VITA AGRESTE E VOGLIA DI MATERNITÀ

da 28 Dic 2014Gravidanza e maternità

LETTERA

FUGA DALLA CITTÀ CAOTICA E DA UNA PROFESSIONE INCHIODANTE

Caro Valdo, ti seguo da sempre e per me sei uno di famiglia. Avercelo uno come te in famiglia! Spero che tu trascorra serene feste con i tuoi cari. Mi presento. Sono Sara, ho 42 anni e vivo in campagna, in Umbria da quasi 8 anni per scelta. Sì, per scelta siamo scappati dalla città, troppo caotica, inquinata e frenetica. E, pure per scelta ho lasciato un lavoro che mi inchiodava.

MEDICO DI FAMIGLIA E PAZIENTI INCAPACI DI VIVERE SENZA FARMACI

Ero medico di famiglia. Non ne potevo più. Vegana da quando ero bambina, un po’ come mi pare di capire sia successo a te, contro ogni violenza. Ritrovarsi a combattere ogni minuto con persone che senza farmaci dicono di non poter stare. Convegni sponsorizzati da aziende farmaceutiche al solo scopo di vendere e chi se ne importa della salute delle persone, degli animali e dell’ambiente.

LA CORRETTA AZIONE MEDICA NON STA NEL RISOLVERE, MA NEL METTERE LA GENTE IN CONDIZIONI DI RISOLVERE

Per non parlare della maggior parte dei colleghi. Sai cosa mi sentii dire una volta? “Tu sei troppo dolce e umana. Un paziente, quando entra nello studio, si aspetta unicamente che tu gli risolvi il suo problema”. Per me invece nessuno può né deve risolvere il problema, ma semplicemente mettere nelle migliori condizioni per farlo risolvere.

CONDUCIAMO UNA VITA RURALE, BUCOLICA E DI ALTA QUALITÀ

Capisci benissimo perchè alla fine siamo scappati, e ci siamo messi a lavorare un pezzo di terra che era di anziani parenti. Coltiviamo pomodori, olive, melanzane, basilico, susine. Stiamo benissimo, non c’è paragone!

VOGLIA DI UN SECONDO FIGLIO

Ora vorrei la tua opinione perché la mia mente non riesce a essere pienamente libera. Abbiamo un figlio di 13 anni e ne vorremmo un altro. Ho cercato un po’ tra le tesine, ma non ho trovato granché. Forse sono stata poco brava io e me ne scuso. Forse mi sono fatta condizionare da un’amica genetista che mi ripete “Noooo, è pericoloso alla tua età!” In realtà se mi vedi dimostro 10 anni in meno. Vegana da sempre, tendenzialmente crudista da almeno 8 anni.

IL VIVERE SANO E A REGOLA D’ARTE AVRÀ UN SUO VALORE O NO?

Certo, non sono perfetta. Qualche trasgressione che va sotto il nome di cioccolato fondente, o gelato in estate, me la concedo. Ma non mi manca il sole visto che sto tanto all’aperto anche nei mesi invernali, il movimento, lo yoga che pratico da una vita. Vorrà dire qualcosa o no? Luca è nato in ospedale purtroppo, con tanto di ossitocina e flebo di antibiotico a causa dello streptococco.

PRECEDENTE ESPERIENZA POSITIVA MA SEMPRE CONTROCORRENTE

Anche se la gravidanza era stata davvero bella, serena, senza nessun disturbo, e avevo fatto di testa mia. Quando mi dicevano “No crudo no, il toxoplasma!” ci ridevo dietro, e mi sono sempre rifiutata di ingurgitare quello schifo di beverone per la curva da carico. Lo zucchero è notoriamente dannosissimo eppure lo usano per fare test diagnostici. Mi pareva un’assurdità e mi sono ribellata, come mi sono ribellata al Metergin dopo il parto. Manda via il latte e, lo sai che mi disse il ginecologo ospedaliero? Che ci sarebbe voluto troppo tempo all’utero per tornare alle dimensioni originali! Minacce psicologiche a cui non sempre la donna, in momenti delicati, sa reagire con prontezza e decisione.

È DAVVERO PAZZIA CERCARE UN FIGLIO ADESSO?

Per questo ora chiedo consiglio a te. È davvero una pazzia cercare un figlio adesso? È davvero così remota la possibilità di concepire senza andare incontro ad aborti, minacce, malformazioni, gestosi, infezioni e quant altro? In fin dei conti ancora ho un ciclo regolare, tra l’altro senza dolori né noie. Grazie dell’ascolto e del lavoro che fai per tutti. Buon Anno!
Sara

*****

RISPOSTA

CONTANO COME SAI LE CONDIZIONI REALI E NON SOLO QUELLE ANAGRAFICHE

Ciao Sara. Se digiti come motori di ricerca parole tipo gravidanza, maternità, cibo per l’infanzia, alimentazione infantile, vaccinazioni, troverai molte tesine scaricabili poi dal blog per una lettura più rilassata. Vale per te la celebre battuta per cui i dati anagrafici sono irrilevanti e che ognuno ha in realtà l’età delle sue arterie. Arterie sane e flessibili, e formula del sangue corretta nel senso di fluidità e scorrevolezza, significano salute e giovinezza al di là dell’anno di nascita.

HAI TUTTE LE QUALITÀ PER REALIZZARE IL TUO PROGETTO

La tua preparazione di medico impregnata di illuminanti tendenze igieniste, il tuo carattere ribelle, la tua capacità di fare scelte non facili mirate alla salute e all’armonia interna, il tuo vivere in mezzo alla natura, il tuo brillante stato di forma psicofisica, il tuo interesse prioritario per la qualità della vita sono tutti ingredienti che parlano decisamente a tuo favore.

NON TUTTI SONO CAPACI DI SCELTE QUALIFICANTI

Non sei poi mica una vegliarda! 42 anni portati bene, se non addirittura in modo esemplare e straordinario, valgono quanto averne 25. È vero. Oggi c’è molta gente che torna volentieri alla Vita Naturale e alla campagna. Ma spesso lo fa per mancanza di prospettive stimolanti e di reali opportunità lavorative, o comunque per vicende forzate della vita. Diversissimo il tuo caso. Non è da tutti rinunciare per libera scelta a una professione medica, per molti aspetti socio-economici appagante e ambita, e diventare appassionata coltivatrice di olive, pomodori e melanzane.

POSSO SOLO ESPRIMERTI I MIEI COMPLIMENTI

Pertanto non ho alcun dubbio a esprimere non solo il mio parere favorevole, se è questo che mi chiedi, ma soprattutto a farti i miei complimenti per le tue scelte di vita coerente ed in linea con le tue intime esigenze e gusti. Non farti pertanto condizionare dalla tua amica genetista e da altri pareri simili. Sei una persona speciale che sa dialogare con se stessa e pertanto puoi trovare tutte le risposte giuste ed affidabili nella tua interiorità.

TESINE DA LEGGERE

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

26 Commenti

  1. Elisabetta

    Da come scrivi, si direbbe che hai 50 anni… o forse volevi un po' di complimenti..:)
    Vedi, i pazienti vogliono solo farmaci perché così li avete diseducati voi. E la tua testimonianza mi fa particolarmente piacere perché dimostra che siete tutti perfettamete coscienti di quello (il male) che fate, e che chi resta dentro il sistema lo fa con e per cinismo. Nessuna buonafede. Ciò detto, ammiro il coraggio che ti ci è voluto per svicolarti e poter avere una vita più sana e coerente. Oltre che più onesta nella teoria e nella pratica.
    Auguri per la gravidanza:)

    Rispondi
  2. Francesco

    Certo ci vuole coraggio per compiere una scelta come la tua, di mollare cioè una professione (quella medica) così ben remunerata e riverita. Una scelta comunque, in fin dei conti, perdente sotto il profilo igienista: l’interesse della comunità degli igienisti infatti sarebbe quello di avere dei centri medici dove sono rispettati i principi igienisti, ai quali rivolgersi per esser aiutati a gestire i processi di detox come per ogni altra necessità medica anche specialistica (cancro, diabete, cardiopatie ecc). Potrei sbagliarmi, ma credo che non sarebbe impossibile creare unità simili, dopo tutto negli USA, patria del demone farmaceutico, questi centri esistono. Se qui non ne sorgono, sarebbe interessante capire perché e cercare di porvi rimedio. Non pochi medici ne sarebbero felici potendo trovarvi uno sbocco professionale soddisfacente, piuttosto che scappare come hai fatto tu oppure restare ma senza crederci.
    Quanto al tuo dilemma attuale, penso sia più una scelta intima personale che dettata da ragioni scientifiche oggettive. Una scelta ovviamente di importanza capitale per la tua vita, quindi un grosso in bocca al lupo.

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  3. Elisabetta

    Se posso rispondere al commento di Francesco, credo sarebbe un errore tentare di "trapiantare" l'igienismo all'interno delle asl. Rimarrebbero le stesse regole coercitive e assillanti, in primis. Poi la sanità è una piovra di interessi che non mollerà mai la presa. Meglio sarebbe costruire centri autonomamente, e con regole diverse. Penso ad esempio agli accanimenti in fase terminale, quando ci avviciniamo alla morte. Medici che si dichiarano per la vita che dimostrano di non essere però contro la tortura. Con queste regole sarebbe impossibile avere un ricovero igienista che rispetti veramente la persona. Ad un certo punto, se qualcosa non andasse per il verso giusto, scatterebbe l'accanimento della medicina ufficiale. Le cliniche americane che tu citi hanno già avuto problemi di cause legali, per morti da digiuno. Il problema centrale credo rimanga quello dell'autorità e degli autoritarismi legislativi. Prendersi davvero la responsabilità della propria salute senza demandare. E morire a casa propria, nn dopo sei-dieci mesi di ospedale, ma dall'inizio della fine alla morte.

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  4. Francesco

    Io parto dal concetto che prima o poi dobbiamo fare i conti con la struttura medica. Valdo ne sa qualcosa, come tutti coloro che incorrono in qualche infortunio di una certa gravità. Ne sanno qualcosa quelli come me, che arrivano all’igienismo su con gli anni, dopo aver sperimentato di persona qualche grave patologia degenerativa (cancro, malattie cardiovascolari, diabete ecc.) che ci ha portato sul letto di qualche ospedale. Senza contare le innumerevoli volte in cui si è costretti a farvi ricorso in presenza di una qualche crisi acuta a elevato rischio di uscita di controllo ecc. ecc. Stando così le cose, mi sembra saggio venire a patti col “nemico” per trattare le migliori condizioni possibili, anche se non saranno sempre quelle ideali. Va bene prendere (dalla medicina ufficiale) le giuste distanze e tutte le cautele del caso, questa è anche una nostra faccenda personale, che possiamo risolvere ad esempio non andando dal medico quando abbiamo l’influenza, o facendo come me che dopo un infarto non prendo farmaci né mi sottopongo ad estenuanti controlli periodici. Ma quando si è costretti a mettere i piedi in un letto di ospedale, temo che demonizzare la struttura medica serva a poco o nulla. Parlarsi, discutere, cercare soluzioni, anche se non sempre ideali, è sempre meglio della guerra totale con un perdente sicuro e predestinato, cioè noi che stiamo dall’altra parte del vincitore. Io francamente trovo un po’ strano che non si possano creare in Italia strutture dove si possa curare il diabete, il cancro, le malattie cardiovascolari ecc con metodi alternativi rispetto a quelli convenzionali; si ricorre ai metodi alternativi per tutto e di più (anche per ogni sciocchezza), e poi quando c’è bisogno davvero… il nulla. Forse sarebbe il caso di passare dalle chiacchiere (anche le me purtroppo lo sono), dalle invettive, a qualche fatto concreto, piccolo forse ma utile a qualcuno.

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  5. Elisabetta

    Ti assicuro che non si tratta di demonizzare nessuno. Quello che io auspico è che le strutture di cui parli tu non vengano create in seno alle asl. Intendo che ovviamente i pronto soccorsi vanno bene, e li certi strumenti li devi utilizzare, ma con una diversa legislazione i centri di cui parli tu potrebbero essere creati, anche senza l'intervento dello stato. Su base comunale, ad esempio. In modo che la comunità abbia una gestione più diretta e vicina. Con leggi più liberali in materia sanitaria, una volta fuori dall'emergenza, terapie alternative o non terapie come l'igienismo, sarebbero possibili. Non dimentichiamo che dedicare parte del proprio tempo gratuitamente agli altri e alla comunità, è un dovere di chiunque. Se un naturopata igienista apre uno studio privato o una clinica, può benissimo (anzi dovrebbe proprio) lavorare anche gratuitamente per gli indigenti (come troppo spesso qualcuno dimentica, Valdo lo fa quotidianamente anche per chi indigente non è..). Intendo dire che la questione normativa è centrale. Un medico di base stipendiato dalla asl può consigliarti al massimo una dieta vegana (mai sentito di qualcuno che lo faccia cmq..) ma non ti dirà mai e poi mai "non prenda farmaci!". Verrebbe radiato!
    Quello che si può fare in termini di "venire a patto col 'nemico' " credo potrebbe essere ad esempio (anzi dovrebbe proprio!) cambiare completamente il menu ospedaliero che è un vero e proprio fattore ammalante. In questo senso credo si possa lavorare.
    Poi c'è tutto il discorso "alla radice", che è la rieducazione formativa medica. Vietare la manipolazione del paziente (vengono addirittura scritti manuali su come "convincere" il paziente ad accettare le cure, altro che insistenza della gente per avere i farmaci!) e soprattutto la vera e propria coercizione. Questo sul piano psicologico. E insegnare loro a tenere a freno il delirio di onnipotenza che li porta a voler avere diritto di vita e di morte sulle persone come fossero di loro proprietà. E questo avviene SEMPRE e proprio nelle situazioni più critiche e delicate in cui vorresti essere il solo a decidere per te. Al di là dei discorsi melensi e "democratici" che qualche medico fa, la realtà è nella pratica quotidiana molto diversa, e queste che sono vere e proprie violenze intollerabili devono proprio finire.
    Questo più o meno il mio pensiero. Grazie per averne voluto discutere. Buon anno a te Francesco, al nostro Valdone che si riprenda e torni come e più in formissima di prima, e a tutti quelli che seguono il blog. Onnivori inclusi:) sperando che col nuovo anno si convertano verso scelte più consapevoli e amorevoli.

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  6. Elisabetta

    Ho dimenticato di dire, a proposito di non fare solo chiacchiere, che quello che ho visto funzionare realmente sono i comitati di cittadini. Non mi aspetto mai che l'autorità, anche e soprattutto attraverso i suoi rappresentanti (che solitamente amano la mangiatoia in cui mangiano molto più che mettersi in discussione) "cambi idea". Quello che invece dà risultati sono i gruppi di persone comuni che mettono sul tavolo di discussione del proprio gruppo le questioni. Se un comitato di cittadini che si occupa di giustizia mette tra le priorità ad esempio il problema dei farmaci, il cambiamento ha inizio. Partire magari con il rilevare che esistono decine se non centinaia di farmaci che vengono acquistati senza reale motivo, tutti per "risolvere" la stessa malattia. Vedere perché avviene, costringere chi compra a giustificarsi. Fare una controproposta. Piano piano e auspicabilmente più velocemente possibile, le cose cambiano.
    I telegiornali non te lo dicono, ma i comitati di cittadini funzionano molto bene (che si sia d'accordo con i loro scopi o meno). Molto più dei partiti e delle associazioni che prendono sempre e comunque soldi dallo Stato e che quindi troppo contro lo Stato non vanno mai.
    Un abbraccio.

    Rispondi
  7. Francesco

    Buon anno anche a te, Elisabetta. In fondo vedo che sei meno pessimista di quanto mi fossi sembrata. Ti vedo infatti sì piuttosto negativa su una qualche capacità interna da parte dell’asl di creare uno spazio aperto alle istanze igieniste (e naturalmente ci sono ottime ragioni per crederlo), ma non escludi che possa in Italia nascere qualche centro ad indirizzo igienista, su base privata e volontaria. L’importante credo sia raggiungere lo scopo (la creazione di centri di riferimento per il mondo igienista/crudista/vegano), se poi questo avvenga attraverso una struttura pubblica oppure privata (non lucrativa o meno che sia) la cosa è di importanza relativa. Il fatto che in Italia questo sia possibile, almeno in teoria, è già qualcosa; forse ci sono ancora degli ostacoli sul piano normativo, che tuttavia, mi par di capire, con una forte iniziativa della base potrebbero essere superati nel caso specifico. Mi rendo conto che non è molto, ma insomma meglio di niente. Sempre in teoria, allora si potrebbe avviare la creazione di una rete di medici/naturopati di ispirazione igienista, o quanto meno aperti alla logica igienista, alla quale poter far riferimento nel momento del bisogno o per impostare un programma terapeutico. Personale insomma che capisca di dieta igienista/crudista, di detox, o addirittura specializzato in qualche trattamento igienista di patologie degenerative (diabete ecc), e che possa fornire assistenza e consulenza dentro un quadro normativo certo e tranquillo, tanto per il paziente quanto per il terapeuta. Dopo tutto abbiamo medici e naturopati che seguono e scrivono su questo blog e che dunque potrebbero essere in qualche modo incoraggiati ad aderire ad una simile iniziativa, senza per questo rinunciare alla loro attuale attività ma piuttosto aggiungendo un tassello ulteriore nella loro pratica professionale. Mi rendo conto delle enormi difficoltà del progetto, ma credo sia questa la direzione da prendere. Oppure accontentarci dei vari centri igienisti attuali, dove si fa un po’ di terapia depurativa a base di digiuno e semidigiuno, che è sempre meglio di niente ma è comunque davvero troppo poco (siamo ancora al colore, che può anche essere poetico ma niente di più) .

    Rispondi
  8. arvo

    Bene, mi ero rilassato nel leggere la vostra discussione ma poi sono andato un attimo su libero.it e cosa leggo? Che per riguadagnare la linea dopo i bagordi festivi…..dove la gente si ingozza di tutto senza motivo, a volte in modo animale…..bisogna fare la dieta iperproteica, con uova, bistecche e formaggi in primo piano!!! Naturalmente testata da un istituto scientifico. Ma si un pò di scienza non guasta, ogni tanto ci vuole.
    Questo per dire che al di là dell'assurdità propalata da questi accattoni osceni, ogni iniziativa nel senso che dite voi sarà sempre destinata ad una elite, una minoranza.
    Comunque penso sempre più che se uno è così scemo da abboccare, si merita in pieno tutte le conseguenze del caso. Poi penso che questo cancro affarista, che fa valere sempre le proprie prerogative e che si è insinuato ovunque travestendosi da scienza, non esista solo nel settore salute/alimentazione. Anche altrove la cosidetta scienza provoca danni seriali di ogni genere e sta a noi accorgercene e non farci abbindolare dai Piero Angela di turno. Non è possibile che qui ci imbroglino e altrove sia tutto rose e fiori. Ecco il motivo per cui ogni tanto uno come Valdo si cimenta su argomenti che sembrano non aver relazione con l'igenismo. Teniamo conto del fatto che il mondo scientifico, spalleggiato da quello dell'informazione, è amministrato da una cricca mafiosa che decide cosa è legittimo e cosa non lo è. E del fatto che ti lasciano fare tutto finché non gli dai fastidio, ovvero finché non vai a toccare il (loro) mondo sacro degli affari. Insomma conflitto di interessi tra verità e portafoglio. Nulla di nuovo sotto il sole. Ma restare con gli occhi aperti è l'unica salvezza.

    Rispondi
  9. Enzo Spataro

    La questione è che viviamo in una realtà paradossale che farebbe impallidire il più ispirato Orwell, in una società altamente lobotomizzata come l'attuale, la vedo dura.

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  10. Enzo Spataro

    Tantoper citarne una, prendiamo un bruno vespa che assume una dose di vaccino anti influenzale in diretto tv per dimostrarne l'innocuità…insomma, probabilmente gli hanno iniettato dell'acqua distillata o sarà per via deò fatto che i ruffiani hanno la pellaccia dura… fatto stà che il vile lacchè non è ancora schiattato.

    Rispondi
  11. arvo

    Si c'è una tv di stato vergognosa dove l'ombra lunga delle multinazionali si scorge non appena si vanno a vedere le belle facce di chi compone il consiglio di amministrazione. Tutti manager di rigorosa formazione economico finanziaria, con master in America (quella di Wall Street, dei maiali plastificati, i bombardamenti democratici, le oltre 50 basi militari a casa nostra ecc..ecc..) e dunque vessilliferi di un mondo che va ben al di là della semplice politica. Quando si parla di lottizzazione politica si è ancora ai piani bassi della verità. Sopra ci sono multinazionali, finanza, borse, mercati e così via. Non mi meraviglia il vaccino in diretta né mi stupirei dell'acqua distillata, perché non possono rischiare una reazione avversa che avrebbe effetti catastrofici sugli utenti in poltrona. Non appena si approfondiscono un pò le cose tutte le favolette buoniste scompaiono e si intravede il vero volto dell'informazione. E' questa che "forma" la gente, che lo si voglia o meno. L'Igenismo, per tornare a noi….e non solo quest'ultimo….viene tenuto inevitabilmente ai margini e lasciato indisturbato finché coinvolge poche persone. E se i suoi interpreti alzano troppo la testa, scatta poi l'azione difensiva del sistema. La quale, lo si è visto in altri settori, può essere anche spietata, come dimostrano le vicende di tutti quelli che a torto o a ragione si sono opposti per es all'oncologia ufficiale. Noi dobbiamo solo rallegrarci di poter far parte di una minoranza privilegiata, in un certo senso. Il che ci garantisce un grosso vantaggio sugli altri, a dispetto di qualche sacrificio. E nessuno ci obbliga a restare per forza da questa parte. Invece B. Vespa – lo disse una volta lui stesso- appena andò un pò fuori delle righe non lavorò più per un bel pezzo. E' un pupazzo intercambiabile!

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  12. Francesco

    E’ chiaro che non ci possiamo aspettare niente da questa gente. Non ci resta quindi che una strada, quella di arrangiarci, facendo leva sull’iniziativa volontaria e sulla forza delle nostre buone ragioni: lo spazio di azione in questa direzione, infatti, come giustamente sostiene Elisabetta, esiste, basta avere buone idee e impegnarsi. Se poi non riusciamo a combinare nulla pur avendone la possibilità (visto che l’asl non ci fa trovare la pappa pronta e che non ci degna del suo interessamento), dobbiamo solo rimproverare noi stessi. Siamo stati capaci di creare tutta una serie di iniziative intorno ai vari soggiorni depurativi (di digiuno e semidigiuno), intorno a una certa idea di igienismo insomma, perché lo abbiamo voluto; se il nostro spirito d’iniziativa non ha saputo andare al di là di questo, io credo che il limite sia soprattutto nostro, di noi che non abbiamo un progetto forte abbastanza da stimolare interesse energie e impegno. Poi sì sappiamo che c’è Big farm e tutto il carrozzone delle asl che se ne fregano di noi che siamo lo zero virgola, ma c’è anche la nostra inettitudine, non dimentichiamolo.

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  13. Enzo Spataro

    Condivido, probabilmente siamo soddisfatti della consapevolezza e dei benifici ottenuti che non riusciamo ad andare oltre una pigra indignazione per lo sconcio che ci circonda, tuttavia ho la precisa sensazione che se agitassimo le acque in maniera più incisiva subiremmo una dura quanto abile (mediaticamente) repressione.

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  14. vizzvozz -

    Secondo me il vero problema non è rappressentato dalla classe medica, ma dall'industria farmaceutica. Fintantochè ci saranno interessi commerciali nel produrre e vendere i farmaci e fintantochè Big Pharma sponsorizzerà persino la ricerca scientifica e lo studio universitario in campo medico, non potremo mai avere grossi miglioramenti e non ci sarà mai imparzialità nelle scelte dei percorsi terapeutici. In realtà ci sarebbero già parecchi medici ispirati e coscienti che sentono l'esigenza di un cambiamento di rotta, ma verrebbero perseguitati legalmente se solo osassero palesare il loro anche tenue dissenso verso il monopolio dei farmaci. Oggigiorno i medici, soprattutto ospedalieri, devono seguire i "protocolli" e ciascuno di noi se ha la sventura di essere ricoverato, finisce inevitabilmente dentro uno di questi protocolli. Dentro al protocollo, ovviamente, ci sono indagini diagnostiche spesso e volentieri non necessarie (…perchè pure i costosissimi macchinari ospedalieri vanno ammortizzati …) e poi ovviamente cure con ogni tipo di farmaco, cure sponsorizzate da un'industria potentissima che non guarda in faccia a nessuno, capace persino di manipolare od insabbiare i dati delle ricerche scientifiche indipendenti quando questi non fanno comodo. I medici, di fatto, sono al soldo dei produttori di farmaci, ai quali ovviamente non interessa la nostra salute ma, anzi, si ingrassano e prosperano coltivando e sponsorizzando la cultura mondiale del malessere. Molti medici vorrebbero uscire da questo "racket del farmaco ad ogni costo", ma non sarebbero tutelati e perderebbero il lavoro, per cui il diktat della curomania continua ad imperversare. E purtroppo, come se non bastasse, tale curomania esiste, seppure in forme diverse, pure in ambito omeopatico, dove i medici omeopati unicisti oramai sono pochissimi e la maggior parte di loro si ostina a prescrivere liste infinite e costosissime di rimedi, palesando di fatto la propria incapacità o quantomeno incertezza nel mirare al centro del problema, scegliendo un rimedio unico per il paziente. Persino i naturopati, spesso e volentieri, non sono esenti dalla curomania, in quanto tendono a far dipendere la continuità del loro lavoro sul paziente dal fatto di dover prescrivere necessariamente, di volta in volta, rimedi di ogni tipo, instillando inevitabilmente nei loro assistiti una specie di dipendenza mentale a vita nei propri riguardi. Insomma, ogni tipo di medico o terapeuta ha i suoi farmaci, i suoi integratori, le sue tinture madri, i suoi granuli, e purtroppo son tutti prodotti costosi, quasi si volesse dimostrare che, più costa, più fa bene.
    Gli igienisti, secondo me, restano delle mosche bianche, e verranno demonizzati e ghettizzati da tutti, omeopati e naturopati classici compresi, per il semplice fatto che vanno nettamente contro corrente e non fanno girare il business, predicando l'astinenza da cure di ogni tipo. Ci vorrebbe una rivoluzione culturale di portata planetaria per permettere alla filosofia igienistica di integrarsi con le medicine ufficiali.

    Rispondi
  15. Francesco

    Sappiamo in che modo opera Big Pharma e quale sia la sua micidiale influenza sul sistema sanitario: ne conosciamo tutte le nefandezze, e forse anzi nemmeno tutte. Chiaro pure che l’igienismo non ha nulla a che vedere con la curomania, ma una cosa è la curomania e una cosa è la cura sensata e inevitabile cui anche gli igienisti (sia quelli esperti che i principianti) devono sottoporsi in alcune circostanze della loro vita. A tutti può capitare il grave infortunio, o semplicemente di dover andare dal dentista: qui dobbiamo fare i conti col sistema sanitario esistente, pubblico o privato che sia. Poi ci sono tutte le numerose malattie degenerative, cui anche l’igienista è talvolta condannato: diabete, malattie cardiovascolari, cancro, per citare solo le principali. Se ritieni che basti un digiuno per combattere queste gravi patologie, temo che tu sia un po’ troppo ottimista, è vero che anche in questi casi una dieta appropriata può fare miracoli ma qui molto spesso succede che il contesto nel quale si svolge la terapia è talmente debilitato e compromesso che soltanto un soggetto specializzato è in grado di consigliare il paziente su come muoversi e dargli sicurezza. Non ci sarebbe quindi nulla di strano se ci fossero dei centri specializzati nella cura (sì, nella cura) di queste malattie, del resto molti di questi generi di centri già esistono in varie parti del mondo, USA compresa (pensa al DR Esselstyn o al Dr Ornish per le malattie cardiovascolari, alla terapia Gerson per il cancro ecc): perché non anche in Italia? Infine c’è un terzo possibile campo d’intervento terapeutico, che è quello che molti di noi hanno avuto modo di sperimentare quotidianamente nella fase di transizione verso lo stile di vita igienista-crudista, quando si son trovati a fare i conti con la detox: quest’ultima può essere molto soft, specie se si è ancora giovani e in buone condizioni di salute; ma quando ci si avvicina all’igienismo in età un po’ più avanzata e con un bel carico di acciacchi sulle spalle, la detox può essere davvero molto dura e lunga, e sarebbe in questo caso bene esser seguiti da un terapeuta igienista che sappia il fatto suo (quindi che conosca anche la medicina e abbia pure un’esperienza clinica, oltre ad aver letto Shelton e tutta la letteratura igienista). Mi rendo ben conto che qui la faccenda si fa veramente difficile: l’ideale sarebbe di poter contare su una rete di terapeuti distribuita sul territorio in modo da essere accessibile al “paziente”, non dico di avere lo studio medico sotto casa, ma almeno a portata di un viaggio in giornata. Credo tuttavia che anche qui qualcosa si possa fare, e che la chiave di tutto siano due cose “idee chiare e disponibilità all’impegno personale”. La realtà con cui ci tocca invece fare i conti è di tutt’altro genere: si scopre l’igienismo (su internet o da qualche conoscente), si fa qualche tentativo (nel migliore dei casi si scrive a Vaccaro, che tuttavia non è un terapeuta), e poi si lascia perdere. Insomma il fallimento. I casi di successo ci sono, certo, anche numerosi magari, ma sono solo la punta di un eisberg la cui base è un cimitero di fallimenti. Forse sarebbe il caso di farci sopra una riflessione.

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  16. arvo

    Francesco, devo dire che non ho capito bene cosa intendi per cimitero di fallimenti. E' solo una tua convinzione o hai dati alla mano? Dici che la gran parte di chi intraprende la via igenista finisce poi per lasciar perdere.
    Nessun dubbio circa il fatto che manchino esperti da consultare o al limite terapeuti. Però non ho questa impressione di abbandono generalizzato.Può darsi che mi sbagli.
    Circa il tuo pessimismo sugli effetti reali dell'igenismo, bisogna sempre tener conto di come uno ha effettivamente condotto le danze. Tutto crudo? Cereali e legumi a profusione? Pensiero positivo o infusioni di Byron, Schopenauer e Giacomo Leopardi? Poi ci sono sole, respirazione, qualità dei cibi stessi e così via.
    Senz'altro ti concedo il fatto che uno come Valdo insiste in maniera particolare sul pensiero positivo, e fa molto bene. Però poi in ambito igenista non si accenna mai a nessun metodo pratico di auto cambiamento positivo, non facendo parte ciò dell'igenismo stesso. Ma questi metodi esistono e funzionano. Gli esperti appunto non se ne occupano e magari questo aspetto viene sottovalutato dalla maggior parte delle persone.
    Infine mettiamoci in testa che finché ci occupiamo di gente sana non incontriamo problemi. Invece se volessimo trattare…per così dire…gente con patologie, allora la musica cambierebbe. Basta osservare gli hameriani della NMG, ridotti in semiclandestinità, perseguiti spesso e volentieri dalla legge. Anche loro, per dirla come VizzVozz, predicano l'astinenza da cure di ogni tipo. e guardiamo che fine hanno fatto. Qui il pessimista sono io, lo ammetto volentieri.

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  17. vizzvozz -

    Son convinto pure io che non basti un digiuno salvifico a risolvere tutti i problemi, e son pure convinto, come te, che in certi casi un supporto esterno o una cura mirata ci voglia eccome. L'igienismo di Valdo è troppo ottimistico, e probabilmente si ritaglia sulla sua stessa persona che, fortunatamente è sempre stata bene e non ha mai avuto bisogno di niente. La realtà di noi comuni mortali, pero', è spesso ben diversa. Un igienista in teoria dovrebbe star sempre meglio, cosi' che avanza nel suo processo di comprensione del suo corpo e si detossifica, ma purtroppo la vita ci dimostra che i malanni possono arrivare a chiuque, perchè la malattia dipende di un concatenarsi di fattori e non sempre le circostanze dell'esistenza ci permettono di tenerli tutti sotto controllo. Ed ecco allora che ci vorrebbe sicuramente una cultura igienista che ammetta degli spiragli di cura laddove serva e che si fasi quindi pure con la medicina tradizionale, anche perchè non sempre puoi aspettare una vita prima di iniziare a stare bene e non puoi nemmeno affrontare passaggi di detox cruenti tirando il fiato sperando che passi. Per fare un esempio, puo' capitare che durante una crisi detossificante uno abbia da espellere un banale calcolo renale, ache piccolo …cosa fai se ti prende una colica seria ? – il digiuno non basta,..hai dolori fortissimi..ma rifiuti il Toradol, non prendi anti-dolorifici, non prendi nulla ed aspetti ?…E se fai cosi' senza prendere niente e continui a lottare con il dolore per giorni e notti, siamo sicuri che stai facendo veramente un buon servizio al tuo corpo ed al tuo spirito ?…quanto ti costa, poi alla fine, in termini energetici rimanere per giorni con un dolore insopportabile ?…Valdo riconosce l'uso del sistema medico e famacologico solamente in caso di incidenti, ma in casi come il mio esempio, cosa si fa ? Chiaro quindi che servirebbero dei medici intelligenti che si interfaccino tra la medicina classica e l'igienismo e sappiano minimizzare l'impatto interventista o farmacologico…Eppoi i problemi ci sono anche a livello molto più elementare. Prendiamo il caso di un igienista che ha la sua bella crisetta detox, di quelle per intenderci che io ho avuto a decine ed ho ancora…anche disturbi banali, tipo raffreddori persistenti, dolori vari, emorroidi, attacchi di mal di pancia etc etc…te ne dovresti stare a casa dal lavoro almeno ogni tanto quando non ce la fai, anche perchè in tal caso se ti metti tranquillo con qualche piccolo digiuno o semi-digiuno puoi risolvere o velocizzare la risoluzione della crisi, ma se ti mancano le forze o hai febbre, soprattutto d'inverno con 5 gradi sotto zero non è il caso di uscire di casa….ed allora cosa fai ?…quale medico "normale" è disposto a darti giorni di malattia senza che tu in contropartita accetti di prendere un farmaco ?. ed ecco che allora prendi ferie, oppure vai dal medico e gli racconti qualche bezza balla, perchè se gli dici che ti serve qualche giorno di malattia perchè hai una crisi detox ma non prenderai comunque nulla, si mette a ridere o si rifiuta di sentirti… Questo è un esempio molto banale, ma io mi ci sono trovato spesso in questa situazione e mi son sempre sentito solo, circondato dal nemico..e per fortuna erano fesserie rispetto a problemi seri …d'accordo che le scelte ideologiche si devono pure un po' pagare, soprattutto quando sono controccorrente, ma avere qualcuno che possa sostenerti sarebbe veramente comodo ed utile, E qui mi riferisco pure ad un supporto legale, legislativo e non solo medico. Qualcuno che, comunque, ti tuteli nella tua libertà di scelta, ma che non ti neghi quell'aiuto di cui comunque potresti aver bisogno. Dando per scontato che, ovviamente, non tutti siamo Supereroi invincibili ed inossidabili..Quindi ti do' pienamenrte ragione..

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  18. Francesco

    Perfetto, VizzVozz, vedo che la pensi esattamente come me.mentre il tuo precedente messaggio sembrava andare in altra direzione, ora ci siamo chiariti.
    Naturalmente, Arvo, non ho dati alla mano circa i fallimenti lungo il percorso igienista, è solo una sensazione basata sulla mia personale esperienza e di qualche amico igienista che “ce l’ha fatta” (e siamo in pochi), ma sarei comunque disposto a scommetterci. Certo non devi chiedere all’oste se il vino è buono, ti dirà che il suo vino fa miracoli e tutti ne son soddisfatti. Forse però, riguardo ai fallimenti, non mi sono spiegato bene: il fallimento non è riferito all’igienismo in sé stesso, a sue carenze strutturali, ma al modo errato con cui è stato affrontato e portato avanti. Certo ci sono anche i casi in cui neppure la più perfetta delle interpretazioni dell’igienismo è in grado di cambiare il corso di una patologia degenerativa divenuta ormai irreversibile, ma io mi riferivo ai tanti casi in cui il difetto sta nel tipo di approccio a questa disciplina: spesso si è soli e sperduti, avremmo bisogno di un aiuto (terapeuta) che purtroppo non si riesce a trovare, e il risultato è che si finisce nelle maglie della medicina convenzionale; oppure ci si spaventa di fronte alle difficoltà, e senza una guida e una spinta illuminata, oltre che amichevole, si finisce per demordere. Da qui vengono soprattutto i fallimenti, o come altrimenti li vorresti chiamare. Da qui il bisogno di strutture di supporto anche nel mondo igienista, dove non tutto si risolve con la famosa cura della non cura, che è solo una parte della vera storia, mentre la realtà è molto più complessa e meno ottimistica (anche se resto convinto che qualcosa si possa fare, prima però dobbiamo smetterla di dirci che va tutto bene e cominciare a guardare in faccia i problemi per quello che sono, basta insomma con l’ipocrisia).
    Quanto infine ai limiti del crudismo (dieta alimentare) e all’importanza della componente psichica sono perfettamente d’accordo con te, ne abbiamo già parlato più volte. Vero poi che spesso i maestri igienisti quando parlano di psiche sono poco convincenti, si capisce che non è questo il loro terreno, sono più efficaci e credibili quando parlano di dieta. Poi vabbè si fa quel che si può, su questo terreno tutto è così nebbioso e incerto che non si può che procedere per tentativi.

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  19. Francesco

    complimenti per il tuo percorso nella detox, Vizz, piuttosto lungo e accidentato come il mio del resto. L'estate scorsa mi son beccato una raffica di raffreddori anche piuttosto violenti anche se di breve durata (perlopiù di mezza giornata), a seguito della eliminazione integrale del cotto (nel mio caso verdura cotta). Per non parlare del bubbone all'occhio, che è durato mesi e ancora adesso non è del tutto debellato (anche perchè son ritornato al mio solito cotto invernale, cui non mi sento ancora di rinunciare). In bocca al lupo

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  20. Francesco

    comunque i raffreddori di cui ti ho detto sono una quisquilia rispetto alla mia precedente detox intestinale, ora perfettamente (almeno credo) risolta

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  21. arvo

    Francesco, siccome ultimamente sto cercando di creare uno schema teorico che descriva e circoscriva la questione salute/malattia ( che tenga conto dei meccanismi di detossificazione/intossicazione, dell'energia personale, del fattore mentale ecc..), può essermi utile un tuo parere sul seguente punto. Quanto un individuo si depura e va incontro ad una crisi che tu chiami detox, vede diminuire momentaneamente la propria energia personale perché questa viene utilizzata in parte per espellere dei veleni. Al termine la tal persona si trova ad un gradino più alto di salute e con un diminuito carico tossico, stabilizzandosi in un nuovo equilibrio. (Diciamo un equilibrio dinamico). E' il caso dell'eliminazione integrale del cotto al quale hai accennato. Se invece viceversa si fa il contrario, l'organismo si carica di tossine e può non avere alcuna crisi, pur avendo a disposizione una energia personale diminuita dal nuovo equilibrio tossiemico. Ma una sorta di crisi può anche esserci se la propria energia è comunque elevata e il proprio organismo cerca di scaricare il nuovo fardello ingombrante. Questi casi sono per es quelli di coloro che si intasano di porcherie a capodanno, e qui assisteremo a successive crisi detossificanti o invece nuovi negativi adattamenti ad un nuovo precario equilibrio energetico e tossico.
    Cosa ne pensi? E' chiaro che tutto è da me semplificato, perché di certo l'organsmo spinge di continuo per eliminare i vari veleni, coi risultati più diversi. Per il momento non faccio valere questioni psicologiche perché i problemi corrispondenti li sto ancora elaborando per farmi un'opinione più precisa, che trovi un punto comune tra materie diverse (igenismo, Hamer, psicologia energetica ecc…). Insomma bazzeccole. Grazie.

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  22. Francesco

    Sì, secondo me le cose stanno proprio come hai ricordato. Una puntualizzazione: quando si aumenta il carico tossico al di sopra del livello di equilibrio, è facile che scatti la crisi eliminativa (a meno che il nostro corpo riesca a trovare le energie sufficienti per abbassare il carico tossico sotto la soglia di equilibrio), è questo il caso delle varie forme influenzali post festività. Se tuttavia il soggetto insiste nel comportamento vizioso, allora il corpo finisce per adattarsi stabilendo un'asticella di equilibrio tossiemico più, diciamo, "perdonante", tanto che il soggetto finisce per evitare la crisi, a prezzo ovviamente di un'intossicazione maggiore dell'organismo.
    Poi c'è tutta la questione di quel che succede in un organismo sempre più intossicato, cioè tutti i vari processi degenerativi che si mettono in atto e che conducono alle diverse e gravi patologie che ne conseguono, che sono ovviamente oggetto di studio da parte della medicina. Quando si entra in detox, dunque, non è più soltanto una questione di smaltimento di vecchie tossine, ma anche di tutta una serie di processi riparativi che possono complicare parecchio l'azione guaritiva del corpo. Ulteriori bazzecole insomma.

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  23. arvo

    E tutto questo mostra anche l'importanza della respirazione e del sangue ossigenato. Si tratta di un aiuto al proprio corpo a espellere tossine sotto forma di anidride carbonica e ad innalzare il livello di energia disponibile. In tale situazione l'eliminazione di tossine è rafforzato secondo la modalità che potremmo definire ordinaria e costante, quella che non si ferma mai. Allora l'organismo può non avere bisogno di crisi eliminative eclatanti che noi chiamiamo malattie. Senza contare la migliore disposizione mentale. Naturalmente vanno presi in considerazione anche altri fattori come l'età, il bagaglio ereditario e la struttura psichica individuale (impostazione, vissuti, traumi e così via).
    Ecco che per chiudere ( con una battuta) direi che è più facile, senza scervellarsi tanto, ragionare in termini macrobiotici, dove tutto viene semplificato e "fatta la festa". Mangio frutta che dà l'acidità? Mi butto sul salato e riparto di slancio. E il bello è che le sensazioni che in genere si hanno, sembrano effettivamente accreditare queste tesi….come dire….un pò avventurose!

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  24. vizzvozz -

    Ti ringrazio, Francesco. Per quanto riguarda il mio percorso detossificante, pero', anche quest'inverno come il precedente ho dovuto nuovamente rallentarlo riducendo la percentuale di crudo, altrimenti non ce la facevo a sopportare la brutta stagione ed il freddo, elementi per me assolutamente destablizzanti… Potrei tranquillamente mantenermi crudista al 90-100 %, come d'estate, e le mie percentuali sono "vere" nel senso che me le calcolo su una proporzione calorica a cui cerco di attenermi abbastanza rigorosamente, ma è proprio una questione di rifiuto organismico ad accettare tutto quella frutta quando la stagione non è più favorevole, quindi devo scendere al 50-60 %. Eppoi, cercando pure di mantenere i grassi al 10 %, e quindi limitando olii crudi e semini, le cose si complicano ulteriormente. Brutta cosa il clima continentale…non fa per me…

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  25. Francesco

    Condivido il tuo disagio nei confronti della stagione fredda, tanto che sto meditando il proposito di raggiungere l’amico Giorgio Malvezzi (citato da Valdo) alle Canarie, non sarebbe una cattiva idea, come pensionato potrei permettermelo. Per quanto riguarda invece il freddo invernale in se stesso, ti dirò che le cose sono molto migliorate rispetto al passato, ora direi che lo sopporto piuttosto bene, non ho più i brividi di una volta dopo aver mangiato frutta o verdura cruda. Diciamo che il ricorso alla verdura cotta nel pasto serale, dopo il piatto di verdura cruda, risponde più ad un bisogno psicologico che organico: un bisogno che in periodo estivo non si manifesta, e che fa parte dell’atmosfera un po’ triste e sonnacchiosa delle serate invernali. In tutti i casi si tratta di poca cosa, parliamo di sette o otto etti di verdura cotta, condita senz’olio, ma solo con limone e battutina d’aglio e prezzemolo e talvolta con sale. Il problema dell’olio ce l’ho solo con l’insalata a foglia tenera (lattuga o anche radicchio), che mi riesce molto difficile condire diversamente da olio/aceto/sale (piuttosto la mangio senza condimento, come di fatto talvolta faccio). Mentre non ho alcun problema a rinunciare all’olio sull’insalata mista cruda di pomodori/peperoni/cetriolo/cipolla o altro, che condisco con del limone e la solita battutina di prezzemolo(o altre aromatiche). In tutti i casi non supero mai il cucchiaio scarso di olio giornaliero, e quindi alla fine riesco a stare nel famoso 10% circa di grassi. Ultimamente poi ho preso un’abitudine che mi viene incontro col problema della bassa quota di grassi, che è quella del frullato verde: un frullato di banane (800/1000 gr), o anche di cachi (o cachi e banane), con della lattuga (200 gr o anche più) non richiede ovviamente alcun condimento, è perfetto così.
    Comunque ho scoperto che un ottimo sistema per scaldarsi è semplicemente quello di bere una tisana calda.

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  26. vizzvozz -

    Mi rubi le parole di bocca !… io sto pensando da tempo alle Canarie…e non solo per il clima, visto che a rimanere qui dove siamo non credo ci si guadagni tanto, oramai…poi è ovvio che ognuno ha le sue necessità…
    Comunque sarebbe buona cosa allora, se possibile, tenersi in contatto …Io le Canarie le conosco pochissimo per esserci stato molti anni fa in vacanza, ma conto di tornarci, per ora solo come turista, quanto prima….
    Per quanto riguarda il pasto serale cotto, a me non basta, nel senso che ho bisogno di qualcosa di caldo già in fase di avvio mattuttino, quindi appena alzato mi prendo una generosa spremuta di arance, e dopo mezz'ora una scodellina di crema budwig semplicissima e personalizzata, fatta al volo…per ora funziona egregiamente. Sarà anche solo suggestione psicologica, ma se funziona è positivo, quantomeno in fase di emergenza invernale..

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