LA NESTLÉ E IL SEQUESTRO DELLE ACQUE

da 6 Lug 2013Attualità

LETTERA

ACQUA NON PIÙ DIRITTO UMANO MA BENE GESTITO DALLE MULTINAZIONALI

Commenti fatti di recente dal CEO delle Nestlé Peter Brabeck implicano che l’acqua del mondo sarà presto sotto il controllo di multinazionali come la sua. Brabeck incredibilmente dichiara che l’acqua non è un diritto umano, ma deve essere gestita da uomini d’affari e organi di governo.

TOT LITRI A TESTA E POI IL RUBINETTO SI CHIUDE

Vuole controllare l’acqua, privatizzandola, ed essere delegato in modo da sostenere il pianeta. Tutto questo significa che i futuri piani di Brabeck includono il monitoraggio e il controllo della quantità di acqua utilizzata dalla gente. Un giorno non lontano città e nazioni potrebbero essere costrette dal diritto internazionale a limitare o addirittura razionare in ogni famiglia l’utilizzo dell’ acqua.

DIVIETO LEGALE DI SCAVARE POZZI O DI RACCOGLIERE L’ACQUA PIOVANA, COME GIÀ SUCCEDE IN DIVERSI STATI AMERICANI

Le persone potrebbero non ottenere più i permessi per scavare pozzi oppure pagare multe per la raccolta dell’ acqua piovana. Non è uno scherzo. Leggi come queste sono già in atto negli Stati Uniti.

LA NESTLÉ GUADAGNA 65 MILIARDI DI DOLLARI/ANNO E MILIONI DI PERSONE DIPENDONO DAI SUOI PRODOTTI

Nell’intervista, Brabeck afferma che la sua azienda è la più grande società alimentare del mondo, con oltre $ 65 miliardi di profitto ogni anno. Egli sostiene con orgoglio che milioni di persone dipendono da lui e la sua compagnia.

QUALCUNO PROBABILMENTE SI STA MONTANDO LA TESTA

Ma questo tizio crede forse di essere un dio? Chi avrà poi il privilegio esclusivo di controllare l’acqua? Brabeck basa i suoi progetti di sostenibilità sul fatto che un terzo della popolazione del mondo può trovarsi di fronte a una gravissima scarsità d’acqua nel giro di 15-20 anni.

L’ACQUA È DIRITTO INALIENABILE PER CIASCUNO DI NOI

Controllando il prezzo dell’acqua, Brabeck crede di poter salvare il pianeta dalla scarsità di cibo e di acqua nei prossimi anni. A questo punto diventa urgente per tutti prepararsi al peggio. Con la minaccia di future carenze d’acqua prospettata da Brabeck, è necessario ricordare a ogni umano che la libertà naturale e gratuita di rifornirsi d’acqua rimane un diritto inalienabile.

LA NESTLÉ COVA MIRE MONOPOLISTICHE SULL’ACQUA MONDIALE

Cosa potrebbe accadere se i controlli internazionali venissero dirottati sulle fonti d’acqua e regolate da pochi eletti? Sarebbe un disastro davvero. Meglio dunque che ogni nazione libera ed autonoma, ed ogni suo singolo cittadino, sappiano trovare al più presto modi migliori per risparmiare e rispettare l’acqua di propria iniziativa, piuttosto che permettere alle multinazionali di sequestrare questo bene prezioso.

UN ENNESIMO ATTACCO AI DIRITTI FONDAMENTALI

Le persone libere devono dovunque impegnarsi in modo solidale per preservare il loro diritto naturale all’acqua. Se uno vuole scavare nella sua proprietà e bersi l’acqua di falda, questo deve poter avvenire. Se uno vuole raccogliere l’acqua dalla pioggia per irrigare il proprio giardino, e allora così sia. Ognuno sia responsabile della sua autonomia idrica.

GLI IMBOTTIGLIATORI PREPOTENTI ED ARROGANTI VANNO FERMATI

È il momento di respingere l’industria dell’acqua in bottiglia che è diventata una specie di lavaggio del cervello. Gli esseri umani possono sostenersi e lavorare insieme, gestendo la propria acqua. Amministratori e delegati aziendali non sono la soluzione. L’acqua deve rimanere pura, gratuita e disponibile come un diritto di tutti. Fonte: http://mangiosintetico.blogspot.it/2013/04/nestle-lacqua-che-elimin

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RISPOSTA

UNA NESTLÈ DISTRIBUTRICE DI ACQUA MA NON DI SALUTE

La prima cosa che mi viene da osservare è che la Nestlé sta in effetti assorbendo marchi esistenti tipo Recoaro, Levissima, San Bernardo, Acqua Vera, Acqua Panna, Pejo e altre ancora. In questo segue il percorso della Coca-Cola, che non sta a guardare e invade il mondo con il suo marchio Bonaqua, esaltando i tanti minerali (inorganici) della sua acqua e diseducando in tal modo la clientela che non ha ancora imparato a distinguere tra minerale organico ed inorganico.

CONFEZIONARE BEVANDE IN MODO SCRITERIATO È COSA ASSAI GRAVE

Imbottigliare liquidi avvelenanti è molto remunerativo. Si tratti di latte carico di caseina e di calcio inassorbibile, si tratti di cole all’asportame, si tratti di the al limone, si tratti di bibite frizzanti e addolcite, si tratti di Red-Bull e di Gatorade e simili, si tratti di acqua Kangen alcalina, si tratti di succhi di frutta pastorizzati, il business rende alle spalle della salute dei consumatori. Salute che cala in proporzione, visto che ogni liquido confezionato ha due enormi difetti: quello di avvelenare da un lato e quello di togliere spazio all’acqua biologica della frutta dall’altro. Esistono, nota bene, succhi a corta conservazione che presentano minori problemi.

UN BUON MOTIVO IN PIÙ PER PUNTARE AL CRUDISMO

La seconda cosa è che abbiamo tutti un motivo in più non solo per difendere i nostri legittimi diritti ad avere libero accesso all’acqua, ma anche per andare con maggior decisione verso la frutta acquosa ed il crudismo, che ci danno l’acqua migliore del mondo, ossia quell’acqua biologica che consumata regolarmente ci disseta al meglio e ci libera dalla dipendenza acquea, riducendo il nostro fabbisogno a un paio di bicchieri al giorno, bevibili anche dal comune rubinetto, magari con l’aggiunta di qualche goccia di limone.

MANGIARE CARNE È UN CRIMINE VERSO GLI ANIMALI E VERSO LE RISORSE IDRICHE

La terza è che si ripropone il problema dei consumi spropositati d’acqua. Per produrre 1 kg di carne si consumano oltre 20.000 litri d’acqua, mentre per produrre un kg di patate, o di carote o di cereali ne bastano meno di 200 litri. Un motivo in più per chiudere tutti i macelli del mondo, come auspicato da Voltaire tre secoli fa, e come auspicato da Pitagora 3 millenni fa.

CON LE FALDE IDRICHE AVVELENATE NON ANDREMO LONTANO

La quarta è che continuando a intendere l’agricoltura come serva degli odiosi allevamenti e degli ancora più odiosi macelli, continuando ad irrorare i campi di mais con Round-Up e altre sostanze tossiche, si finisce pure per avvelenare le falde idriche già ridondanti di azidrina e di altre sostanze a rischio.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

2 Commenti

  1. Merio

    il problema è proprio questo… questi qua… i CEO delle maggiori multinazionali…. magari non tutti, ma una buona parte di loro credono di essere DEI… senza cattiveria, dovrebbero ricevere un fermo e ben caricato schiaffo in faccia… mica per fargli male… solo per dargli una svegliata… magari due… tanto per essere sicuri… sanguinano come tutti quanti…

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  2. arvo

    Circa invece i minerali da distinguere, come scrive Valdo, direi che le persone comuni si possono anche comprendere. Il fatto grave sta invece nella incapacità di fare distinzioni da parte di medici ed operatori della salute, compresi tanti facenti parte del mondo dell'alternativa. E questo poi impedisce a tanti di avere le informazioni corrette.
    Quanto alla Nestlé, non era lei a fare campagne in Africa per convincere le madri a sostituire il latte materno con il latte in polvere? L'aumento della mortalità infantile che ne derivò è uno dei tanti crimini contro l'umanità destinati a restare per sempre impuniti.

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