GOZZO, STENOSI URETRALE, RISTAGNI VESCICALI, ERNIA IATALE E REFLUSSO

da 27 Lug 2014Disturbi della tiroide, Ernia iatale, Stenosi uretrale

LETTERA

GOZZO, ALLERGIE E PROBLEMI INTESTINALI

Sono un infermiera della provincia di Gorizia, ho 49 anni. Dal 2006 mi hanno diagnosticato un gozzo multinodulare normofunzionante. Il mio endocrinologo vuole comunque procedere alla tiroidectomia.
Ho anche un ernia iatale con reflusso gastresofageo. Sono allergica a tante cose come alimenti, pollini, farmaci ed altro. Ultimamente si sono aggiunti dei problemi intestinali, tipo gonfiori.

STENOSI URETRALE E RISTAGNI VESCICALI

Da 17 anni, in seguito a delle complicanze sorte dopo un intervento di taglio cesareo, ho problemi ad urinare. Si parla di stenosi uretrale e vescica ristagnante di urina.

COME INIZIO E COME PROCEDO?

Non ho fiducia nella medicina tradizionale e convivere giornalmente con tutte queste problematiche non è facile. Le chiedo aiuto. Ho acquistato 2 suoi libri e letto un po’ delle sue tesine. Però avrei bisogno di due dritte. Un protocollo per i miei problemi di salute, da dove inizio? E come devo procedere? Grazie.
Angela

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RISPOSTA

L’AUMENTO VOLUMETRICO DELLA TIROIDE

Ciao Angela. Il gozzo della tiroide o struma tiroideo è una delle più frequenti patologie tiroidee, e consiste in un aumento volumetrico della tiroide, che può essere a sua volta di tipo diffuso (gozzo diffuso) o nodulare (gozzo uninodulare o multinodulare). L’incidenza del gozzo dipende molto dalla quantità di iodio. Il fabbisogno giornaliero è 150 microgrammi per gli adulti, 90 mcg nei neonati e 200 mcg nella gravidanza. 
Lo iodio viene assunto con l’alimentazione e con l’aria, ed in base alla sua disponibilità nell’ambiente si possono distinguere aree con discreta disponibilità di iodio ed aree di endemia gozzigena, con scarsa disponibilità di iodio.

ZONE AD ALTO TENORE DI IODIO E CIBI RICCHI DI IODIO

Le aree con maggior carenza iodica sono le zone di alta montagna (Alpi, Ande, Himalaya). I cibi contenenti iodina sono foglie di rapa, zucca estiva, anguria, cetriolo, spinaci, asparagi, ocra, mirtilli, fragole, peperone verde dolce, topinambur, melanzana, pesca, cipolla, lattuga, banana, carota, patata, patata dolce, pomodoro, mela di stagione, bietola, cavolo, sedano, limone, fico.

EZIOLOGIA O ESAME DEI FATTORI CAUSANTI

Il gozzo multinodulare è il risultato di un cronico e continuo stimolo da parte del TSH che induce un ingrandimento o iperplasia della tiroide. In seguito alla mancanza di iodio, l’ipofisi produce più TSH nel tentativo di aumentare la captazione tiroidea di iodio e di consentire un normale funzionamento della tiroide.
 In seguito alla continua stimolazione da parte del TSH, tuttavia, la tiroide può andare  incontro ad iperplasia, e poi verso un quadro di gozzo multinodulare.

ALTRI FATTORI DI STIMOLO ALLA TIROIDE

Numerosi studi, infine, hanno dimostrato che i fattori che possono contribuire ad un aumento volumetrico della tiroide sono molteplici:

  • EGF, fattore di crescita epidermoidale, sembra stimolare la crescita dei tireociti sebbene riduca contemporaneamente la captazione e l’organizzazione dello iodio.
  • IGF, fattore di crescita insulino-simile). È stata dimostrata un’azione sinergica con il TSH nella stimolazione della crescita cellulare, sia da parte dell’IFG1 che dell’IGF2.
  • FGF, fattore di crescita dei fibroblasti. Stimola, in presenza di TSH, il deposito di colloide nella tiroide.
  • Altre sostanze con ruolo nello sviluppo del gozzo sono acetilcolina, norepinefrina, prostaglandine, VIP ed altre citochine.

L’ASPORTAZIONE DELLA TIROIDE PRESENTA SEMPRE DELLE COMPLICANZE

È oramai appurato che lo sviluppo improvviso di ipertiroidismo in un gozzo multinodulare di lunga data può essere scatenato dall’introduzione di una eccessiva quantità di iodio.
 Da non trascurare, invece, la possibilità di sviluppo di un carcinoma tiroideo.
 Infatti la presenza di microlesioni con caratteristiche di carcinomi è stata dimostrata nel 4-17 % di gozzi multinodulari. Nonostante ciò, l’asportazione chirurgica di un gozzo multinodulare di vecchia data al fine di prevenire la diffusione della patologia maligna non è consigliata in quanto:

  • Non tutte le lesioni che soddisfano i criteri istologici di neoplasia sono effettivamente maligne
,
  • È dimostrato che il rischio di sviluppare un carcinoma in un gozzo multinodulare non è elevatissimo
,
  • L’asportazione chirurgica della tiroide presenta sempre delle complicanze e dei rischi di morbilità che vanno valutati.

STOMACO, DIAFRAMMA E IATO

Il diaframma è un muscolo che separa i polmoni dall’addome. Quando si fa un respiro profondo il diaframma si rilassa, ha forma di cupola, si contrae e si appiattisce. Facendo questo movimento permette l’ingresso dell’aria nei polmoni. Nella parte sinistra del diaframma c’è una piccola apertura, attraverso la quale passa l’esofago, il tubicino che porta gli alimenti e i liquidi nello stomaco. In condizioni normali, quest’apertura (lo iato) è davvero piccola e aderisce perfettamente all’esofago.
Lo stomaco, quando tutto va bene, sta sotto il diaframma.

COS’È L’ERNIA IATALE

In alcune persone, l’apertura nel diaframma o iato si indebolisce e si allarga. Può succedere per un notevole sforzo fisico ai limiti, come il sollevamento pesi, o anche per la tensione nel defecare in caso di forte stipsi. Indipendentemente dalla causa si origina un’ernia, dove una parte dello stomaco fuoriesce verso l’alto, nella cavità toracica, perché l’apertura si è allargata. Questa situazione viene definita ernia iatale. Le ernie iatali sono molto frequenti e si rilevano fino a sei persone su dieci prima dei 60 anni con questa patologia.

ERNIA IATALE DA SCIVOLAMENTO, ERNIA FISSA ED ERNIA MISTA

Si conoscono principalmente 3 tipi di ernia iatale:

  • Ernia iatale da scivolamento, e si tratta del tipo più comune, dove l’ernia va su è giù, entrando e fuoriuscendo dalla cavità toracica. Queste ernie di solito sono piccole e normalmente non causano problemi né sintomi.
  • Ernia iatale fissa (o paraesofagea), e in questo caso la parte superiore dello stomaco rimane intrappolata nella cassa toracica. Anche in questa situazione i sintomi possono essere trascurabili. Tuttavia, c’è maggior probabilità di avere problemi all’esofago.
  • Ernia iatale complicata o mista, una forma per fortuna assai rara.

ESOFAGITE DA REFLUSSO

Alcuni pazienti affetti da ernia iatale fissa soffrono di reflusso gastro-esofageo cronico, che può causare ulcere e sanguinamento, ed eventualmente asma. Come conseguenza si può avere anemia, cioè insufficienza di globuli rossi nel sangue. L’esofagite da reflusso, o infiammazione mucosa esofagea, deriva da reflussi acidi provenienti da stomaco e duodeno, formati da succhi gastrici misti a succhi biliari.

COMPLICAZIONI DELL’ERNIA IATALE FISSA

Le complicazioni dell’ernia iatale fissa sono:

  • Bruciore di stomaco cronico e infiammazione cronica del tratto inferiore dell’esofago (esofagite da reflusso),
  • Anemia, dovuta al sanguinamento cronico del tratto inferiore dell’esofago,
  • Ulcere e restringimento del tratto inferiore dell’esofago, che causano difficoltà nella deglutizione,
  • Filtraggio nell’esofago e nei polmoni delle secrezioni gastriche durante il sonno, con tosse cronica, dispnea o asma e persino polmonite.
  • Difficoltà respiratorie e gravi dolori allo sterno. Lo sterno è l’ osso del torace impari, mediano, simmetrico e piatto, situato nella parete toracica anteriore tra le clavicole e le prime 7 coste, che con esso si articolano, a protezione di cuore e polmoni.

TERAPIE CONTRO L’ERNIA IATALE E L’ESOFAGITE

Sia nel bruciore di stomaco cronico con difficoltà di deglutizione, sia nell’infiammazione ulcerosa del del tratto inferiore dell’esofago è necessaria qualche attenzione e qualche terapia.

  • Evitare le sigarette, caffeina, cioccolato, cibi grassi, menta, alcol,
  • Fare pasti meno sostanziosi e più frequenti, lasciando passare 2-3 ore tra la cena e il momento in cui si va a letto.
  • Evitare di chinarsi, di fare esercizi addominali, aumentano pressioni che causino il reflusso.
  • Perdere peso in caso di obesità.

CONSIGLI PER LA DIETA

Piano con gli agrumi e le cipolle. Evitare alimenti piccanti o speziati, fritti, cibi molto conditi e le salse in genere. Evitare i formaggi molto grassi. Estromettere dolci, merendine, gelati, zuccheri raffinati evidenti e nascosti. Evitare caffè, the, cole, bevande gassate, succhi di frutta confezionati.

L’URETRA

L’uretra è l’ultimo tratto delle vie urinarie. Unisce la vescica con l’esterno. L’uretra femminile è un canale lungo circa 4 cm e dal diametro di mezzo centimetro. L’uretra maschile è considerevolmente più lunga (18-20 cm).

STENOSI URETRALE

Stenos in greco significa stretto o contratto. La stenosi è un processo patologico di restringimento di un vaso, di un canale, di un orifizio o di un organo cavo. Con il termine di stenosi uretrale si definisce qualsiasi condizione caratterizzata dal restringimento dell’uretra, condizione che può manifestarsi a causa di una qualunque ragione e che provoca problemi relativamente al flusso di urina che fuoriesce. Una stenosi uretrale è un restringimento del lume dell’uretra causato da una cicatrice che si sviluppa nella parete uretrale a partire da una lesione. Fra le cause possibili vi sono le infezioni delle basse vie urinarie, tipo le uretriti, ma anche alterazioni tissutali di tipo non infiammatorio.

DIFFICOLTÀ DI MINZIONE COMPLETA E RITENZIONE ACUTA D’URINA

La caratteristica della stenosi uretrale è principalmente la difficoltà ad urinare. Il paziente può provare dolore o una sensazione di bruciore quando tenta di urinare e si possono pertanto sviluppare spasmi muscolari e fitte. Durante le prime fasi della stenosi uretrale, il soggetto può provare dolore durante la minzione e l’incapacità a svuotare completamente la vescica. La stenosi uretrale può causare problemi di minzione completa, e talvolta anche la totale incapacità di urinare. Quest’ultima evenienza prende il nome di ritenzione acuta d’urina ed è un’emergenza medica. Spesso alla stenosi si associa una infezione delle vie urinarie.

SINTOMI OSTRUTTIVI DA MANCATO SVUOTAMENTO

I sintomi ostruttivi da svuotamento sono:

  • Diminuzione del mitto  o della forza del flusso urinario,
  • Svuotamento incompleto della vescica,
  • Gocciolamento di urina al termine della minzione,
  • Intermittenza urinaria,
  • Deviazione del flusso urinario,
  • Aumento di frequenza della minzione,
  • Ritenzione acuta o cronica di urina,
  • Segni di idronefrosi a causa dell’aumento di pressione necessario alla minzione,
  • Diverticolo uretrale,
  • Ascesso perimetrale,
  • Fistola uretrale,
  • Infezioni delle vie urinarie,
  • Calcoli delle vie urinarie,
  • Ernia, emorroidi o prolasso rettale da sforzo,
  • Cause iatrogene, come ischemia conseguente a manovre endoscopiche o ad inserzione di cateteri,
  • Lichen sclerosus, o leucoplachia, o balanite xerotica obliterans, anomalia dermatologica simile a psoriasi e sclerodermia, caratterizzata da preferenza per l’area genitale e da progressivo indurimento e cicatrizzazione biancastra dei tessuti.

RITENZIONE VESCICALE INTRAUTERINA

Ritenzione significa impossibilità di soddisfare il bisogno di svuotare la vescica. La ritenzione urinaria può essere completa o incompleta, a seconda che l’evacuazione della vescica sia impossibile o parziale. Quando, pur continuando l’azione secretiva da parte dei reni, si ha un mancato o parziale svuotamento della vescica urinaria, si parla di ritenzione d’urina o ritenzione vescicale. L’impossibilità totale e improvvisa di urinare, indipendentemente dagli sforzi che l’individuo compie per poter soddisfare il proprio bisogno, la vescica tesa e dolente sono indicativi di una ritenzione acuta. In seguito alla ritenzione urinaria si ha una distensione della vescica e conseguentemente sono presenti: un dolore cupo, profondo, nella parte bassa dell’addome, un senso di malessere generale, di agitazione e di angoscia. Si parla di ritenzione cronica quando si è dinnanzi alla impossibilità di vuotare completamente la vescica durante ogni minzione, cioè durante ogni atto urinario.

RESIDUO VESCICALE E ATONIA DEL DETRUSORE

La quantità di urina che rimane nella vescica dopo ogni minzione è definita residuo vescicale. In molte affezioni locali generali o nervose, vi è la presenza di questo sintomo. La ritenzione urinaria può essere presente in:

  • Malformazioni e stenosi congenite,
  • Traumi,
  • Calcoli vescicali,
  • Cistiti croniche,
  • Atonia e degenerazione del detrusore, muscolo che contraendosi riduce il diametro della vescica e favorisce l’espulsione dell’urina in essa contenuta,
  • Ipertrofia senile della prostata, o ingrossamento della prostata nell’anziano.
  • Cause iatrogene, come ischemia conseguente a manovre endoscopiche o ad inserzione di cateteri,
  • Lichen sclerosus, o leucoplachia, o balanite xerotica obliterans, anomalia dermatologica simile a psoriasi e sclerodermia, caratterizzata da preferenza per l’area genitale e da progressivo indurimento e cicatrizzazione biancastra dei tessuti.
  • Casi di emorroidi, pielonefriti, nefriti, tubercolosi renale, vi può essere, di riflesso a queste malattie, ritenzione urinaria,
  • Diverse malattie del sistema nervoso, come mieliti, sclerosi a placche,  nevrastenia, paralisi progressiva, malattie spinali, diabete, meningiti e apoplessia, possono essere causa di ritenzione urinaria.
  • Cancro alla vescica,
  • Adenoma o cancro alla prostata,
  • Getto di urina scarso, ma intensa urgenza di urinare,
  • Fibroma uterino.

RIMEDI NATURALI ALLE CISTITI, ALLE URETRITI E AI RISTAGNI

Aglio, anguria, asparago, bietola, carciofo, carota, cavolo, ciliegia, crescione, equiseto, fico, finocchio, lampone, lattuga, luppolo punte primaverili, malva, melone, mirtillo, ortica, orzo, pomodoro, porro, portulaca, pungitopo, rapa, ravanello, ribes, sambuco,sidro di mele, tarassaco, uva, zucca.

COME INIZIARE E COME PROCEDERE

Non esiste alternativa a una precisa scelta di campo e a una preparazione sulle leggi della natura, sul pacchetto-salute della Health Science, e sulle modalità di personalizzare e adattare mediante intelligenza, buon senso e progressività gli schemi alimentari proposti. Solo studiando seriamente e sistematicamente le tesine in risposta a domande del pubblico, nonché le tesine relative alle mie tante conferenze, potremo parlare lo stesso linguaggio e comprenderci al meglio. La filosofia che privilegiamo non è basata sulla faziosità, sul perfezionismo ad ogni costo, sul crudismo assoluto o sul fanatismo alimentare, ma piuttosto sulla sostenibilità e sul gradimento, oltre che sul rispetto di alcune regole fondamentali.

TESINE DA LEGGERE

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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