora, ha innescato uno scontro violento. Tutte le mie energie erano e sono protese nel poter giungere ad essere libero da ciò e dalle sue manifestazioni.

ASSUNZIONE DI UN FARMACO E MOMENTI DI ASSENZA ASSAI BREVIafasia etimo

Attualmente assumo Tegretol cr 400 (1 cps) 2 volte al giorno. I sintomi che vivo ad oggi sono molto contenuti. Momenti di assenze con afasia, perdita parziale di controllo motorio e movimenti stereotipati. Non presento grosse perdite di coscienza con cadute. Questi momenti durano infatti pochi secondi e non oltre 1-2 minuti e spesso riesco a controllare le cose che faccio senza segnali esteriori.

SINDROME DELL’ESSERE SCOPERTO

Riscontro talvolta morsi sui tessuti molli nel cavo orale. Sovente mi va di traverso il cibo sia liquido che solido. Emotivamente in passato vivevo stati di paura nello stare con le persone, con il timore che scoprissero. Oggi questa paura è quasi tutta scomparsa tranne per i rapporti che nel tempo tendono a consolidarsi e a divenire importanti. Potrei sintetizzare che vivo la “Sindrome dell’essere scoperto”.

RISERVATEZZA ESTERIORE E VULCANICITÀ INTERNA

Il mio carattere oggi infatti ha escogitato uno schema di comportamento tranquillo e riservato, quasi schivo. Ma mentalmente ed emotivamente sono ricco e vulcanico, pieno di idee, intraprendente, determinato. Sono carente altresì nel portare a termine i percorsi che mi entusiasmano. Vivo una forma di esaurimento delle mie risorse e degli obiettivi che ad un certo punto si perdono per la strada.

CHI SOFFRE CAPISCE CHI SOFFRE

Peraltro le persone mi stimano e apprezzano professionalmente ed ho una grande propensione all’empatia. È come non potrei! Chi soffre capisce chi soffre. Inoltre questa cosa mi fa sentire profondamente meno solo e lenisce il mio passato.

VORREI GUARITE DEL TUTTO E NON DIPENDERE DAI FARMACI

Mia moglie è una donna meravigliosamente dolce, protettiva, intelligente. Ha curato il mio dolore in profondità. Vive serenamente la mia condizione e mi ama così come sono. Il mio percorso resta comunque in sospeso. Io voglio voltare pagina e non avere dipendenze con farmaci. Ogni mio tentativo di abbandono graduale si scontra con un muro di gomma che mi riporta ad avere crisi molto aggressive che non riesco a gestire, con perdita di conoscenza, grida e quant’altro. Crisi che lasciano una sensazione postuma di grande sbornia.

MI SERVE QUALCHE CONSIGLIO PER SBLOCCARMI

Non capisco se tutto ciò sia legato ad una forte forma di intossicazione e dipendenza psico-fisica.
Tale percorso inoltre lo affronto in un contesto dove nulla e nessuno capisce il mio desiderio di pulizia, anzi viene boicottato, aumentando il mio senso di solitudine. Forse mi illudo che ci possa essere una soluzione! Questa è la situazione che le vorrei sottoporre. Se può aiutarmi o darmi consigli, indirizzarmi o altro le sono grato. Se fosse necessario un consulto individuale mi indichi pure dove, non ci saranno problemi per me a raggiungerla. Grazie di cuore.
Mario

*****

RISPOSTA

SEI IN TOTALE POSSESSO DELLA TUA INTERIORITÀ

Ciao Mario. Intanto trovo che hai saputo formulare il tuo passato, la tua evoluzione ed anche la tua interiorità odierna con grande accuratezza e serenità. Direi che non hai bisogno di consulti esterni visto che non ti manca la conoscenza delle motivazioni e dei meccanismi delle tue crisi. Serve solo un passo in avanti aggiuntivo, cosa che è alla tua portata.

PARLARNE APERTAMENTE FA BENE

Se quel muro di gomma che ti impedisce di voltar pagina e di liberarti del tutto dalle tue dipendenze è una questione intra-familiare come immagino, non esiste modo migliore che quello di parlarne serenamente ed apertamente con la tua compagna di vita che già ti sta aiutando moltissimo.

NON DIAMO AL FARMACO TROPPA IMPORTANZA

Non pretendo di improvvisarmi psicologo o psichiatra e di toglierti per così dire le castagne dal fuoco.  Ho però la netta impressione che in questa tua fase di ricerca migliorativa, tutto verta sul farmaco. Pare che le persone che ti attorniano attribuiscono al medicinale dei poteri e degli effetti magici e modulanti, quasi che sia l’azione chimica a donarti quella ammirevole capacità che hai di contenere la tua esuberanza e la tua vulcanicità interna.

HAI GIÀ PERCEPITO CHE L’USCITA DAL TUNNEL NON È AFFATTO UNA CHIMERA

Il fatto è che le cose non stanno obiettivamente in quei termini. Anche qui dimostri di aver ragione, visto che sei il primo ad aver percepito la reale possibilità di saltare fuori dal tuo tunnel e di riprendere possesso integrale di ogni tua funzione, di fare ulteriori passi avanti senza restare inchiodato e rassegnato al tuo attuale tran tran.

È IL CORPO CHE AGISCE E NON IL FARMACO

In ultima analisi non è mai il farmaco a donare serenità e armonia interna, non è mai il farmaco a giocare un ruolo reale nel controllo dei tuoi botti interni e di quegli sfoghi che fanno la loro prepotente comparsa in quei brevi momenti di crisi, di grida ed escandescenze passeggere. Questo vale poi in linea generale per tutte le sostanze positive o negative che assumiamo. Il vero fattore agente e vitale, il vero protagonista, rimane sempre il nostro corpo coi suoi meccanismi interni di tipo fisico, mentale e spirituale.

L’EFFETTO PLACEBO E LA DIPENDENZA PSICOLOGICA ESISTONO E VANNO SGONFIATI

Il farmaco svolge il ruolo di comparsa chimica stimolante o deprimente, diventando così oggetto abitudinario e strumento di dipendenza. Esso finisce per adempiere ad una funzione rassicurante di garanzia psicologica, mentre in realtà non incide più di tanto visto che il tuo corpo lo ha già chimicamente assimilato come compagno di viaggio avendone annullato gli effetti strettamente chimici. L’unica sua vera azione odierna rimane quella mentale denominata effetto placebo, con relativa dipendenza psicologica.

GRADUALE STACCO DALLE CAPSULE

A questo punto è giusto e doveroso che tu operi in modo deciso e sicuro verso una detossificazione chimica ma soprattutto mentale, tagliando l’assunzione, passando a una capsula al giorno per la prima settimana, a una ogni due giorni per la seconda, a una ogni tre giorni per la terza, a una capsula a settimana per la quarta, e a zero farmaci per la quinta.

USCIRE DAL PROPRIO GUSCIO E RIDERE DELLE PROPRIE PICCOLEZZE

Nel contempo migliorerai tutti i giorni la respirazione, renderai le tue digestioni leggere alimentandoti con cibo più crudo e più vitale, con più mandarini contenenti bromo, con più banane e mandorle, con più alghe e avocado e cereali. Farai più esercizio fisico e più camminate con l’aiuto di due racchette, seguirai il nostro pacchetto-salute e ti proietterai di più sul mondo esterno togliendo peso ed importanza alle riflessioni e alle rimurginazioni retrospettive, guardando più in avanti e meno all’indietro. Ti farebbe bene anche cantare e recitare a voce alta tutti i giorni, evitando di trattenerti e di contenerti, evitando di riempirti di tensioni esplosive che necessitano di crisi intense per manifestarsi, evitando di immusonirti troppo e di prenderti troppo sul serio come fanno gli ipocondriaci e i malati immaginari.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

2 Commenti

  1. Andrea

    Attenzione ad interrompere il tegretol…in quanto benzodiazepina ci può volere più tempo per svezzarla rispetto a quanto paventato da Valdo.
    Svezzare un farmaco non è male però è meglio farsi seguire personalmente da qualcuno.

    Rispondi

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