MANGIARE DA ARTISTI O MANGIARE DA SCIOCCHI?

da 20 Mar 2016Salute

(ARTE E SCIENZA DELLA BUONA DIGESTIONE)

SOBRIETÀ E FRUGALITÀ CARATTERIZZAVANO LA VIRTUS DEI ROMANI

Il cattivo funzionamento della digestione è diventato uno dei più importanti problemi dei nostri tempi, anche se già ai tempi degli antichi romani si facesse sentire, vista la presenza regolare dei vomitori. C’è da dire che la sobrietà alimentare e l’antica e saggia frugalità caratterizzavano la Virtus dei romani. Cominciavano la giornata con un bicchiere di normalissima acqua di sorgente o di acquedotto. Eppure non è casuale che Petronio creasse nel suo Satyricon quel personaggio immaginario chiamato Trimalcione, specializzato in enormi abbuffate. Non è casuale nemmeno la battuta di Orazio, per cui “Uno stomaco che digerisce bene vale molto di più del prezioso regalo di un re”. La buona tradizione italica trova conferma nella mitica Scuola Medica Salernitana che insegnava “Ti facciano da medici mente serena, riposo e moderazione nel mangiare”, nonché nel formidabile esempio personale dei Luigi Alvise Cornaro, nel suo celebre trattato cinquecentesco “Intorno alla vita sobria“.

PRIVILEGIARE I BASSI COSTI DIGESTIVI

Sapersi nutrire è la migliore forma di igiene e di amore per se stessi. Qualità dei cibi sì, ma anche tranquillità nervosa, anche assenza di stress, di fretta, di preoccupazioni prima, durante e dopo i pasti!
La priorità assoluta di ogni dieta sensata e intelligente è quella di nutrirsi a bassi costi digestivi. Cosa serve mai assumere del cibo per ritrovarsi poi sofferenti e intasati, carichi di gonfiori addominali? Cosa serve mai assumere del cibo per ritrovarsi con situazioni di stitichezza, di costipazione, di bruciori, di reflussi, di vomiti, di pesantezza e di flatulenza?

POCO MOVIMENTO, SCARSITÀ DI SOLE E DI RESPIRAZIONE COME FATTORI AGGRAVANTI

Dobbiamo riservare un grande rispetto verso i nostri organi interni che già lavorano normalmente a pieno ritmo e che mal sopportano le ingerenze, le emergenze e gli imprevisti. L’alimentazione malsana e innaturale basata su carni, latticini e zuccheri lavorati non ha fibre e non ha cellulosa, per cui porta a secchezza e pigrizia intestinale. Se a tutto questo aggiungiamo mancanza di moto, mancanza di sole, mancanza di respirazione corretta e di aria fresca, mancanza di cibi vitali, vibranti e radianti, è chiaro che la situazione si aggrava ulteriormente.

POLTRONAGGINE TELEVISIVA E ATONIA INTESTINALE

Chi vive secondo natura, rispettando alcune piccole attenzioni ed alcune regole fondamentali, non conosce la dispepsia acida, non conosce la stitichezza, non conosce la dilatazione, non conosce la dissenteria. Alcune cose bisogna saperle. La respirazione diaframmatica non è una cosa per i patiti dello yoga, ma è il motore dell’intestino. Il moto, la camminata giornaliera favoriscono la peristalsi intestinale. L’atonia intestinale è una tipica malattia da civilizzazione e da poltroneria televisiva.

SURRISCALDAMENTO, IRRITAZIONE, INFIAMMAZIONE E ULCERAZIONE

Si parla spesso di dispepsia come di disagi e disturbi riguardanti il nostro tubo gastrointestinale. Imbarazzo gastrico, ipercloridria, dispepsia acida. Siamo sempre di fronte a sgradevoli sensazioni di bruciore che indicano un indizio di surriscaldamento della mucosa stomacale. Surriscaldamento che, se non viene interrotto e risolto, diventa irritazione offensiva e poi infiammazione cronica e poi ulcerazione e poi indurimento e poi tumore allo stomaco o tumore al duodeno o tumore all’intestino e ai vari organi correlati. Questo processo degenerativo ha luogo soprattutto quando, anziché trovare la giusta soluzione in termini di cambio dieta, si fa ricorso a farmaci e a pasticche, ad antiacidi di sintesi, ad antibiotici contro un innocente Helicobacter Pylori che è conseguenza e mai causa dei problemi accennati.

ALIMENTI SCELTI MALE, ASSUNTI MALE E MESCOLATI MALE

L’acidità infatti non è effetto di disfunzione e malfunzionamento della mucosa stomacale come vuol far credere la medicina, né tantomeno è opera di alcun mostro batterico, come vuol far credere la medicina. Ma è l’acidificazione degli alimenti dovuta a fermentazioni e a putrefazioni malsane, dovuta ad alimenti scelti male, assunti male, mescolati male, dovuta a non dialogo coi propri sensori materiali, mentali e spirituali, dovuta a costante incomprensione col proprio corpo. Carenza di dialogo e di fiducia, quasi che lo stomaco fosse un organo che se ne va per conto suo e che non fa il suo dovere tanto per farci un dispetto.

FATICHE MENTALI E ABITUDINI SBAGLIATE ALLA RADICE DEI PROBLEMI

Sopprimere le cause di indigestione con una vita igienica e tranquilla, meno frenetica, meno tesa, meno frastornata, è questo il presupposto indispensabile per regolarizzare il percorso nutrizionale.
La causa classica di tutte le affezioni dello stomaco è data da alimentazione innaturale ed irrazionale, dove si sottopone l’apparato digerente ad uno sforzo laborioso che irrita e congestiona le pareti dello stomaco, del duodeno e degli intestini. Eccessivo lavoro mentale e intellettuale, mancanza di esercizio fisico all’aria aperta, sono agenti primari di dispepsia. Abitudini sbagliate tipo il bere acqua fredda a grandi sorsi, tipo l’ingerire cibi bollenti, tipo l’ingerire velocemente verdure crude, tipo il mandare giù minestre o tisane ad alta temperatura.

DIGERIRE MALE SIGNIFICA ASSIMILARE MALE ED EVACUARE MALE

Il primo atto di una buona digestione lo si compie nell’affrontare un qualsiasi pasto con lo spirito e l’atteggiamento giusti. Il fatto è che non sappiamo mangiare. Non ci rendiamo conto che ci sono modi e modi di fare le cose, modi e modi per alimentarsi. Si può mangiare da artisti alimentari e si può mangiare da imbecilli, da incompetenti e da dilettanti. Chi mangia male alla fine viene compensato con la moneta della sofferenza. Chi mangia male compromette l’intero percorso digestivo e finisce per digerire male, assimilare male ed evacuare male. Tanto che c’è della gente che si disabitua all’evacuazione e che trova persino fastidioso nell’andare ai servizi, se non nell’emergenza. C’è gente che non evacua per giorni e giorni, trovando questo accettabile e normale.

CENTINAIA DI GHIANDOLE SALIVARI COLLOCATE NON A CASO LUNGO LA GOLA

Mangiare non significa portare del cibo alla bocca e mandarlo in circolo! Mangiare significa primo avere un buon appetito genuino. Mangiare significa aver conoscenza del cibo che assumiamo, cos’è, da dove proviene, com’è stato ottenuto. Mangiare significa sapere che abbiamo in bocca e in gola centinaia di ghiandole salivari che secernono un litro e mezzo di saliva al giorno di un prezioso materiale lubrificante e digerente chiamato saliva, ricco di enzimi digestivi come l’amilasi o ptialina, per cui è indispensabile masticare ed insalivare con pazienza il cibo in questione. Pezzi interi di cibo e di semi nello stomaco rappresentano già un insulto. Chi non ha denti deve curarseli. Oppure dovrà limitarsi a cibi teneri o a cibi frullati e centrifugati.

APPETITO GENUINO E ACCURATA INSALIVAZIONE

Il primo atto è dunque quello di mandare all’esofago e poi allo stomaco un materiale ben masticato, ben insalivato, ben temperato, ben quantificato, cioè non poco e non troppo. Se uno ha fretta meglio saltare il pasto. Mangiare non è affatto un atto di socialità e di convivialità a spese della propria salute. Avvelenarsi non è sociale e non è civile! Nessuno si lamenti di questi piccoli dettagli. Servirebbe al contrario un primo trattato dal titolo “L’elogio della fame”, e un secondo dal titolo “Elogio dell’insalivazione”. Ricordiamoci piuttosto che una buona dose di appetito e che una buona masticazione-insalivazione, dedicando al cibo prescelto tutto il tempo necessario, sono il primo punto-chiave del processo digestivo.

LA SEDIA È NEMICA DELLA BUONA DIGESTIONE

Evitare pertanto il sovraccarico dello stomaco. Meglio il poco e spesso che il riempimento e la grande abbuffata, meglio il semplice spuntino che la vorace scorpacciata. Scarsità succhi gastrici? Ecco che servono cibi piccanti e speziati. Eccesso di succhi gastrici? Ecco la necessità di pane tostato, purè di patate, minestra di cipolla, vellutata di zucca e patate. Flatulenza? The di cumino, di finocchio e di menta. Evitare di stare seduti a lungo. La sedia è nemica della buona digestione.

QUALI SONO I COMPITI DELLO STOMACO?

Lo stomaco immagazzina temporaneamente le sostanze in arrivo. Sterilizza e rimescola il chimo, digerisce, scorpora e frantuma chimicamente le proteine in aminoacidi, con il cloridrico e la pepsina che dissociano e frammentano le grandi molecole. La mucosa gastrica si assume altri compiti ancora. Secerne infatti 1-2 litri di succo gastrico, di mucina, di ormoni regolatori della peristalsi. Si prende carico degli ormoni ghiandolari come la serotonina, e degli ormoni epatico-pancreatici come la colecistochinina, la secretina, la pancreazimina. L’HCl e la pepsina sono corrosivi al punto di poter sciogliere una moneta di rame! Le pareti stomacali finirebbero distrutte se non ci fosse una provvidenziale escrezione di muco alcalino a fare da barriera difensiva.

QUALI I RIMEDI DIGESTIVI?

Prendere nota che la bromelina degli ananas è l’enzima digestivo che favorisce lo svuolamento dello stomaco. Prendere nota che la mirtillina di mirtilli rossi e neri rafforza le pareti e le mucose dello stomaco, come pure la papaina della papaia. Prendere nota che i cachi e la valeriana o dolcetta sono ottime risorse anti-gastrite. Prendere nota che la cotogna contrasta i bruciori di stomaco, che semi di lino, patata cruda, aloe e cotogna cotta contrastano la stitichezza, mentre melagrana e castagne contrastano la dissenteria.

QUALI I COMPITI DEL DUODENO?

Il duodeno può essere considerato l’alambicco e il distillatore chimico dell’organismo. Nel duodeno sboccano il canale biliare con la bile e il canale pancreatico con una decina di enzimi decisivi. In effetti la buona digestione dipende più dalla funzionalità del duodeno che da quella dello stomaco. Tant’è che duodeno, pancreas e cistifellea costituiscono una vera e propria unità funzionale.

QUALI I COMPITI DELL’INTESTINO TENUE?

La superficie assimilatrice si avvale di 450-600 metri quadri equivalenti a due campi da tennis, grazie a mille e più pieghe. Le pliche intestinali del tenue si protendono sul chimo, coi loro 5 milioni di villi e le loro cripte e coi sottilissimi orli a spazzola, raggiungendo la citata vastissima e quasi incredibile superficie. Assorbono gli alimenti e li inviano direttamente nei capillari sanguigni e nei vasi linfatici. La mucosa intestinale assolve pure un prezioso lavoro di smaltimento scorie interne. Elimina infatti giornalmente 250 grammi di cellule esauste, ovvero di detriti cellulari morti, ovvero di virus endogeni fisiologici ed innocenti sotto la regia e la modulazione intelligente dell’asse ipotalamo-ipofisario-immunitario.

TUTTE LE MALATTIE COMINCIANO DALL’INTESTINO

L’enorme importanza dell’intestino negli equilibri immunitari dell’organismo era già stata intuita da Ippocrate 2500 anni or sono, al punto di spingerlo ad affermare che tutte le malattie cominciano nell’intestino. Oggi sappiamo che l’intestino rappresenta uno dei baluardi difensivi-immunitari del corpo. visto che conta una flora batterica da 100.000 miliardi di unità, e visto che produce grossomodo il 60-70% delle cellule immunitarie. L’intestino, al di là delle note funzioni digestive ed assimilative, rappresenta una importante linea di demarcazione tra mondo esterno e mondo interno, per cui deve possedere specifiche difese contro aggressori esterni batterici, virali (virus esogeni), parassitari e tossici. Tra queste difese, la più decisiva è il GALT, Gut Associated Lymphoid Tissue, ovvero il tessuto linfoide associato all’intestino. Il GALT comprende i linfonodi mesenterici ed intraepiteliali, le cellule linfoidi della sottomucosa intestinale e soprattutto le placche di Peyer, che costituiscono la centrale operativa della risposta immunitaria intestinale.

LE PLACCHE DI PEYER

Le placche di Peyer derivano il nome dall’anatomista svizzero Johan Conrad Peyer (1653-1712). Placche circolari ed ovoidali costituite da noduli linfoidi, linfociti B e T, antigeni, cellule APC e cellule M. Si distribuiscono nella sottomucosa dal piloro alla valvola ileo-cecalle verso la fine del tenue.

DISBIOSI INTESTINALE

Negli ultimi 50 anni si sono adottate aberranti abitudini alimentari basate su abbondanza di carni, latticini, farinacei e zuccheri raffinati, conservanti, coloranti, arricchimenti vitaminici-minerali-ormonali. Nel contempo sono state ridotte frutta, verdura e crudità. Con l’aggravante delle sostanze iatrogene, tipo sulfamidici, corticosteroidi, lassativi. Con l’aggravante degli antibiotici usati in quantità industriale e senza alcun criterio da parte della maggior parte dei medici, nonostante la loro comprovata tossicità, nonostante la loro devastazione prolungata ed insanabile nei riguardi della flora batterica. Ecco allora che si produce una alterazione dell’equilibrio tra batteri saprofiti e batteri patogeni nella mucosa intestinale, con stato di disbiosi, con mancata produzione di biotina B7 che inibisce la trasformazione della candida dalla forma “spora” non tossica alla forma-fungo patogena e comportante dispepsia, gastrite, colite cronica, cistite, vulvo-vaginite. L’alterazione immunitaria-intestinale causa asma, bronchite, rinite, otite, dermatosi e orticaria. L’alterato metabolismo del gruppo B produce disfunzioni neurologiche, depressione, perdita memoria, ottundimento sensi, stanchezza cronica, patologie circolatorie.

QUALI I COMPITI DEL FEGATO?

Il fegato è una meraviglia ingegneristica. Fabbrica 13000 sostanze chimiche. Emulsiona i grassi. Rappresenta il maggior serbatoio di sangue del corpo. Pesa 1,5 kg dei quali 1 litro di sangue. Ha 2000 sistemi enzimatici. Svolge 500 e oltre funzioni, tutte importanti e tutte vitali. Se il fegato si ingrossa la produzione di bile ristagna. Nemici del fegato i grassi, le carni bianche e rosse, gli zuccheri e gli aspartami, lo stare seduti. Nemici acerrimi i fritti, gli alcolici e i nervini. Amici la frutta acquosa, le verdure crude, le camminate, il complesso vitaminico B. Cinarina da carciofo crudo e cotto, nonché da cardo cotto, bietola rossa come liver cleaner, caco, pompelmo, agrumi e melegrane, finocchi ed asparagi, tra le sue risorse preferite.

QUALI I COMPITI DELLA CISTIFELLEA?

Importante funzione della bile nel processo digestivo è la disgregazione dei grassi. I calcoli biliari si sviluppano in proporzione ai cibi disordinati che assumiamo e in base alla nostra sedentarietà. L’ostruzione delle vie biliari può essere letale. Bere succo di limone o succo d’arancia o una camomilla con succo di limone. Succo di rafano e di ravanelli piccanti sono ottimi per la cistifellea.

QUALI I COMPITI DEL PANCREAS?

300 milioni di persone al mondo soffrono di mancanza energetica per il fatto che il glucosio non arriva ai suoi muscoli, per il fatto che la distribuzione di insulina è alterata. Eppure il pancreas dei diabetici produce il doppio e il triplo di insulina rispetto ai non-diabetici, a dimostrazione che sono i grassi animali in eccesso a bloccare il sistema. Il pancreas produce 1,5 litri di succo pancreatico al giorno. Ad esso si deve la demolizione e la trasformazione di proteine, grassi e carboidrati. Lo stomaco fornisce per via nervosa al pancreas una importante informazione. È l’ormone gastrina che indica al pancreas quanto secreto produrre. Il pancreas viene sovraccaricato di lavoro quando riceve informazioni contrastanti dallo stomaco. Deve comunque fornire una decina di enzimi digestivi.

QUALI I COMPITI DEI RENI?

Enorme la capacità lavorativa dei reni. Filtrano ogni giorno 1500 litri di sangue, con 200 cicli per 6,5 litri di sangue, lavorando giorno e notte per 24 ore. L’intestino elimina le sostanze solide, i reni quelle liquide, con la preziosa collaborazione del sistema cutaneo e della traspirazione. In ciascun rene si sviluppa una rete di tubuli di 50 km, dotata di 2,5 milioni di filtri speciali o glomeruli per ciascun rene. I glomeruli scompongono il sangue fino ai minimi componenti, ai cosiddetti elettroliti. Asportano le sostanze tossiche e le scorie. Veleni, creatinine, ammoniache, minerali inorganici vengono sciolti in acqua ed eliminati, trasformati in scarto liquido chiamato urina. La nefrite insorge quando i glomeruli vengono sopraffatti da una massiccia ondata di porcherie organiche, per cui i filtri soffocano nel pus e nell’immondizia. I reni non provvedono solo alla depurazione del sangue ma anche all’equilibrio idrico. Noi trasportiamo qualcosa come 40-50 litri d’acqua di cui 25-30 nelle cellule, capitale idrico che deve essere rinnovato e mantenuto.

CALCOLOSI E DANNI RENALI

Esistono 10 tipi di calcoli. L’80% è composto da ossalati di calcio, da acido ossalico di the, caffè, cacao, spinaci, pomodori immaturi, piselli, fagioli, cavoli. Per il resto si tratta di calcoli uratici da acido urico, da purine di carne e pesce, da fosfati e carbonati, con carenza di acqua diluente e biologica nelle urine. Gli intestini costipati infliggono insostenibile stress ai reni, costringendoli ad un riassorbimento addizionale di tossine. Evitare come la peste i cibi fritti che danneggiano fegato e reni simultaneamente.

C’È GENTE CHE HA BISOGNO DI ESSERE RIEDUCATA

Le disfunzioni dell’apparato digerente si curano con la frutta, con le insalate tenere, con le mandorle dolci. Se lo stomaco è degenerato al punto di non tollerare nemmeno quello, si fa un passo indietro e si riparte dalla frutta cotta. Sappiamo che i consumatori di carne vivono nell’acidità, negli sbalzi pH, nelle ulcerazioni e nelle tumorazioni seriali. Sappiamo che i consumatori di cibo cotti o ghiacciati, di gelati mandati giù con disinvoltura, vivono malamente. Sappiamo che i consumatori di zuccheri, di alcol, di caffè, di cole, di alcol, di fumo di farmaci e di integratori devono essere rieducati passo dopo passo per poter disporre di un apparato gastrico funzionante.

LA FRUTTA ACQUOSA VALE ASSAI PIÙ DELLA VERDURA

Del resto, “La Salute umana parte dal colon”, che è poi il titolo di una mia tesina del 24/6/10 che meriterebbe essere riletta. Da rilevare che il dr Edward Howell, scopritore dei food-enzyme, rilevò a suo tempo che i vegetali crudi non contengono affatto una grande quantità di enzimi, per cui le insalate crude, pur essendo benefiche e pur giustamente assunte in anticipo rispetto ai secondi piatti, fanno poco per compensare la distruzione enzimatica subìta dai cibi cotti. Chi invece dispone di decisiva abbondanza enzimatica è la frutta, specie quella acquosa e ricca di acqua biologica.

FRUTTARISMO AI VERTICI E VEGETARISMO COME SECONDA SCELTA

Ecco il senso del fruttarismo che vale più del vegetarismo, ma che viene invece snobbato clamorosamente dal nutrizionismo mondiale guastato dalle cattive abitudini e dal clima perverso del lungo semestre invernale a cui siamo sottoposti vivendo al di là dei tropici. La frutta di cui disponiamo è limitata agli agrumi. Le mele subiscono irradiazioni e pratiche conservative. Chiaro che a queste condizioni la gente è anche portata a sbagliare, è anche costretta a scelte aberranti, dovendo far quadrare il bilancio calorico. Chiaro che radicchio, tarassaco, ortiche, verdure di campo e di orto rappresentano letterale ancora di salvezza in tempo invernale. Meno male che esistono. Ma è sempre una soluzione di emergenza.

TRIPLE PROTEINE E METÀ ENZIMI NELLE VERDURE

Del resto i dati ufficiali dell’USDA, US Department of Agricolture, parlano chiaro a proposito del contenuto proteico dei cibi naturali (http://michaelbluejay.com/veg.protein.html). Se il latte di donna ha il 5,9% di contenuto calorico/proteico, la frutta acquosa sta a 6,7, la frutta secca da guscio e i semini stanno all’11%, i cereali al 13, radicchio e verdure crude a 22 e legumi a 28%. Le verdure hanno oltre il triplo di proteine della frutta acquosa. Se poi aggiungiamo che il potere enzimatico delle verdure stesse è circa la metà di quello della frutta, come confermato da Howell e da Gerson, si evince che la digeribilità della frutta acquosa di qualità, consumata nei modi, nei tempi e nelle combinazioni giuste, supera decisamente la digeribilità delle verdure, con tutto il rispetto per carote, cavoli, radicchi, zucche e patate.

LE VARIETÀ ACIDULE DELLE LANDE PIOVOSE INGLESI

Se poi ci mettiamo qualche dettaglio in più, ricordiamo che selezionando le tenere, verdi e acidule mele Grannie Smith, le fragole, le more, i lamponi, l’uva spina verde e il ribes delle regioni inglesi piovose tipo Devonshire, Cornwall, Essex, Norfolk, l’incremento della acquosità e della gradevolezza acidula è garantito, e si attenuano quegli eccessi di fruttosio che caratterizzano le nostre varietà mediterraneee.

LE BUONE RAGIONI DI SHELTON, EHRET E GERSON

Ha pienamente ragione Herbert Shelton. Ha pienamente ragione Max Gerson con le sue cure fruttariane a favore dei malati scartati dai medici. Ha pienamente ragione Arnold Ehret con i suoi mitici raid in Trentino a caccia di ciliegie. Ma questi grandi dell’igienismo alla fine vivevano in America, dove il clima include i deserti dell’Arizona e le oasi climatiche della California, per cui nettarine, pesche e ciliegie appaiono già in marzo! C’è anche chi si salva al meglio con ciliegie superlative congelate a regola d’arte nel momento di massima maturazione. Ciliegie di una varietà pregiata nata in Holland e made in Holland che, pur non essendo equivalenti a quelle di Vignola in pieno maggio, si avvicinano di molto in qualità e benefici. Parola di Fidel, non da Cuba ma da Utrecht.

VUOI METTERE L’EQUATORE E I TROPICI?

Assai diverso e penalizzante vivere ai margini delle Alpi, a confronto col vivere a Hongkong o in qualsiasi paese del Sud-Est Asiatico, dell’Africa equatoriale e sub-sahariana, del Brasile o dei Caraibi. Da quelle parti la noce di cocco fornisce liquido vitale di massima digeribilità, favolose bacche tipo leichi, longan, rambutan, mangostin, strabilianti durian e jackfruit, papaie e dissetanti manghi filippini in abbondanza, angurie e meloni 12 mesi l’anno, carote fresche, ananas, sedani e succulenti dragon fruit vietnamiti. Ricchezza di acqua biologica, di valori vibrazionali e radianti Angstrom. Alto potere di filtrabilità renale e nessun problema di fruttosio.

LE MERAVIGLIE DELLA CARNE NON SI CONTANO

Chiaro che le carni sono tutte prive di enzimi, chiaro che sono prive di fibre e di cellulosa, chiaro che provocano orribili costipazioni. Chiaro che ogni pasto carneo implica disordini nervosi e mentali, con nevrastenie e isterismi. Chiaro che le carni producono alti livelli di tossine nel sistema, imponendo stress continuato nei vari organi. Chiaro che tiroide, fegato, reni, milza, pancreas si alterano e si danneggiano con una dieta carnea. Chiaro che gotta, arteriosclerosi, cancro, diabete, viscosità del sangue, vengono esacerbati dalla dieta carnea. Chiaro che la carne non stimola affatto la peristalsi e che rallenta il transito intestinale, provocando putrefazione, stitichezza, flebiti ed emorroidi. Se poi viene anche cotta, la carne diventa il cibo più velenoso e devastante del pianeta. Cose che si sanno da millenni.

LE CELEBRI ESPERIENZE DI BURKITT E TROWELL

I medici inglesi Denis Burkitt e Hugh Trowell vissero per 25 anni in Africa, tra gli indigeni di varie tribù, alimentandosi della dieta rurale africana, interamente vegetariana e basata su molte fibre e molta acqua biologica. Le tipiche malattie dell’Europa e dell’America erano del tutto sconosciute. Niente cancro intestinale, niente cancro rettale, niente cancro stomacale, niente diverticoliti, niente emorroidi, niente vene varicose, niente flebiti, niente appendiciti.

ABBIAMO ALLE NOSTRE SPALLE ESPERIENZE STRAORDINARIE

Etruschi, Romani e Sabini avevano una alimentazione bilanciata e saggia, con abbondanza di frutta, di ortaggi e cereali. A quei tempi non c’era divorzio tra tavola e salute. Il cuoco era anche un buon medico, e non uno strumento nelle mani dei macellai. L’insegnamento di Ippocrate che prescriveva cibi crudi per prevenire le malattie era ancora troppo recente per essere dimenticato. Ad Olimpia e nell’antica Grecia si sapeva benissimo che il crudo rende più forti e veloci. È stato grazie al cavolo crudo che i romani hanno fatto a meno dei medici per oltre 6 secoli, scrive Catone nelle sue memorie. Fu poi il cotto, lo stracotto, i pasticci di caccia e pesca, e non le sconfitte militari, ad affossare l’Impero Romano.

LO STRACOTTO CARATTERIZZA IL DECLINO DEI POPOLI

Tant’è che il cotto caratterizza il declino rapido dei popoli e non il loro risorgimento. Rimane più che mai vero che il pomo è il cibo elettivo della razza umana, il cibo di prima linea o il First Line Food. Quello che il sole e le piogge davano. Quello che la terra creava da sé. Quel dono bastava ad appagare le antiche civiltà cinesi, indiane, mediorientali, mediterranee, africane, Atzeche e Maya. Le vitamine identificate concettualmente nel 1912 da Casimiro Funk sono l’asse portante del crudismo. Lo scorbuto, o antivitaminosi C, decimava notoriamente gli equipaggi in prolungata navigazione. Ma quando si fornivano le navi di limoni e di mele lo scorbuto svaniva. Le pasticche di vitamina C sintetica non cambiavano affatto la situazione.

CEREALI ABBRUSTOLITI O GERMOGLIATI E PATATE COTTE CON LA BUCCIA SONO UNA PIACEVOLE ECCEZIONE

L’alimentazione grassa a base di ferro-eme, di proteine acidificanti, di Omega3, va solo ad aggravare la decadenza del sistema circolatorio a livello dei capillari. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Milioni di malati gravi in tutto il pianeta. L’uomo sano rappresenta una rarità e un elemento da circo. Nessun dubbio che la cottura, non limitata ai vegetali amidacei tipo patate, verze, radici, cereali e farinacei, rappresenti un processo di adulterazione e di corruzione dei cibi.

TROPPI MEDICI, TROPPI PRETI, TROPPI CUOCHI E TROPPE ONORANZE

Esiste invece un esercito di cuochi sabotatori occupato a rendere il cibo meno sano, meno riconoscibile, meno distinguibile, meno naturale e più indigesto. Basta pensare a rubriche televisive tipo Cotto e Mangiato. Vengono ridicolizzate e disattese le ineliminabili leggi dello stomaco e della digestione. Non è un caso che tra i miei aforismi preferiti io abbia adottato l’espressione colorita di mio nonno Markìn “Masse miedes, masse prèdes, masse cogos, masse pissighès” (Troppi medici, troppi preti, troppi cuochi, troppi becchini), quando ancora non esisteva il medico condotto e quando i cuochi in realtà erano assai rari a vedersi.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

2 Commenti

  1. Mirko P.

    C'è poco da commentare, standing ovation e un infinito grazie.

    Rispondi
  2. Walter Ricciardi

    Splendido elogio della frutta. Grande Valdo!
    Appena rientrato dall'Irlanda mi sono letto la tesina mentre mi mangiavo una decina di splendidi Tarocchi bio ?

    Rispondi

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