VITAMINA D SUPERATTIVA E INCREDULITÀ DI FRONTE AL DIVERTICOLO O AL LINFONODO

da 8 Lug 2016Salute

LETTERA

DIVERTICOLI DOPO ANNI DI CRUDISMO TENDENZIALE

Valdo, sono Cristina. Ti ho scritto la scorsa settimana per un problema di diverticoli. Anni di crudismo tendenziale e mi trovano un diverticolo? Ultimamente da mesi pancia spesso gonfia, evacuazioni non regolari, non male ma magari due giorni sì e due no, feci a volte molli, no odori cattivi ma il gonfiore, senza un meteorismo che lo giustifichi.

HO SEMPRE CERCATO DI ATTENERMI AI BUONI COMPORTAMENTI

Seguo il pacchetto salute e, da un annetto, ho aumentato il crudo, limitando legumi e cereali. Ma non è solo questo il problema. Quando ho iniziato a cambiare alimentazione circa 10 anni fa, stavo così bene. Due o tre anni fa ero venuta da te al meeting di Alessandria, con mio marito, e abbiamo cenato insieme con Piera, l’organizzatrice. In tale occasione mi avevi detto che andavo benissimo nell’applicare il pacchetto salute. Ho cercato sempre di optare verso comportamenti migliorativi.

B12 BASSA, VITAMINA D BASSA E OMOCISTEINA ALTA

Ebbene, ieri ho ritirato esami sangue e siccome avevo negli ultimi anni la B12 un po’ bassa, oscillante tra 80 e 150, stavolta ho testato l’omocisteina che è risultata a 22. Ma come è possibile? E la vitamina D a 17 nonostante io stia al sole almeno un’ora al giorno camminando nel verde, nelle ore giuste, quelle centrali. Inoltre faccio elettrosottosforzo e mi trovano sottolivellamento del tratto ST in sede inferolaterale uguale o inferiore a 1 mm.

DULCIS IN FUNDO MI RITROVO CON UN LINFONODO INGROSSATO

Dulcis in fundo, ora sono a letto, mi tocco per caso sotto un ascella verso la scapola e mi sembra di sentire un linfonodo un po’ ingrossato. Non ne posso più. Ora dormo che è meglio. Grazie e un abbraccio.

Cristina dalla Liguria

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RISPOSTA

ALLA LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO NESSUNO SFUGGE

Ciao Cristina. È tipico di noi umani lamentarsi e manifestare incredulità e sfiducia ogniqualvolta le cose non vanno per il verso giusto. Come mai succede questo? Come mai proprio a me che mi sono comportata perfettamente per anni? Non voglio mettere in dubbio la tua buona fede e la tua trasparenza nell’elencare i tuoi comportamenti corretti. Non voglio accusarti di niente. Ma ricordati che alla legge di causa ed effetto nessuno di noi si sottrae. Non ci sono sconti per nessuno. Se c’è diverticolite, se c’è gonfiore, se c’è carenza di vitamina D e se esiste un eccesso di omocisteina, nulla è casuale, nulla capita senza una precisa motivazione.

IL CIBO HA FORMIDABILE IMPORTANZA MA CI SONO ALTRI FATTORI DETERMINANTI

Ricordati che per ogni anomalia, per ogni disfunzione e per ogni patologia, non ci si può semplicisticamente scagliare contro il buon cibo eventualmente assunto, ma dimostratosi incapace di ripararci da imprevisti problemi. Il cibo è importantissimo, ma non è tutto. Puoi mangiare il miglior alimento esistente sul pianeta, ma se ti incavoli col marito o col vicino di casa, col principale, col governo, con le tasse che ti perseguitano, col governo e col comune, con le bizze delle dea bendata, o se vuoi trionfare a tutti i costi sul credo e sulle mode altrui innalzando ed esaltando la tua religione super-divina va a finire che subentrano delle alterazioni psico-somatiche.

AMMETTERE LE PROPRIE RESPONSABILITÀ È SEGNO DI SAGGEZZA

La salute deriva dalle componenti corpo, mente e spirito. Pertanto ognuno deve sempre ed in ogni caso avere il buon senso e l’avvedutezza di riconoscere le sue colpe evidenti o nascoste, o la sua sfortuna, o le sue circostanze sfavorevoli. Non è un discorso necessariamente rivolto a te. Vale per tutti, anche per me medesimo ovviamente.

LASCIAMO PURE DA PARTE LA B12 E L’OMOCISTEINA

Tra le cose che hai citato, non credo alla B12 bassa tra 80 e 150 pg/mL, che rientra tutto sommato nelle buone caratteristiche dei vegan-crudisti e che dovrebbe essere compensata da un buon livello di folati B9 e di piridossina B6 (da germe di grano, cereali, frutta da guscio, semini), né attribuisco troppa importanza all’omocisteina livello 22, visto che si tratta di valori con alti e bassi, e che potrai facilmente ridurre mediante strategie desulfuranti a base di bietole rosse e spinacino crudo (leggi tesina Omocisteina barometro funzionale del corpo umano, del 6/12/11).

TRATTIAMO A FONDO LA VITAMINA D CHE È UN ARGOMENTO-CHIAVE

Partiamo dunque dall’argomento principale che a mio avviso è quello della vitamina D, e che va una buona volta trattato a fondo, essendo anche tema controverso e di largo interesse pubblico. Per vitamina D si intende un gruppo di ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Le due più importanti forme nella quale la vitamina D si può trovare sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo), entrambe le forme dall’attività biologica molto simile. Il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo, è sintetizzato negli organismi animali, mentre l’ergocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale.

ALCUNI DATI STORICI

La storia della scoperta della vitamina D parte nel 1919 quando venne evidenziato, da Huldschinsky, che bambini affetti da rachitismo guarivano se esposti alla luce ultravioletta artificiale. Un risultato simile lo si ottenne nel 1922 da A.F. Hess e H.B. Gutman usando, però, la luce solare. Nello stesso periodo venne ipotizzata da Mc Collum l’esistenza di un composto liposolubile essenziale per il metabolismo delle ossa, studiando l’azione antirachitica dell’olio di fegato di pesce dal quale riuscì ad identificare una componente attiva. Nel 1923 Goldblatt e Soames riuscirono a dimostrare che, quando il 7-deidrocolesterolo presente nella pelle viene colpito dai raggi ultravioletti, esso dà origine ad un composto avente la stessa attività biologica del composto lipofilo di Mc Collum. La struttura della vitamina D venne identificata nel 1930 da A. Windaus.

L’OBIETTIVO È QUELLO DEL CALCITRIOLO, FORMA BIOLOGICAMENTE ATTIVA

Le provitamine D si trovano nel tessuto animale e nelle piante. La vitamina D ottenuta in via diretta dall’esposizione solare o attraverso la dieta è presente in una forma biologicamente non attiva e deve subire due reazioni di idrossilazione per essere trasformata nella forma biologicamente attiva, il calcitriolo.

FONTE ALIMENTARE E FONTE SOLARE

La vitamina D è una vitamina liposolubile e può essere acquisita sia con l’alimentazione che con l’esposizione alla luce solare. La forma previtaminica è anche detta Raggio di Sole, in quanto l’azione dei raggi ultravioletti attiva una forma di colesterolo (una delle molte funzioni positive del colesterolo) presente nella pelle e la converte in vitamina D. Prima che diventi attiva viene elaborata dal fegato e idrolizzata dalla bile, poi i reni la trasformano nella sua forma attiva, chiamata 1,25- diidrossi vitamina D o calcitriolo, come citato in precedenza.

LOCALIZZAZIONE E FUNZIONI DI UNA SOSTANZA PIÙ ORMONALE CHE VITAMINICA

Un aspetto unico della vitamina D è che si comporta come un ormone, e talvolta viene considerata tale, perché predilige organi come i reni e l’intestino. Gli altri tessuti dove possiamo trovarla sono il cervello, il pancreas, la pelle, le ossa, l’apparato riproduttivo e alcune cellule cancerose. Attualmente vengono effettuate delle ricerche sulla sua funzione regolatrice del sistema immunitario. La vitamina D fa parte di quel gruppo di sostanze nutritive che sostengono la crescita, la mineralizzazione e la salute delle ossa. Essa aiuta a sintetizzare quegli enzimi presenti nelle mucose preposti al trasporto attivo del calcio disponibile. Inoltre la vitamina D è necessaria per una buona crescita dei bambini, in quanto, senza di essa, le ossa e i denti non calcificano bene.

PREZIOSA PER BAMBINI, PER ADULTI E PER ANZIANI

Anche gli adulti ne traggono benefici. Essa è preziosa nel mantenere un sistema nervoso stabile, un’azione cardiaca e una coagulazione sanguigna normali, poiché tali funzioni sono collegate ad una buona utilizzazione da parte dell’organismo di calcio e fosforo. La vitamina D mantiene stabili i livelli di calcio e fosforo nel sangue stimolando l’assorbimento nel tratto gastrointestinale, mettendo in circolo il calcio e il fosforo delle ossa e stimolandone la ritenzione da parte dei reni. La vitamina D viene anche utilizzata vantaggiosamente in aggiunta alla vitamina A.

PROCESSO DI ASSIMILAZIONE E DI IMMAGAZZINAGGIO

La vitamina D ingerita viene assorbita con i grassi attraverso le pareti intestinali con l’aiuto della bile. La vitamina D, derivata dal deidrocolesterolo tramite radiazioni solari, formandosi nella pelle, viene assorbita dal sistema circolatorio. La pigmentazione è un fattore dell’assorbimento dei raggi ultravioletti. Quanto più pigmento c’è nella pelle, tanto meno vitamina D è necessaria come alimento. Le creme solari con un fattore protettivo superiore a otto impediscono la sintesi della vitamina.
Con l’assorbimento da parte dell’intestino o la formazione nella pelle, la vitamina D viene trasportata al fegato per essere immagazzinata. Altri depositi si trovano nella pelle, nel cervello, nella milza e nelle ossa. L’olio minerale può distruggere la parte già immagazzinata nel tratto intestinale. La grave carenza di calcio riscontrata nei nefropatici è stata attribuita all’incapacità dello organismo di metabolizzare correttamente le vitamine.

VITAMINA SUPERTOSSICA E DA TRATTARE CON PRUDENZA

Attualmente i dosaggi di vitamina D vengono espressi in microgrammi di colecalciferolo (mg) invece che in Unità Internazionali (UI). L’equivalenza è 100 UI = 2,5 mg e 400 UI = 10 mg. Se presa in dosi eccessive, la vitamina D è la più tossica in assoluto. Gli integratori non sono secondo l’igienismo consigliabili. Dovrebbero essere assunti con cautela, nei casi di reale emergenza, in via temporanea e in quantità limitate.

DIECI MICROGRAMMI OVVERO 400 UI AL GIORNO PER I BAMBINI E LA METÀ PER GLI ADULTI

Il fabbisogno da parte dell’organismo di vitamina D può essere soddisfatto tramite l’esposizione ai raggi solari, che non ha conseguenze tossiche e tramite l’assunzione simultanea di cibo adatto. I bambini in fase di crescita hanno bisogno di 10 microgrammi al giorno, mentre gli adulti devono assumerne la metà. Il Consiglio Nazionale di Ricerca (Usa) stabilisce la dose dietetica di vitamina D a 400 UI al giorno, sufficiente al fabbisogno di tutti gli individui sani che non ne ricavano attraverso l’esposizione ai raggi ultravioletti.

ALMENO QUINDICI MINUTI DI SOLE TRE VOLTE ALLA SETTIMANA

L’esposizione ai raggi del sole per 10 o 15 minuti due o tre volte alla settimana è sufficiente per garantire la quantità di vitamina D necessaria all’organismo. Le persone con la pelle scura raggiungeranno in 3 ore lo stesso grado di sintesi che una persona con la pelle chiara raggiunge in 30 minuti, quindi il tempo di esposizione deve essere adattato alla pigmentazione della pelle. Le donne durante la gravidanza e l’allattamento, necessitano di dosaggi extra di vitamina D nella loro dieta.

ANDARE OLTRE LE 400 UI NON PORTA ALCUN BENEFICIO

Si ritiene che la perdita di calcio e di fosforo da parte del sistema scheletrico negli adulti sia meno rapida di quella in un organismo in via di sviluppo. Va inoltre rilevato che un beneficio dall’adeguata disponibilità di vitamina D si manifesterà soltanto dopo aver soddisfatto il fabbisogno alimentare di calcio e di fosforo. Dall’assunzione di quote al di sopra di 400 UI al giorno non si ottengono benefici ulteriori se non per cure terapeutiche. Un eccesso di vitamina D aumenta peraltro l’assorbimento del calcio, ma questo può portare alla rimozione del calcio dalle ossa ed a un accumulo nei tessuti molli, con la formazione di calcoli biliari e renali.

ESCREZIONE DI CALCIO NELLE URINE, INDURIMENTO VASI E CALCIFICAZIONE DEI TESSUTI SOFFICI

Quantità eccessive di vitamina D possono determinare alti livelli di calcio e di fosforo nel sangue e una notevole escrezione di calcio nelle urine, e ciò provoca la calcificazione dei tessuti soffici, delle pareti dei vasi sanguigni e dei tubuli renali. Tali disturbi si riassumono nella ipercalcemia. L’indurimento dei vasi sanguigni nel cuore e nei polmoni può portare persino alla morte. D’altra parte, un’aumentata attività cardiaca richiede più calcio, il quale viene fornito solo se vi è nel sistema sufficiente vitamina D.

INSIDIE NOTEVOLI NELLA IPERVITAMINOSI D

Nel manifestarsi della cosiddetta ipervitaminosi D, possono avvenire mutamenti patologici nell’organismo. Sintomi di dosaggio eccessivo, in forma acuta, si manifestano con frequente urinazione, perdita dell’appetito, nausea, vomito, diarrea, stitichezza, debolezza muscolare, vertigini, stanchezza e calcificazione dei tessuti soffici del cuore, dei vasi sanguigni e dei polmoni e nei casi più gravi confusione, ipertensione, insufficienza renale e coma. Alcuni bambini che consumano latte vitaminizzato con vitamina D aggiunta sono iperattivi. Questa reazione alla vitamina può portare ad ulteriori complicazioni. I problemi di assorbimento in alcune persone malate di artrite reumatoide, possono causare un accumulo anormale di vitamina D3 nel corpo. La vitamina D di origine animale ha diversa forza, secondo il grado di luce solare al quale l’animale è stato esposto. Un litro di latte bovino contiene 400 UI di vitamina D2.

SINTOMI DI IPOVITAMINOSI

Dalla ipovitaminosi D consegue un inadeguato assorbimento del calcio da parte del tratto intestinale e una ritenzione di fosforo nei reni, apportando una mineralizzazione difettosa della struttura ossea. I sintomi della carenza di calcio sono uguali a quelli della carenza di vitamina D. L’incapacità delle ossa deboli di sopportare lo stress del peso si manifesta in deformazioni scheletriche. Il rachitismo, un disturbo osseo dei bambini, è un effetto diretto della carenza di vitamina D. Segni di rachitismo sono ‘’indebolimento del cranio e delle ossa, con inarcamento delle gambe e della colonna vertebrale, ingrossamento dell’articolazione del polso, del ginocchio e dell’anca, muscoli scarsamente sviluppati e irritabilità nervosa.

CARENZE NEI NEONATI E OSTEOMALACIA NEGLI ADULTI

Una carenza è molto comune nei neonati prematuri o nei bambini che hanno poca esposizione ai raggi solari. Il rachitismo adulto, chiamato osteomalacia, può manifestarsi soprattutto nelle donne che hanno continue gravidanze e periodi di allattamento e negli anziani che non si espongono al sole, che non consumano abbastanza alimenti contenenti vitamina D o che non possono assorbirla. Le malattie che colpiscono il fegato od i reni, possono manifestare gli stessi sintomi della carenza. Gli alcolizzati, le persone che non bevono latte e che prendono medicinali ostacolanti l’assorbimento, sono a rischio di carenza.

TETANIA, SORDITÀ, MIOPIA E CELIACHIA

Una carenza può anche causare tetania, una condizione caratterizzata da intorpidimento muscolare, formicolii e spasmi. Il morbo celiaco è indirettamente collegato ad una carenza di vitamina D risultante da un danno strutturale e da grassi, sali di calcio e vitamina D che non vengono assorbiti e che vengono espulsi con le feci. Continuano le ricerche per stabilire la relazione tra vitamina D e sordità. Si pensa che la coclea, un osso dell’orecchio medio, si deteriori in assenza di una quantità adeguata di vitamina D per l’assorbimento del calcio. Il dott. Arthur A. Knapp, un oculista, ha commentato il risultato di alcune ricerche eseguite, indicando che una carenza di vitamina D può causare miopia o presbiopia. Una carenza di vitamina D può anche portare ad uno sviluppo difettoso della struttura dentale.

VITAMINA D BENEFICA ED IMMUNOMODULANTE

La vitamina D aiuta a prevenire e curare il rachitismo, una malattia che si manifesta per insufficienza di calcio, di fosforo o di vitamina D. Essa contribuisce anche a curare l’osteomalacia negli adulti. I risultati delle ricerche suggeriscono che la fotosintesi della vitamina D aumenta la resistenza alla tubercolosi e protegge dal tumore colorettale e mammario. La vitamina D presente negli alimenti ha ritardato lo sviluppo di tumori in alcune ricerche eseguite in vitro, e questo potrebbe essere applicato al trattamento del retinoblastoma e altri tumori. La vitamina D è considerata un immunomodulante che rallenta o ferma i batteri in sovrannumero che causano le malattie. Lo studio sulla vitamina D e l’AIDS continua. La vitamina D in forma attiva ed i raggi solari sono efficaci nella cura della psoriasi.

DENTIZIONE, OSTEOPOROSI, MENOPAUSA, DEPRESSIONE

La vitamina D ha un ruolo importante durante la dentizione. Essa è necessaria per un buon sviluppo, crescita e rafforzamento della dentatura. La vitamina D protegge le persone in menopausa dall’osteoporosi causata dal cortisone. Attualmente vengono effettuati degli studi sul legame tra calcitriolo e osteoporosi. Sia la vitamina D che il calcio mantengono le ossa sane o forti durante la menopausa. La vitamina D previene la frattura dell’anca negli anziani. In uno studio scandinavo la vitamina D è stata collegata alla difesa dalla depressione. Le vitamine D ed A sono benefiche nel ridurre l’incidenza di raffreddori. Ambedue, se somministrate insieme alla vitamina C, agiscono come misura preventiva. Gli studiosi hanno stabilito che l’acidità dei succhi gastrici viene condizionata dalla quantità di vitamina D presente nella dieta.

REGOLAZIONE CALCIO E FOSFORO  GRAZIE A CALCITONINA E PARATORMONE

La vitamina D favorisce il riassorbimento di calcio a livello renale, l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio nonché i processi di mineralizzazione dell’osso. La regolazione dei livelli di calcio e fosforo nell’organismo avviene insieme all’azione di due importanti ormoni come la calcitonina e il paratormone.

EQUILIBRI DELICATISSIMI

La calcitonina ha azioni opposte a quelle della vitamina D, favorendo l’eliminazione urinaria e la deposizione di calcio nelle ossa. Ciò si traduce in una diminuzione dei livelli plasmatici di calcio. Il paratormone, invece, inibisce il riassorbimento renale dei fosfati, aumenta quello del calcio e stimola il rene a produrre calcitriolo 1,25(OH)D. A livello dell’osso, il paratormone promuove il rilascio di calcio. La produzione di questi ormoni e di vitamina D è strettamente dipendente dalla concentrazione plasmatica di calcio. Una condizione di ipocalcemia stimola la produzione di paratormone e di calcitriolo 1,25(OH)D. Un aumento del calcio plasmatico, invece, favorisce la sintesi di calcitonina. Il delicato equilibrio che si viene a creare determina una buona regolazione dei processi di mineralizzazione.

CARENZA GENERALIZZATA DI VITAMINA D IN ITALIA

In Italia l’80% della popolazione è carente. L’insufficienza di vitamina D interessa circa la metà dei giovani italiani nei mesi invernali. La condizione carenziale aumenta con l’avanzare dell’età sino ad interessare la quasi totalità della popolazione anziana italiana. Uno studio italiano del 2003 mostrava che, su 700 donne in età postmenopausale, il 76% presentava livelli di vitamina D assolutamente insufficienti.

VITAMINA D SOTTO LA NORMA E RELATIVE CONSEGUENZE

Le prime alterazioni, in caso di vitamina D sotto la norma, consistono nella diminuzione dei livelli sierici di calcio e fosforo con conseguente iperparatiroidismo secondario ed aumento della concentrazione di fosfatasi alcalina. Successivamente si hanno alterazione dei processi di mineralizzazione con rachitismo (nel bambino) ed osteomalcia (nell’adulto), con debolezza muscolare, deformazione ossea e dolori. Alcuni studi del 2006 hanno portato alla luce come la carenza di vitamina D possa essere collegata con la sindrome influenzale, altri del 2009 correlano la carenza della vitamina con il manifestarsi della sclerosi multipla. Particolarmente seria è la condizione delle donne in gravidanza. Studi recenti rivelano che più del 66% delle donne è carente di vitamina D, ovvero il livello nel sangue di calcitriolo 25(OH)D è minore di 30 ng/ml, e questi risultati sono indipendenti dalla stagionalità e dall’assunzione della supplementazione consigliata dai medici.

SI VORREBBERO RACCOMANDARE SUPPLEMENTAZIONI 10 VOLTE PIÙ ALTE

Il dosaggio della vitamina D nella forma 25(OH)D sierica rappresenta il metodo più accurato per stimare lo stato di replezione vitaminica D. in Italia un livello inferiore a 30 ng/ml è considerato insufficiente. Secondo l’Istituto di Medicina (IOM) sarebbero necessarie 600UI al giorno per far raggiungere al 97,5% della popolazione un valore di 20 ng/ml di 25OHD nel sangue, ma questi calcoli non si sono rivelati esatti e le dosi raccomandate sono considerate troppo basse di circa 10 volte.

LA VITAMINA D VA ASSUNTA DAL SOLE O DAL CIBO TUTTI I SANTI GIORNI

Durante la gravidanza e l’allattamento le richieste di vitamina D aumentano per far fronte alla maturazione dello scheletro, del feto e del neonato. Generalmente l’esposizione alla luce dovrebbe mantenere dei livelli adeguati, ma alle latitudini italiane da ottobre a marzo questo non è possibile e si possono verificare stati carenziali sia per la mamma che per il nascituro. La carenza di vitamina D è particolarmente frequente in Italia, specie negli anziani e nei mesi invernali, la carenza è tanto comune e di tale entità che l’86% delle donne italiane sopra i 70 anni presenta livelli ematici di 25(OH)D inferiori ai 10 ng/ml alla fine dell’inverno.Visto che la vitamina D circola e viene attivata non solo a livello epatico e renale ma in tutti i tessuti del corpo, dove avviene l’attivazione autocrina, e che la sua l’emivita è di circa 24 ore, è importante che questa venga assunta, tramite esposizione solare o tramite cibo, ogni giorno.

PROLUNGATA ASSUNZIONE DI VITAMINA D SINTETICA

In caso di prolungata assunzione di vitamina D sintetica, si possono verificare fenomeni di tossicità acuta o cronica con comparsa di nausea, diarrea, ipercalciuria, ipercalcemia, poliuria, calcificazione dei tessuti molli, abbassamento paradossale della vitamina D. Si tende a dire che questi inconvenienti accadono quando si superano i 100 ng/ml o per dosi integratrici giornaliere di 40.000 U.I al giorno, ma tutti questi dati variano di molto.

VOCI CONTRASTANTI SULLE SUPPLEMENTAZIONI PERSINO IN CAMPO MEDICO

Per la salute delle ossa, in assenza di particolari carenze, meglio esporsi al sole, con le adeguate protezioni, che prendere integratori di vitamina D. La chiamano vitamina del sole perché è proprio l’esposizione ai raggi solari che consente al nostro organismo di produrla. Questo è praticamente l’unico modo per assicurarsene le giuste dosi dal momento che si trova naturalmente in pochissimi alimenti. Certo, ci sono gli integratori, e nel recente passato la ricerca scientifica ne ha caldeggiato l’uso, sostenendo che un deficit di vitamina D fosse più pericoloso di un suo eventuale sovradosaggio. Ma ora cominciano ad alzarsi dagli istituti di ricerca voci contrarie a questa posizione.

MAGGIORE CAUTELA NELLE PRESCRIZIONI

Un nuovo studio del Johns Hopkins Medicine, ospedale universitario americano di fama mondiale, rivela che a livelli superiori a quello considerato ottimale non corrispondono maggiori benefici. Questa scoperta, unita ai risultati di un precedente studio dello stesso team dal quale erano emersi addirittura potenziali danni causati da livelli troppo alti di vitamina D nel sangue di persone sane, spingono a considerare la necessità di una maggiore cautela nella prescrizione e nel consumo di integratori in persone che non hanno particolari deficit di questa vitamina.

SI POTREBBE CONCEPIRE QUALCHE SUPPLEMENTAZIONE PER LE SOLE PERSONE A RISCHIO

La vitamina D è importante perché aiuta a fissare il calcio nelle ossa, ma deve la sua popolarità anche al fatto che in passato era stato dimostrato il suo ruolo protettivo dal rischio cardiovascolare. Una supplementazione potrebbe essere indicata per le persone a maggior rischio di osteoporosi come gli anziani e le donne dopo la menopausa, e per chi soffre di malattie renali. Si tratta di gruppi specifici che possono trarre reali benefici da livelli più alti della vitamina per la salute delle ossa. Per tutti gli altri pare proprio che invece integrare non abbia senso.

NON SERVE ANDARE OLTRE I 21 NANOGRAMMI

Su un campione di 10.000 persone che hanno partecipato all’americano National Health and Nutrition Examination Survey tra il 2011 e il 2004, i cui dati sono stati incrociati con quelli sulla mortalità del National Health Index, è emerso che un tasso pari a 21 nanogrammi di vitamina D per millilitro di sangue dimezza il rischio di morte per tutte le cause, ma con particolare attenzione a quelle per malattie cardiovascolari. Sopra questo livello però l’effetto protettivo della vitamina del sole svanisce.

IL MARKER DI INFIAMMAZIONE CARDIOVASCOLARE CRP RIVELA INDURIMENTO VASI OLTRE I 21 NANOGRAMMI

Una ricerca pubblicata dagli stessi autori (Muhammad Amer e Rehan Qayyum) sull’American Journal of Cardiology nel gennaio del 2012 aveva già dimostrato che livelli crescenti di vitamina D nel sangue sono associati a più bassi livelli di un marker per l’infiammazione cardiovascolare (CRP). Ma sopra i 21 nanogrammi al millilitro, il CRP comincia a salire e questa non è una buona notizia, perché il marker è legato all’indurimento dei vasi sanguigni e a un aumentato rischio di problemi cardiovascolari.

ANDIAMOCI PIANO CON LE CORSE IN FARMACIA

Le conclusioni dei ricercatori sono che, per la maggior parte delle persone sane, è improbabile che un’integrazione di vitamina D possa prevenire malattie cardiovascolari o allungare loro la vita. Se si sospetta una carenza, quindi, meglio comunque fare gli esami del sangue prima di correre in farmacia. Tra l’altro, chiosa Amer, non esiste una quantità certa di integratore che possa portare il livello di vitamina D nel sangue a 21 ng/ml.

DOVE TROVARE LA D2 ERGOCALCIFEROLO E DOVE LA D3 COLECALCIFEROLO

Lo stesso dosaggio della vitamina D e lo stesso range nei valori sono molto soggettivi e variano da persona a persona. Dipendono fortemente dalla esposizione solare che ne incrementa la sintesi e l’assorbimento. Il colecalciferolo D3 è derivato dal colesterolo, per cui lo troviamo nel pesce, nelle uova e nei latticini. Più che vitamina o più che sostanza nutritiva, la D3 è un precursore degli ormoni tiroidei, per cui non si deve cercare troppo negli alimenti. L’ergocalciferolo D2 di provenienza vegetale lo troviamo nelle verdure verdi, fiori di zucca, funghi (100 grammi di porcini forniscono circa 3 mg di vitamina D), alghe, germogli, broccoli, cime di rapa, semi di sesamo, spinaci, erbette, bietole, asparagi, muesli. Causiamo perdite di D2 e D3 quando assumiamo sale, aceto, bevande gassate e fosforiche.

BASTANO 10 MINUTI AL GIORNO DI SOLE INTEGRALE PER STARE IN PERFETTA FORMA

La vitamina D è una sostanza piuttosto anomala. A differenza di altre vitamine, si comporta come se si trattasse di un ormone. La questione è molto delicata. Quando pensiamo alla vitamina D, richiamiamo alla mente cibi come i latticini, le uova, l’olio di fegato di merluzzo, il salmone o altri pesci che contengono una forma alimentare di vitamina D, oppure integratori da dover assumere per far fronte ad una carenza. Non tutti sono a conoscenza di come sia sufficiente una regolare esposizione alla luce del sole, anche di circa 10 minuti al giorno, per permettere al nostro organismo la produzione della vitamina D necessaria al suo corretto funzionamento.

PER CHI VIVE NEGLI IGLOO DELLA LAPPONIA QUALCHE PASTICCA È COMPRENSIBILE

L’integrazione di vitamina D dovrebbe essere consigliata soltanto in caso di reali carenze, di particolari condizioni di salute o momenti della vita, e di impossibilità ad un’esposizione regolare alla luce solare, un’eventualità che colpisce soprattutto gli abitanti dei Paesi nordici.

LA COLLUSIONE CON BIG PHARMA E L’ODIO PER IL SOLE IMPEDISCONO OGNI CHIAREZZA DA PARTE DEI MEDICI PASTICCAI

Ma i pasticcai dell’Ordine Medico, implacabili nemici del sole e della salute, hanno troppi legami con Big Pharma per parlare chiaro e rinunciare all’immenso business della vitamina D e degli integratori in generale. Per quel tipo di medici siamo tutti scandinavi infreddoliti e bisognosi di calcitriolo sintetico.

POSIZIONI CHIARE E RIVOLUZIONARIE DI COLIN CAMPBELL SULLA VITAMINA D SUPERATTIVA SOLARE

L’argomento vitamina D in correlazione all’importanza dell’esposizione alla luce solare e agli aspetti correlati alla prevenzione viene approfondito da Colin Campbell nel suo best seller The China Study.
La vitamina D viene definita come una sostanza che non è necessario assumere attraverso l’alimentazione. Un periodo di esposizione al sole pari a 15-20 minuti ogni due giorni permette infatti al nostro organismo di produrne la quantità necessaria. A partire da essa, il nostro organismo sintetizza una forma di vitamina D superattiva, utile nella prevenzione di malattie come il cancro, l’osteoporosi, le patologie autoimmuni, e non solo.

INSUFFICIENTE ESPOSIZIONE SOLARE E ASSUNZIONE DI ALIMENTI PROTEICI OSTACOLANO LA PRODUZIONE DI VITAMINA D SUPERATTIVA!

La vitamina D superattiva, che ne rappresenta la forma più importante, non può essere ottenuta tramite l’alimentazione o l’assunzione di integratori. È il nostro organismo a svilupparla, quando si trova in condizioni di buona salute. Quali sono i fattori che possono ostacolare la produzione di vitamina D superattiva da parte del nostro organismo? L’insufficiente esposizione al sole, innanzitutto, ma non solo. Campbell indica ulteriori aspetti che potrebbero lasciare stupiti molti. Si tratta dell’assunzione di alimenti che arrestano la produzione di vitamina D superattiva, ovvero latticini e cibi contenenti proteine animali. Le proteine animali, oltre che nel latte e nei formaggi, sono contenute in tutti i derivati del latte, nella carne, nel pesce e nelle uova. Questi alimenti, sebbene possano contenere una forma di vitamina D alimentare, impediscono la produzione da parte dell’organismo della vitamina D superattiva.

QUELLO CHE CONTA SONO I  LIVELLI COSTANTI DI VITAMINA D SUPERATTIVA

Che cosa accade quando i livelli di vitamina D superattiva nell’organismo sono costantemente bassi? Una simile situazione ci espone al rischio di numerose patologie, con particolare riferimento ai tumori. Se gli alimenti di origine animale comportano un blocco produttivo della vitamina D superattiva, ne consegue che l’assunzione di tali cibi va decisamente abbandonata.

CONSULTARE IL TESTO “FIGLI VEGETARIANI” DI LUIGI PROIETTI

Un caso particolare è costituito dalle donne in gravidanza o allattamento e dai neonati. Durante gravidanza e allattamento l’integrazione di vitamina D è obbligatoria? Un testo di riferimento utile in proposito è costituito dal volume Figli Vegetariani, del noto pediatria Luciano Proietti. Anche lui sottolinea l’importanza di favorire l’assorbimento della vitamina D a livello intestinale tramite l’esposizione alla luce del sole.

ESPOSIZIONE SOLARE PER NEONATI E LATTANTI

Ciò permette di evitare il rachitismo, una patologia che può presentarsi nei bambini e causare malformazioni a livello scheletrico e osseo. A suo parere, il fabbisogno alimentare di vitamina D dipende dalla quantità dell’esposizione alla luce solare. I lattanti dovrebbero essere esposti alla luce solare da 30 minuti a 3 ore alla settimana. Inoltre, l’assunzione di vitamina D tramite integratori nei lattanti potrebbe essere causa di sovradosaggio e di un eccessivo accumulo di calcio nell’organismo.

L’ESPOSIZIONE DEI MESI ESTIVI COPRE ANCHE LE NECESSITÀ INVERNALI

Durante la gravidanza e l’allattamento, sia le madri che i bambini, per una maggiore sicurezza, dovrebbero tenere sotto controllo i livelli di vitamina D e valutare con un esperto non di parte la necessità di incrementare l’esposizione alla luce solare o di ricorrere eventualmente ad alimenti fortificati, in dosaggi adeguati, solitamente prescritti per prevenire il rachitismo neonatale. È bene infine sapere che, in condizioni normali, la vitamina D viene accumulata nell’organismo, e che quella prodotta durante i mesi estivi, grazie ad una maggiore esposizione alla luce solare, è generalmente sufficiente anche per il periodo invernale.

VENIAMO ORA ALLA DIVERTICOLITE

La diverticolite è un’infiammazione dei diverticoli, piccole sacche sporgenti che tendono a formarsi in età avanzata nella parte finale dell’intestino crasso, formate da mutamenti della mucosa intestinale. Solitamente i diverticoli non causano problemi di sorta, ma se si infiammano o si infettano possono gonfiarsi e provocare problemi anche gravi agli organi interni.

IMPROVVISI DOLORI PARTE SINISTRA E BASSA DELL’ADDOME, CRAMPI  E STIPSI

I sintomi della diverticolite più comuni sono riconducibili al classico dolore addominale che si localizza tendenzialmente nella parte inferiore sinistra del ventre. Tra gli altri sintomi, possono presentarsi crampi forti, diarrea o al contrario stitichezza, nausea e anche febbre. Caratteristica fondamentale del dolore da diverticolite è la sua improvvisa comparsa, oltre all’intensità molto alta e concentrata in quella parte.

RIMEDI NATURALI

Esistono molti rimedi per la diverticolite. Innanzitutto è consigliabile modificare la propria dieta, privilegiando frutta e verdura che lascino poche scorie e che siano facilmente digeribili. Mangiare integrale è preferibile, ma bisogna anche limitare il consumo di cereali per non affaticare l’intestino. Dare priorità ad abbondante frutta acquosa lontano dai pasti. Inserire alimenti amici, ananas, arancia, avocado, carota, carciofo, cavolo, cavolfiore, cocco, cocomero, valeriana o dolcetta, fico, finocchio, more di gelso, mango, mela, mirtillo, nespola, orzo, papaia, pomodoro, portulaca, rapa, ribes, tarassaco, uva, zucca. Tra le tisane più consigliate, valgono quelle che aiutano a rilassare la muscolatura e a proteggere la flora batterica, quali camomilla, melissa, passiflora, biancospino, tiglio e finocchio selvatico, utili ad aiutare la digestione.

MA I VERI FATTORI GUARENTI VANNO BEN OLTRE

Ma, ben al di sopra di tutti questi elenchi e di tutte queste considerazioni, ci sono diversi fattori determinanti capaci di portare ad un invidiabile stato di forma, con salute fisica per il corpo, bellezza per l’anima e trasparenza per la mente. Non penso di doverti insegnare nulla in fatto di valori, ma li voglio ugualmente elencare. Mi riferisco a pensiero positivo, solidi principi morali ed etici, lavoro congeniale e redditizio, aria fresca ed acqua trasparente, esercizio fisico, moderazione in tutte le cose, aspirazioni spirituali, saper sorridere sulle proprie disavventure connesse al vivere quotidiano.

IL BUON CIBO NATURALE CONDUCE AL MENS SANA IN CORPORE SANO DEL GRANDE GIOVENALE

Ovvio che una dieta appropriata non è in contraddizione con tali qualità. Ovvio che essa costituisce la base di partenza della nostra vita, il primo passo di un lungo percorso a tappe. Ogni casa, anche la più modesta, è comoda e sicura tanto quanto sono le sue fondamenta. Se poi si tratta di una abitazione mobile e temporanea, tipo una virtuale roulotte di transizione, ancora più attenzioni verso motore, filtri, impianto elettrico e pneumatici. Che genere di viaggio potremmo mai intraprendere con un corpo debole e malaticcio?

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

1 commento

  1. Devis

    L'80% degli italiani è carente di vitamina D?! E come mai, chili di pesce e latticini non bastano più? Evvai con gli integratori! In questo caso spero che nessuno si azzardi a colpevolizzare le dieta vegana perché sarebbe davvero il colmo! Ritornando seri mi premeva aggiungere un particolare molto importante riguardo all'esposizione solare. Pare che per favorire la sintesi della vitamina D è bene evitare di lavarsi prima di esporsi al sole e qualche ora dopo. Questo perché la vitamina D si forma nel sebo della pelle.

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